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Autore: arowen47    07/08/2009    1 recensioni
Se la vita ti togliesse tutto, se ti togliesse l'unica fonte di sostegno della tua vita, riusciresti a creare un nuovo mondo tutto per te lontano dalla tua vita precedente? Abbandoneresti tutto? Ricominceresti tutto da capo. Spero vi piaccia! Commentate
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I will Be with You Wherever and… However

 

Devo stare calmo, è inutile e controproducente agitarsi! Non ce ne è motivo… non c’è…

Ma dove è finita? Non può esserle successo qualcosa… Non è possibile! Dio sono le 23.00 e lei non ha ancora chiamato. Dio ti prego fa che non le sia successo niente di male!Ti prego. Stavo pregando Dio dopo molti anni, inutile forse, ma non sapevo che altro fare… Non potevo chiamarla… doveva farlo lei… non aveva voluto darmi il numero nuovo per paura che…

23.10! Oddio…

Guardavo continuamente il mio cellulare, ma niente, nessuna chiamata, nessun messaggio. Controllai più volte se c’era campo, se la batteria teneva. Era tutto a posto, ma lei non chiamava. Non chiamava.

Stavo impazzendo, questa attesa era allucinante.

Pensavo ormai al peggio quando finalmente squillò.

“Ciao Fede come…”
“GIULIAAAAAAA! DOVE DIAMINE ERI? MA SAI CHE ORE SONO? SAI CHE COSA STO PASSANDO? CHE COSA HO PASSATO? TI RENDI CONTO? IO…”
“Ei calmati… va tutto bene… sto bene… sono viva e vegeta… tranquillo… ho avuto solo un contrattempo!”
“Un contrattempo?”

“Sì…”
“Tu dovevi chiamarmi appena avessi messo piede nella stazione!!!”
“Ok… scusa…”
“…”
“Fede?!?!”
“Ci sono… ci sono…”

Mi avrebbe fatto impazzire, un contrattempo… e questa che scusa era?

“Ei… almeno puoi parlarmi o sei troppo incazzato?”
“No, non sono incazzato, è solo che mi hai fatto preoccupare tanto…”
“Mi dispiace… è veramente bella la casa…”
“Ti piace? Hai visto il giardino?”

Non potevo fare altro che parlarle… avevo bisogno di tranquillizzarmi e questo era l’unico modo, parlarle di cose che in realtà non erano per niente importanti.
“Il salice piangente è magnifico e la vista… wow… è spettacolare!”
“Sapevo che ti sarebbe piaciuta…”
“Sai adesso sono sdraiata sul tuo letto! Ihih! È bellissimo il soffitto!”
Era sdraiata sul mio letto? Oh mamma mia… non ci pensare… non ci pensare!
“Ah sì?”
“Tutto bene?”
“Sì perché?”
“Perché stai balbettando!”
Oddio! Pirla, pirla, pirla…

“No… scusa… è che…”
Un pensiero mi balenò nella mente come un fulmine al ciel sereno.

Io e lei, la stazione, le mie parole… le aveva sentite? Aveva capito tutto?

Ero nel panico più totale, qui sdraiato sul mio letto riuscivo a sentire il battito del mio cuore accelerare, sentivo le mani sudate. Che cosa le avrei risposto? Avrei dovuto negare o ammettere tutto? E lei cosa ne avrebbe pensato?

Ma prima che delirassi completamente alla ricerca di una risposta che non potevo sapere, la sentii piangere. Piccoli singhiozzi provenivano dall’altra parte del telefono. Mi sentii distrutto. Era così che ci si sentiva? Amare una persona e saperla infelice? Era orribile… era così…

“… Sto bene… so-no… solo… un po’… stanca…”

“Giulia…”
Ora tutta la rabbia che avevo provato prima mentre pensavo al peggio era svanita completamente, volevo solo abbracciarla stretta a me, cullarla fra le mie braccia e dirle quanto l’amavo e che non sarebbe successo nulla di brutto finchè fosse restata con me. Ma ormai qualcosa di brutto, anzi di orribile era accaduto e io ero lontano da lei, e lei era lontana dal mondo, persa nel suo dolore. Quanto avrei voluto rivederla felice, un giorno.

“Ce la posso fare… devo solo… dormire un po’…”
“Appena posso vengo lì… devi stare tranquilla… andrà tutto bene…”

Dio che frase banale e ipocrita!

“Sì… forse… non ora però… mi fa male…”

Sentirla piangere mi procurò un nodo in gola, se potessi solo starti vicina…

“Mi fa male… qui… il petto… è atroce… e tutto intorno a me è così… così… silenzioso… ho paura Fede…”

“Giulia… sono qui con te ora… niente potrà farti del male… non piangere… ti prego…”

“Sono così stanca… ma non riesco nemmeno a chiudere gli occhi… il vestito è ancora quello del funerale.”
La voce le si spezzò a metà della frase e quasi feci fatica a comprendere le ultime parole.

“Cambiati… metti il pigiama io resterò con te finchè non ti addormenterai…”
“Fede…”

“Forza metti il pigiama e mettiti sotto le coperte…”

Mentre aspettavo che si cambiasse accesi lo stereo e feci partire la nostra canzone.

“Sei a letto?”
“Sì…”

“Chiudi gli occhi…”
“Non posso…”
“Shh… va tutto bene… e ora leggerò un po’ per te… qualsiasi cosa tu voglia… qualunque cosa…”
“Il libro… quello che ti ho regalato…”
“Va bene… aspetta che lo prendo… ecco…”

Iniziai così a leggere, pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo fino a che non sentii il suo respiro farsi regolare.

“Buona notte Giulia…”

E così mi addormentai anche io.

 

  
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