Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Ghostclimber    06/04/2020    8 recensioni
L'inevitabile è accaduto.
Lui e lei si sono messi assieme.
Ma questo potrebbe aprire la strada per una tregua tra lui e l'altro.
Pairing: HanaHaru, HanaRu
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciaossu, gente!

Rieccomi (un grazie a chi mi ha ricordato che ieri era domenica, così oggi mi sono alzata dal letto consapevole che fosse lunedì) con un altro capitolo... ormai non manca molto, ci avviciniamo alla svolta... grazie a tutti coloro che si sono presi un minuto per commentare lo scorso capitolo, mi fa sempre un piacere immenso e non vi ringrazierò mai abbastanza! Spero decidiate di aver voglia di battere un colpo anche a questo giro, così so che ci siete e che state bene...

Vi lascio al capitolo!

XOXO

 

 

 

 

 

Il fischio del coach Hibari fu accolto con sollievo da Rukawa. Come ultimo allenamento del ritiro, dopo un accurato riscaldamento erano stati divisi in due squadre, e la partita che avevano giocato era stata a dir poco infuocata. -Tutti qui, ragazzi.- chiamò il coach.

Non appena furono tutti riuniti di fronte alla panchina, muniti di borracce e asciugamani, il coach li squadrò uno ad uno e disse: -Vi faccio i miei complimenti. Vi ho visti migliorare giorno per giorno, e la partita di oggi ha messo in luce le vostre abilità. Molti di voi potranno aspettarsi la convocazione per le amichevoli di quest'inverno. Ora, potremmo fare un ultimo allenamento oggi pomeriggio, ma preferisco lasciarvi liberi di riposarvi: domani tornerete a casa, e per alcuni di voi si prospetta un lungo viaggio. Rimanete in zona, e ricordatevi di rientrare entro le nove. Forza, a lavarsi!- il vociare dei ragazzi quasi coprì un'ultima frase, aggiunta quasi come un ripensamento: -Sakuragi, tu no, vieni qui un attimo.- Rukawa guardò il rosso con aria interrogativa.

-Vai pure. Arrivo in un minuto.- disse Sakuragi, rispondendo alla sua muta domanda. Rukawa lo vide allontanarsi e per un istante non riuscì a staccare gli occhi da lui. Era cresciuto, durante quell'estate. Il suo fisico era più scolpito e più affusolato, con i muscoli guizzanti sotto alla pelle poco abbronzata ma coperta di lentiggini: come aveva raccontato dopo un pomeriggio trascorso a giocare incoscientemente in mare, sotto al sole, Sakuragi non si abbronzava. Gemendo, sdraiato a pancia in giù sul pavimento con addosso solo le mutande, aveva spiegato che gli riusciva solo di ustionarsi e aveva previsto che dopo un cambio di pelle degno di un serpente si sarebbe coperto di lentiggini. Così era successo, e Rukawa aveva scoperto che era molto difficile trattenersi dal baciarle una ad una. Anche i capelli si erano schiariti, e se fossero stati al sole e non chiusi in una palestra Rukawa avrebbe potuto bearsi degli splendidi riflessi rosso veneziano che facevano capolino tra le ciocche più scure. Per quanto certo della propria bellezza, di fianco a lui ormai si sentiva una scartina, banale e scontato, e spesso quando si concedevano una passeggiata le ragazze avevano cominciato a guardare Sakuragi invece che lui.

Si diresse alle docce, augurandosi che il coach non avesse brutte notizie per Sakuragi; le postazioni erano tutte occupate, per cui Rukawa si mise a svuotare diligentemente l'armadietto. Poco dopo fu raggiunto dal rosso, che disse: -Ehi. Niente di grave, anzi, il coach ha detto che è fiero di come mi sono comportato.

-Bene. Credi che ti convocherà, quest'inverno?

-Ovvio, sono il Genio del Basket, dove credete di andare senza di me?

-Insomma...

