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Autore: Emmastory    10/04/2020    2 recensioni
Come sappiamo, le avventure, di Kaleia, Sky e della sua famiglia non sono certo finite, ma vi siete mai chiesti com'è stata la loro infanzia? Cosa sia successo mentre crescevano assieme alla cara Eliza? Scopritelo in questa raccolta, dove umanità e magia si intersecano di nuovo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Big-Adventures-for-little-pixies

 
Capitolo VIII
 
Penderghast Elementary
 
Era arrivato. Le bambine ancora non riuscivano a crederci, eppure il fatidico giorno era arrivato. Sveglia da poco, ma tutt'altro che stanca, Kaleia era stata la prima ad alzarsi, e sgusciando fuori dal letto, non aveva neanche indossato le pantofole, e quasi trascinando i piedini nudi sul pavimento, aveva attraversato il corridoio che portava alla camera della mamma, aprendo lentamente la finestra e lasciando che la stanza venisse inondata dal sole. "Mamma! Svegliati, svegliati, è oggi! È oggi!" gridò, felice ed eccitata. Confusa, Eliza non seppe cosa dire, e ancora assonnata, ruppe il silenzio con uno sbadiglio. "Kaleia... ho capito, e mi ricordo, ma sono appena le sei del mattino!" si lamentò la donna, affatto contenta di essere stata svegliata. La piccola sveglia che teneva sul comodino avrebbe suonato a breve, ed era vero, ma avrebbe di gran lunga preferito godersi gli ultimi minuti di riposo che il sole ancora basso le concedeva. "Lo so, ma oggi devo andare a scuola! È il mio primo giorno!" continuò la bambina, sorda alle lamentele dell'ancora stanca madre. "Non ti arrendi, vero, piccola?" le chiese Eliza, mentre mettendosi a sedere sul letto si stiracchiava come la gatta a cui aveva dato da mangiare appena la sera. Era strano, ma sembrava che un'intera colonia felina si fosse stabilita al villaggio degli umani, e che separandosi dal gruppo, ogni componente si fosse a poco a poco staccato, dando inizio a una propria vita. Esattamente ciò che era successo a quella femmina, che avventurandosi per il villaggio aveva raggiunto il bosco e poi la casa di Eliza, sedendosi sull'uscio e miagolando alla ricerca di cibo. Ad ogni modo, ormai sveglia, la donna si era alzata dal letto, e in silenzio, si stava ora guardando allo specchio, usando una spazzola per tentare di dare un verso ai capelli spettinati. Finalmente pronta, sorrise alla bambina, e prendendola per mano, la guidò fino alla sala da pranzo, per poi sparire in cucina e dare inizio alla propria giornata. Una semplice tazza di caffè opportunamente zuccherato, una fetta di pane e della dolce e buona marmellata, accompagnata dal telegiornale del mattino ascoltato distrattamente da una mai muta televisione. Seduta nella stanza accanto, Kaleia chiamò a sè la madre, e rispondendo a quella sorta di richiamo, la donna le fu accanto solo pochi istanti dopo, con ancora la propria tazza di caffè in mano. "Sì, tesoro?" chiese, sorridendole. "Hai fame? Vuoi i tuoi Fairy O's?" azzardò poi, sicura che per lei fosse ora di colazione. A Eliza sembrava di essersi appena svegliata, eppure era già passata mezz'ora. Lentamente, il sole si stava alzando nel cielo, giocandoci e ripulendolo dai tetri colori della notte. Per fortuna c'era ancora tempo, e la pixie non era in ritardo per il suo primo giorno di scuola, e negando con la testa, quest'ultima diede voce alla sua "ordinazione" almeno per quella mattina. "No, grazie. Li ho mangiati ieri. Posso avere il latte caldo e una brioche?" disse infatti, per poi scivolare nel silenzio e aspettare la risposta della madre. "Certo! Arrivano subito!" replicò Eliza, regalando un nuovo sorriso alla figlia prima di tornare in cucina per prendere il latte dal frigo e accontentarla. Prima di tornare indietro, si assicurò di non dimenticare la gustosa brioche che aveva promesso, e a lavoro concluso tornò dalla figlia. Fu quindi questione di attimi, e guardandola mangiare, la donna quasi pianse. In molti avrebbero pensato che stava esagerando, ma la sua piccola stava crescendo, quello sarebbe stato il suo primo giorno di scuola, e il solo pensiero che quella dolce pixie destinata a trasformarsi in fata fosse sua figlia la riempiva d'orgoglio. Lo stesso valeva per Sky, che ancora addormentata, si stava probabilmente preparando a scendere dal treno dei sogni, e che proprio come la sorellina avrebbe iniziato la scuola quello stesso giorno. In classi diverse a causa dell'età, certo, ma comunque assieme a Kaleia, che avendo ormai finito di mangiare, si stava già dirigendo verso il bagno di casa per lavarsi il viso e i denti, e poi, sempre