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Autore: PrimbloodyBlack    26/07/2020    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Eloyn fa parte di una famiglia di cacciatori di vampiri. Durante la sua prima battuta di caccia viene separata dal gruppo e catturata. Viene portata nella grande dimora di uno dei 5 Signori Vampiri. Viene resa schiava dalla potente Lux che la renderà una Bloodgiver, il cui compito è quello di donare il suo sangue al suo padrone.
Lux riuscirà mai a sottomettere uno spirito ribelle come quello di Eloyn? Sarà una sfida che lei non vorrà di certo perdere.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Lux

Ormai era passato qualche giorno da quando Eloyn si era trasferita nella mia stanza. Riuscivo a vedere la noia che le dava ma non ha mai tentato di lamentarsi, forse per paura o semplicemente per non creare inutili discussioni. Ma a differenza di quanto credessi il mio sonno non più era turbato, non ero più abituata ad avere qualcuno nel mio letto, e questo mi dava una strana gioia, ma non era condivisa. Potevo sentire ogni notte la sua irrequietezza. Eloyn non riuscì mai a chiudere occhio, continuava rigirarsi ancora e ancora fino a svegliarmi. Io avvolgevo il mio braccio intorno alla sua vita, per calmarla, per farla stare ferma, ma ogni volta sortivo l'effetto opposto. Sentivo il suo respiro accelerare e il suo sangue ribollire per la paura, ma era ingiustificata, non l'avrei mai toccata, non avrei mai più affondato i miei canini sulla sua pelle, a meno che non me lo avrebbe permesso lei. Glielo avevo promesso, questa volta per davvero. Ogni mattina mi sveglio da sola, lei deve lavorare, ma in cuor mio lo sapevo che non mi sarei mai svegliata con lei al mio fianco, e me ne ero fatta una ragione. Tra l'altro non riuscivo più ad avvicinarmi a lei durante le sue ore lavorative, o stava con gli altri umani oppure c'era Amelie o Rhea con lei. Non mi dava fastidio, solo non capivo perché Rhea fosse così interessata a lei. Forse era solamente curiosa o forse voleva essere sicura di che cosa non lo so. Era semplicemente strano. 

Adesso ero nella mia stanza, con i capelli scombinati e ancora con gli occhi mezzi chiusi.

"È arrivata una lettera dai Manor." disse Rhea irrompendo nella stanza, facendomi sobbalzare.

"Dovevi proprio svegliarmi così?" dissi con voce rauca mettendomi seduta. In realtà ero già sveglia da qualche minuto.

"Che c'è volevi un bacino?" Con un ghigno si gettò sul letto. Io non potei che non sorridere. "Tieni." disse porgendomi la lettera.

"Vediamo un po'." mi spostai i capelli dal viso e poggiai la schiena contro la spalliera mettendomi più comoda. La lettera era sigillata con lo stemma della casata Manor, una villa attraversata da due spade incidenti. Quando la aprii alcuni pezzi di cera rossa caddero sulla coperta, ma io ero troppo ansiosa di conoscerne il contenuto per accorgermene. Gettai la busta al mio fianco, e mentre Rhea cercava di decifrare il contenuto attraverso le mie espressioni facciali, io cominciai a leggere lentamente ogni riga. I miei occhi si soffermarono più volte sulle parole 'catturato' e 'non umano', trasmettendomi uno strano senso di eccitazione.

"Riconosco quel sorriso sadico, qualsiasi cosa sia io non voglio farne parte."

"Su," dissi dandole la lettera. "Leggi."

La prese con noia e nonostante l'indifferenza iniziale, più leggeva e più la vedevo catturata in quello che c'era scritto. Finché non alzò lo sguardo per guardarmi con occhi tra il curioso e il preoccupato.

"Dobbiamo andare a Randall, Adrienne Manor ci sta aspettando." 

Randall, la capitale del territorio dei Manor, una delle più belle città che io abbia mai visto. Ha uno stile gotico da far venire i brividi, fontane mastodontiche e vasti giardini che quasi mi fanno rimpiangere di vivere qui.