-Esatto! Da nessuna parte!- Rukawa aggrottò le sopracciglia. Per quanto apprezzasse il fatto che Sakuragi avesse citato “This Is Spinal Tap”, un film che lui aveva insistito per fargli vedere, gli sembrava che il suo tono di voce fosse un po' troppo alto, il timbro più acuto del solito. Cercò di guardarlo negli occhi, ma l'altro rifuggì il suo sguardo tuffandosi nel proprio armadietto.

Finalmente, alcuni ragazzi terminarono di lavarsi, e Sakuragi e Rukawa poterono infilarsi sotto due docce adiacenti. Il tocco dell'acqua calda dopo un allenamento intenso meritava di essere inserito nel patrimonio dell'umanità, ragionò Rukawa mentre si lasciava ammorbidire i muscoli contratti dal getto bollente, e quella doccia finale dopo l'ultimo allenamento con la Nazionale sembrava essere un vero e proprio dono del cielo. Sospirò di piacere. Di fianco a lui, Sakuragi canticchiava qualcosa, e a Rukawa parve proprio di riconoscere un brano dei Del Amitri; represse l'istinto di intavolare una conversazione. Si stava sfregando lo shampoo tra i capelli, quando Sakuragi disse: -Ehi, ti va di andare in spiaggia e mangiare qualcosa al chiosco? Poi prendiamo un po' di sole, ci facciamo una nuotata, tu ti fai una dormita sotto l'ombrellone mentre io gioco a palla con i bambini che passano...

-Va bene. Però ricordati di portare la crema solare.

-Sì, mamma. E lascerò passare due ore dopo aver mangiato prima di entrare in acqua, altrimenti mi si blocca la digestione e muoio.

-Bravo.- Sakuragi rise, una risata breve e un po' troppo debole per essere del tutto sincera, poi si voltò e urlò: -Ehi, Sendoh! Vieni anche tu in spiaggia con noi?

-Credo che andrò a pescare! Casomai passo dopo se non riesco a prendere niente!

-Va bene, allora vedo di spaventare i pesci per farli nuotare nella tua direzione!

-Gentile da parte tua!- Sendoh rise, e Sakuragi tacque. Pareva un po' imbronciato, ma con la prospettiva di passare il pomeriggio insieme Rukawa decise di rimandare le domande per quando sarebbero stati da soli sotto l'ombrellone. Finì di sciacquarsi i capelli e chiuse la doccia, imitato subito dopo da Sakuragi; si rivestirono fianco a fianco, ancora in silenzio, poi Sakuragi chiese: -Senti, devo dire una cosa a Sendoh, puoi prendere tu la roba per la spiaggia?

-Mi devi un favore.- ribatté Rukawa, sfilandogli il borsone dalla spalla. Si avviò, domandandosi con apprensione che cosa esattamente Sakuragi dovesse dire a Sendoh che lui non poteva sentire e si diresse in camera da letto. Mollò il borsone del rosso a terra e lo aprì, con l'intenzione di svuotarlo e buttarci dentro il telo, il costume e il portafogli di Sakuragi; sopra ai vestiti sudati che lui si era tolto da poco c'era una lettera.

Mentre una voce nella testa gli ricordava che la curiosità aveva ucciso il gatto, Rukawa la prese in mano. L'indirizzo del destinatario era quello dello stabilimento sportivo in cui alloggiavano, mentre il mittente era Haruko Akagi. Rukawa la rimise a posto come se scottasse.

Almeno, si disse, aveva scoperto come mai Sakuragi sembrava così strano: che avesse già letto la lettera oppure no, di certo gli aveva creato turbamento. Rovistò nell'armadio di Sakuragi, rimproverandolo dentro di sé per il disordine, prese il necessario per la spiaggia, poi passò alle proprie cose. Svuotò il proprio borsone e vi stipò dentro le cose di entrambi, compreso un flacone enorme di crema solare per pelli chiarissime, recuperò i portafogli di entrambi e scese nella hall.

Sakuragi lo aspettava, giocherellando con la brochure pubblicitaria di un ristorante thailandese, solo. Rukawa attirò la sua attenzione: -Ehi.

-Ehi. E la mia roba?

