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Autore: Mark_Criss    08/04/2020    2 recensioni
Draco è stanco di vivere la sua vita basandosi solo e soltanto sulle scelte sbagliate di suo padre. Gli viene data una possibilità per ricominciare, anche se questa sua decisione avrà un caro prezzo. Draco non sarà più Draco.
La sua storia ricomincia dal sesto anno, nei panni di un nuovo studente di Hogwarts, che si troverà a fronteggiare situazioni che non aveva previsto, amori che non aveva tenuto in conto e nuove ed inaspettate amicizie.
La scelta di non essere più Draco cambierà drasticamente gli eventi, rendendolo partecipe di una grande avventura che lo metterà nella condizione di dover scegliere fra se stesso e le persone che ha imparato ad amare.
Nulla sarà come prima.
Riuscirà a mantenere il suo segreto fino alla fine?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Erano passate già due settimane dall’inizio della scuola, le giornate si accorciavano sempre di più e i compiti rovinavano la vita dei poveri studenti di Hogwarts, la vita di tutti, tranne che di due, in particolare.
-Come diavolo fate ad essere sempre in anticipo su tutto!- sibilò Ron assicurandosi che la bibliotecaria non li stesse guardando.
-Sh! Studia!- disse Hermione continuando a tenere lo sguardo fisso sul suo libro.
-Io e Marck non perdiamo tempo in chiacchiere come voi due.- terminò la ragazza lanciando uno sguardo infuocato all’amico.
-Oggi pomeriggio non avete le selezioni per il Quidditch?- chiese Marck rivolgendosi ad Harry.
Il ragazzo sobbalzò, stava fingendo di studiare da così tanto tempo, che si era perso nei meandri dei suoi pensieri.
-Come dici…ah…si…Quidditch, certo, sono oggi. – rispose distratto.
-Potter, sei più tonto del solito oggi. – gli disse il ragazzo sorridendo.
-Vuoi partecipare alle selezioni?- domandò Harry chiudendo il libro che aveva sotto il naso.
-Perché me lo chiedi? Paura Potter? –
Harry sgranò gli occhi, come se quella frase avesse risvegliato qualcosa in lui, qualcosa al quale non pensava da troppo tempo.
Marck capì immediatamente di aver fatto una mossa falsa, aveva rievocato un ricordo, qualcosa che lo ricollegasse al vecchio se, quello che non era più e che soprattutto, non era lì.
-Oh, no, niente selezioni tu! Concorri già per essere la nuova Hermione Granger, vuoi anche diventare il nuovo Ron?- disse il ragazzo in tono sarcastico.
Hermione sorrise a quell’affermazione, sapeva bene che il giovane Marck Platz era una mente brillante, tanto quanto lei e quelle settimane erano state sufficienti per entrare nelle grazie di quasi tutti gli insegnanti.
Draco si domandò come mai era stato così semplice, nessuno aveva avuto pregiudizi su di lui, nessuno studente, se non i serpeverde che a lezione facevano battutine; tutti erano stati amichevoli, cordiali, solidali, essendo la sua storia di dominio pubblico.
E si domandava se questo fosse merito del nuovo aspetto o della nuova divisa, si era dato del tempo per capirlo, ma non era il suo enigma fondamentale.
-Voi due dovreste andare a preparavi, è quasi ora- consiglio la riccia alzandosi dalla sua seduta.
-Io e Marck vi raggiungiamo in campo, faremo il tifo per te Ron- disse, prendendo Marck per un braccio e trascinandolo via dalla biblioteca.
Svoltarono l’angolo del terzo piano, finendo all’imbocco della scalinata principale.
-Perché mi hai trascinato via?- chiese.
-Avevo bisogno d’aria, facciamo due passi fino al campo?-.
La Granger aveva l’aria scossa, era più agitata del solito e nonostante si ostinasse a nasconderlo, il movimento nevrotico delle sue mani continuava a tradirla.
-Herm, che hai?- domandò il ragazzo una volta entrati nel cortile centrale?
