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Autore: _sweetnightmare_    05/04/2020    1 recensioni
''Il mio corpo mi ha dato da mangiare. E mi ha regalato potere. Tutto questo in cambio della mia libertà di decidere a chi o a cosa concedermi.''
Un viaggio nella storia raccontato da una serie di figure femminili e della loro posizione all'interno della società e da un uomo, perché spesso la verità sta nel mezzo.
Genere: Satirico, Slice of life, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I'm not just that
 


Antica Grecia, VI sec a.C.
 

Sono una principessa.
La regina di una piccola isola tra la Grecia e l’Asia Minore.
Mio marito è partito per una missione che ha coinvolto tutti noi: una guerra.
Ma non una guerra qualunque, no: c’è di mezzo una donna… e la sua bellezza.
Anche io sono bella.
La mia casa è invasa da nobili provenienti da ogni regione limitrofa, il cui scopo è uno solo: avermi.
Non solo le mie ricchezze, il regno che il mio adorato marito mi ha affidato nel periodo della sua assenza, il mio potere.
Loro vogliono me, e mi contendono, mentre io passo le mie giornate chiusa nella mia camera nuziale, circondata da ori e dai miei pensieri, per non sentire i loro sudici commenti su di me.
Mia madre non me l’aveva mica detto, prima di sposarmi, che la maggior parte degli uomini sono degli avvoltoi pronti a contendersi la preda.
Ho vissuto avvolta e protetta dall’amore di mio padre prima, e poi da quello di mio marito, ignorando la vera natura di quelle persone che ora sono qui, nella mia casa e in quella del mio sposo.
In fondo io e quella regina, che ho criticato per aver osato di avermi portato via il mio sovrano, non siamo poi così diverse: siamo merce contesa dagli uomini, che vedono in noi solo un bel corpo su cui immaginare tutto ciò che invece ho concesso solo a mio marito.
Sono…siamo delle belle donne: ce lo sentiamo ripetere ancor prima della nostra nascita e in fondo, nella dote che abbiamo portato con noi in matrimonio, era incluso anche questo.
Siamo regine.
Siamo donne.
Ma non siamo solo carne.
 
 


 
Rinascimento, 1496
 
Ho vissuto con una madre che mi ha insegnato una vita che non ho voluto, ma che ho imparato ad accettare.
Sin dalla più tenera età mi hanno detto di essere bella, intelligente, sveglia…e con una grande capacità d’apprendere velocemente.
Sono passata dai salotti dei più potenti alle piccole e anguste mansarde di artisti che avevano visto in me una modella per i loro affreschi.
Ho accettato di posare: dopotutto ne ho bisogno per vivere e poi c’è una strana voce in me che mi sussurra, ogni volta che mi trovo davanti a una tela, che la mia bellezza non passa inosservata.
O forse non è solo la mia coscienza, o il mio ego, a parlare: forse è il ricordo di ciò che mi ha accompagnata per tutta la mia vita, sin da piccola.
Sta più dritta.
Sorridi e mostra il seno.
Non contraddire mai chi hai di fronte, ma annuisci e sorridi.
No, non così vistosamente. Non devono rimanere colpiti dai tuoi denti, ma dalla scollatura del tuo vestito.
Brava, così.
Il mio corpo mi ha dato da mangiare.
E mi ha regalato potere.
Tutto questo in cambio della mia libertà di decidere a chi o a cosa concedermi.
Tanti rimangono affascinati dagli affreschi che portano la mia immagine, ma tanti altri fanno su di me pensieri sconci quando passeggio tranquilla per il mercato in cerca delle stoffe migliori per un nuovo abito.
Ho dato il mio corpo per opportunismo ed egoismo, è vero.
Ma ho anche dato la mia intelligenza, il mio sguardo sveglio.
La mia conoscenza.
Sono una cortigiana.
Sono una donna.
Ma non sono solo carne.
 


 
Seconda Guerra Mondiale, 1941
 
La guerra ci ha dato alla testa.
Ha stravolto tutta la nostra vita e ha annunciato nuove ideologie, o forse, le ha solo tirate fuori dal tugurio nel quale erano cadute per un po'.
Dobbiamo rispettare l’archetipo che ci viene imposto: belle, alte, bionde.
Come se dipendesse da noi.
Io rispecchio appieno quell’ideale e non c’è giorno che per strada non mi senta giudicata.
Abbiamo la bellezza che ci consente di mettere al mondo degni Figli della Germania Nazista, lodata e apprezzata da tutti.
Abbiamo però anche una testa e dei sentimenti, che ogni giorno vengono feriti quando, anche solo in radio o su un giornale leggiamo in prima pagina l’ennesima propaganda dedicata a noi.
Non importa. Siamo destinate a mettere al mondo dei figli e ad essere pronte a servire e la Patria e un marito.
E io, ogni giorno, mi sento violata da questa bellezza che reputo non mia…e quando mi guardo allo specchio, avrei voglia di strapparmela via, di darla in pasto a bestie feroci.
Ah già, sono già pasto.
Sono una cittadina.
Sono una donna.
Ma non sono solo carne.
 
