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Autore: Gatto1967    08/04/2020    3 recensioni
Dopo che è stata adottata dagli Andrew/Ardley che dir si voglia, Candy e i suoi cugini adottivi vengono mandati a studiare in Inghilterra al prestigioso istituto Royal Saint Paul School. La sera di capodanno sul ponte della nave Candy vede un misterioso giovane che guarda il mare nebbioso e piange…
Se, vabbè! Ma questa storia la conosciamo già!
Il giovane è un nobile inglese che Candy ritroverà nel suo istituto e…
Sì lo so, la premessa è quella, ma se non ci fosse qualche differenza rispetto alla storia originale, che fanfiction sarebbe?
E in effetti una differenza c’è, ed è una differenza non da poco che cambierà, anzi stravolgerà le carte in tavola.
Candy sarà chiamata a fare una scelta, quale scelta? E cosa sceglierà?
Quante domande lettrici e lettori! Forse è meglio se leggete questa storia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le vacanze erano finite, e gli studenti della Royal Saint Paul School erano rientrati a Londra. A Candy la città non sembrava più bella come qualche mese prima, ma grigia e cupa, così come lei stessa si sentiva cupa.

Non era più la Candy solare e spensierata di un tempo, odiava Londra, odiava la Royal Saint Paul School e le sue stupide regole, odiava sia Terence che Anthony che a turno si erano dimostrati campioni di egoismo e insensibilità, e soprattutto odiava se stessa per come si sentiva in quel momento.

Si sentiva un mostro di ingratitudine nei confronti di Anthony e dello zio William, nonostante tutto quello che avevano fatto per lei ce l’aveva a morte con entrambi.

Si sentiva stupida e superficiale per come si era lasciata andare con Terence, anche se in fondo non aveva fatto niente di male.

 

Sdraiata sul suo letto Candy aveva appena finito di leggere una lettera di Albert.

-Bene! Così anche Albert se n’è andato! In Africa addirittura! E io sono rimasta sola in questo schifo di città!- disse fra sé e sé mentre appallottolava la lettera prima di buttarla nel cestino fra il letto e la scrivania.

Qualcuno bussò alla porta.

-Avanti!-

Annie e Patty entrarono nella stanza.

-Candy come stai?-

-Uno schifo!-

-Hai saputo la novità? Terence ha lasciato il collegio.- le disse Patty

-Bene, che andasse al diavolo! E Anthony con lui.-

-Andiamo Candy.- le disse Annie -Non credi che dovresti dare una possibilità ad Anthony? È vero, si è comportato male e non era neanche la prima volta, ma in fondo…-

-In fondo cosa Annie? Mi ha picchiata, mi ha fatto cadere nel fango e si è completamente disinteressato a me! Come dovrei sentirmi? Tu come ti sentiresti se Archie ti picchiasse?-

-Lui… non lo farebbe mai…-

-Invece Anthony lo ha fatto. È come se… dal giorno dell’incidente non fosse più lui…-

-E… se fosse proprio così?-

La considerazione di Patty lasciò le sue amiche a bocca aperta.

 

Nella stanza che condivideva con i suoi cugini, Anthony guardava inutilmente il soffitto. Non riusciva a capacitarsi di aver perso Candy, la sua Candy. Sembravano destinati a diventare qualcosa di molto unito loro due, anche se indubbiamente era presto per metterla in certi termini, e invece l’aveva persa.

Tutto per colpa di quel damerino inglese… No, non era colpa di Terence, era colpa sua.

Cosa accidenti gli era preso? Dal giorno dell’incidente…

 

Si sentì annebbiare il cervello… non era più dentro la sua stanza… si sentiva come dondolare… davanti a lui c’era della vegetazione… e… chi c’era accanto a lui?
Candy!
Ecco chi c’era, Candy in tenuta da cavallerizza!

Erano a Lakewood durante la caccia alla volpe data in onore di Candy!

-Tu dici che questo principe mi somigliava così tanto Candy?-

-Sì Anthony, ti somigliava in modo impressionante.-

-Mi sono ricordato che quando ero molto piccolo c’era un altro bambino che stava sempre con mia madre.-

-Chi era Anthony?-

-L’ho capito soltanto adesso.-

Poi tutto era cambiato: la volpe uscita all’improvviso, il cavallo imbizzarrito, la tagliola, lui che cadeva da cavallo, il coma, il risveglio….

 

Stear e Archie dal locale accanto sentirono Anthony che si agitava e si lamentava e accorsero.

Lo trovarono a terra che si teneva la testa fra le mani e gridava.

