Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
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Autore: PrimbloodyBlack    03/04/2020    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Eloyn fa parte di una famiglia di cacciatori di vampiri. Durante la sua prima battuta di caccia viene separata dal gruppo e catturata. Viene portata nella grande dimora di uno dei 5 Signori Vampiri. Viene resa schiava dalla potente Lux che la renderà una Bloodgiver, il cui compito è quello di donare il suo sangue al suo padrone.
Lux riuscirà mai a sottomettere uno spirito ribelle come quello di Eloyn? Sarà una sfida che lei non vorrà di certo perdere.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Rhea

Ricordo con quanto entusiasmo avevo varcato i cancelli di questa casa e avevo abbracciato la mia adorata sorellina. Ero felice di averla potuta rivedere dopo tutto quel tempo e nonostante vedevo gioia nei suoi occhi, sapevo che c'era qualcosa di strano. Quando le vidi la ferita alla testa per poco non mi innervosii, ma ho mantenuto la mia compostezza soprattutto perché a lei non sembrava importare. Poi quasi nascosta in un angolo c'era una ragazza, capelli castani, occhi color nocciola e pelle chiara. Se ne restava immobile, impaurita e in quel momento capii, era stata lei. Sorrisi con soddisfazione quando vidi la ferita sul suo collo. Come osa toccare mia sorella?! Pensai. Ma poi sentii l'aroma del suo profumo, era così familiare. Dove l'avevo sentito prima? quel pensiero non riuscì ad uscire dalla mia testa, poi quando scoprii chi era questa ragazza andai su tutte le furie. Non potevo credere che Lux l'aveva portata qui dopo tutto quello che era successo. Inizialmente pensai che era ancora spinta da sentimenti d'odio, ma poi capii che non era così. Oltre al fatto che lei stessa mi aveva confessato che non ne sapeva nulla, c'era dell'altro, potevo vedere un sentimento genuino nascere in lei. Con il tempo capii che c'era qualcosa di strano tra quelle due. Si scambiavano sguardi d'odio, si colpivano, si facevano male a vicenda, ma nonostante ciò non riuscivano a staccarsi l'una dall'altra. Ciò che mi confuse di più era la tranquillità con cui l'umana avvolte si approcciava a Lux, chiamandola anche per nome. Anche Lux era strana, andava appositamente lei a cercarla invece di mandare un servitore, il che mi fece pensare ad una certa vicinanza tra le due. Per un secondo avevo addirittura pensato che tale umana facesse bene a mia sorella, infatti non l'avevo mai vista così felice da quando era accaduta la tragedia. Avevo addirittura instaurato una conversazione con lei per curiosità e ancora una volta pensai che fosse un personaggio positivo. Questo finché Lux non perse il controllo un'altra volta. Dentro di me sapevo che non era un bene tenerla qui, perché lei era un doloroso ricordo che aveva logorato l'animo di Lux per anni. La sua presenza le faceva riaffiorare ricordi che aveva tentato di seppellire da tempo. Mi aveva fatto davvero male vederla piangere ed ho odiato con tutto il cuore quella ragazzina, anche se avevo detto, che non c'entrava nulla, che in fin dei conti non era colpa sua. Nonostante le cose ora sono di nuovo a posto, i miei sentimenti non sono cambiati, lei deve andarsene o finiranno per uccidersi a vicenda.

"È davvero strano passare del tempo con te, Amelie." dissi muovendo la mia pedina su un'altra casella bianca, senza mai distogliere gli occhi dal gioco. "Eravamo solite litigare spesso o sbaglio?"

"Siamo troppo diverse per andare d'accordo." disse facendo anche lei una mossa.

"Solo su una cosa non siamo d'accordo e questa cosa non deve frenarti." le dissi quardandola negli occhi.

"Pensa a giocare." disse con un ghigno. "Scacco matto! Non devi distrarti." io risi.

"Distratta o meno, non c'è mai stata una volta che sono riuscita a vincere contro di te." dissi sospirando per mascherare un sorriso.

"Esatto!" esclamò fiera.

"Non mi hai mai reso le cose facili." dissi con un tono più serio, sperando di smuovere qualche reazione.

