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Autore: JessicaBuriola    07/04/2020    1 recensioni
Draco Lucius Malfoy ha riabilitato il nome della propria famiglia ed ora è uno dei funzionari più rispettati del Ministero della Magia e proprio per questo gli è stata affidata una missione che sicuramente gli farà ottenere il posto come capo dell’Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Ventisette anni, brillante ed ambizioso, in procinto di sposarsi, tiene ben salde le redini della propria vita.
Sofia De Benedetti ha un doloroso passato alle spalle, che preferisce di gran lunga tenere chiuso in un cassetto. Pochissimi amici, un fidanzato assente e lontano. Ventidue anni, studentessa universitaria in procinto di laurearsi, un vortice di confusione e apparente spavalderia, travolgente, insolita.
Due mondi agli antipodi che finiscono inevitabilmente per scontrarsi in una delle città più affascinanti e controverse del mondo: Venezia.
A volte, nonostante tutti i nostri piani definiti nei minimi dettagli, il destino ha in mente altri progetti per noi.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Draco Malfoy, Narcissa Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Venerdì 20 dicembre, ore 14:00

Sofia si crogiolava sotto l’acqua calda della doccia, lasciandola scorrere affinché le sciogliesse tutti i muscoli, uno alla volta.
Era passato quasi un mese da quella rivelazione che aveva completamente stravolto la sua vita, mese che aveva trascorso ad assillare Draco di domande sul mondo magico, a leggere dai suoi pesanti tomi qualsiasi informazione possibile le potesse dare un quadro sempre più preciso su quanto si era persa fino ad allora.

Draco che sapeva calmare ogni suo timore, che l’aveva fatta ragionare, che dopo infiniti sfoghi ed infinite lacrime l’aveva portata ad accettare quella che era la sua storia, facendo sì che si riappacificasse con zia Maria e con il professor Serranti: aveva compreso, aveva perdonato. Ora dovevano solo capire come muoversi, cosa fare, come sbloccare quella situazione così complicata senza che nessuno si facesse male, affinché la verità venisse a galla, ma anche qui, si era affidata a Draco: l’uomo, su consiglio di Silente, le stava preparando una pozione che l’aiutava a contenere le sue manifestazioni come obscuriale, pozione che non avrebbe potuto continuare a prendere molto a lungo, perché più la assumeva più l’effetto si vanificava. Sempre lui aveva preso tempo con il Ministero, sostenendo che gli incidenti fossero dovuti ad un mitomane e che, giorno dopo giorno, si stava avvicinando a scoprire chi fosse il colpevole.

Draco che, contro ogni sua previsione, le aveva aperto il suo cuore, le aveva raccontato la sua storia, a partire da quello strano tatuaggio sbiadito che portava sull’avambraccio sinistro; quando erano ancora solo una studentessa universitaria e un professor di Oxford, lui l’aveva spacciato per un colpo di testa giovanile, dicendole che per un periodo aveva fatto parte di un club di motociclisti, lei aveva riso e aveva detto che ora capiva perché le era sembrato sempre un po’ un bad boy, ma lui si era rabbuiato e lei non aveva più toccato l’argomento. Ed invece, una sera, mentre cenavano in una piccola osteria affollata le aveva raccontato ogni cosa: la Guerra Magica, la famiglia dalla quale proveniva, le credenze che gli avevano trasmesso, come anche lui avesse ceduto al lato oscuro, per poi ritrovare la luce grazie all’aiuto di chi aveva sempre creduto in lui.
Sofia era rimasta in silenzio, colpita da tutta quella sincerità, sembrava quasi le volesse chiedere scusa, che volesse redimersi ai suoi occhi, ma lei gli aveva preso una mano e l’aveva stretta forte tra le sue: “Draco è il tuo passato, gli errori che hai commesso non si possono cancellare, ma è anche vero che sono quelli che ti hanno reso l’uomo che ho qui davanti oggi, l’uomo che sento di amare”. Era arrossita visibilmente, dopo essersi resa conto di quanto avesse detto. Glielo aveva spiattellato così, senza filtri e senza remore. Eh sì, lo amava, che senso aveva negarlo?
Temeva la reazione a quelle parole, ed invece gli occhi grigi, sempre così attenti a trattenere qualsiasi emozione, sembravano essersi sciolti in uno sguardo caldo ed intenso, e così Draco le aveva baciato la mano con tenerezza e senza alcuna remora le aveva sussurrato: “Ti amo anche io Sofia.”

Sussultò appena quando sentì il contatto con il corpo di lui, le era arrivato piano, alle spalle, entrando nella doccia senza farsi sentire, non escluse che vi ci fosse materializzato. Non disse nulla, ma non appena le labbra di lui le sfiorarono la pelle del collo sorrise, lasciandosi andare senza remore. Era incredibile come il suo corpo reagisse in automatico ad ogni sua più piccola carezza, non era mai stata una ragazza nella quale l’istinto prevalesse sulla ragione, ma quando lui la toccava, le si spegneva il cervello. Lo lasciò fare, le mani di lui ormai navigavano senza segreti sul suo corpo, ben consce di quali fossero i punti più sensibili; la spinse deciso, ma senza farle male, contro la parete, ormai incapace di contenere il desiderio di lei. Gli fece capire di volersi girare, e finalmente se lo trovò davanti: bellissimo e sensuale. Lo baciò famelica, non era l’unico a bruciare di desiderio, e lui ricambiò passionale, prendendola in braccio. Entrò dentro di lei piano, aumentando il ritmo ad ogni suo gemito, voleva ogni centimetro di lei, perché lei ormai possedeva ogni centimetro di lui.

