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Autore: Chiaroscura69    03/04/2020    0 recensioni
Riflessioni cupe, a volte affrante, altre volte apatiche, dettate dal mio malessere
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ovunque mi trovi, in questo straccio di terra che la vita mi ha riservato, a lungo andare corrodo l'aria che respiro.
Ho creduto per tanti anni di essere la ragazza intellettualmente incompresa in famiglia, dove trovavo persone troppo pragmatiche per la mia mentalità sognatrice. Ho creduto per anni che l'ambiente sociale del liceo fosse troppo immaturo per me ed è per questo che me ne sentivo esclusa.

non sei poi così diversa da tutti gli altri

Mi ha gridato infine il cielo, un giorno qualunque.
Ed è stato peggio di ricordare l'inadeguatezza che mi percuoteva in tutte le sue pavide forme. La verità che improvvisamente è venuta a cercarmi, quando non aspettavo nessuno, ha urlato così forte che tutte le mie banali emanazioni si sono seccate. I rami rigogliosi che curavo con tanto orgoglio si sono rivelati per ciò che erano; banali aborti di talenti.
Di colpo ciò che per me era stato una salvezza è diventato il mio tormento. Ho capito che la mia vendetta, così ben articolata e selezionata negli anni, non era rivolta a coloro che mi avevano perseguitato, bensì alla me stessa del passato. Alla me stessa che non è mai cambiata. A colei che avevo finto di aver sotterrato con tutte le mie forze.
Io sono ancora così.
Lo so perché non ho meno paura di prima a ricamare il mio sottile filo di voce e a lanciarlo fra la gente, sostanzialmente ora ne ho cambiato il colore, ma sempre e solo nella mia testa.
Ed è così avvilente sapere che il mondo non saprà mai ciò che ho da dire e non conoscerà mai il modo puro e genuino con il quale avviluppo il senso alle parole. Tutto è sempre filtrato dal mio terrore.
Tuttavia la mia tendenza naturale gode nel strappare i veli sotto i quali si nascondono gli altri, nel bene e nel male. Vivo la mia vita pulendo le bucce di cui gli altri si ricoprono, non mi accontento mai di ciò che sembra. E qualunque cosa io scopra del prossimo non mi sconcerta, non mi delude. Per me il margine di errore è un confine troppo lontano da vedere negli altri e la mia materia grigia si mette in moto per trovare una soluzione per ogni punto di vista. Gioco a perdermi fra i pensieri di tutti e assumo molte maschere.
Per questo non capisco chi ha solo un punto di vista. Vedi solo te stesso perché sei troppo grande o troppo piccolo?

io sono tante cose e non mi vedo da nessuna parte

La cosa che mi sconcerta è il fatto che negli altri è semplice trovare lo scusante, la causale, il motivo di un dato pensiero, di un dato atteggiamento.
suo padre è di mentalità chiusa, mica poteva nascere femminista
sua madre l'ha abituata ad avere paura del diverso, naturale che sia razzista

Ma per me mai nulla, non una parola di conforto, né la spia più remota di un perdono.
Il serpente del senso di colpa mi attanaglia le viscere se uso la parola sbagliata, se i miei pensieri si spingono, in un momento di rabbia, più in là dell'accettabile.

non ti hanno ascoltato perché il tuo parere non era interessante
non sei abbastanza intelligente
io non studio medicina o ingegneria, quelle son facoltà difficili
letteratura, lingua? Tutte cose che chiunque può studiare da solo

hai solo da mostrare ma nulla da donare

Le parole stridono come il suono malato di un violino scordato quando gli occhi mi si riempiono di lacrime e a lettere chiare e scarlatte mi si tinge in volto sempre la stessa fiera.
Inadeguata.
E non nel senso di speciale, ma nel senso di sbagliata.
Nessuno mi ha dato gli strumenti per vivere in questa vita e il senso arrugginito delle cose mi rende lenta e terribilmente stupida.
Mi dispiace, nemmeno io avrei voluto incontrarmi.
   
 
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