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Autore: Iva27    07/08/2009    1 recensioni
Nient'altro che frammenti.
Se sei a pezzi cosa devi fare?
Come fai a ritornare intero?
Hai bisogno di qualcuno che ti rimetta insieme, ma se non hai nessuno?
Ma se sei a pezzi, si ha paura. Chi ti dice che la persona davanti a te non ti distrugga ancora di più i pezzi, invece di ricomporti?
Come si fa ad aprirsi agli altri se ti potrebbero distruggere di più?
Fino a quando non incontrai quel qualcuno che mi aiutò.
Quel qualcuno che mi fece cambiare e che mi salvò.
Chi era?
Un vero amico!
Questa storia parla di una grande amicizia, saltando di qualche anno per vedere cosa succede durante gli anni dei famosi malandrini! e anche di un grandissimo amore! il più bello in assoluto!!! Spero decidiate di leggerla, e grazie a chi lo farà! baci!
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I miei malandrini'
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Capitolo 3: 

Amici? 

 

Sirius 

La punizione fu meno terribile del previsto. Certo, si trattava di dover spolverare tutti i trofei della Sala dei Trofei, sala piena zeppa di trofei (non danno nomi a caso in questa scuola, devo ammetterlo), ma ero con James. Organizzammo ben presto un modo per divertirci. Ci avevo visto giusto fin dall'inizio, sarebbe stato un perfetto compagno di divertimenti.  

Questo pensavo in quel periodo, che James fosse un ottimo compagno di avventure, un grande aiuto per distrarmi e per cercare di fortificare la mia maschera. Ma non ci misi molto a rendermi conto che sarebbe diventato molto di più, per me! 

Quella sera mi arrivò la lettera da casa. Evidentemente i miei genitori non volevano dare spettacolo, quindi avevano evitato la strilettera. Ma la lettera che avevo tra le mani, forse, era anche peggiore. Dopo averla letta, un magone mi invase lo stomaco. Avevo tentato in tutti i modi a essere abbastanza forte per non provare certe cose. Mi sarei dovuto abituare dopo undici anni di continui rimproveri e dimostrazioni del genere. Eppure non riuscivo ancora a esserne del tutto indifferente. 

Mi guardai intorno, tentando di distrarmi. Incrociai lo sguardo di James e forse vi lesse qualcosa che non sospettavo neanche di provare, perché lui mi fissò preoccupato, per poi alzare lo sguardo sulla ragazza che aveva di fronte. Lei era nascosta dietro un grande libro, quello di Storia della Magia se non sbagliavo. Eravamo tutti intorno al basso tavolino, seduti sulle poltrone, nella Sala Comune.  

-Ehi tu, ma leggi sempre?- le chiese. Osservai interessato lo scambio, per distrarmi, e vidi lei alzare lo sguardo su James, accigliata. 

-Prima di tutto ho un nome e un cognome. Secondo, non capisco cosa ti interessi di quello che faccio sempre o no. Ti dà fastidio?- domandò lei, trafiggendolo con lo sguardo. Sorrisi, notando il cipiglio battagliero di James. 

-No. Allora, come ti chiami?- Chiese ancora lui, osservandola. 

-Abbiamo avuto un'intera giornata di lezione insieme e non ti ricordi neanche un cognome? Non hai una buona memoria, forse l'hai barattata per un po' di cervello? Mi dispiace, ma ti devono aver truffato perché evidentemente non hai neanche quello- disse lei, in modo piuttosto antipatico. 

Quasi risi. Aveva tirato fuori le unghie. Notai che anche James si stava divertendo, nonostante le avesse appena detto che non possedeva un cervello. 

-Hai proprio una lingua tagliente. E sei anche un po' acida. Non è che c’era dell’acido oggi nel tuo latte?- domandò. 

-Potter è meglio se chiudi il becco, faresti più figura- e si alzò, portandosi via il suo librone. James la guardò andarsene, e quando era ancora a portata di orecchio disse: 

-Non abbiamo ancora finito di parlare, Evans!- 

Io risi, seguito da James. 

-Molto suscettibile come ragazza, non pensi?- mi chiese. 

-Secondo me sono tutte così- commentai. Notai subito lo sguardo di Joy. A lezione James me l'aveva presentata e l'avevo trovata molto simpatica. Ma ora mi avrebbe incenerito probabilmente, se avesse potuto. 

-Avete un'alta opinione del genere femminile, vedo!- e se ne andò anche lei. 

