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Autore: Emmastory    10/04/2020    2 recensioni
Come sappiamo, le avventure, di Kaleia, Sky e della sua famiglia non sono certo finite, ma vi siete mai chiesti com'è stata la loro infanzia? Cosa sia successo mentre crescevano assieme alla cara Eliza? Scopritelo in questa raccolta, dove umanità e magia si intersecano di nuovo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Big-Adventures-for-little-pixies
 
Capitolo VI
 
Il villaggio dei divertimenti
 
Gennaio era ormai finito, ma con esso non l'inverno, che anche nel mese successivo continuava a mostrare il suo volto e le sue capacità, facendosi a volte così tiranno da costringere gli abitanti di Primedia e del villaggio vicino a chiudersi in casa. Fortunatamente, almeno quel giorno le cose erano diverse, forse perchè non era un giorno come gli altri. Avendo imparato a leggere da poco, Kaleia si esercitava con il calendario, e quella mattina, sveglia da poco, era così eccitata da non sentire neanche i morsi della fame. Era felice, troppo felice. Sua sorella era di pochi anni più grande, e felicissima a sua volta, la capiva perfettamente. Era ormai giunta la metà di febbraio, e oltre a San Valentino, la festa preferita dagli innamorati, quell'anno c'era anche Carnevale. Per quanto ne sapevano, la data non era mai sempre la stessa, ma la fortuna sembrava davvero aver sorriso ad entrambe. Così, decidendo finalmente di far colazione, le bambine finirono in fretta, senza però dimenticare di gustare i loro cereali. Nessuna delle due aveva poi molta fame in verità, ma allo steso tempo nulla avrebbe mai potuto separarle dal loro appuntamento mattutino, e giornaliero, c'era da dirlo, con le loro solite tazze di nutrienti Fairy O's, tutti di forme sempre diverse, e in qualche modo sempre legate al mondo della magia. Era strano a vedersi, eppure ognuno rimandava sempre ad un elemento specifico. Natura, vento, terra, fuoco, acqua, nessuno escluso. Fra una cucchiaiata e l'altra, Kaleia si divertiva a ispezionare ogni forma, sorridendo nello scoprire che per qualche strana ragione, il suo cucchiaio finiva per riempirsi di gustose foglioline completamente commestibili, mentre a Sky toccavano spesso versioni stilizzate di piccoli moti d'aria. Che i cereali stessi sapessero chi li stesse mangiando? Strano, eppure probabile. Un'eventualità di fronte alla quale Eliza rideva, mentre non osando intromettersi nella colazione delle sue figlie, preparava per sè stessa semplici tazze di caffè a cui accompagnava fette di pane e marmellata, che ogni giorno le davano l'energia necessaria ad affrontare la giornata. Prendersi cura di due figlie piccole come le sue non era certo uno scherzo, e più crescevano, più se ne rendeva conto. Ora avevano soltanto sei e otto anni, ma un giorno, sempre troppo presto, sarebbero diventate adolescenti e poi adulte pronte a vivere una vita propria, e se c'era un pensiero a confortarla nei momenti in cui ci pensava, era quello di essere ancora in grado di vivere ogni momento con loro e migliorarlo fino a renderlo perfetto, sicura che quelle dolci pixie sarebbero state le sue bambine per sempre. A quel pensiero, quasi diluì il caffè con qualche lacrima, e imponendosi il silenzio, sperò che le piccole non la notassero, ma come spesso accadeva, le sue speranze furono schiacciate come insetti. "Tutto bene, mamma?" chiese infatti Kaleia, più giovane e sensibile. Colpita, Eliza non seppe cosa dire,e sentendo la gola riarsa e il cuore stretto in una morsa, dovette sforzarsi per parlare e non piangere ancora. "N-Non è niente, piccola, ho... dimenticato lo zucchero." Mentì, nascondendo la verità alla bambina, che stringendosi nelle spalle era tornata a scavare nella scatola di cereali alla ricerca della sorpresa nascosta all'intero. Generalmente giocattoli piccoli e colorati, tutti connessi al mondo della magia,e  tutti da collezione. Sulla scrivania della sua stanza, Kaleia ne teneva un'intera fila, spolverandoli ogni mattina, quasi fossero stati reliquie. Contrariamente a lei, Sky preferiva collezionare globi di neve trovati e comprati all'emporio o nei rustici negozietti che popolavano il villaggio degli umani. Poteva sembrare strano agli occhi degli umani stessi, ma forse era il suo essere una fatina del vento a condizionarla tanto. Ad ogni modo, il mattino continuò a scorrere veloce, e dopo quella robusta colazione e un bagno con l'aiuto della mamma, le due sorelline si ritrovarono in piedi davanti al grande armadio della sua camera. Era lì che Eliza teneva i suoi vestiti e quelli riservati alle occasioni speciali delle bambine. Fra questi figuravano gli ultimi due che aveva comprato, entrambi in onore del Carnevale che colorava le strade del villaggio degli umani poco distante, riempiendo l'aria di dolci e cristalline risate infantili. Seppur diverse, le due portavano praticamente la stessa taglia, e ora restava da capire quale dei due toccasse a chi. "Voglio essere una farfalla!" dichiarò Kaleia, già decisa. "Allora io sarò una coccinella." Replicò Sky, accontentando del costume che restava. "Avete deciso, signorine?" chiese allora Eliza, facendo il suo ingresso sulla scena e staccando i due vestiti dalle grucce a