-Tutto nella mia borsa. Ci stava.- rispose Rukawa. Uno strano scintillio attraversò per un istante gli occhi di Sakuragi, che con il sole si erano schiariti fino a diventare dello stesso colore dell'ambra, ma il rosso si limitò a dire: -All'andata la porti tu, io la porto al ritorno.

-Nh.- concordò Rukawa, e insieme si diressero verso la spiaggia. Camminarono fianco a fianco in un silenzio così denso che persino Rukawa si sentiva a disagio, tanto che chiese: -Cosa dovevi dire a Sendoh di così urgente?

-Oh, eh... io... niente di rilevante, non ti devi preoccupare!- Sakuragi rise, troppo forte stavolta, ma Rukawa lasciò correre di nuovo: aveva un buco allo stomaco e si sentiva la testa leggera, e di certo un litigio prima di pranzo non era esattamente l'ideale per mantenere l'appetito. Decise ancora una volta di rimandare ogni discussione per quando sarebbero stati in spiaggia.

-Mi passi il portafoglio? Così non dobbiamo ravanare dappertutto mentre siamo in coda al chiostro, ci sono certi genitori qui che sono davvero permalosi se il loro bimbo non ha i takoyaki entro dieci secondi fa, e non ho voglia di litigare...

-Takoyaki...- disse Rukawa, alzando gli occhi dal borsone che aveva appena appoggiato a un muretto per cercare i portafogli, e il suo stomaco gorgogliò.

-Orco boia, Kaede! Tu con lo stomaco che borbotta? È il verme solitario?

-Vista la fame che ho, è possibile.- ribatté Rukawa, passandogli il portafoglio, poi si infilò il proprio nella tasca della felpa e riprese a camminare, -Dici che una porzione di takoyaki e un okonomiyaki sono troppo pesanti prima della spiaggia?

-Stai chiedendo alla persona sbagliata,- gli fece notare Sakuragi, -Io punto a fare il bis di tutto quel che hanno, ho anche la tentazione di fare quella sfida sui cinque chili di ramen...

-Ti prego, non voglio passare l'ultima notte a tenerti la fronte mentre vomiti.

-Puoi anche non farlo, so sboccare benissimo da solo!

-Allora mangiali pure.- Rukawa fece spallucce; Sakuragi rimase basito per un attimo, poi sembrò riconnettere i neuroni e urlò: -VOLPEEE!- Rukawa scattò e cominciò a correre, inseguito da un Sakuragi che ruggiva improperi. Giunsero al chiosco correndo e ridendo, e finalmente Sakuragi sembrava sincero nella propria allegria.

-Oh, che fortuna, c'è poca coda!- esultò Sakuragi, non prima di aver rifilato un pizzicotto a Rukawa, che ribatté: -Beh, dopotutto è solo mezzogiorno, è ancora presto. Dai, sbrighiamoci!- poi gli mollò un pugno sul fianco.

 

Finì davvero che ordinarono porzioni da pranzo di Capodanno. Si comprarono un po' di tutto, poi si sedettero ad un tavolino nel dehor ad ascoltare le grida dei gabbiani e il cicaleccio lontano della gente in spiaggia. Poco a poco, le persone cominciarono a raggiungere il chiosco, ma Rukawa e Sakuragi li ignorarono: erano nel loro mondo, fatto di loro due e del cibo che si stavano dividendo, pescando dagli stessi contenitori e sfiorandosi le mani quando non usavano le bacchette. Per qualche istante, Rukawa si baloccò con la fantasia di replicare per-caso-apposta la famosissima scena del piatto di spaghetti di Lilli e il Vagabondo, poi scosse il capo per liberarsi dell'immagine e prese un onigiri. Sakuragi chiese: -A che pensi?

-Che rischiamo di finire come Lilli e il Vagabondo, a mangiare i ramen dallo stesso contenitore.

-Beh, magari la gente si intenerisce e ci lancia qualche monetina. Potremmo farne un business!

-Garantito...- ribatté Rukawa, ficcandosi in bocca l'ultimo boccone di onigiri. Sakuragi prese un takoyaki e spinse verso di lui l'ultimo, poi propose: -Finiamo i ramen e poi andiamo in spiaggia?