-Io non le capisco proprio, le femmine!- esclamai. 

Sentì sbuffare Remus Lupin, il nostro compagno di dormitorio che fino ad ora non aveva voluto dire una parola. Guardava la sua pergamena, fingendo di non aver nascosto una risata. 

-Una risata non ti farà di certo male!- gli dissi. Lui mi guardò, ma poi ritornò veloce al suo tema. Guardai James in cerca di spiegazioni. Lui rispose con un cenno tra il “non so che dirti” e il “lascia stare”. 

 

*** 

 

Guardai James alzando un sopracciglio. Poi guardai Jonh e Kyle, due nostri compagni del primo anno. 

-Pensate davvero che non ne avrei il coraggio?- domandai. Loro mi guardarono scettici. 

-Sì. Sono sicuro che non riuscirai a baciarla- John sembrava davvero convinto del fatto suo. 

-Che mi dai se ci riesco?- chiesi, non riuscendo a trattenere il ghigno che mi veniva spontaneo. Come spennare un pollo.  

-Tutti i dolci che ho nel baule- propose. Io gli strinsi la mano e mi avviai verso la mia “preda”. Era il primo bacio che davo e fino ad ora non pensavo fosse una cosa molto interessante. Anzi, la trovavo schifosa. Ma una sfida e una sfida! Specialmente se mi venivano proposti dolci in cambio! Molte ragazzine mi guardarono con interesse e arrossirono mentre mi incamminavo tra loro. La Prot mi fissava anche lei rossa in viso. Mi sentivo con i proiettori addosso. Non potevano guardare da un'altra parte? Comunque li ignorai, cosa che ormai mi veniva estremamente facile, e mi rivolsi solo a lei. 

-Ciao Prot. Puoi venire un attimo con me?- chiesi, fingendo più sicurezza di quanto ne sentissi in quel momento, indicandole un punto poco lontano dalla confusione. Mi sorpresi di vederla diventare ancora più rossa. Annuì, si alzò dalla panca dov'era seduta e mi si avvicinò. Avevo più o meno in mente cosa fare, ma farlo davvero era più difficile di quanto pensassi. L’osservai un po’ indeciso, per poi prenderle gentilmente il mento per poter avere le sue labbra alla mia altezza, visto che lei non mi guardava in viso. Mi abbassai un po' perché era più bassa di me, e infine appoggiai le mie labbra sulle sue. Lei chiuse di colpo gli occhi e dischiuse le labbra. Io rimasi fermo un secondo, non sapendo esattamente cosa fare. Ma poi mi lasciai fare all'istinto. Dischiusi anch'io le labbra e le mossi sulle sue, cercando di prenderle tra le mie, baciandogliele. O almeno pensavo si facesse così. Lei ricambiò più titubante. Mi sorprese il fatto che provai un certo piacere in quel bacio. Mi piaceva quel contatto. Mi piaceva quel sapore. Poi lei tentò di stringermi le braccia al collo e mi allontanai immediatamente da lei. La vidi quasi cadere, come se non avesse più un appiglio. Poi mi guardò stupita, stralunata, sperduta. Io le sorrisi, mimando un gesto marziale. 

-È stato un vero piacere- e le voltai le spalle, guardando con sfida James, che si sganasciava dalle risate mentre gli altri mi guardavano increduli. 

Facile come bere un bicchiere d’acqua!  

 

*** 

 

Lily 

Severus e io ci fermammo sotto uno degli alberi più vicini al castello. Eravamo ancora troppo intimiditi da quel posto così grande per affrontare l'immenso parco di Hogwarts. Ed eravamo anche senza parole. Non pensavo davvero che tutto fosse così meraviglioso. 

-Com’è il tuo dormitorio?- chiesi, visto che ancora ci eravamo raccontati ancora così poco.   

-Freddo. Ma mi ci posso abituare. In più è fantastico, abbiamo un’intera parete che da sul fondale del lago e… è incredibile. Il tuo? Si trova su uno delle torri, vero?- mi chiese. Io annuì. 

-Sì, ed è molto accogliente e caloroso. Mi ci trovo davvero bene! E i quadri sono bellissimi. Non li avevo mai visti muoversi. Tutto qui è davvero magico....- esclamai, ancora euforica. Mi trovavo davvero in un castello magico. Ed ero una strega! Sembrava ancora tutto un dannato sogno, ma era tutto vero. 

-Già. Hai fatto amicizia con le tue compagne?- 

-Sì. Specialmente Joy è simpatica. Tu? Prima parlavi con quel ragazzo che sembra gigantesco- notai. 

