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Autore: Ink_    07/04/2020    1 recensioni
[Raccolta di drabble in due atti]
II ~ Tornerà, lo sa, glielo ha promesso. Ne ha la prova, impressa a forza sul suo braccio, viva.
IV ~ Nella solitudine della sua cella, Bellatrix ricorda.
IX ~ Ah, sì, l’inizio della fine, ma lei è una fenice.
X ~ Crucio.
{Bellatrix!centric | slight Bellatrix/Rodolphus | Bellatrix/Voldemort}
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Gotta keep my fingernails clean
 - Parte II -
 
 
 
 
VII.
Rodolphus.
Ecco a chi apparteneva la voce cha la chiamava fino allo sfinimento.
Chi era?
Suo marito, glielo dice il segno biancastro intorno al suo anulare, illuminato da quella luna che raramente riesce a penetrare le mura di Azkaban.
Cosa sente?
Nulla.
Non sente nulla per quell’uomo, perché non valeva nulla per lei. Era legata a lui da un vincolo, da un anello, da un obbligo nei confronti del suo sangue, da un patto stretto alle sue spalle, quanto può valere tutto questo?
Nulla in confronto a ciò che la lega lui.
 
 
VIII.
Voldemort.
Pronuncia il suo nome sottovoce. Sola nel silenzio della sua cella, sente le note di quel nome rimanere sospese nell’aria immobile e rarefatta della stanza.
Sente la dolcezze di quelle sillabe risalire delicatamente la sua gola, libandone la sete, ma accendendone un’altra: la sete, pressante e bruciante di sangue, il bisogno di uccidere, di dimostrare che lei è ancora la migliore, quella perfetta, colei che è ancora degna lui.
Lui ha ancora bisogno di te.
Aggrappati a questo pensiero e non lasciarlo andare, lascia che ti venga portato via il respiro dalla bocca, il sangue dalle vene, la ragione dalla mente, ma non permettere che questo pensiero scivoli via dalle tue dita: è tutto ciò che hai.
 
 
IX.
C’è altro da ricordare sulla sua vita passata?
Ah, sì, l’inizio della fine, ma lei è una fenice.
Fenice.
Ordine della Fenice.
I Paciock.
Una risata selvaggia le esplode in gola, mentre tutto si tinge di rosso e lei sprofonda in quel ricordo che è solo suo, suo e di quei due poveri folli.
Non chiedeva molto in fondo, solo poche piccole informazioni, lo stretto necessario per stanare Silente e la sua combriccola e ottenere la più completa attenzione del suo Signore, ma loro non hanno voluto condividere con lei i loro pensieri, cattivi.
I cattivi devono essere puniti.
 
 
X.
Crucio.
Lo ripete ancora, per l’ennesima volta forse e i loro corpi si contorcono come vermi quali sono.
Le loro grida le riempiono le orecchie, quelle di un neonato le fanno da eco.
Non vogliono parlare, vogliono solo gridare e allora gridate traditori del vostro sangue.
La donna si dimena, sbattendo violentemente contro la credenza, pezzi di ceramica cadono al suolo, i cocci tagliano la sua pelle, gocce rosse s’infrangono sul pavimento.
Le sue unghie lacerano il braccio del marito in preda all’agonia.
La pelle si macchia di rosso, rosso sangue.
Crucio.
 
 
XI.
La sua mano raccoglie un frammento di vetro, lo stringe forte e sente il leggero lacerarsi della carne, un piccolo rivolo di sangue cola lungo il suo braccio, espandendosi sulla sua mano candida, sottolineandone i segni che compongono il disegno di un destino glorioso.
Il suo sangue è rosso, è puro.
Anche il loro sangue è rosso, ma è impuro.
Come può dirlo?
Come può distinguere due gocce così simili eppure così differenti?
Lo sente, loro hanno fatto una scelta sbagliata, devono essere puniti, i loro peccati hanno macchiato il loro sangue e lei gli sta offrendo la redenzione.
E intanto il sangue sgorga.
 
 
XII.  
Riapre gli occhi e si scontra con il nero della cella, le urla le riecheggiano ancora nelle orecchie, ma non sono  grida di dolore, sono urla di giubilo e allora lo sente.
Il fuoco ha ripreso a bruciare e arde più feroce che mai.
Il suo sguardo viene catturato dal movimento sinuoso del serpente sulla sua pelle: lui è tornato, è tornato per lei.
Si avvicina cauta al grosso buco che si è creato nelle mura, teme possa essere un sogno, forse è morta, ma non può saperlo senza la voce a guidarla.
Ma non è un sogno, è vero il vento che selvaggio scuote i suoi capelli lerci, è vero il sapore del mare che le infiamma la gola ed è vero il bagliore verde nel cielo.
Sei libera Bellatrix.
 

 
 
 
***
Più guardo i film e più sono soddisfatta di quello che ho scritto in questa storia, perché Bellatrix è fuori come un balcone.
Ringrazio di cuore chi ha letto e seguito questa piccola raccolta, spero che questa seconda parte possa piacervi tanto quanto la prima.
Un abbraccio.

Vostra,

Ink_



 
   
 
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