-Nh. Va bene.- Sakuragi gli appoggiò una mano sul polso e con aria seria disse: -Correremo insieme questo tremendo rischio. Sono certo che siamo più intelligenti di due cani, almeno un pochino.

-Do'aho.- Sakuragi scoppiò a ridere, poi si appoggiò allo schienale della sedia. Sembrava finalmente rilassato e a suo agio: -Ahhh, Kaede, non so cosa farò senza te intorno ventiquattr'ore al giorno. Posso chiamarti e farmi dare dell'idiota, ogni tanto?

-Non di notte. Se lo fai di notte ti vengo a cercare e ti ammazzo di botte.

-Allora siamo d'accordo.- Sakuragi annuì, mentre Rukawa spazzolava l'ultimo pezzetto di okonomiyaki, poi riprese in mano le bacchette.

-Spiegami,- disse Rukawa, -Hai aspettato apposta che finissi così possiamo mangiare i ramen contemporaneamente?

-Cos'è la vita, senza un po' di pepe?- ribatté Sakuragi, poi aggiunse: -Itadakimasu!- e si lanciò sui ramen, imitato da Rukawa. Caso volle che l'ultimo boccone di entrambi fosse veramente allacciato in una morsa di spaghetti, e Sakuragi rise con la bocca piena.

-Non hai intenfione di farlo per davvero, eh?- chiese Rukawa, ancora con i ramen in bocca.

-Beh, fe proprio non vuoi...- Sakuragi tagliò gli spaghetti con le bacchette; lui era pronto, e prese i propri al volo, mentre quelli di Rukawa gli finirono sul mento, imbrattandolo di salsa teriyaki.

-Baftardo!- disse Rukawa, e Sakuragi ridacchiò.

-Così impari a non volermi baciare!- ribatté Sakuragi. Rukawa arrossì e disse: -Ma... magari non in pubblico! E niente remake dei cartoni animati!

-E va bene, va bene, troverò un'altra scusa. Guastafeste...- Sakuragi prese i contenitori vuoti e li gettò in un cestino per la spazzatura, mentre Rukawa si alzava meditabondo e si domandava se davvero aveva sentito quel che aveva sentito e se davvero ciò significasse ciò che gli sembrava significare. Poi si chiese se i propri pensieri avessero un senso, in primo luogo.

Perso nei suoi ragionamenti, si accorse che erano arrivati in spiaggia solo quando sbatté gli stinchi contro il bordo di metallo di una sdraio: -Ahia!

-Oh, buongiorno! Sdraiatevi, vostra Maestà, è chiaro che avete bisogno del vostro sonno di bellezza!- ironizzò Sakuragi, stendendo il proprio telo su un'altra sdraio.

-Stronzo...- ribatté Rukawa, massaggiandosi lo stinco, -Tu, piuttosto, vedi di ricordarti...

-...la crema solare, sì, me la ricordo. Mamma mia, che rompiscatole...

-Va bene, allora non metterla, poi però quando stanotte piangerai per le scottature non venire a frignare da me!

-Ma perché stanotte deve per forza succedere qualcosa di brutto?- chiese Sakuragi, spalancando le braccia e interrompendo la spalmatura della crema.

-E chi l'ha detto?- chiese Rukawa, stendendo il telo sulla propria sdraio. Strappò la crema di mano a Sakuragi, che rispose: -Tu! Prima secondo te vomito, poi non dormo per un'ustione, manca solo un attacco di cagarella e una diagnosi di colera e poi ho fatto tombola!

-Oh, avanti, lo sai che per me il sonno è sa...

-Perché non potrebbe succedere qualcosa di bello, invece?

-Tipo che ci facciamo una lunga dormita e domani ci svegliamo riposati?

-Tipo... ah, lascia perdere, sei meno romantico di un sasso.- Sakuragi si ravviò i capelli, togliendoseli dalla faccia perché non lasciassero segni, si sdraiò e chiuse gli occhi.