-Sì. Si chiama Bulciberg. È davvero forte, sa tutto di questa scuola. Solo che ora è un po' scorbutico, ma del resto dopo quello che gli ha fatto quel cretino. L'ho pensato dal primo momento che fosse un grosso problema!- disse arrabbiato. Lo guardai, annuendo. Mi sentivo un po' incolpa, aveva ragione a essere arrabbiato perché era un suo amico. Eppure avevo dovuto fare più di uno sforzo per non ridere, quando gli erano andati a fuoco i capelli e aveva iniziato a gridare come una bambina. 

 

*** 

 

Remus 

 Chiusi gli occhi davanti a un mondo felice e pieno di speranza. Chiusi gli occhi e cercai di pensare solo al peggio, tentando di non farmi prendere dalla felicità di quel momento. Quando salì nel mio dormitorio ero totalmente pronto a non farmi prendere da niente e da nessuno. Poi, aperta la porta, prima che potessi fare qualsiasi cosa, mi arrivò un cuscino in testa. Evidentemente non ero pronto a non farmi prendere da un cuscino… 

-Scusa!- disse James, mentre cercava di evitare un altro cuscino voltante, che lo mancò e andò a sbattere di nuovo contro il mio naso. Toccandomi il punto infortunato, guardai la stanza. 

Era un vero manicomio! E Sirius si trovava sul suo letto armato ancora di cuscini. James, invece, era in piedi di fronte a lui e Peter era in una specie di trincea dietro al suo letto. Vestiti, cuscini, copri letti, erano finiti tutti a terra senza pietà. Mi sarei dovuto arrabbiare, mi sarei dovuto dirigere sul mio letto e dirgli di comportarsi da adulti. Ma ero pur sempre un undicenne. E il cuscino che avevo poco fa sul naso ora era stretto tra le mie mani. E poi lo lanciai a Sirius che schivò il mio cuscino con un sorriso, piacevolmente incredulo. 

-Hai una buona mira- si complimentò Sirius. Anch'io mi ritrovai a sorridere e prima di rendermene conto iniziammo una guerra fino all’ultimo cuscino. 

 

*** 

 

James 

 Sorrisi stremato, guardando i miei amici. Sirius si lanciò sul suo letto a pancia in su, guardando il soffitto. 

Peter, che quasi non riusciva a respirare per la stanchezza, si lanciò a peso morto sul letto e non si mosse più. Sarei corso a controllare che andasse tutto bene, se non avesse iniziato a russare sonoramente palesando il motivo del suo immobilismo. Risi, mentre guardavo anche Remus, che rideva insieme a noi, anche lui stanco, ma finalmente felice. Prima sembrava che si costringesse a non divertirsi. Come se pensasse continuamente a qualcosa di brutto. Ed ero contento di vederlo così preso da questo divertimento, sia pure infantile o stupido (avevamo undici anni cavolo), finalmente dimostrava di avere la sua età come tutti noi. 

-Chissà se gli elfi domestici ci cercheranno per ucciderci, quando troveranno questo macello- disse Sirius, non riuscendo a non mostrare un certo divertimento mentre immaginava questa eventualità. 

-Mia madre lo farebbe di sicuro- dissi io. Vidi Sirius scurirsi un attimo in viso e mi appuntai mentalmente di non parlare molto dei miei genitori. Invece Remus stava guardando il cielo fuori e anche lui divenne triste. Anzi, il suo volto nascondeva qualcosa di più. Ma non capivo bene cosa. Però l'avrei scoperto, mi ripromisi. 

-Allora, direi di imitare Peter e di dormire- Propose Sirius, alzandosi e iniziando a prendere il pigiama. Anch'io mi alzai e dopo essermi infilato il pigiama appoggiai il piede su qualcosa che mi fece male. Mi abbassai per vedere e vidi i resti di quell'aggeggio che ci aveva svegliato quella mattina. Presi uno dei pezzi più grandi e lo mostrai a Remus. 

-Era tuo per caso questo coso?- chiesi. Lui sorrise, osservando cosa restava di quel povero oggetto. 

-Sì. È triste che sia arrivata già la sua ora- rispose. 

-Scusami, l'ho gettato io a terra dopo aver visto l'ora. E dopo che non smetteva di fare quel suono terribile- mi scusai. 

-Non ti preoccupare. Però la mattina vi dovete svegliare prima. Se volete lo faccio io, sempre se non mi lanciate contro il muro per cercare di spegnermi- si propose lui, divertito. 