aiutata dalla mamma, entrare nella vasca. Tutte attività della routine quotidiane, che per sua fortuna non richiesero troppo tempo. Ormai pronta, Kaleia non vedeva l'ora di sostituire il pigiama con la sua nuova divisa scolastica, ma c'era una sola cosa a fermarla. Sky. Dormiva ancora, e a giudicare dallo sguardo della mamma, svegliarla sarebbe stato scortese, specialmente se in modo brusco. "Mamma, devo vestirmi! Se non si sveglia faremo tardi!" si lamentò la bambina, pestando i piedi e rimanendo ferma nel bel mezzo del corridoio. "Kia, abbiamo tempo! Va a giocare in salotto, d'accordo? Sveglierò io Sky, va bene?" le rispose la mamma, abbassandosi al suo livello e posandole una mano sulla spalla. "Va bene." Concesse la piccola, fidandosi. "Ma se farò tardi la colpa sarà sua. Non si arriva tardi il primo giorno!" continuò poco dopo, sempre più ansiosa all'idea di far magre figure davanti agli insegnanti. "Tesoro, davvero. Sta tranquilla, non succederà." La rassicurò la madre, per poi allontanarsi e aprire la finestra della camera della figlia. "Sky... amore, svegliati. Hai dormito troppo, è quasi ora di andare a scuola." La chiamò, scuotendola dolcemente e aiutandola a liberarsi delle coperte, per poi farle notare quel piccolo ma importante dettaglio. A quelle parole, la piccola si svegliò di soprassalto, e alzandosi subito dal letto, corse trafelata fino al bagno di casa, e chiudendosi a chiave, sacrificò la colazione per una doccia. Avrebbe potuto fare il bagno, certo, ma la prima delle due opzioni le avrebbe fatto risparmiare tempo, preziosi granelli di tempo per quel primo giorno di cui si era completamente dimenticata. Come aveva fatto? Non lo sapeva, ma una cosa era certa. Quella era l'ultima volta che si lasciava coinvolgere da una maratona televisiva del suo programma preferito. Per quale motivo la trama di Pixie Club doveva essere così dannatamente interessante? Maledetti produttori televisivi, ne sapevano una più del diavolo. Quelle erano le cose a cui la piccola pensava fra un attimo sotto la doccia e l'altro. Uscendone lentamente, si preparò a vestirsi, e indossando la sua divisa scolastica, verde e con lo stemma della scuola cucito su un piccolo scudo di stoffa all'altezza del petto, sorrise nel guardarsi allo specchio. Aveva dormito troppo e rischiava di far tardi, per colpa sua anche la sorella, ma si sentiva bellissima. Lo stemma scolastico su feltro verde brillò sotto la luce riflessa dallo specchio, e soddisfatta del risultato ottenuto anche acconciandosi i capelli e intrecciandoli come già aveva fatto, ne uscì attraversando il corridoio con fierezza. "Sono pronta! quasi urlò, annunciando la sua presenza nel salotto e raccogliendo da terra lo zainetto azzurro, che ben ricordava di aver lasciato lì la sera prima. "Finalmente!" replicò Kaleia, seccata dal vederla saltellare per la stanza a quell'ora così tarda mentre lei aveva sudato sette camicie per prepararsi in tempo e a dovere. Sotto muto consiglio della madre, la piccola lasciò cadere l'argomento, e prendendole la mano, si lasciò guidare nel percorso che le avrebbe condotte a scuola. Sfortunatamente lontano, nella città oltre il confine del bosco per la precisione, ma grazie a chissà quale miracolo fatato, magico o provvidenziale, le due giunsero alla scuola di Eltaria alle nove del mattino, ossia in perfetto orario per l'inizio delle lezioni. Appena arrivate, le piccole non avevano idea di dove andare o dove voltarsi, e fu allora che videro il cancello aprirsi con un cigolio a dir poco sinistro, sentendo poi il suono della prima campanella. Sempre vicine alla mamma, entrambe le tennero la mano, restando in attesa di essere smistate come gli altri esserini magici nelle proprie classi. Di lì a poco, Sky e Kaleia si sarebbero separate, ma non importava. L'intervallo le avrebbe riunite, e volendo essere oneste con sè stesse, entrambe dovettero ammettere di non vedere l'ora di iniziare le lezioni di magia, pozioni e storia della magia stessa, che a giudicare dai depliant informativi, era soltanto una parte del programma scolastico, lasciato nelle mani di insegnanti più che qualificati. Così, uno dopo l'altro, pixie e folletti trovarono ognuno la propria aula, e per la fortuna di Kaleia, che aveva da poco scoperto di adorare la musica e le sue infinite sfumature, la prima lezione era proprio quella, appositamente creata, almeno allora, per dar modo ai bambini di conoscersi meglio gli uni con gli altri, parlando e scambiandosi opinioni e passioni prima di prendere in mano uno strumento. Ai piccoli ne furono mostrati di diversi, e