 


L.A., 1982

Ho diciassette anni.
Agli occhi dell’America -o di qualunque altro Stato- sono ancora una ragazzina.
Sono una ragazza e sono innamorata.
Ho deciso di giocare con il mio corpo per alcuni tratti infantile, di mostrarlo a tutti…ma di darlo a chi voglio.
E’ il mio modo per ringraziare chi, con le sue canzoni, da voce a quella voce che non riesco a far sentire e di cui non so le parole.
Ho sentito dire tante, troppe cose: che siamo delle puttane, delle vendute.
Che non abbiamo rispetto per la nostra femminilità, per il nostro corpo.
Che la colpa è nostra se veniamo prese, scopate e buttate come uno stralcio di carta ormai troppo consumato.
Che non dobbiamo lamentarci se, dopo aver fatto sesso con qualcuno, rimaniamo incinte o se i video hard dei nostri amplessi, registrati per gioco, vengono divulgati… per gioco.
Che quegli scatti, anche quelli fatti da fotografi professionisti per la copertina patinata di Playboy, sono di dominio pubblico e dobbiamo sentirci apprezzate se, per puro gioco, sentiamo dire che dobbiamo essere fiere di noi, perché valiamo una scopata.
Nonostante tutti, nonostante tutto, io ho rispetto per il mio corpo.
Lo mostro a tutti, è vero… e forse l’ho anche dato a troppe persone, se do ascolto alle voci di donne bigotte che pensano che a diciassette anni, sia un essere asessuato che ancora crede che i bambini nascano sotto ad un cavolo.
Sono una groupie.
Sono appena una donna.
Ma non sono solo carne.



2020
 
Sono stanco di tutte le offese rivolte gratuitamente a noi uomini per colpa di maschi che non sono stati capaci, oggi come allora, di tenere a freno rabbia e ormoni.
Stavolta sono io ad essere furioso, con tutti.
Donne e uomini.
Donne, non siamo tutti così. Vi rispettiamo, vi amiamo e lodiamo il vostro corpo, così come la vostra mente.
Anzi, forse la vostra mente un po' di più, visto che abbiamo bisogno di voi per educare e crescere i figli che insieme abbiamo generato, per aiutarci nei conti per arrivare a fine mese con lo stesso stipendio che abbiamo guadagnato.
Abbiamo bisogno di voi per comporre una nuova canzone, per dare un volto al dipinto che poi vi regaliamo, in cui mettiamo non solo la vostra bellezza, ma anche i vostri e i nostri sentimenti.
Non dobbiamo idolatrarvi e voi non dovete sentirvi solo carne se, a volte, vi ricordiamo quanto siete belle.
Lo siete con un vestito nuovo e la piega appena fatta dal vostro parrucchiere di fiducia, così come quando vi alzate dal letto incazzate col mondo perché la sveglia è suonata troppo presto e la giornata non aspetta nessuno.
Uomini, non siamo tutti così. Rispettiamo, amiamo e lodiamo chi, un giorno, avremo al nostro fianco…o chi, al nostro fianco, abbiamo già.
Siamo figli di una donna che ci ha dato il suo corpo da ragazza, ha accettato di sformarlo con qualche cicatrice in più, solo per dare un volto a chi, per nove mesi, non ha visto ma ha solo immaginato.
Siamo figli di una donna che ci ha dato il suo tempo, la sua testa, i suoi sentimenti.
Che ha cercato, in tutti i modi, di plasmare quell’uomo che ha sempre voluto al suo fianco.
Sono un figlio.
Sono un uomo.
Ma non sono solo maschio.


NdA: Partendo dal presupposto che non è mio scopo favorire nessuna delle due parti, mi rendo conto che potrebbe non essere ben accolto da tutti. Evitando così qualsiasi tipo di fraintendimento, pongo le mani avanti dicendo che può essere visto semplicemente da prospettive diverse, in diverse epoche storiche, secondo la mia fantasia e quel che ho letto e studiato nel tempo.
Ah, per chi se lo chiedesse: sono una ragazza che ha dato la voce, in questo testo, anche a un ragazzo.
Pace.
SweetNightmare
   
 
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