-Cercheremo di trattenerci- scherzai e andammo tutti a letto. Quella notte sognai di litigare ancora con la Evans e di avere accanto Remus che mi faceva strani gesti, come per dirmi di stare zitto. Ma rideva. Davvero uno strano sogno.... 

 

*** 

 

Remus 

Furono strani quei primi giorni. Più tentavo di ignorare gli altri, più ero attratto dai miei nuovi compagni di stanza. Erano simpatici e mi veniva davvero spontaneo unirmi a loro per chiacchierare o per scherzare e giocare su qualcosa. Passai le prime due settimane con loro, scoprendo tante cose. 

Sirius era divertente, ma sembrava non voler pensare a niente. Odiava non fare niente, cercava sempre qualcosa da fare, come se dovesse scappare assolutamente dalla noia. Anche se alcune volte mi sembrava che scappasse da ben altro. Peter era felice di aver trovato degli amici. Aveva paura di essere trattato male per qualsiasi cosa facesse. Non credeva davvero nelle sue capacità e si sentiva importante ad avere amici come loro. 

James, da parte sua, era molto particolare. Non l'avrei mai detto prima, ma dopo la prima settimana capii che era molto più complesso di quanto poteva apparire. Era divertente, pazzo, casinista come tutti lo possono essere, ma aveva una capacità di osservazione incredibile. Forse perché vedeva le cose nel modo più semplice possibile. Riusciva a capire cosa fare o non fare, come con Sirius, che era evidente avesse dei problemi in famiglia. Appena un filo di tristezza o di sofferenza traspariva dal viso di Sirius, James era lì pronto a coinvolgerlo in qualche impresa pazza. Se Peter veniva preso in giro da qualcuno, James si trasformava subito in un paladino senza macchia né paura che trasformava tutti in rane o gli faceva spuntare una testa in più sul collo. 

E appena mi vedeva vacillare un attimo, era sempre lì con una battuta divertente. Ma io forse ero più complicato. Perché il mio problema era bello grosso. Anzi, veniva sempre di più ad ingrossarsi. Due notti e la luna sarebbe stata piena. E non stavo per niente bene né poco prima né poco dopo la luna piena. 

 

-Remus mangia qualcosa. Guarda che buon dolce- disse James, riempiendomi il piatto con una montagna di cioccolata. Io guardai tutto con una leggera nausea. Il dolore delle trasformazioni era così forte che mi si chiudeva lo stomaco quasi sempre. 

-No, grazie. Non sto’ tanto bene, non ho fame- dissi. 

Lui, con già un quintale di dolce in bocca, mi guardo accigliato dicendo qualcosa che non riuscì a capire. Sirius rise, mentre si ripuliva un angolo della bocca con la mano. 

-Abbiamo bisogno di un traduttore per capirti, James- 

James inghiottì e poi guardò Sirius. 

-Non pensi anche tu che dovrebbe mangiare qualcosa? Non stai bene perché non hai mangiato niente- disse lui in un'ottima imitazione di un genitore premuroso. Però gli mancava la faccia da genitore. Il viso pieno di cioccolata e il suo continuo masticare con la bocca aperta lo rendevano decisamente poco credibile. 

-Non ti preoccupare James. Adesso finisci di fare colazione, che dobbiamo essere a pozioni entro dieci minuti!- Provai a distrarlo! 

-Va bene mamma!- disse scherzando lui. 

Dieci minuti dopo stavamo percorrendo il ponte verso il passaggio che ci avrebbe portato ai sotterranei. 

 

*** 

 

Lily 

 Fu una sorpresa per me pozioni. Avevo sempre sperato di fare intrugli vari, da piccola specialmente adoravo giocare e impiastricciare la cucina. La vera sorpresa non fu che trovavo le lezioni divertenti. Fu che ci riuscivo bene. Il professor Lumacorno mi elogiò fino a farmi diventare dello stesso colore dei miei capelli per la pozione che preparai solo alla mia prima lezione. E non vedevo l'ora di provare a fare altre pozioni. Appena raccontai la mia nuova scoperta a Severus parve condividere la mia passione. Restammo ore sotto l'albero più vicino al castello a parlare di pozioni, di quanto fosse bello sentire il calore del fuoco, vedere la pozione cambiare colore, aggiungere e pesare ingredienti, capire attraverso il fumo e il colore le differenze. Sorrisi mentre mi immaginavo a fare la pozione il giorno dopo. Non vedevo l'ora. E intanto gli parlai delle mie amiche. Avevo fatto molta amicizia con Joy che era sempre vitale e felice di tutto. Taira e Mary erano simpatiche e molto gentili, l'unica ostile era Elen. Avevo scoperto cosa trovava di insopportabile in me e non potevo non parlarne con Severus, proprio colui il quale mi aveva mentito.  

