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Autore: EleAB98    03/04/2020    7 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Non appena Hunt varcò la soglia del suo ufficio temporaneo, si apprestò a raccogliere velocemente le sue ultime cose e a terminare i resoconti dei suoi ultimi incarichi. La settimana era trascorsa fin troppo lentamente per i suoi gusti. In effetti, scontrarsi di continuo nei corridoi dell’industria con quel Lennard Jones non fu affatto facile per lui. Ma egli doveva assolutamente svolgere il lavoro che, ormai da anni, era di sua esclusiva e assoluta competenza: ricontrollare gli archivi dei mesi precedenti per poi stilarne un corposo rapporto corredato da una tesi sulle eventuali strategie manageriali di mercato, nonché rispondere a delle insidiose – quanto valide - antitesi elaborate dai detrattori del mondo cinematografico – spesso dei giornalisti di gossip – fornendo loro varie soluzioni al fine di fronteggiarle con disinvoltura, nonché preservare l’immagine dei direttori delle stesse case cinematografiche.

Il compito non fu affatto semplice, ma la dialettica e il sangue freddo di Hunt rappresentavano delle caratteristiche ormai insite nella sua natura e che aveva imparato a sviluppare sin dai tempi dell’adolescenza. Per quanto fosse arrabbiato con Lennard, il regista provava per lui grande ammirazione e profondo rispetto. In fondo, gran parte del suo successo lo doveva a lui e al suo continuo prodigarsi nell’organizzazione di varie tournée atte alla promozione del suo primo film, “Storia Di Una Lacrima”. Quel film che aveva ottenuto un successo senza precedenti e che, straordinariamente, aveva trasformato il regista in una giovane promessa del mondo del cinema. Peccato che quel successo cui tanto quel mondo aspirava, però, non venne poi riconfermato dai suoi lavori successivi, come invece aveva invano sperato Jones. Ma d’altronde, quel periodo di fruttuosa creatività si era sviluppata in lui a causa della presenza costante di Yvonne, l’attrice di cui si era perdutamente innamorato e con la quale aveva vissuto un’intensa - e alquanto tormentata - storia d’amore.

Concluso il compito che gli spettava, Thomas si congedò immediatamente rivolgendo un caro saluto ai dipendenti e al signor Lennard, convinto che avrebbe ben presto ricevuto altre sue direttive. Contrariamente a quanto si aspettava, Jones non sembrava affatto risentito con lui per via dell’accesa discussione tenutasi il giorno del suo arrivo. In fondo, i due si conoscevano ormai da tempo e i loro frequenti scontri e diverbi non facevano altro che accrescere in loro reciproca stima. Dopo qualche minuto, Hunt arrivò all’aeroporto e, quando scoccarono le ore venti, salì a bordo. Per quanto fosse stanco, doveva almeno provare a correggere gli ultimi compiti scritti. L’indomani sarebbe tornato finalmente all’università, dunque avrebbe senz’altro comunicato ai ragazzi i risultati del test.

 
***

 
Come ormai ogni mercoledì sera, Jane si preparò in vista del nuovo incontro al club di lettura. Nonostante le sue continue preoccupazioni, infatti, la giovane intendeva almeno concedersi un po’ di ‘relax’ staccando la spina dalla pressante routine quotidiana, o quantomeno provarci senza troppi sforzi. Quanto agli impegni accademici, ella aveva appena terminato la relazione assegnatale dal professor Hunt quando, d’improvviso, poco prima di uscire, si accorse di non aver rispettato il tempo previsto per la consegna della suddetta relazione.

Effettivamente, la mattina stessa, Jane avrebbe dovuto consegnarla al professor Jonas, il quale avrebbe poi provveduto a farla recapitare a Hunt. La studentessa, però, aveva ancora una minima possibilità di salvarsi da un eventuale rimprovero da parte del suo professore. Corse sulla scrivania, prese la relazione e la sistemò accuratamente nella sua borsa, con la speranza di poterla consegnare a Hunt la sera stessa del loro incontro al club.

Non appena vi giunse, però, la ragazza si accorse che il professore non si trovava al solito posto, assorto nei suoi pensieri. Di lì a poco, seppe persino che l’uomo non si sarebbe affatto presentato, quella sera. Sinceramente colpita da quella dichiarazione, Jane cercò comunque di mantenere la calma e riflettere sul da farsi. Doveva assolutamente trovare il modo di consegnargli il suo elaborato, a costo di doversi assentare nuovamente da quell’incontro.