cui erano appesi. "Sì." Replicarono in coro le pixie, felicissime. "Bene! Su, vi do una mano." Rispose allora la mamma, offrendosi di aiutarle a cambiarsi. "No, grazie, ce la facciamo da sole." Disse subito Sky, negando con un cenno del capo e sedendosi sul letto per iniziare a svestirsi. "Va bene, piccole miss tuttofare, vi lascio da sole, allora." Concesse a quel punto Eliza, divertita da quella piacevole chiacchierata con le figlie. Tranquille, le due le sorrisero, e appena pronte, tornarono da lei. "Mamma, veloce! Dai, così usciamo!" cantilenarono, mettendole fretta. Voltandosi a guardarle mentre si infilava il cappotto, la donna rimase in silenzio, e mostrando un ennesimo sorriso alla vista di quelle due piccole meraviglie che aveva adottato. Sembrava passato appena un giorno, eppure non era così. Ricordava ancora la sera di pioggia in cui le aveva trovate e prese con sè, e anche se altri avrebbero sicuramente alzato gli occhi al cielo, non c'era davvero giorno in cui non ringraziasse il cielo per averle trovate. Che sarebbe successo altrimenti? Non lo sapeva, e non voleva neanche pensarci. Ad ogni modo, il pomeriggio arrivo presto, e tenendo per mano le figlie, Eliza le guidava sapientemente, stando ben attenta a evitare che venissero spinte dalla miriade di bambini che riempiva la piazza principale del villaggio. Era quello il punto centrale del divertimento, e anche solo guardando in terra si poteva vedere quanto i piccoli si stessero godendo la giornata. C'erano coriandoli e stelle filanti sparsi ovunque, e proprio davanti alle piccole, una bancarella che offriva dolci e leccornie umane, tutte a base di zucchero e cioccolata. Pregando la madre, Sky e Kaleia se ne fecero comprare qualcuna, e sempre attente a non sporcare nè rovinare i propri vestitini, giocarono con i pochi amici che riconobbero, fra cui Marisa, figlia della strega Zaria Vaughn e vestita da gatta. "Misa! Bel costume!" commentò proprio Eliza, complimentandosi anche con la madre. "Grazie! Mi piacciono tanto i gattini. Ora non mi è permesso, ma forse da grande ne avrò uno." Rispose la bambina, adorabile in quel costume e con il viso reso simile a quello di un gatto grazie a un gioco di trucco e colori. "No! Davvero? Io invece ho soltanto uno scoiattolo!" replicò Kaleia, sorpresa e quasi gelosa dell'amica. "Sì, invece! E pensa, ho già scelto il nome." Continuò la piccola strega, perfino più seria di prima. "Misa..." la richiamò la madre, decisamente convinta che stesse parlando fin troppo. "Cosa, mamma?" replicò lei, mentre, nervosa, si riduceva al silenzio. Intanto, magnifica a sua volta nel suo costume da coccinella, Sky gironzolava da sola, e seppur sempre vicina alla mamma, ora non le teneva più la mano. Nel bel mezzo della folla, qualcosa, o meglio, qualcuno, le saltò agli occhi, e fu allora che lo vide. Noah. Capelli marroni, occhi dello stesso colore, e in quell'occasione tanto speciale, un costume da cavaliere in armatura scintillante.  Un bambino che ricordava bene di aver già visto, e che per qualche strana ragione le mandava a fuoco le guance e in fibrillazione il cuoricino. Era davvero quello l'amore? Avevo letto e visto alcuni esempi nei suoi libri di favole, e ancora non riusciva a crederci. Troppo timida per avvicinarsi, rimase in disparte, e allontanandosi per raggiungere le giostre, sperò vivamente di poterlo vedere ancora una volta, anche solo per parlarci, e forse un giorno raccontargli la verità. La sua verità. Contrariamente a lei, la sorella era ancora con la mamma, e agitandosi come una piccola ossessa, cercava qualcosa che Eliza non riusciva a vedere. Alta quanto e forse meno di uno gnomo, faceva fatica a guardarsi attorno, ma in quell'autentico marasma, due figure adulte che la donna riconobbe subito. "Edgar! Andrea!" chiamò, felice di vederli. "Eliza! Aspetta!" risposero entrambi, accelerando il passo per raggiungerla e non perdere in quella calca. Spaventato alla sola idea di perderli, il loro figlioletto arrancò appena dietro di loro, e fermandosi per riprendere fiato, incrociò lo sguardo color del mare della giovanissima pixie. Imbarazzato, non seppe cosa dirle, ma ingoiando quel rospo, decise di provare a parlarle. "C-Ciao... io sono..." balbettò, insicuro. "Kaleia, questo è Christopher." In quel momento, fu sua madre a parlare, salvandolo senza sapere da quella situazione "Ciao! Io sono Kia, ti va di giocare?" propose lei in risposta, sorridendogli e mostrandogli la mano perchè il nuovo amico gliela stringesse. Ricambiando quel dolce sorriso, il ragazzino accettò la sua mano, e accompagnandola cavallerescamente ad una giostra adocchiata da entrambi solo poco tempo prima, i due si godettero il tempo insieme in groppa ad uno degli unicorni in legno, giocando fino a sera e conservando nelle loro menti e nei loro cuori i ricordi di quella giornata passata al villaggio dei divertimenti.
 
Salve di nuovo a tutti! Vi siete mai chiesti come le fate e gli altri esseri magici festeggiassero il Carnevale? C'è da dire che è una tradizione umana, quindi tendono a imitarci, ma dettagli a parte, vi è piaciuta questa sesta storia? E i costumi dei personaggi? A presto!
 
Emmastory :)
   
 
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