"No. Te sta aspettando." 

"Ma come!" esclami, "proprio tu che sei un'amante dell'avventura." 

"Lux ho rinunciato al titolo proprio perché non voglio avere a che fare con la politica." Disse alzandosi. "Pensaci da sola, o meglio, portati dietro Amelie."

Disse il suo nome quasi con disprezzo e quello mi fece capire che avevano un'altra volta discusso. Sono passati decenni ma il rancore che porta Amelie non sembra essersi mai placato. Mi chiedo quando la finirà. Spero solo che un giorno possa aprire gli occhi e capire quanto Rhea ci tenga a lei.

"Rhea aspetta," dissi scendendo del letto. Lei si voltò, con il viso segnato dallo sconforto. "Lei ti vuole bene."

"Ti sbagli." rispose guardando terra.

"No," cercai di convincerla, ma sortii l'effetto opposto. Alzò lo sguardo e mi fissò con rabbia dritta negli occhi.

"Si Lux!" esclamò con ira. Ma subito dopo vidi i suo occhi spalancarsi per lo stupore e face qualche passo indietro, "Scusa."

Non è da lei perdere il controllo così facilmente, di solito sono io la sorella che perde le staffe. Ritornare qui deve averle davvero procurato molto stress.

"Stai bene?" chiesi, pronta ad abbracciarla se ce ne fosse stato il bisogno. 

"Lei non mi ama." disse quasi piangendo, potevo vederlo da come cercava di nascondere il suo viso e da come batteva velocemente le palpebre. Ma quando cercai di stringerla tra le mie braccia mi scansò immediatamente. "No, non ce n'è bisogno."

Sapevo che mi avrebbe respinta, ma valeva almeno provare. Del resto è nel suo carattere, fare sempre la forte e risoluta, senza mai mostrare le proprie debolezze. Quasi la stimavo per questo. E' sempre stata una maestra nel mascherare le sue emozioni e per quanto io ancora ci provi fallisco sempre, davvero non ho controllo. Vederla così adesso, vulnerabile come non mai mi ha rattristata più di quanto mi sarei aspettata. Del resto centro io stessa in questa storia. Sono stata io stessa ad imbrattarmi le mani di sangue, ma nonostante tutto Amelie sembra avercela solo con lei. So che Amelie fa così  perché si sente tradita da una persona che ha sempre amato. Vorrei solo che Rhea riuscisse a vedere le cose dal mio punto di vista, capirebbe molto di più.

"Quando hai intenzione di partire?" chiese cambiando discorso ed io la accontentai.

"Domani mattina," dissi riflettendo. "Sul presto, così riusciremo ad arrivare all'ora di cena."

"Riusciremo?" chiese infastidita, "Ti ho detto che non vengo."

"Non sto parlando di te ma di Eloyn."

"Sai che non puoi portare anche Eloyn vero?" chiese cauta. Ultimamente si stava interessando troppo a lei, era ormai una settimana che la notavo sempre a fissarla ed ora questo.

"Perché?" domandai infastidita.

"Come perché? Sono le regole. E' compito del padrone di casa provvedere ai bisogni dell'ospite e questo include anche il Bloodgiver, te ne sei dimenticata?"

"Sono il lord, faccio quello che voglio."

"Appunto perché sei il lord devi fare da esempio." Mi rimproverò. "Se hai paura che possa succedere qualcosa all'umana, posso assicurarti che non le accadrà nulla finché sarà sotto la mia protezione. I vampiri della casa rispettano te quanto me."

Non aveva tutti i torti. Volevo portare Eloyn solo per egoismo personale e per paura che qualcuno la toccasse in mia assenza. Forse è davvero meglio che vado da sola, da quando è arrivata non penso più in modo razionale e ai miei doveri. Prima non ero così. E' difficile ammetterlo ma la sua presenza mi distrae più del dovuto.