Venerdì 20 dicembre, ore 19:00

“Tra quanto arriveranno i tuoi amici?” Sofia si stava dando da fare con una lasagna che aveva voluto assolutamente cucinare per i loro ospiti, nonostante Draco le avesse ribadito più volte che non era necessario. Però lei aveva insistito, sostenendo che è quello che si fa in Italia per far sentire i propri ospiti ben voluti e accettati, come se fossero a casa, e lui, come sempre con lei, aveva ceduto.

“Due ore considerando il fuso orario, ma prenderanno una passaporta, come ben sai non siamo pratici di mezzi babbani.” E sorrise ricordando il loro primo incontro, sembrava quasi appartenere ad un’altra vita.

“E fortuna che siete maghi!” Rise la ragazza.

“Vado a comprare il vino, oltre ad essere una buona forchetta, diciamo pure che non si tirano indietro quando c’è da bere. A dopo.” E così dicendo le stampò un bacio a tradimento sulla bocca, e poi un altro e un altro ancora, finché non la distolse dalle sue faccende baciandola più seriamente.

“Draco…” protestò lei ridendo. “Il vino… Da comprare… Dai…”

“Agli ordini sergente.” E dopo un ultimissimo bacio, la lasciò libera, avviandosi verso le scale del condominio.

Era incredibile anche per lui questa necessità continua di lei, che si trattasse anche solo di sentirla ridere, leggere, cantare sotto la doccia, prenderla in giro, chiacchierare, litigare, farle una carezza, darle un bacio o di fare l’amore. Draco Malfoy che faceva l’amore e che aveva una necessità non solo fisica di una ragazza, era una cosa che lo lasciava letteralmente spiazzato; semplicemente si era riscoperto diverso con Sofia, lei, proprio lei, aveva risvegliato quella spontaneità di sentimenti che per una vita intera gli avevano insegnato a seppellire.

Era bastato stare lontano dal mondo al quale era sempre appartenuto, dove l’algido e temibile Draco Malfoy non era stato altro che un ragazzino viziato, egocentrico ed a tratti crudele; un giovane ambizioso, intelligente, privo di limiti; un uomo freddo, calcolatore, deciso. I sentimenti non erano mai rientrati nei suoi piani, un amore così travolgente per una donna, ancor meno. Per questo temeva l’arrivo di Blaise e di Theodore, perché per l’ennesima volta gli ricordavano la vita che aveva preteso di lasciare in Inghilterra, come se non esistesse più quel Draco Malfoy, ma solo quello che si era riscoperto essere con Sofia.

Sofia, che ancora non sapeva nulla di Astoria. Si maledì ancora una volta per non averglielo detto, ci aveva provato mille volte, ma aveva paura di leggere lo stesso tradimento che aveva visto nei suoi occhi quando aveva scoperto che le due persone alle quali era più affezionata le avevano mentito; per assurdo era stato più semplice dirle che era un mangiamorte: quella sera voleva parlarle anche di quella donna che il vecchio Malfoy voleva sposare solo per convenienza, quella donna che non era lei e che non amava, ma poi Sofia gli aveva confessato di amarlo e lui non aveva capito più niente. Come avrebbe potuto comprendere un ragionamento così gretto, sposarsi per convenienza, quella giovane e dolce donna che si era affidata a lui senza remore? Così i giorni erano passati senza che se ne rendesse conto e ora si trovava in questa disastrosa situazione: è vero, all’inizio per lui era solo un gioco, ma poi si era ritrovato risucchiato dal quel vortice incontenibile che era Sofia, in tutti i sensi.

Sofia che era davvero quanto di più lontano lui avesse immaginato per sé: praticamente babbana, talmente disordinata che discutevano ogni giorno per tutte le cose che si dimenticava in giro per la casa, orgogliosa, sfacciata, schietta, si divertiva a rimbeccarlo, a prenderlo in giro e lui, permaloso com’era, ci cascava ogni volta. E poi era confusionaria, chiacchierona, testarda, lo faceva impazzire ed arrabbiare mille volte al giorno, ma altre mille lo faceva innamorare: per quanto era determinata, curiosa, intelligente, fuori dagli schemi, spontanea; per come riuscisse sempre a spuntarla in ogni loro discussione, facendolo capitolare, con quei suoi sorrisi caldi, i modi dolci e per quel modo genuino che aveva di amarlo, senza freni, senza vergogna. Gli era entrata dentro, come mai nessuno prima e per nessuno motivo al mondo l’avrebbe persa.

Avrebbe sistemato le cose con Astoria e poi avrebbe confessato tutto a Sofia: certo, lei si sarebbe infuriata, ma lui si sarebbe fatto perdonare, l’amava e lei amava lui, non c’era altra certezza che lo pervadesse in modo così deciso.
Questo non poteva non bastare.
   
 
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