 
***

 
Tornato finalmente a casa, Thomas si buttò sul divano deliziandosi, per un istante, di un perfetto e assoluto silenzio.  Tutto ciò di cui aveva bisogno consisteva in una bella doccia e, come d’abitudine, nella degustazione di una bottiglia di birra. Ancor prima che potesse dedicarsi a queste sue consuetudini, però, qualcuno bussò alla porta. Doveva essere Priya. Solitamente, terminati i suoi viaggi d’affari, la donna si recava sempre a casa sua anche solo per un saluto. E di sicuro, lo aveva fatto anche questa volta.

“Eccomi Priya, sto arrivando!” disse Hunt, incamminandosi verso la porta.

Non appena l’aprì, però, il suo volto si tinse di un’espressione di sorpresa.

“Signorina Jane... Che cosa ci fa qui a quest’ora?”

“Sono desolata, professore...” rispose lei, con sentito imbarazzo. “So che non si aspettava certo una mia visita, ma non sapevo proprio come consegnarle la relazione di laboratorio che ci aveva assegnato due settimane fa... Questa mattina ho dimenticato...”

“Ha dimenticato di consegnarla al professor Jonas...” annuì lui. “Lo so benissimo, signorina. E sono anche a conoscenza del fatto che lei ha marinato le sue lezioni per ben due giorni.” continuò in tono grave.

“Professore, posso spiegar...”

“Entri, la prego. Già che lei è qui, vorrei parlarle del suo rendimento accademico.”

La ragazza entrò in casa sua con aria titubante ma, allo stesso tempo, travolta dalla curiosità. Dando un’occhiata sommaria alla casa del professore, doveva ammettere quanto questa fosse ben assemblata e perfettamente ordinata.

“Prego, si sieda pure.”

Jane fece come il professore gli aveva ordinato. Dopo qualche istante, Thomas estrasse l’elaborato della studentessa dalla sua valigetta.

“Dunque, signorina McMiller... Esattamente una settimana fa ha sostenuto l’ultima verifica. Posso chiederle come pensa che sia andata?” domandò Hunt, scrutandola con attenzione.

Ecco fatto. Come al solito, il professore intendeva di nuovo farle il terzo grado.

“Credo sia andata bene. Perché me lo chiede?” farfugliò la studentessa con poca convinzione, ben sapendo che in realtà non era andata affatto così.

“Signorina, non menta.” disse Hunt, sedendosi anch’egli sul divano.

La ragazza abbassò lo sguardo.

“Mi dispiace.” disse poi, profondamente imbarazzata e non riuscendo a dire altro.

“Sinceramente, mi aspettavo dicesse qualcos’altro.” ribatté Hunt con aria severa.

Jane sospirò.

“D’accordo professore, le prometto che non succederà mai più e che recupererò ben presto...”

“Non intendevo dire questo.” continuò lui. “Che cosa le è successo, Jane? Da un po’ di tempo, non mi sembra più la stessa. E me ne sono accorto ancora prima che me lo riferisse il mio collega.”

“Non ho nulla professore, davvero. E adesso, se non le dispiace, dovrei andarmene.”

La ragazza fece per alzarsi, ma Thomas le bloccò delicatamente il braccio.

“Signorina la prego, non se ne vada.” insisté lui con un tono misto di supplica e risentimento. “Discutiamone civilmente. Ho bisogno di conoscere il suo problema per poterla aiutare.”

“E perché dovrebbe aiutarmi?” ribatté la giovane, mantenendo la calma. “Mi lasci andare... Non ho affatto voglia di discutere nuovamente con lei e lasciare che tutto questo ci conduca nella più totale degenerazione come è spesso accaduto al club di lettura.”

“Perché dovrei aiutarla?” replicò lui, cercando di farla ragionare. “Semplice, perché lei è la mia studentessa. Inoltre, dopo numerose valutazioni positive non posso certo non domandarmi il motivo di questa sua mancanza. Ha per caso trascurato lo studio?”

Jane si sedette di nuovo sul divano, assumendo un’aria profondamente sconsolata.

“Certo che no. È che non sto passando proprio un bel periodo.”

