PROLOGO:

Urania camminava, sulle limpide e spumeggianti rive dell’Oceano, senza meta. Quasi come se una forza superiore la trascinasse in avanti e la incitasse a proseguire senza il suo volere.

La scena e le urla di qualche ore prima ancora le risuonavano nella mente ed anche se era più che abituata a vedere i suoi genitori discutere animatamente da anni, ormai, ancora faticava ad accettare quella situazione.

Come era possibile che due persone che si erano amate così tanto precedentemente, adesso non facevano che punzecchiarsi a vicenda per la minima cavolata? Era una situazione che non riusciva a capire, o forse – inconsciamente – non voleva capire per accettare la dura realtà che i suoi occhi non volevano vedere: i suoi genitori non si amavano più e presto si sarebbero separati.

La consapevolezza di ciò le procurò un fastidiosissimo nodo alla gola.

Voleva davvero fare qualcosa per salvare la situazione, ma cosa avrebbe mai potuto fare una ragazza di appena diciassette anni?

Niente, era questa la risposta.

Sbuffò pesantemente prima di sferzare un calcio alle onde che si infrangevano sulla riva. E proprio quando stava per caricare il secondo calcio con l’atra gamba, un oggetto di colore scuro attirò la sua attenzione, bloccandola. Senza pensarci due volte, la ragazza dai vivaci capelli rosso fuoco si avvicinò all’oggetto che tanto l’aveva incuriosita e lo tirò fuori dall’acqua. Lo girò e rigirò nelle sue mani, facendo colare il liquido salmastro da quella sorta di scatola che aveva trovato, e, quando le sembrò vicino al poter essere definito “asciutto”, iniziò a levargli la sabbia da dosso.

Le sue unghie nere accarezzarono la superficie senza timore, procurando uno strano rumore all’interno di quella scatola.

Ma cosa…

In un attimo davanti a sé una scritta violacea iniziò a prendere forma, come se fosse incantata, recando parole che la fecero impallidire seduta stante.

“Benvenuta. E grazie di avermi tirato fuori dall’acqua. Ora, se non ti dispiace, mettiti comoda, trova un luogo che ti faccia sentire a tuo agio, apri il gioco e scegli una pedina. La tua nuova avventura inizia adesso”

Urania sbarrò gli occhi e lasciò ricadere nel mare la scatola marrone che aveva appena soccorso. Poi indietreggiò leggermente ed affermò:

“Ma… che stregoneria è mai questa?”

Di certo, all’epoca, non poteva sapere che quella stregoneria le avrebbe fatto vivere l’esperienza più bella della sua vita.

Angolo Autrice:

Salve a tutti! Dopo vari anni che pubblico storie su un solo fandom, ho deciso di “buttarmi” in questa nuova impresa, un po’ perché amo cambiare ed un po’ perché vorrei provare a scrivere altro muovendo personaggi solo miei.

Come avrete notato questa storia prende ispirazione da Jumanji, ma vi assicuro che non si svolgerà proprio come nel film. Pertanto spero che, andando sempre più avanti, possa piacervi.

Spero che questo primo assaggio vi sia piaciuto e, se vi ho intrigato un pochino, sarei felice di sapere cosa ne pensate J

A presto, spero, con il capitolo 1.

Baci,

Vic ^^