-Quando mi hai detto che il fatto che fossi nata nel mondo Babbano non faceva differenza scherzavi, vero? Oppure mi hai preso in giro?- chiesi, circondando con le braccia le mie gambe e stringendole al petto. Lui esitò e io continuai. 

-Elen Prot dice che sono una mezzosangue che fraternizzo con un nemico, cioè tu, e che porterò lei e i Grifondoro, quindi tutti quelli che mi circondano, nella distruzione e nel disonore. Cosa volesse intendere ancora non l'ho capito però...- dissi con un tono incerto. Anche Severus parve esitare. 

-Certe persone pensano di essere migliori per la loro discendenza. Ma tu ed io siamo la dimostrazione che non è vero!- disse serio. Io sorrisi, annuendo. Avevo fiducia in Severus. Sapevo che non tutti la pensavano come lui, ma il fatto che lui pensasse questo sicuramente mi faceva sentire sicura di qualcosa. Sicura di lui. Perché se lui sarebbe stato sempre al mio fianco e dalla mia parte, non mi interessava cosa pensava il resto del mondo.  

 

*** 

 

Remus 

 Non stavo per niente bene. Chiusi il libro e guardai James e Sirius che giocavano a gobbiglie sul tappeto e Peter che li guardava in attesa che arrivasse il suo turno. Mi alzai barcollando un po', scosso da un forte giramento di testa. Il libro che avevo in mano cadde a terra e tutti e tre alzarono gli occhi su di me. 

-Remus stai male?- chiese Sirius, mentre James prendeva il libro da terra. Io deglutì. Ma perché proprio ora mi doveva venire tutto quel dolore? Non che non fossero sempre brutte le trasformazioni, ma i momenti prima potevano essere anche più leggeri. Invece quel momento era terribile. Forse proprio perché ero più nervoso? Mi appoggiai a Sirius, il più vicino, trattenendo un gemito di dolore. Lui mi circondò il busto con un braccio. 

-Ti portiamo in infermeria amico- mi rassicurò. Rimasi incerto e sorpreso. Amico. Ero davvero loro amico? 

 

Chissà se sarebbero stati pronti a considerarmi un amico anche vedendomi ore dopo, mentre insieme a Madama Chips andavo verso il passaggio sotto il Platano Picchiatore. 

-Vedrai che andrà tutto bene signor Lupin. È al sicuro qui e non accadrà niente di male. Ci vediamo domani mattina, verrò a prenderla io- e dopo avermi lasciato una pacca comprensiva sulla spalla mi lasciò da solo nella Stamberga Strillante, bloccando la botola. La luna stava per sorgere, quasi la sentivo chiamarmi. Guardai verso la finestra e l'aspettai, mentre la mia mente pensava solo a lei. Alla mia luna, colei che amavo e che odiavo. Colei che mi fece gridare di dolore appena spuntò. 

Mi ritrovai a terra agonizzante mentre tutto in me cambiava. Anche i miei pensieri. Non erano più razionali. La parte di me razionale andava a scomparire gradualmente, sperando in una morte istantanea. Invece la presenza del lupo prendeva il sopravvento. 

Cercai di combatterla, ma non ci riuscì, come ogni volta. Piano piano le mie urla cambiarono. Ora erano di gioia. Il lupo aveva preso il sopravvento. Ma non era libero. Era in trappola. Tentai di trovare un'uscita, ma non c'era. 

Me la presi con i muri, con i mobili, distrussi tutto, cercando di andarmene. Avevo fame e anche voglia di uccidere. Sentivo rumori dall'esterno, passi, odori particolari. Volevo attaccare tutti, colpì tutto e anche me stesso, tentando di scappare da quella trappola. Ero in trappola.  

 

*** 

 

Sirius 

Eravamo preoccupati. Andammo a trovare Remus dopo cena, ma Madama Chips non ci fece entrare. 

-Il signor Lupin deve riposare, lo vedrete domattina- disse prima di chiuderci la porta in faccia. Tristi, ci accingemmo ad andare nel nostro dormitorio, ma davanti a noi si parò un gruppo di Serpeverde e una bambina in lacrime. 