Thomas sembrò interessarsi maggiormente alla questione e, con viva prudenza, si sedette anche lui accanto alla studentessa, pronto ad ascoltare le sue ragioni.

“Per caso riguarda il suo stato di salute?”

“Non proprio... Si tratta di un problema personale riguardante la mia famiglia...”

“Se non ne vuole parlare, la capisco perfettamente.” disse Hunt con fare comprensivo. “Se vuole, può andare.”

In quel momento, Jane sentì accrescersi in lei il desiderio insolito di confidarsi con lui e così, senza troppi preamboli, diede ascolto al proprio istinto.

“Ecco... riguarda mio fratello. È stato operato d’urgenza al fegato.”

“Mi dispiace molto.”

“Ho paura che non sopravviverà e che...” continuò lei, in preda alla disperazione.

“Shh... Non lo dica nemmeno per scherzo. Vedrà che tutto si sistemerà.”

Thomas le fece un sorriso rassicurante ma la ragazza, sebbene fosse alquanto sorpresa da quel suo atteggiamento, stentava nel trattenere le lacrime.

“Non pianga, Jane... Non pensi al peggio. È in queste prove della vita che occorre dimostrare tutto il coraggio di cui si dispone.”

“Non so se ci riesco, professor Hunt.” ammise lei, guardandolo finalmente negli occhi.

“Lei deve. Lei deve riuscirci.”     

Il tono di voce del professor Hunt sembrava così risoluto, così convinto che la ragazza potesse superare quel difficile momento. A Jane parve davvero strano che il docente la incalzasse ad avere fiducia, facendo appello alla sua speranza in quel momento latente. Eppure, era proprio ciò che lui stava dicendo. Nonostante questo, però, la ragazza non riuscì a trattenere le lacrime, che continuavano a scendere inesorabilmente, rigandole il volto.

“Lei deve continuare a essere la ragazza forte e risoluta che ho avuto modo di conoscere in questi mesi.” sussurrò poi, continuando il discorso.

A quelle parole, Jane spalancò gli occhi. Con insolita dolcezza, il professore le sfiorò le guance, scacciandole via le lacrime. La ragazza rimase perfettamente immobile, ipnotizzata da quel suo gesto inaspettato. In quel preciso istante, Thomas notò quanto, nel silenzio, il suo sguardo apparisse incredibilmente intenso e, nel contempo, capace di emanare una forte determinazione attraverso quei bellissimi occhi chiari che lo avevano, fin dal primo momento, letteralmente folgorato. Esatto, il suo cuore non voleva proprio smettere di ripeterglielo.

D’istinto, Thomas le si avvicinò maggiormente, con estrema cautela, guardandola ancora più intensamente. Adesso non vi erano che pochi centimetri di distanza tra i loro volti. Senza distogliere lo sguardo dal suo, Thomas continuò ad avvicinarsi a Jane e, quasi impercettibilmente, le sfiorò le labbra, dandole un dolce bacio. Jane schiuse le labbra e lo ricambiò, abbandonandosi a quell’incredibile circostanza. Quel bacio le stava provocando delle sensazioni indescrivibili che coinvolsero appieno il suo corpo e, forse, la sua anima. Purtroppo, però, quel momento non durò che pochi istanti.

In effetti, non appena Jane si stava abbandonando all’impulso di abbracciarlo e la sua mano gli sfiorò il petto con delicatezza, il professore si allontanò da lei come se si fosse improvvisamente ridestato da un sogno, cercando di nascondere il suo imbarazzo e scusandosi sentitamente per quel gesto che le aveva appena riservato.

“Mi scusi signorina, non intendevo... Mi dispiace davvero, non so cosa mi sia preso.”

Jane rimase senza parole. Si stava davvero scusando per quel gesto? Non sapendo bene cosa fare, la giovane pensò fosse giusto congedarsi da lui. Non avrebbe voluto che lui rinnegasse quanto appena successo. O almeno, non in quel momento. “Non si preoccupi, professor Hunt. È... È tutto a posto.” si limitò dunque a dirgli, alzandosi dal divano e avviandosi verso la porta, ancora incredula per quelle scuse che, di certo, non si aspettava. “Arrivederla.”

Non aspettando nemmeno un suo saluto, la ragazza chiuse delicatamente la porta, alquanto scossa dal comportamento del suo professore, rimasto completamente solo nel soggiorno a meditare su quanto era appena accaduto.
   
 
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