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Autore: _Eclipse    09/04/2020    3 recensioni
{Storia ad Oc, iscrizioni chiuse}
Dal primo capitolo:
-Molte persone muoiono ingiustamente e il mio compito è dargli una seconda possibilità, periodicamente alcune anime come la tua, possono tornare sulla terra per riscattarsi-
-In che modo-
-Sta a te scoprire come, si può dire che è un gioco-
-Ovvero?-
-Alcune anime di ogni epoca vengono riportata sulla terra in un luogo da me deciso. Ognuna ha un suo passato e una sua storia, ma tutte accomunate da una morte ingiusta. Avete tempo un mese per poter trovare un modo per riscattarvi e portare a termine il compito. Il primo che ci riuscirà avrà l'opportunità di rinascere in un altro corpo con un'altra vita. Le altre anime, verranno inghiottite dal vuoto-
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1: Pedina

 

Fumo, era impressionante quanto fumo aleggiava nella stanza e ancor più impressionante la quantità di sigarette che potevano essere consumate da un gruppo di ragazzi. Cinque in totale, tre maschi e due femmine tutti distesi, chi sul pavimento e chi invece sui due letti della camera.

Uno di loro, un giovane da una capigliatura "spiky" tinta di uno stravagante rosa scuro, stava ovviamente fumando, inspirava ed espirava per  poi rivolgeresi all'amico accanto:

-Ehi Ty, passa la bottiglia, non vorrai finirla da solo-

-Fottiti Hunter ne hai bevuta una intera!- soffiò l'altro per poi bere un lungo sorso di quello che sembrava un superalcolico o un liquore di qualche tipo.

Il ragazzo dai capelli rosa rispose lanciandogli addosso il mozzicone ancora fumante. L'altro si alzò di scatto spaventato.

-Che cazzo stai facendo!? Vuoi darmi fuoco!?-

-No, volevo solo prendere questa… e poi era spento, non sono così idiota- replicò il ragazzo allungando la mano per afferrare la bottiglia lasciata a terra.

Ty si sedette nuovamente e rimase per qualche secondo a guardare gli altri tre.

-Porca puttana come sono messi gli altri-

I tre che erano con loro, stavano stesi a terra con la schiena al muro, si muovevano lentamente e le poche parole pronunciate erano tutt'altro che comprensibili, alle volte ridevano senza senso, una delle ragazze invece piangeva priva di un motivo apparente.

Affianco alla gamba del ragazzo giaceva una siringa di vetro vuota.

-Ve l'ho sempre detto, quella merda vi fotte il cervello- 

-Dipende da quanta ne prendi…-

-Sta zitto Tyler, ti sarai fatto due pere da questa mattina!-

-E tu sei completamente ubriaco! Neanche ti reggi in piedi!-

-Che hai detto?-

-Sei sbronzo va a dormire!-

A quelle parole Hunter iniziò ad alterarsi, provò ad alzarsi dal letto ma cadde rovinosamente a terra provocando una grossa risata da parte di Tyler e di una delle ragazze nella stanza, anche se era difficile capire il vero motivo della risata, la droga o per la caduta.

Il giovane si appoggiò al mobile e facendosi forza con le braccia si alzò.

-Allora chi è che non si regge in piedi?-

-Di certo non tu- rispose Tyler per poi alzarsi anche lui e dare una spintarella al giovane davanti a lui.

Quest'ultimo perse l'equilibrio trovandosi per la seconda volta a terra.

-Pensi sempre di essere il migliore, invece sei tutt’altro che sopra di noi- continuò.

-Ne ho abbastanza di questo-

Per la seconda volta il ragazzo dai capelli rosa si rialzó, poi barcollando cercò la sua giacca di pelle la indossó, prese la bottiglia e aprì la porta.

-Dove stai andando?- domandò Ty con tono inquisitorio.

-A fare un giro-

-Dove?- continuò con tono severo.

-Sono cazzi miei dove voglio andare! Tu rimani lì con la tua roba!- sbiascicó.

Hunter uscì dalla stanza inseguito dall'altro.

Non poteva uscire in quelle condizioni, a malapena camminava. 

Ty provò a gettarsi su di lui per fermarlo ma venne respinto da una violenta gomitata nella pancia.

Barcollando Hunter attraversò il corridoio della casa e aprì il portoncino di metallo. Era pesante ma con il giusto sforzo riuscì ad aprirlo.

Ty non lo mollava, gli stava dietro come un cane.

Lo seguì fino all'esterno.

L’uscio dava direttamente sulla strada. Era notte e i pochi lampioni con la loro fioca luce illuminavano solo brevi tratti della via.