-Nulla, sono agitata per la selezione di Ron, so che sotto pressione non rende, lo conosco. –
Platz conosceva quegli atteggiamenti, la Granger non nascondeva semplicemente qualcosa, stava reprimendo. Stava reprimendo dei sentimenti, forti, per il suo migliore amico.
Ma quella era una semplice presupposizione.
-E come mai te ne preoccupi così tanto?- tirò fuori la vecchia lingua di serpente, aggiungendo un pizzico di malizia alla sua domanda.
Hermione si fermò e lo guardò come se avesse colto in pieno la sua insinuazione, ma cercò comunque non farsi cogliere impreparata.
-Oh no!- sbottò in una risata nevosa.
-So a cosa stai pensando! Lo fate tutti! Una ragazza non può essere amica di un ragazzo provando solo del sincero affetto? –
No, non può, e lo sapevano benissimo entrambi.
-Oh si certo, infatti non intendevo dire questo Granger, non capisco perché tu stia dando di matto- provocò lui.
-Io non sto dando di matto, sono solo agitata. – rispose secca.
-Vuoi parlare di altro?- propose cingendo le spalle della riccia.
-Voglio solo che tu la smetta di pensare quello che stai pensando. –
-E a cosa starei pensando?- chiese lui spocchioso.
-Ti odio Platz.- disse lei poggiando la testa sulla spalla del ragazzo.
Arrivati al campo i nuovi giocatori provavano le scope e si divisero in gruppi in base al ruolo per il quale facevano il provino.
Per quello di “portiere” la squadra dei Grifondoro aveva due nuovi candidati: Ronald Weasley e un tizio che Marck non aveva mai visto in sei anni ad Hogwarts.
Fu il turno di Ron, la ragazza riccia seduta sugli spalti si tirò dritta, guardava la scena con estrema agitazione ed attenzione, non perdeva un passaggio d’aria.
Ron parò otto tiri su dieci, il che voleva significare che se l’avversario ne avesse parato anche uno solo in più, sarebbe stato selezionato senza battere ciglio.
Marck cercò di tranquillizzare Hermione, facendole notare che la sua agitazione era totalmente inadeguata alla situazione.
Nel bel mezzo del loro bisticciare su quanto fosse giusto agitarsi o meno, si accorsero che vicino alle loro sedute, due spalti più sotto, Ron aveva un’altra spasimante che gridava il suo nome, facendo il tifo per lui.
-E quella chi è?- chiese Marck divertito.
Non aveva mai visto Hermione così rossa di rabbia, neanche quando al terzo anno gli aveva dato un pugno in piena faccia.
-Herm?- la richiamò lui.
-Lavanda, sbavo come un cane, Brown – asserì scimmiottando il nome della compagna di casa.
Marck scoppiò a ridere, in maniera forse troppo rumorosa, tanto che la giovane con i capelli rossi si voltò per guardare entrambi.
Mancavano oramai pochi tiri e il rivale di Ron ne aveva parati già sette su sette.
Era il momento dell’ottavo tiro, l’aria si fece glaciale e fu una frazione di secondo, Marck non ebbe nemmeno il tempo di bloccarla, fu fulminea.
-Confundus- disse la giovane coprendosi la bocca con la mano libera dalla bacchetta.
Il portiere guardò la palla e si gettò dall’altra parte rispetto al tiro.
Con immenso stupore della platea e del portiere stesso, l’unica che sembrava esultare a questo evento era proprio la Granger.
-Sei matta o cosa?-
-Io, io non ho fatto proprio un bel niente- disse lei facendo spallucce.
Dopo un intero pomeriggio di selezioni, finalmente vennero affissi i risultati, ovviamente la scelta era ricaduta su Ron come portiere e Ginny come battitrice.
Erano tutti felici per i risultati ottenuti, ed era l’ennesima ottima scusa per festeggiare.
Tornarono tutti nella sala comune; il camino era accesso, c’erano coriandoli da tutte le parti, anche chi non era stato scelto era felice per la formazione della nuova squadra.
Ginny era intenta a gridare cori con le sue amiche, mentre Ron e Harry incitavano appalusi in piedi sul tavolino al centro della sala.