-Questo sei. Una lurida mezzosangue- disse uno, lanciandogli un incantesimo e tutti scoppiarono a ridere quando lei venne lanciata per terra. Lo conoscevo quel tipo che aveva parlato, era Lucius Malfoy. 

-Non è vero- protestò lei, tra le lacrime. Il tempo di battere un ciglio e James si era già frapposto tra lei e i Serpeverde. 

-Rimangiati quello che hai detto, cretino!- li minacciò, bacchetta già in mano e pronto a lottare. Loro scoppiarono a ridere puntando le bacchette contro di lui. Anche io presi la mia e mi affiancai a lui, imitato da Peter, che però tremava. Non era molto preparato ancora negli incantesimi. 

-Guardate il piccolo Potter. Vorresti farci paura? Sei piccolo e inesperto. E a quanto pare non hai la minima idea di che posto dovresti prendere, visto che sei un purosangue. Ma del resto cosa posso aspettarmi, da un Grifondoro. E mi dispiace davvero vedere anche te Black con questo individuo. I tuoi parenti sono molto infelici per te, lo sai vero?- chiese. Perfino lui sembrava scettico. Nessuno dei miei parenti ad Hogwarts, avevo ben due cugine lì, una dello stesso anno di quel pallone gonfiato, aveva anche solo cercato di parlarmi da quando era iniziata la scuola. Mi evitavano e mi ignoravano, come facevo io, del resto. 

-Diciamo che se potessi cambiare nome lo farei subito- e senza esitare gli lanciai contro un incantesimo. Lui lo parò all'ultimo momento, ma non riuscii a fare lo stesso con quello di James, che aveva agito subito dopo di me. Si ritrovò a terra in un batter d'occhio. Bastarono pochi incantesimi veloci e precisi. Non ci voleva molto a sconfiggere quegli smidollati. E cosa ci si poteva aspettare, infondo se in cinque se la prendevano con una ragazzina del primo anno?! Anzi, in generale tutti i prepotenti alla fine dei conti si ritrovavano a scappare come fecero loro, quando capivano di avere di fronte persone che non si spaventano e che sono pronte a reagire. 

 

*** 

 

Quella mattina Remus parve confuso quando si svegliò e ci trovò intorno al suo letto. Lo guardammo tutti con lo stesso identico sorriso. 

-Che ci fate qui?- domandò. 

-Che domande. Siamo venuti a ballare!- scherzai. 

-Già Sirius. Però dovevi portare la musica- sorrise James. 

-Siamo venuti a trovarti. Abbiamo dovuto lottare però con Madama Chips per entrare!- raccontò Peter. Remus si guardò intorno. Vide il sole già alto che illuminava l'infermeria e poi si voltò di nuovo verso di noi. 

-Ma che ore sono?- 

-Le undici e quaranta!- rispose prontamente James, dopo uno sguardo al suo orologio. 

-Ma non dovreste essere a lezione?- chiese Remus, apparendo confuso. 

Io scrollai le spalle. 

-Dettagli. Madama Chips non ci faceva entrare in nessun modo e quindi abbiamo approfittato del primo minuto in cui finalmente se ne è andata, cioè ora- illustrai. 

-Abbiamo solo saltato un paio di lezioni... ma infondo cosa vuoi che sia perdere qualche ora di Storia della Magia e di Trasfigurazione?- l'espressione di James mentre lo disse mi fece ridere. Anche lui non stava affatto scherzando. 

-Ma siete pazzi. Io sto’ bene, spero di poter uscire presto, forse anche oggi- quella frase fece un contrasto tremendo con il suo viso. Sembrava non stare poi tanto bene. 

-Perché l'avete fatto?- chiese incerto. Lo guardammo incredulo. 

-Mi sembra ovvio. Siamo o non siamo amici?- disse semplicemente James. Io e Peter annuimmo convinti. Anche a me sembrava strano, ma lo sapevo ormai. Eravamo amici. Remus rimase ancora un po' incerto. Ci guardò e mormorò la parola amici. Poi sorrise, felice come forse non lo era da tempo. 

 

*** 

Nota autrice:

 

E anche questo cap è finito. Allora, come vi sembra? A me sembra che la storia non abbia molto successo... la leggono davvero in pochi e non ho nessuna recensione... me tanto triste.... Spero davvero di ricevere anche solo una piccola recensione.... al prossimo capitolo, che magari arriverà prima se ricevo una piccola recensione! Un bacio! 

   
 
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