-Hunter fermati e torna qui!-

-Non sei mia madre!-

-Facciamo un patto, se torni io smetterò con quella roba-

-Non me ne frega un cazzo dei tuoi patti! Lo so che domani ti bucherai di nuovo!-

-Hunter lo faremo insieme, io con l'eroina e tu con l'alcol, ti sta riducendo ad uno schifo!-

-Sto benissimo non ho bisogno del tuo aiuto!- Hunter stava iniziando a ribollire di rabbia e gridava.

A quelle parole Ty provó nuovamente a prendere l'amico di forza ma venne colpito in volto dal dorso della mano di Hunter.

Indietreggiò di qualche passo e l'altro furente lanciò la bottiglia di gin verso di lui. Non voleva veramente colpire Ty, la bottiglia si infranse in mille pezzi a circa un metro dal ragazzo. Per allontanarsi, fece ancora qualche passo indietro finendo proprio in mezzo alla strada.

-Ne ho abbastanza, tornerò quando smetterete di farvi, fino ad allora potete solo andare a…- 

Il ragazzo non completò la frase, sentì solo uno stridio e poi, nonostante tutto l'alcol in circolo, un forte dolore lungo tutto il corpo e infine il buio.

 

Dolore, tutto ciò che sentiva era dolore, soprattutto alla testa, una specie di emicrania ma più forte.

“Devo aver fatto serata ieri…” pensò il ragazzo.

Provò ad aprire i suoi grandi occhi grigi ma la luce era troppo intensa. Li schiuse lentamente per abituarsi.

Vedeva che era in un luogo all’aperto, ma non sapeva dove.

“Ma che… dove sono finito…?”

Era in un grande prato in montagna, l’erba era di un verde che non aveva mai potuto vedere in città. Alti alberi alle sue spalle, abeti e pini  un cielo limpido con un forte sole splendente.

“Ty… quante volte ti ho detto di non metterci roba nelle bottiglie?” 

Si guardò intorno, ma nessuno dei suoi amici era lì, era solo.

-Ty? Roxie? Sam? Dove siete?- gridò, ma l’unica risposta che ricevette fu il silenzio.

-Se questo è uno scherzo vi consiglio di finirla subito!-

Hunter era in uno stato di completa confusione, non sapeva dove si trovava, come ci era arrivato e dove erano i suoi amici. Continuava a guardarsi intorno e provò a cercarli e chiamarli più volte.

“Giuro che se mi hanno portato qui per disfarsi di me li uccido… o io o la droga vediamo chi lo fa per primo!”

Dopo qualche minuto perso girando a vuoto si sedette a terra, sul prato. L’erba era soffice e il sole era caldo. In fondo in fondo non gli dispiaceva troppo quel posto se non che poteva essere, anzi sicuramente era da tutt’altra parte del paese.

Ad un certo punto una voce risuonò nell’aria limpida, forte, difficile dire se di un uomo o di una donna.
-Hunter? Mi senti? Hunter?-

Il ragazzo scattò verso l’alto come una molla.

-Chi parla?-

-Tu non puoi vedermi, ma io sì, sono qui con te-

-Adesso state iniziando a rompere le palle, chi sei? Fatti vedere? Sei d’accordo con quegli altri vero? Dove mi avete portato!?-

-Hai un bel caratterino-

-E tu una bella faccia tosta a nasconderti!-

-Non ho nulla a che fare con i tuoi amici, ma so il perché sei qui-

-Almeno è qualcosa, perché sono qui? Dove sono e come ho fatto ad arrivarci?-

-Calma una domanda alla volta, prima voglio spiegarti chi sono. Io non sono un essere umano, ma voi mi avete dato molti nomi, Destino, Fato, Vita, Morte, questi sono solo alcuni e tu sei ora in una zona di passaggio- disse la voce.

-Non sto capendo- obiettò Hunter.

-Lo so è difficile, da capire, io sono uno dei tanti spiriti che governano il vostro mondo-

-La cosa sta prendendo una piega di no sense- continuò il ragazzo abbastanza indignato.

-Presto capirai, ora ti ritrovi qui per mio volere, forse non ricordi nulla di quella sera-

-Quale sera?-

-Quella in cui sei morto-

-Morto? Io?- il ragazzo scoppiò a ridere, una risata che era iniziata dapprima per l’assurdità della cosa poi divenne a poco a poco sempre più amara.

-Sto fottutamente diventando pazzo! Parlo con il nulla e mi vien detto che sono morto!- esclamò.

-Questa è la realtà Hunter, hai avuto un incidente, eri ubriaco e hai iniziato a discutere con…-

-Con Tyler- il giovane abbassò la testa e pronunciò il nome dell’amico con tono serio e piatto.

-Esatto, gli hai lanciato una bottiglia di gin, ti ricordi?-

Lentamente la sua mente stava ricreando cosa era successo, ma non riusciva a ricordare esattamente cosa era successo dopo.