"Va bene, hai ragione." Dissi annuendo. "La vado ad avvertire,"

Quando andai a lavarmi, Rhea lasciò la stanza ed io rimasi sola. Mi feci una doccia veloce con dell'acqua bollente, il freddo era vicino ormai. Mi avvolsi immediatamente un asciugamano cercando di ritrovare quel calore che avevo perso uscendo dalla vasca. Mi sedetti sul letto e poi mi sdraiai pensosa. Ricominciai a pensare a quello che era successo qualche giorno prima, o meglio, quello che era quasi successo. Non potevo crederci che avesse abbassato le sue difese a me, colei che l'aveva ferita dal primo giorno che era arrivata. E la cosa per quanto mi facesse sentire bene, mi sembrava sbagliata. Dovrebbe odiarmi non volermi così. Io volevo il suo corpo, lo volevo veramente, ma non sono riuscita ad andare oltre e forse è stato un bene. Da quel giorno non è più riuscita a guardarmi negli occhi ne a chiamarmi per nome, ne tanto meno si faceva toccare. Trasaliva con un semplice tocco della mia mano. Si sarà sicuramente pentita. E' davvero difficile comprenderla, ma non voglio forzarmi su di lei o ricominceremo da capo.

Quando mi asciugai, mi misi qualcosa di semplice per essere comoda, dato che ogni abbigliamento formale mi sarebbe servito per quando sarei partita. La camera era fredda a mi decisi ad accendere il camino in camera, inutile dire che non ci riuscii. Chiederò dopo a lei o a qualche servo.

Quando scesi le scale mi misi alla sua ricerca. Avevo imparato a memoria i giorni di lavoro e gli orari così da sapere sempre dove trovarla. Erano le undici quindi doveva essere sicuramente in pausa, dovevo solamente scoprire dove. La mia dimora conta due piani più un piano sotterraneo con le segrete, vietato agli umani. Il piano terra ha la sala da pranzo,la cucina, due salotti, due bagni e una sala riunione. Il primo piano è costituito dagli alloggi dei vampiri e il mio personale studio da cui si può entrare sia dal corridoio che dalla mia camera. Gli alloggi degli umani occupano tutto il secondo piano dove ci sono stanze singole o doppie. Distaccata dalla casa c'è questa struttura dalle moderate dimensioni che ho fatto costruire appositamente per gli umani dove possono svagarsi e riunirsi. Dopo l'ultimo episodio con Eloyn ho deciso di ingaggiare due vampiri per sorvegliare la situazione in caso di risse e piccole rivolte. A gli umani non è piaciuta questa decisione, ma non posso permettere che altro sangue venga sparso, ne tanto meno che gli umani si picchino a vicenda per stupide dispute e non adempiere ai loro doveri. Ma dubito che Eloyn si trovi lì, dopo quell'incidente ho notato che ha cercato in tutti i modi di evitare quel posto, a meno che uno dei suoi presunti amici non la convincevano ad entrare e sapevo che quel Dave era ancora in servizio. Ma poi mi venne in mente il luogo perfetto per lei, un luogo dove gli umani non possono andare e dove i vampiri non mettono mai piede, un posto dove regna la calma.

Mi affrettai ad uscire dalla casa e presi il vialetto che conduceva alla fontana. Era circondata da un ampia e alta siepe che permetteva di vederne solo la punta da cui sgorgava l'acqua. Cercai di camminare con passo felino tentando di nascondere la mia presenza, ma in fondo sapevo che era inutile. L'udito allenato di Eloyn sarebbe sicuramente riuscito a sentirmi. Quando aprii il cancelletto nella siepe fece un leggero cigolio ed io strinsi i denti. Non sapevo neanche perché stessi facendo in quel modo. Quella era casa mia, era il mio territorio, eppure non volevo segnalare la mia presenza, come se fossi colpevole di qualcosa. Quando entrai mi guardai intorno cercando il suo viso. E lo trovai. Con mio stupore si era assopita su una delle panchine. Era distesa di fianco con il suo unico braccio sinistro che le faceva da cuscino mentre l'altro pendeva fuori quasi toccando il terreno erboso. Mi avvicinai lentamente domandandomi cosa fare. Potevo vedere che dormiva profondamente e questo mi fece capire quante notti insonni aveva passato a causa della mia presenza.