-Che c'entra il romanticismo con il vomito?- chiese Rukawa, sperduto. Proprio non riusciva a concedersi di credere che Sakuragi intendesse proprio quello: un conto era non reagire schifato dopo che lui gli aveva piazzato quel bacio a stampo, un altro era proporre una notte di follie prima di tornare a Kanagawa. Dopotutto, Sakuragi non aveva mostrato interesse per un approfondimento fisico del loro rapporto dopo quell'episodio tragicomico con i pancake, e Rukawa non capiva perché sarebbe dovuto succedere proprio ora e non, per esempio, due giorni prima quando si erano chiusi in camera a guardare Insonnia d'Amore e lamentarsi della prevedibile sdolcinatezza del film. Rukawa si cullò nel ricordo di come Sakuragi aveva preso in giro Meg Ryan, prendendogli le mani e sciorinando cavolate da diabete fissando il vuoto, e fu con la sensazione del suo corpo a poca distanza dal proprio che si addormentò.

 

Si risvegliò urlando chissà quanto tempo dopo, con la strana e terrificante sensazione che qualcosa di molto freddo, molto pesante e molto bagnato gli fosse appena piombato addosso.

Una sghignazzata chiarì ogni dubbio: quel qualcosa era Sakuragi in persona, zuppo di acqua di mare. Rukawa ruggì: -Vaffanculo, Do'aho!

-Daiii, vieni in acqua, facciamo una ga...- Rukawa spinse via Sakuragi e disse, lapidario: -Io non perdono chi interrompe il mio sonno.

-Oh, meeerdaaa!- Sakuragi si finse terrorizzato, e Rukawa lo inseguì fino alla battigia dove, tuttavia, perse tutto il vantaggio: Sakuragi era già bagnato, mentre il gelo dell'acqua respinse Rukawa come un muro. -Ohoho,- disse Sakuragi, saltellando, -Una volpina freddolosa, eh? Ci penso io!

-No! No, deficiente, cosa vuoi fa...- Sakuragi prese in braccio Rukawa e lo lanciò al largo. Ecco, quello in effetti sarebbe stato il momento di confessare una debolezza che aveva tenuto accuratamente nascosta per tutta l'estate, ma quando Rukawa riuscì ad urlare: -Non so nuotare!- era già stato scagliato in aria con una forza spropositata. Si schiantò dolorosamente contro l'acqua fredda e annaspò in cerca d'aria. Il suo corpo, traditore, continuò ad affondare senza tregua, poi un paio di mani si chiusero sotto le sue ascelle e lo cavarono fuori. Rukawa tossì un fiotto d'acqua, lasciandosi sorreggere da Sakuragi, poi realizzò di essere in piedi: -L'acqua è bassa.

-Ehm... sì. Non sono Superman, non è che potevo lanciarti a un chilometro di distanza.- i due rimasero in piedi, faccia a faccia, con le onde che lambivano loro la vita e appena appena le costole, mentre Rukawa cercava di non morire per uno shock termico: dal plesso solare in giù era ghiacciato, mentre la faccia sembrava bollente. La mano di Sakuragi, fresca e bagnata, gli rinfrescò le guance e la fronte, poi la sua voce chiese: -Stai bene?

-Taci. Sto cercando di seppellirmi per la vergogna.- Sakuragi rise. Stavolta una risata dolce, accompagnata dalla carezza delle sue mani fresche sul viso, e Rukawa finalmente aprì gli occhi. Il viso di Sakuragi era, tanto per cambiare, molto vicino.

-Se non fossimo in mezzo alla gente, ti bacerei.- dichiarò Sakuragi, e il cuore di Rukawa perse un battito. Si domandò se non avesse frainteso per le orecchie piene d'acqua, poi decise di buttarsi; dopotutto, Sakuragi già sapeva del suo interesse, non era fuggito da esso, sapeva che Rukawa sapeva che lui sapeva... forse, ciò che mancava era solo un pizzico di coraggio.

-Ce lo teniamo da parte per quando avremo fatto tutti e due la doccia. I bambini fanno la pipì in mare.- disse, anche se quell'infinitesimale percentuale di rifiuti organici era l'ultima cosa che avrebbe potuto fermarlo.