-Lascia che ti aiuti e ti farò vedere-

In un istante Hunter si trovò in una via piuttosto buia, la riconobbe subito, era dall’altra parte della strada, di fronte alla casa in cui era. Poteva vedere sé stesso inveire verso l’amico.

Era come se fosse uno spettatore della sua stessa vita. 

Vide che aveva lanciato la bottiglia mancando il bersaglio, fare qualche passo indietro e trovarsi in mezzo alla strada e poi ciò che non poteva in alcun modo ricordare.

Uno stridio di gomme che frenavano sull’asfalto. Un auto lo travolse in pieno, venne scaraventato una decina di metri più avanti e nella caduta picchiò la testa sull’asfalto in un colpo fatale.

-Perché!? Perché non si è fermato!?- gridò più volte Hunter.

-Sei comparso all'improvviso, non ha avuto tempo-

Come in una lenta dissolvenza, il ragazzo si ritrovò in quel prato di montagna all'aria aperta.

-Un modo stupido di morire-

-Forse non avresti dovuto lasciarti andare ai piaceri dell'alcol e seguire altri esempi di vita e amici-

-Non accetto critiche da chi non si mostra, tu non sai nulla di me o della mia vita o dei miei ideali, sai solo che sono morto e ora sono qui!- il ragazzo gridò più volte per sfogarsi dalla rabbia e poi si lasciò cadere sull'erba del prato e sospirò.

-E ora? Che ne sarà di me?-

-Sei un ragazzo fortunato Hunter, molte persone muoiono ingiustamente e il mio compito è dargli una seconda possibilità, periodicamente alcune anime come la tua, possono tornare sulla terra per riscattarsi-

-In che modo-

-Sta a te scoprire come, si può dire che è un gioco-

-Ovvero?-

-Alcune anime di ogni epoca vengono riportata sulla terra in un luogo da me deciso. Ognuna ha un suo passato e una sua storia, ma tutte accomunate da una morte ingiusta. Avete tempo un mese per poter trovare un modo per riscattarvi e portare a termine il compito. Il primo che ci riuscirà avrà l'opportunità di rinascere in un altro corpo con un'altra vita. Le altre anime, verranno inghiottite dal vuoto-

-Tu non stai bene… mi stai dicendo che ho un mese per gareggiare con altre persone morte e trovare un modo per riscattare ciò che è successo e se non arrivo primo scomparirò? Non è un gioco è un crimine!- inveì Hunter rabbioso e con gli occhi iniettati di sangue.

-Queste sono le regole, presto ti troverai in un posto diverso in un anno diverso, buona fortuna Hunter e che vinca il migliore!-

Il ragazzo non fece in tempo a rispondere che l’ambiente attorno a lui iniziò a scomparire nuovamente, come se stesse calando una fitta nebbia.

Non vedeva più nulla, poi un piccolo spiraglio di luce, la nebbia scomparì e si ritrovò a terra stordito. Non era più in un prato dall’erba verde e il sole splendente, era in una foresta di cemento e acciaio. Guardando in alto poteva solo vedere grattacieli e palazzi. Uscì dal vicolo in cui era stato portato, si levò la polvere dai jeans neri  si guardò intorno: fiumi di persone che si muovevano velocemente in un caotico via e vai di gente, auto di tutti i tipi e forme che non aveva mai visto.

“Ora siamo qui, non mi rimane che giocare” pensò.

Non aveva mai visto una città del genere. Cercò nella tasca dei pantaloni il pacchetto di sigarette che portava sempre con sé. Lo trovò fortunatamente intatto, ne prese una, l’accese e iniziò a fumare mentre esplorava il posto.

Si soffermò a guardare le persone, erano diverse da lui nei tratti somatici e nell’aspetto in generale, ma la cosa che lo sorprese e lo faceva sorridere era che i passanti lo schivavano e cercavano non stargli troppo vicino mentre lo superavano.

“Non sono in Europa o America, questo è certo…”

Riprese a camminare, guardando in alto vedeva cartelli pubblicitari, di negozi e locali, l’alfabeto era diversa da quello della sua lingua di origine, forse cinese o qualcosa del genere, eppure in un qualche modo riusciva a comprenderlo, forse era dovuto a quello spirito che per aiutarlo nella sua missione gli aveva concesso la comprensione della lingua del posto, tuttavia ancora non capiva dove si trovasse fino a che non si ritrovò ad un grande incrocio, i cartelli circostanti recavano il nome di “Shibuya”. 

I palazzi di quel posto avevano la caratteristica di montare enormi schermi che trasmettevano pubblicità, telegiornali o anche le semplici previsioni meteo.

“Ma che… sono delle tv giganti!?” rimase letteralmente a bocca aperta, mai aveva visto o solo immaginato una cosa del genere e i colori che trasmettevano erano accesi e vivi, niente bianco o nero o colori tutt’altro che saturi.

