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Autore: Amex Gold    07/04/2020    1 recensioni
La diciottenne Olimpia Fiammella corona il suo sogno d'infanzia arruolandosi nella Marina militare, ma il destino a cui aveva immaginato di adempiere potrebbe rivelarsi decisamente diverso rispetto alle aspettative. Durante il suo cammino infatti, verrà sottoposta a molte prove fisiche e morali.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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2. Il campus militare Poseidon.

 
“Mi chiamo Giacomo Marinetti, direttore e comandante di questa struttura. È con onore che inizio il mio discorso parlandovi della scuola militare in cui vi trovate: il campus Poseidon. Qui è dove i soldati più valorosi che lo stato italiano abbia mai posseduto si sono formati e hanno ricevuto la giusta educazione militare, e non solo, è anche dove suderete, piangerete, e ve lo dico chiaramente, soffrirete, per i prossimi sei mesi. 
 
Incontrerete persone che vi cambieranno la vita, non saranno solamente vostri amici, ma veri e propri fratelli e sorelle. All’inizio odierete il campus, vi pentirete della scelta di vita che avete intrapreso, vi sentirete ad un tanto così dall’arrendervi, da mollare tutto e tornare a casa da mamma e papà come mocciosi, e probabilmente lo farete; ma alla fine di tutto ciò sarete molto più di semplici uomini e donne: sarete soldati. 
 
Non uscirete più da questo campus nello stesso modo in cui siete entrati, alla fine della vostra esperienza qui sarete completamente diversi, ed è un processo irreversibile. Non vi sveglierete una mattina con le vostre divise immacolate ed i muscoli pompati e vi crederete soldati.” Dall’aula si elevarono risate. 
“SILENZIO. Ripeto: non vi sveglierete una mattina, rendendovi conto di esservi trasformati in macchine da guerra durante la notte: sarà un percorso lento, che percorrerete strisciando, e porterete a termine con dolore e fatica. Perché è la sofferenza che ci fa crescere, ci fa maturare, che spinge l’uomo aldilà dei suoi limiti naturali. 
 
Io, e gli altri ufficiali responsabili del vostro addestramento, vi renderemo più forti, più disciplinati, più ligi al dovere. Crescerete e diventerete le persone che avete sempre sognato di essere. Ci odierete, desidererete ucciderci e scappare, ma non lo farete. E perché dovreste fare tutto questo? Semplice: per tutti coloro che dobbiamo proteggere! Per i civili, per i poveri, per i malati, i bambini, i più deboli. È questo che noi facciamo: difendiamo coloro che non sanno o non possono difendersi da soli, nello specifico caso della nostra forza armata, noi li difendiamo dalle minacce che arrivano dal mare. Il mare, sì, quello che vedrete quando uscirete fuori da qui, imparerete che esso è sì generoso e gentile con gli uomini, ma sa essere anche spietato e crudele. Noi, marinai e soldati, tuteliamo il mare e la sua gente. Siete pronti ad affrontare questo percorso?”
 
In coro si elevò il grido delle reclute: “Sì, comandante!”
 
“Ancora più forte!”
 
“SÌ, COMANDANTE.” I futuri soldati gridarono con tutto il fiato che possedevano.
 
“Benvenuti al campus militare Poseidon, futuri soldati.”
 

 
Il discorso dell’ufficiale Marinetti aveva caricato di adrenalina le nuove leve. Un soldato simile a quello che li aveva accolti al cancello ordinò alle donne e agli uomini di separarsi e mettersi in fila al banco divise, per il ritiro di quest’ultime. Tutti obbedirono ed in silenzio si disposero come comandato. Ad ognuno vennero consegnate due buste di plastica, con all’interno piegate due differenti divise. 
“Prendete le due buste e non apritele fin quando non sarete arrivati nella vostra camerata.” Ordinò sempre lo stesso soldato. 
Spinta dall’eccitazione e della curiosità, Diana aprì una delle due buste, sbirciandoci all’interno.
 
“Cadetta, cosa non ti è chiaro del mio ultimo ordine? Rimetti a posto quella cazzo di divisa o deterrai il record del primo rapporto in meno di un’ora dall’ingresso al campus!” le urlò in faccia il militare. Silvia capì subito di cosa stesse parlando, ovviamente grazie ai racconti di suo padre. I soldati in addestramento possono ottenere degli elogi, nel caso in cui siano lodati per qualche particolare ragione, o dei rapporti, nel caso disobbediscano alle regole o adottino una cattiva condotta. Se un soldato avesse ottenuto tre rapporti, sarebbe stato automaticamente cacciato dalla scuola. 
 
Diana sfoderò un’espressione da angelo mortificato, e le si riempirono nuovamente gli occhi di lacrime. Il soldato sembrò ancora più irritato da questo atteggiamento, ma la lasciò stare.
 
Ad ogni modo, disponendosi nell’altra fila invece, si accedeva al ritiro delle scarpe. Anche qui veniva ritirata un’enorme busta contenente due grandi anfibi antinfortunistici. 
 
Il soldato che aveva guidato le file fino a quel momento si concentrò sul gruppo maschile, mentre nel gruppo femminile intervenne un’altra soldatessa.
“Mi chiamo Regina Cielo. E sarò il vostro capo e coordinatrice del gruppo femminile. La prima di voi, piccole matricole indisciplinate, che farà commenti sul mio nome o oserà lamentarsi dei miei metodi educativi, sconterà un allenamento durissimo di almeno novanta minuti in cortile. Ora, restate in silenzio, non voglio sentir volare una mosca.”
 
Cavolo, quella Regina doveva essere una tipa tosta. Ad occhio e croce non aveva molto più di trent’anni, i capelli erano raccolti e nascosti sotto il cappello della divisa, e il viso era snello e scavato sulle guance. Gli occhi erano piccoli ma animati da sopracciglia arcuate e minacciose. Dal suo discorso si capiva che non stesse scherzando. 
 
Il campus Poseidon era composto da tre principali strutture: una a destra, ovvero il dormitorio maschile, una centrale, il centro delle attività in comune e dove si sarebbero svolte le lezioni, ed una a sinistra, il dormitorio femminile. La soldatessa guidò Olimpia e le altre ragazze nel dormitorio femminile: le stanze ospitavano massimo dodici soldati ed erano minimaliste, le brande sistemate in letti a castello e all’apparenza vecchie e arrugginite, i materassi erano bassi e piatti. L’ufficiale Cielo elencò i nomi delle ragazze insieme alla lettera della camerata assegnata, e poi ordinò:
 
“Scegliete voi, da sole, il vostro letto, e le prime capre fortunate che litigheranno per la posizione migliore verranno ovviamente messe in punizione. Detto questo, sistemate i vostri bagagli e dopo scendete giù in mensa, per la cena.” Detto questo, la donna si congedò. 
 
“Olimpia, siamo nella stessa camerata! Che gioia!” Esclamò Diana. Già, che gioia, pensò Olimpia. Per quanto all’inizio pensasse che la sua collega Diana rappresentasse un degno inizio di amicizia tra soldatesse, adesso si stava ricredendo. La ragazzina aveva l’aria di una che avrebbe presto mollato, una sorta di anello debole, e suo padre le diceva che doveva allontanare gli anelli deboli, e circondarsi solo di leoni. Allo stesso tempo però, il suo animo da soldato non le permetteva di abbandonare o ignorare quella ragazza.
 
“Già, che coincidenza, eh?” rispose Silvia, con poco entusiasmo. 
Continua…
 
   
 
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