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Autore: lisi_beth99    04/04/2020    0 recensioni
Jane Malone decide di seguire il consiglio della madre, amante del sovrannaturale, e va a Mystic Falls. Qui si imbatterà in vari individui "interessanti" tra cui Damon Salvatore. Per uno scherzo del destino i due si ritroveranno legati da un legame di sangue che li avvicinerà.
Sarà in grado Jane di lasciarsi andare alle emozioni? E Damon?
***
Piccola specificazione: i capitoli non sono lunghi, ho preferito farli più brevi così da renderli più leggibili (personalmente faccio fatica a leggere un capitolo lungo interamente, visto anche che leggo nelle pause morte che non sono molto lunghe, ed ogni volta che ricarico la pagina perdo il segno e sono costretta a scorrere la pagina per ritrovare il punto in cui mi ero fermata)
Spero però di compensare la lunghezza con i contenuti.
STORIA AGGIORNATA E IN FASE DI AMPLIAMENTO (10/03/2021)
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente si svegliò con la tachicardia. L’idea di dover soffrire come il mese prima la stava terrorizzando. Ma se quello era il suo destino, forse avrebbe dovuto farci l’abitudine. Per tutto il giorno evitò il più vecchio dei Salvatore, in realtà cercò di evitare tutti ma fu difficile quando Caroline si presentò alla pensione appositamente per parlarle. La placcò in giardino e la costrinse a sedersi su una panchina con lei.

“Bonnie ci ha raccontato quello che ha trovato fra le cose di sua nonna. Tu sei certa di non sapere chi sia il vampiro che hai salvato? Non hai neanche una vaga idea?” era preoccupata, Jane glielo leggeva negli occhi, però non aveva intenzione di cambiare idea “Mi dispiace Caroline.” La vampira si fece più vicina “Potrei essere io? Se è così, dimmelo ti prego! Non voglio rischiare di farti del male…” l’altra le mise una mano sulla spalla “Non sei tu, tranquilla.” Fece un sorriso per tranquillizzarla ma Caroline ebbe un sussulto “Quindi tu sai chi è! Perché non lo vuoi dire?!” Jane si maledisse per l’irresponsabilità ma ormai il danno era fatto. “Non ha senso che lo si sappia. E poi non c’è motivo di allarmare chiunque sia legato a me. Ho preso una decisione perché ero convinta fosse quella giusta e ne pagherò le conseguenze senza essere di peso. In più, lo rifarei… anche se adesso so quali sono le conseguenze.”. L’altra rimase a fissarla per qualche istante, poi si fece largo un sorriso di comprensione e la costrinse in un abbraccio. Per una volta Jane non provò a liberarsi dalla stretta e ricambiò il gesto. Quando la bionda si fu staccata portò lo sguardo al cielo “Se mai avrai bisogno, sappi che puoi contare su di me!”.

-*-

La sera calò troppo rapidamente. Verso l’ora di cena Jane scese in cucina per prepararsi qualcosa da mangiare. Poco più di mezz’ora prima, la combriccola era passata a prendere Stefan per andare alla festa a casa Lockwood e Jane li aveva salutati dalla finestra con un cenno della mano. Damon era quasi sicuramente andato al pub a bere quindi non c’era nessuno in casa. La cosa le dava un senso di sollievo.

Addentò il toast appena uscito dal forno a microonde e si incamminò verso la sua stanza. Già iniziava a sentire dolori nella parte bassa della schiena. Quando arrivò in camera sua si premurò di chiudere la porta a chiave poi si avvicinò alla finestra per capire in quale posizione si trovasse la luna, anche se era quasi impossibile vederla. Una fitta alla pancia la costrinse a piegarsi in due per cercare di ridurre il dolore. Si andò a sdraiare nel letto sperando che tutto quello non sarebbe durato molto.

Guardò nuovamente l’orologio scoprendo essere le undici passate. La pelle era imperlata di sudore, ogni terminazione nervosa tremava e non riusciva quasi a muoversi. Aveva le lacrime agli occhi dal dolore che pervadeva ogni sua cellula e non sembrava darle neanche un attimo di tregua. Le venne la nausea mentre iniziava a sentire le sue viscere diventare incandescenti. Quando provò a mettersi seduta per placare quel senso alla bocca dello stomaco tutto si fece buio per un attimo; l’attimo dopo la stanza e i suoi mobili erano diventati enormi alla sua prospettiva.

Jane si scosse cercando di liberarsi dai vestiti e cominciò a zampettare per la stanza. Ogni parvenza di dolore era scomparsa, ora era attirata dagli odori, dai colori e dalle forme che la distraevano ogni volta che voltava la testa. La consapevolezza di tornare nella propria forma umana le era d’aiuto a godersi quel tempo che passava in veste di gatto. Tutti i sensi erano acutizzati, cosa che le stava piacendo parecchio. Saltò sulla cassettiera per guardare la stanza da una nuova prospettiva. Si sedette ad ammirare come tutto ora sembrasse lontano. Poi fu attirata dal rumore di passi poco fuori dalla porta. Tutti i suoi sensi si focalizzarono in quel punto pronti ad un potenziale segnale di pericolo.

La maniglia si abbassò provocando un rumore che Jane non aveva mai notato prima. Ovviamente la porta non si aprì e dal corridoio arrivò uno sbuffo a metà tra il divertito e lo scocciato “Non dirmi che hai chiuso la porta a chiave!” Damon appoggiò i palmi delle mani sullo stipite. “Gattina ci sei?” fece dopo alcuni secondi di silenzio. Un miagolio irritato lo raggiunse subito dopo “Non usare quel tono! Se non ti fossi barricata dentro, a quest’ora potresti scorrazzare per casa.”. A quelle parole la coda di Jane si ingrossò e si mise a soffiare alla porta per protestare alle parole del vampiro.

Damon si allontanò con un peso in meno sullo stomaco: la reazione della gatta lo aveva rassicurato sulle sue condizioni e si sentì libero di andarsene a dormire.

Jane passò il resto della notte a guardare fuori dalla finestra notando ogni piccolo animale che si aggirava nel giardino della casa. Ad un certo punto le parve di notare un volto guardarla attraverso i rami della magnolia piantata ad una decina di metri dalla sua finestra ma, quando tornò ad osservare quel punto, vide soltanto le foglie muoversi cullate dalla brezza che c’era quella notte.
   
 
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