"E sarà sempre così Rhea." disse perdendo il sorriso. "Pensavo di essere stata chiara." aggiunse evitando il contatto visivo.

"Limpida, come sempre." sospirai alzandomi.

"Aspetta." mi voltai. "Pensi di fare qualcosa riguardante quella faccenda?"

"Si, ma stai tranquilla non farò del male a nessuno." la rassicurai, perché è questo quello che devo fare ogni volta che una vita viene messa nelle mie mani.

"Lo spero." disse piegando le labbra in una smorfia. Un tipico gesto involontario quando qualcosa la turba.

"Fidati di me... Per una volta." le dissi poggiando una mano sulla sua spalla per tranquillizzarla.

"L'ultima volta che mi hai detto così una persona che amavo è morta." disse tornandomi a guardare, adesso con disprezzo.

Ti prego non di nuovo...

"Non meritava nulla di quello che gli davi." esclamai con ardore anche se quello che provavo era solo dolore, male per un perdono che aspettavo armai da secoli. Inconsciamente le strinsi la spalla con la mano e lei si alzò di scatto.

"E lui non meritava di morire!" esclamò, ma i suoi occhi non erano lucidi, ne pieni di sofferenza per un amore perduto. Sapevo che infondo lei sapeva che avevo ragione, perché a parlare al posto suo era la rabbia per un qualcosa che ancora dopo decenni non riesco a capire. 

"Amelie... Quello che io ho fatto, è stato per il tuo bene."

"No, sapevi come Lux avrebbe reagito ed hai comunque deciso di dirglielo." esclamò cominciando a scaldarsi. "Sapevi che lo avrebbe ammazzato!" disse dandomi un spinta con entrambe le braccia ed io barcollai.

"Io e Lux ci siamo prese cura di te! Non lui! Ti ha lasciata da sola!" gridai, avvicinandomi al suo viso, con occhi spalancati che indagavano dentro i suoi.

"Lo so!" fece un respiro, indietreggiando di qualche passo ,"Ma non avevate il diritto di interferire."

"Credevo davvero che questa fosse una storia passata ormai, ma non sembra." dissi voltandomi. "Dì a Lux che vado in città." ma prima che potessi raggiungere la porta, mi bloccò afferrandomi il braccio.

"Dove di preciso?" chiese quasi impetuosa.

"Vado ad affittare qualche Bloodgiver" dissi guardandola con un ghigno. "Devo pur svagarmi per il tempo che starò qui no?" la provocai. 

"Mi disgusti a volte" mormorò.

"Dato che le mie attenzioni qui non sono ben accette, le darò a qualcun'altra." detto questo, aprii la porta ed uscii dalla sua stanza senza voltarmi in dietro.

Provavo rabbia e tristezza. Mi ero sempre chiesta, se le cose fossero andate diversamente cosa sarebbe successo? Sarei riuscita a farti mia? Prima ancora di accorgermene mi ritrovai il viso bagnato dalle lacrime. Perché non capisce?!

Presi in prestito la macchina di Lux e mi diressi in centro. C'era questo mio amico e sua moglie che gestivano questo locale, uno dei più ricchi e sfarzosi. Erano anni che non ci andavo, ma l'odore non era per nulla cambiato. Riuscivo a sentire il profumo della lussuria e della cupidigia semplicemente dall'entrata. La cosa che amavo di questo posto era che potevi fare letteralmente ciò che volevi, bastava pagare, ed io di soldi ne avevo a bizzeffe. Ma non ero andata lì per dare sfogo ai miei impulsi.

"Devo parlare con Constantine o Luise." chiesi ad uno dei collaboratori, mi riconobbe subito dal modo stupito con cui mi guardava. Mi fece cenno con la testa di seguirlo, ma quel posto lo conoscevo bene. Mi stava portando nel suo ufficio.

"Prego." mi fece lasciandomi davanti ad una porta.

Io bussai e subito una voce rauca mi rispose, "Avanti!"

Entrai con il sorriso sulle labbra, l'uomo quando alzò lo sguardo ricambiò il mio sorriso. Si alzò dalla poltrona ed esclamò "Rhea! Dolcezza," venendomi in contro. "Cara!" esclamò abbracciandomi. "Bellissimo fiore!" Mi ero scordata quanto gli piacesse esagerare.