Un notiziario era trasmesso in diretta. Provò a sfruttare la sua nuova capacità e lesse i titoli che scorrevano lungo lo schermo.

"Politica estera, campagna elettorale degli Stati Uniti…" nulla di troppo interessante per lui fino a quando non dal presentatore non sentì che una manciata di parole: Tokyo nove aprile 2020.

"2020!? Tokyo!? Io ero a Londra nel maggio del 1980, ed ora sono finito quarant'anni nel futuro!?" pensò e poi imprecò ripetutamente.

Sbatté le palpebre più volte e si guardò attorno, poi ripresosi dalla sorpresa sospirò. Si sarebbe dovuto abituare, con tutte le cose strane che gli erano successe nelle ultime ore. 

"Bene, sono morto, mi trovo a Tokyo nel 2020 e sono una delle pedine del sadico gioco di uno spirito ignoto… e io che pensavo di aver toccato il fondo quella volta che ho bevuto quel bourbon distillato illegalmente dal cugino di Ty..." poi preso fiato alzò lo sguardo al cielo e ridendo, gridò:

-E va bene Fato malevolo, se questo è il tuo gioco ci sto!-

 

****
 

 

Piccolo angolo d’autore…

L’immobilità si fa sentire, io ci riprovo,

diciamo che questa è più una storia anche per compensare una precedente storia ad Oc che ho cancellato, “Virus - an invisible poison”, non credo che serva più scrivere una fiction su una pandemia virale mortale, la stiamo già vivendo in prima persona, chi più e chi meno e mi sembra di cattivo gusto continuarla in queste condizioni (e poi chi diamine vorrebbe leggere una storia su un virus mortale quando ormai non si fa altro che parlare di questo!? XD)
 

La trama direi  che è semplice:

 

un gruppo di anime di persone appartenenti ad epoche diverse, luoghi diversi e culture diverse si ritrovano a fare da pedine nel gioco di un’entità superiore i un terreno “neutrale”: la città di Tokyo nell’anno 2020.

I giocatori devono trovare il modo di riscattare la loro morte ingiusta (e starà a loro scoprire come fare), hanno un mese di tempo per farlo e il primo che riuscirà nell’impresa avrà la possibilità di rinascere, tutti gli altri saranno destinati al nulla e scompariranno per sempre. 

 

Chiedo scusa per il linguaggio non proprio candido nel capitolo, non è nel mio stile, ma questa storia lo richiede in parte.

Come sempre faccio un piccolo elenco di note e regole prima di lasciarvi la scheda:

 

1) Gli Oc devono essere inviati per messaggio privato

 

2) Un solo Oc a testa

 

3) I personaggi di Inazuma Eleven qui rappresentati saranno solo quelli delle prime tre stagioni (non mi sono ancora aggiornato con quelle che sono uscite) e avranno un’età variabile tra i 17 e i 20 anni circa e non necessariamente si conosceranno tra loro.

 

4) Gli Oc possono venire da una qualsiasi epoca (passata, ma potrebbe andare bene anche futura) e da luoghi diversi (il mio ad esempio è di origine britannica) in modo da aggiungere un po’ di pepe alla competizione e vedere come si adatteranno i giocatori. Tuttavia posso accettare anche Oc che vivevano nel 2020, in quel caso avranno un piccolo bonus di sapere come funziona già il mondo.

 

5) Il riscatto della propria morte lo decidete voi, può essere qualsiasi cosa ma deve essere collegato al proprio Oc, ad esempio potrebbe essere la conclusione di un lavoro che iniziò quando era in vita e a cui ci teneva molto, la correzione di comportamenti sbagliati o vizi o anche cercare di riparare ad un grave torto che fece in precedenza...

 

6) Come sempre siate creativi! A voi la scheda:

 

Nome e Cognome:: (coerente con la nazionalità)

Età::

Sesso::

Nazionalità e città di origine::

Data di nascita::
Data di morte::

Causa della morte:: (deve essere una morte ingiusta, che ha impedito all’Oc di vivere appieno la propria vita).

Aspetto fisico:: (coerente con l’epoca in cui veniva 

Carattere::

Riscatto della propria morte::

Cosa gli/le piace::

Cosa non gli/le piace::

Come ha reagito alla notizia della propria morte e al gioco::

Hobby::

Relazioni:: (con quali inazumiani legherà di più e il tipo di relazione che si svilupperà, amicizia, inimicizia e se volete anche una cotta, se riuscite scrivete anche una o due righe su come si sviluppa la relazione)

Storia:: (in breve, meglio se non siano tutte depresse vista l’atmosfera non certo vivace della storia!)

Altro:: (qualsiasi cosa vogliate che riguardi l’Oc, sia quando era in vita che dopo)

 

Se siete arrivati a questo punto, allora non mi resta che salutarvi,

aspetto le vostre schede!

Un saluto

_Eclipse


 
   
 
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