una maestra con un sorriso dolce e una voce gentile, incoraggiò ognuno di loro a scegliere uno, e alzandosi dal suo banco, Kaleia optò per il più grande di quelli presenti nella stanza. Nero e maestoso, un pianoforte. Circa due o forse tre volte la sua taglia, certo, ma comunque, e per qualche ragione a lei sconosciuta, il suo preferito. Anche pensandoci, non riusciva a dare un perchè alla sua scelta, e sorridendole apertamente, la maestra l'aiutò a sedersi, per poi pregarla di aspettare mentre aiutava anche gli altri bambini. Fra tutti, spiccava una signorina dalla pelle verdastra e i capelli castani che le ricadevano morbidi sulle spalle, intrecciandosi in boccoli degni di una principessa. Pur restado seduta, Kaleia si voltò a guardarla, e regalandole un veloce sorriso, mimò il suo stesso nome con la bocca, presentandosi. Capendo al volo, anche l'altra fece lo stesso, e solo allora, Kaleia scoprì il suo nome. Si chiamava Aster, era una ninfa, e contrariamente a lei, aveva scelto il violino. Poco dopo, quando anche il resto dei suoi compagni ebbe in mano uno strumento, principalmente flauti, violini o piccole tastiere, la lezione ebbe inizio. La prima cosa che i piccoli impararono fu cosa fossero i crescendo e il loro contrario, poi le note e la loro successione, e infine come leggere un pentagramma. Sempre al suo posto davanti al pianoforte, Kaleia dovette quasi rassegnarsi e aspettare, e aiutata dall'insengante, diede vita a una scala musicale, passando lentamente dal Do minore a quello maggiore sotto lo sguardo stupito dell'insegnante. Quello che aveva fatto non era nulla di difficile, certo, ma guardandosi intorno notava che i compagni facevano fatica, e sapere di essere trattata così bene dall'insegnante, che la ricopriva di elogi, complimenti e incoraggiamenti mentre provava, la faceva sentire speciale. Così, seguite da altre lezioni, quelle prove andarono avanti per ben tre settimane, allo scadere delle quali, ogni bambino fra pixie, folletti, ninfe e satiri avrebbe dovuto suonare una canzoncina da solo e senza sbagliare, tutto di fronte ai propri genitori. Ciò che ne seguì fu una sorta di recita, e quando dopo circa cinque o sei compagni Kaleia sentì il suo nome, capì che era il suo turno. Imbarazzata come non mai, potè giurare di avere il volto in fiamme, ma scuotendo la testa, scacciò i brutti pensieri come faceva con gli insetti più fastidiosi, e sedendosi al suo amato pianoforte, lesse ogni nota sullo spartito, dando poi inizio ad una melodia semplice e allegra, che sembrava essere stata scritta apposta per una bambina come lei. A spettacolo finito, si alzò, e con un inchino, tornò dalla madre, restando con lei fino all'esibizione della sorella. Il turno di Sky arrivò poco dopo, e pur seguita dall'insegnante, che portava con sè un leggio, ovvero una piccola base per posare il libro di musica o uno spartito senza doverlo tenere in mano, qualcosa andò storto. Spaventata, la piccola non seppe come iniziare, ed esitando troppo, finì quasi per piangere. Incoraggiata dalla mamma, dalla sorella e dai compagni, trattenne le lacrime, ma proprio quando si decise, un altro disastro. Faceva caldo, l'aria era secca, e un'improvvisa folata di vento irruppe nell'auditorium, distraendola e facendo volar via lo spartito con il testo e le note della sua canzone. In preda alla vergogna, la bambina sparì dal palco assieme al suo flauto, e in lacrime, fuggì via da compagni e adulti, aspettando solo di essere riportata a casa e sperando di mettersi quella bruttissima esperienza alle spalle. Forse non era portata per la musica, o forse le sarebbe servito più tempo per imparare, ma ad ogni modo, dopo le lacrime e il dolore, la piccola pixie del vento imparò una lezione. Si era fatta prendere la mano dalle emozioni ed era fuggita, ovvio, ma ciò non significava che avrebbe potuto o dovuto farlo in eterno. Ben presto, compagni e insegnanti l'avrebbero perdonata e accolta ancora, felici di rivederla per un nuovo giorno di studi alla Penderghast Elementary. 

Non perdendo tempo, vi regalo subito quest'ottava storia. Il primo giorno di scuola delle nostre fatine preferite, e anche un breve cameo da parte della ninfa Aster. Appena sedute fra i banchi, Sky e Kaleia si ritrovano a imparare cosa sia la musica e poi esibirsi, e nonostante uno sfortunato incidente, sanno di essere benvenute in quella scuola, che le aiuterà a sviluppare i loro poteri fino all'età adulta. Al prossimo aggiornamento, come sempre attendo i vostri pareri,
 
Emmastory :)
 
 
 
 
 
 
   
 
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