-Beh, non solo i bambini.- sdrammatizzò Sakuragi, e Rukawa si accorse di colpo che l'acqua non sembrava più così fredda. Impallidì, poi arrossì di nuovo, si sottrasse alla gentile presa di Sakuragi e uscì dall'acqua dicendo: -Che schifo! Hanamichi, che! Schifo!- Sakuragi lo seguì ridendo.

-Dai, scemo, l'ho detto apposta perché eravamo in una corrente calda! La pipì l'ho fatta prima!

-In bagno, spero!- ribatté Rukawa, superando a passo di marcia l'ombrellone, diretto alle docce.

-Beh, sì, nel bagno grande...- rispose Sakuragi. Rukawa si buttò sotto ad una doccia.

-In che senso, nel bagno grande?- Sakuragi indicò il mare e Rukawa aggiunse: -E che diamine!

-Ah, sì, allora giurami che non hai mai fatto pipì in mare!

-Non ho mai fatto pipì in mare.- mentì Rukawa. Sakuragi si avvicinò e si mise sotto al getto freddo della doccia insieme a lui: -Visto che siamo in vena di bugia, giurami anche che non vorresti baciarmi adesso che ci siamo sciacquati da tutta quella pipì di bambini, grandi e piccoli.

-Non... merda.- Rukawa aveva tentato di restare al gioco, ma se poteva mentire su una piccolezza come le discutibili abitudini igieniche in spiaggia, di certo non era la stessa cosa dire ad alta voce che non avrebbe voluto baciare Sakuragi. Per di più, con il suo respiro così vicino da asciugargli la pelle sotto al naso per qualche millesimo di secondo ad ogni fiato. Prese il coraggio a quattro mani e lo allontanò, mentre il getto della doccia diminuiva e infine cessava. Con le mani sul suo petto disse: -Non riesco a dire una balla così colossale. Ma devi spiegarmi cos'è cambiato da ieri.

-Non capisco cosa intendi.- negò Sakuragi, voltandosi.

-Ieri eravamo da soli in camera da letto, in mutande, sdraiati vicini ad ascoltare musica insieme. Potevi benissimo mettermi la lingua in bocca, non ti avrei fermato e tu lo sai. Quindi, cos'è cambiato da ieri?

-Vieni con me.- disse Sakuragi. Rukawa lo seguì fino all'ombrellone, lo guardò ritirare i teli, prese al volo la felpa che lui gli lanciò e si incamminò verso l'albergo della Nazionale dietro di lui. La camminata sembrò interminabile, come era sembrata l'anno precedente, quando aveva scoperto che il centro di riabilitazione dove soggiornava Sakuragi era a poca distanza da lì, mentre correva per passarci davanti e vedere se gli riusciva di incrociarlo. Lo seguì fino alla porta della loro stanza e poi all'interno. Sakuragi non aveva più detto una sola parola.

-Ehi, senti, non...

-Prendi qui.- Sakuragi gli mise in mano il quaderno che per tutto il mese aveva gravitato nella stanza, quello che Rukawa non si era mai azzardato ad aprire.

-Cosa...?

-Leggilo. Gli ultimi cinque mesi, soprattutto, da aprile in poi. Io, intanto, farò una doccia.- Rukawa, tremebondo, aprì il quaderno.

 

 

 

 

PS: Insonnia d'Amore ha insistito Hana per guardarlo. Gli era rimasto sul gozzo il fatto di non aver visto il finale.

I Del Amitri sono un gruppo semisconosciuto (ok, li conosciamo io, i loro genitori e JD di Scrubs credo) che però a me piacciono un botto. Su YouTube li trovate, al momento io sono in fissa con Nothing Ever Happens.

This Is Spinal Tap non è il mio film preferito solo perché esiste Il Signore degli Anelli. È la rappresentazione/parodia di come vive una rockband, a detta di Lemmy Kilmister dei Motorhead è molto fedele alla realtà. Guardatelo se Netflix non carica, merita davvero!

/Mitsui dalla regia: -Hai finito con le pubblicità?/

Oh sì, chiedo scusa per la rottura pre e post capitolo, spero abbiate gradito il ripieno del sandwich di commenti-che-non-interessano-a-nessuno! ^^'

XOXO

 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Ghostclimber