In quel momento capii subito cosa fare, non ci stetti neanche a pensare troppo. Mi venne naturale optare per due letti singoli. Le avrei permesso di dormire in un altro letto, ma non di ritornare nella sua vecchia stanza, quello assolutamente no.

Rimasi a fissarla per un attimo, con la stupida idea che avrebbe aperto gli occhi sentendosi osservata. Ovviamente dormiva troppo profondamente, di quel passo non sarebbe neanche riuscita a svegliarsi per la fine della pausa. Quindi mi sedetti sulla panchina, vicino ai suoi piedi perché c'era più spazio. E guardai, incapace di capire cosa fare.

Se qualcuno mi avesse detto che mi sai comportata in maniera così strana difronte ad un umana che odia la mia specie... Be' non ci avrei creduto.

Sapevo che quello che provavo non era amore, ma più attrazione e desiderio di possedere. Ma allo stesso tempo era diverso, volevo toccarla, ma non volevo farle del male, volevo morderla, ma l'avrei ferita, non fisicamente ma nell'animo. Erano emozioni che non riuscivo a seguire e contraddizioni che non capivo. Mi fanno sentire strana. Lei mi fa sentire strana...

Mentirei se dicessi non voler affondare i miei canini nel suo collo e gustarmi la sua reazione, il terrore negli occhi, l'irrigidimento dei muscoli e gli scatti involontari del corpo per liberarsi dalla presa. Ma sapevo che dovevo abbandonare quella parte di me o per lo meno chiuderla da qualche parte e sperare che non uscisse mai più. Era davvero difficile controllare quest'impulso.

Ma se non posso morderla quando voglio, deve comunque comprendere che io sono il suo Lord.

Mi alzai dalla panchina e mi misi difronte a lei, "Svegliati!" esclamai, ma non troppo forte, non era mia intenzione spaventarla. La vidi spalancare gli occhi e non appena vide i miei si alzò mettendosi in piedi. "Non puoi stare qui."

"Lo so," disse abbassando lo sguardo colpevole, "Scusami."

"Alza il viso," le dissi, dovevo controllare una cosa. Lei non mi diede ascolto e le presi il mento tra le dita. La costrinsi a guardarmi e ed io cominciai a scrutarla. Aveva gli occhi arrossati, ma non era un rosso dovuto dal pianto, ma dall'insonnia. Le occhiaie che avevo già notato mentre dormiva lo confermavano. "E' per colpa mia?" Le domandai, sempre autorevole. Lei non rispose. "Farò mettere due letti separati, se la cosa può aiutare."

"Davvero?" Mi domandò immediatamente, io annuii. "Perché?" Chiese corrugando la fronte. 

"Mi servi in salute, ovviamente." Risposi seriamente, senza lasciar trapelare alcun briciolo di simpatia nei suoi confronti. "Non aspettarti altro però," mi voltai per riprendere il viale, "torna a lavoro adesso."

Tornai indietro nel mio studio, dimenticando completamente il vero motivo per cui ero andata a cercarla. Glielo dirò più tardi. Pensai, ormai concentrata solo su come sistemare la stanza e mettere via quel letto matrimoniale. L'aveva avuta vinta un'altra volta e senza neanche provarci, ho fatto tutto di mia spontanea volontà. Se fosse stata una normale Bloodgiver, ammetto che non l'avrei mai fatto. Forse... provo davvero un sentimento genuino per lei?
 

Ho finalmente postato un nuovo capitolo dopo molto, troppo tempo, e me ne scuso. Cercherò di postare più frequentemente da adesso. Se avete qualche considerazione lasciate pure un commento, sono sempre disposta a rispondere. Al prossimo (prestissimo si spera)  capitolo!!!
 

 

   
 
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