Accorsero anche le suore e Anthony perse i sensi.

Quando si risvegliò si sentiva diverso.

-Come si sente signor Brown?- gli chiese Suor Chris

-Ricordo… ora ricordo tutto.-

 

Qualche giorno dopo Anthony e Candy furono convocati da Suor Gray. La sua espressione non prometteva nulla di buono.

-Signor Brown, signorina Andrew! La vostra famiglia è stata informata sulla disdicevole condotta che avete tenuto in questo rispettabile istituto fin da quando ci avete messo piede.-

Candy si sentiva come l’imputata di un processo che aspettava la sentenza.

-Questa estate in Scozia poi, avete superato ogni limite di decenza.-

-Aspetti un momento Suor Gray…-

-Non è autorizzata a parlare signorina!-

-Candy… non replicare…- le bisbigliò Anthony.

-Lei signor Brown ha fatto a pugni con il signor Grandchester dopo essere entrato in casa sua senza permesso, e lei signorina Andrew è stata sorpresa più volte in atteggiamenti sconvenienti proprio con il signor Grandchester!-

-Ma non è vero!-

-SILENZIO!!!- urlò Suor Gray battendo entrambi i pugni sul tavolo.

-Inoltre lei signorina, più volte si è allontanata dalla residenza del nostro collegio fuori dall’orario consentito e senza autorizzazione!-

A questa accusa Candy non poteva davvero replicare.

-Avevo deciso di perdonare le vostre intemperanze dei mesi precedenti, eravate nuovi di qui e dovevate adattarvi, ma adesso non posso più consentirvi di rimanere in questa scuola, per cui siete espulsi con effetto immediato dal nostro istituto e verrete immediatamente condotti alle celle in cima alla torre dove resterete finché qualcuno della vostra famiglia non verrà a prendervi!-

Anthony rimase impassibile e Candy cominciò a piangere.

-Suor Gray, posso chiederle di parlare da solo con mia cugina?-

L’arcigna suora sembrava titubante.

-Avanti Suor Gray! In fondo io e Candy siamo parenti!-

-Va bene. Sarete condotti subito alle celle dove avrete qualche minuto per parlare da soli prima di essere chiusi in celle separate!-

 

Una Suor Margaret sinceramente addolorata condusse i due ragazzi in cima alla torre.

-Ecco signori, adesso entrate pure in questa cella dove potrete parlare per qualche minuto, poi lei, signor Brown, dovrà entrare in quest’altra cella, siamo intesi?-

-Sì sorella, la ringrazio.-

Rimasti soli nella cella Candy e Anthony si abbracciarono.

-Ma che diavolo è successo?- chiese Candy in lacrime -Chi ha detto certe cose a Suor Gray? Chi poteva saperle?-

-Credo di sapere chi è stato. Ricordi quel giorno da Grandchester quando io e lui ci siamo scazzottati?-

Lei fece cenno di sì.

-Tu te ne andasti e quando noi ci stufammo di picchiarci anch’io me ne andai e con la coda dell’occhio intravidi Iriza dietro il tronco di un albero.-

-E che diavolo ci faceva Iriza lì?-

-Vedi Candy, tu eri scomparsa e io pensai di cercarti a casa di Grandchester. Molto probabilmente lei mi seguì, credo che avesse un debole per quel damerino, e quando ci vide impegnati in quella scena indegna molto probabilmente ebbe l’idea di fare una spiata a Suor Gray.-

-Anthony io… mi dispiace…-

-Candy sono io che devo scusarmi con te per quello che ti ho combinato, tu sei una vittima in questa storia!

Comunque volevo dirti di stare serena, sono sicuro che lo zio William ti comprenderà, vedrai, ci metterò io una buona parola!- concluse lui strizzando l’occhio a Candy, e in quella strizzata d’occhio lei rivide l’Anthony di un tempo.

-Signor Brown, prego si accomodi nella sua cella.-

-Eccomi sorella. Sta tranquilla Candy, andrà tutto bene.-

Accompagnato Anthony nella sua cella, Suor Margaret tornò da Candy.

Era visibilmente commossa, quella vivace ragazzina l’aveva fatta disperare, ma in lei aveva sempre visto una purezza d’animo che spesso mancava nelle altre ragazze.

-Signorina Candy… non si perda mai d’animo… conservi sempre la sua bontà…-

Candy abbracciò la giovane suora, l’unica fra quelle conosciute nel collegio a ricordale in qualche modo la cara Suor Maria.

-Sorella… non la dimenticherò mai…-

 
   
 
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