Draco si sentiva estraneo a tutto quello, aveva passato anni a sabotare i piani dei grifondoro e ora si trovava a doverne far parte. Era tutto troppo strano, sembrava davvero surreale.
Hermione lo raggiunse sulle scale che portavano al dormitorio e si sedette vicino a lui.
-Lo so che è tutto nuovo per te, ma puoi fidarti di noi. –
-Io non mi fido di nessuno, in generale. –
-Marck, quello che hai vissuto, la morte di tuo padre…-
-Non voglio parlarne. –
-D’accordo, ma permettici almeno di distrarti, sei parte di noi ora. –
“Sei parte di noi”.
Quelle parole fecero sciogliere il cuore del giovane Draco come neve al sole, si sarebbe aspettato tutto dalla vita, ma non quello.
Istintivamente si girò verso la ragazza e la strinse forte. Un abbraccio sincero, che veniva dal cuore, dal profondo del cuore.
“Mezzosangue”
“Se il basilisco dovesse uccidere qualcuno, spero sia la Granger.”
“Sei una sporca nata babbana!”
Tutte quelle frasi iniziarono a vorticare nella testa del ragazzo, come tanti schiantesimi.
Il senso di colpa iniziò a logorarlo da dentro, talmente tanto forte che non riuscì a fermare le lacrime.
La strinse più forte.
-Scusami Hermione.- disse lui non staccandosi da quella morsa.
-Lasciati andare- disse lei dolce.
Solo che la giovane non sapeva il vero motivo di quelle scuse, non erano giustificazioni alle lacrime, non erano scuse di circostanza per la sua dimostrazione di umanità, erano scuse sentite per quello che le aveva fatto passare, per quello che le aveva detto, per come l’aveva denigrata.
Solo che lei, questo, non l’avrebbe mai saputo.
La festa proseguì fino a tarda sera, qualcuno riuscì addirittura ad introdurre delle burro birre.
E dalle lacrime, Marck si lasciò coinvolgere nel clima di festa che aleggiava nella casata rosso-oro.
Iniziarono a giocare a un gioco che non aveva mai visto: “Magic-beer-Pong”.
Le regole erano strane, si giocava in coppie: lui ed Harry, contro Ron ed Hermione.
Bisognava incantare una pallina di plastica e farla volare in uno dei bicchieri degli avversari, per ogni punto segnato in un bicchiere, la squadra beveva la burro birra.
Dopo la terza partita sentiva la testa leggera, fluttuava.
Si gettò sul divano e Harry non tardò a raggiungerlo.
-Dai abbiamo vinto tre su due- sbiascicò un po’ il giovane.
-Siamo una bella squadra- aggiunse.
-Oh si Potter, siamo una bella squadra…me stesso e me medesimo-
Entrambi scoppiarono a ridere.
-Perché sei sempre così stronzo con me? – chiese lui accorciando le distanze che li separavano.
Draco tirò indietro la testa, poggiandola sul bordo del divano.
-Prenditela con mio padre, lui mi ha educato a questa sorta di finta compostezza, mai lasciarsi andare.- rispose.
-Educazione Russa presuppongo. –
-Già Russa… ma tu sei simpatico, non fraintendermi, ti schianterei di tanto in tanto, però non sei male- era l’alcol a parlare non lui.
-Anche tu non sei male Platz. – disse il ragazzo avvicinandosi all’amico.
-Potter…-
-Platz…-
Non si resero nemmeno conto di quanto le loro teste fossero vicine; Draco riusciva a sentire il calore del respiro di Harry sul viso e non sapeva come comportarsi.
Non era nelle condizioni di tirarsi indietro, ma forse la burrobirra era soltanto una scusa per lasciarsi andare.
Si gettò in avanti, con calma, molto lentamente.
Harry fece la stessa cosa.
Erano occhi negli occhi.
Un mare blu, contro una distesa verde di smeraldi.
Una carezza sul viso, e poi arrivò: le loro labbra si toccarono e i loro occhi si chiusero.

  
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