"Ciao Constantine!" dissi dolcemente. Non era cambiato di una virgola. I capelli grigi, la barba mal curata, basso e il solito corpo robusto e poco fisicato.

"Cosa ti porta qui?" mi chiese. "Vieni siediti." disse indicandomi la sedia in pelle davanti alla sua scrivania.

"Sono venuta a trovare mia sorella," dissi sedendomi, "e credo che mi fermerò per un bel po', ma non so per quanto."

"È una bella notizia," disse buttandosi pesantemente sulla sua sedia, "era da molto, troppo tempo che non ti vedevo. Sfortunatamente Luise non c'è oggi."

"Salutala da parte mia allora, magari un giorno possiamo prenderci un caffè tutti e tre insieme." poi aggiunsi con un ghigno, "o un po' di vino rosso come piace a te." 

"Certo!" disse entusiasta. "Ti inviteremo sicuramente a casa nostra," disse con il suo sorriso da bambino. "Comunque, dimmi di che cosa hai bisogno."

"Vorrei affittare qualche Bloodgiver." dissi con nonchalance.

"Perfetto!" disse immediatamente. "Dimmi chi e sarà tua."

"Stavo pensando a Jasmine," dissi valutando, "c'è ancora?"

"Jasmine... Jasmine..." mormorò pensoso. "No." disse scuotendo la testa. "C'è stato un incidente qualche settimana fa e quindi..." disse lasciando la frase in sospeso.

"Oh" sussultai accigliandomi.

"Rhea, hai mai pensato di comprarne una?" disse diventando serio.  "Non sarebbe meglio?"

"Non mi va Cos, e lo sai." sospirai.

"Si lo so." disse annuendo. "Ti affezioni troppo eh?"

"Cos non sono venuta solo per quello però." dissi con tono più serio, cercando di sviare quella conversazione a me molto avversa. Non mi piace parlare dei miei sentimenti, soprattutto se questi si ricollegano a quella donna bionda che tanto mi odia.

"Dimmi pure." disse incrociando le braccia. Era sorprendente come la sua espressione potesse cambiare, da bambino dolce a uomo d'affari.

"Sai che Lux ha avuto qualche problema negli ultimi anni e c'è questa ragazza che sta rendendo le cose nuovamente difficili." lui annuì accondiscendente. 

"Cosa vuoi che faccia?" 

"Voglio che tu trovi un acquirente affidabile, qualcuno di cui ci si possa fidare, che non mini alla sicurezza della ragazza."

"Si." dissi annuendo. "Lo posso fare."

"Bene grazie mille." dissi facendo un respiro di sollievo.

"Ma lei lo sa? Lux intendo." Io scossi la testa. "La prenderà male immagino." disse riflettendo.

"Si, molto. Potrebbe anche ferirmi... Gravemente." dissi preoccupata. "È troppo coinvolta emotivamente. Devo rompere la cosa prima che la situazione peggiori."

"Rhea," mi chiamò, di nuovo in confidenza.  "vorrei ricordarti che lei è il Lord, potrebbe farmi chiudere, mi rovinerebbe."

"Non le dirò mai che tu mi hai aiutata, su quello poi contarci." lo rassicurai.

"Su cosa non posso contare allora?" replicò.

"Cos vuoi aiutarmi si o no? Non ti sto costringendo." dissi sporgendomi in avanti, quasi con tono imperativo.

"Sì fiore, ti aiuterò, stai tranquilla." disse sorridendomi come prima.

"Bene" dissi alzandomi. "Vado a scegliere le ragazze." Ma prima di uscire dalla stanza mi avvicinai e lo abbracciai. "Grazie ancora."

"Di nulla cara." disse dandomi due pacche dietro la schiena. "Adesso vai prendere qualche donna, voglio vedere un vero sorriso sul quel visino." Io risi. 

"Vado, corro!" dissi continuando a scherzare.

Ma aveva ragione, era tempo di cambiare, anche se non sono ancora pronta a lasciarla andare. 
 

 

   
 
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