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Autore: Emmastory    10/04/2020    2 recensioni
Come sappiamo, le avventure, di Kaleia, Sky e della sua famiglia non sono certo finite, ma vi siete mai chiesti com'è stata la loro infanzia? Cosa sia successo mentre crescevano assieme alla cara Eliza? Scopritelo in questa raccolta, dove umanità e magia si intersecano di nuovo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Big-Adventures-for-little-pixies
 
Capitolo XII
 
Dolcetti in amicizia
 
La pioggia aveva smesso di scrosciare da poco, e sia al bosco che nel villaggio degli umani, l'erba prossima ad asciugarsi brillava sotto il sole, coperta di un misto di acqua e rugiada. Già sveglio e mattiniero come sempre, il piccolo Christopher si stava godendo la sua colazione, e mentre la mamma sorseggiava del caldo latte addolcito con qualche cucchiaio di zucchero, suo padre dava piccoli e sporadici morsi a una brioche, leggendo di tanto in tanto i titoli di giornale che trovava più interessanti. Silenzioso, il bambino consumò il suo pasto senza una parola, salvo poi lasciare la propria tazza nel lavandino e abbracciare la mamma prima di uscire a giocare. "Non allontanarti, tesoro." Lo avvisò Andrea, che come ogni brava madre, tendeva a preoccuparsi, forse troppo, per i suoi figli. Molti avrebbero detto che esagerava, ma non dando ascolto a quelle insensate malelingue, la donna andava avanti con la sua vita. Che poteva fare? Avrebbe potuto cambiare il suo modo di essere, certo, o almeno provarci, ma anche allora i giudizi non sarebbe scomparsi, ragion per cui l'unica cosa da fare era vivere la propria vita come aveva sempre fatta, prendendo ogni giorno come veniva, e godendo di ogni istante al fianco di coloro che amava. Suo marito Edgar, il figlio Christopher, e la figlia maggiore Leara. Di pochi anni più grande del fratello, aveva interessi e abitudini diverse, inclusa quella di chiudersi nella propria stanza ad ascoltare ore e ore di musica con i propri auricolari. Non che non avesse altro da fare, ovvio, ma nonostante tutto, forse complice l'età vicina a quella adolescenziale e piena di cambiamenti, il carattere tendenzialmente chiuso non l'aiutava. Stringere amicizia le risultava difficile, ed era come se ogni volta sentisse il bisogno di difendersi, come se pensasse che la nuova conoscenza in questione si stesse approfittando di lei, e che proprio per quella ragione, fidarsi era la cosa più sbagliata che potesse fare. Preoccupata per la figlia, Andrea faceva quanto in suo potere per aiutarla ad uscire da quell'infinito tunnel d'insicurezze. Non c'era ancora riuscita, certo, ma ciò non significava che si sarebbe arresa. Al contrario della donna, il padre Edgar si limitava a darle i suoi spazi, sicuro che quella forse una sorta di fase legata proprio all'inizio dell'adolescenza. Ad ogni modo, felice come mai era stato, Christopher correva per le strade del proprio villaggio al solo scopo di raggiungere il bosco, così da far visita alla sua migliore amica Kaleia nel momento del bisogno. La bella stagione era arrivata da poco, ma la pioggia e il freddo non avevano fatto altro che alternarsi al caldo, e abituata a giocare fuori, la fatina aveva finito per ammalarsi. Nulla di grave per fortuna, solo i sintomi della comune febbre. Tosse, mal di testa, improvvisi capogiri e dolore ovunque. Quando stava male, le calde coperte del letto erano l'arma perfetta contro i brividi dati dal freddo, così come dormire e sognare erano la strategia ottimale per dimenticare il dolore e il malessere. Inutile dire che in quei tre giorni non fosse andata a scuola, ma che per sua fortuna la sorella Sky si fosse rivolta ai suoi insegnanti per portarle a casa i compiti da fare, così che una volta guarita, la piccola non rimanesse indietro. Così, anche imbozzolata fra le coperte, la pixie aveva provato a rimettersi in carreggiata e riprendere gli studi di magia, ma penalizzata dalla febbre, vide ognuno dei suoi incantesimi svanire in una nuvola di polvere magica. Intanto, il viaggio di Christopher continuava, e giunto finalmente a destinazione, bussò alla porta. I suoi furono tre colpi rapidi e probabilmente troppo bruschi, dettati dalla voglio che il bambino aveva di vedere l'amica. Non lo diceva mai, e stava bene attento a tacere di fronte agli adulti e agli altri amichetti, ma anche se ancora non riusciva a spiegarsene il perchè, sentiva il cuoricino stretto in una piacevole morsa ogni volta che la vedeva, che gli parlava o che lei gli sorrideva. Forse era quello l'amore, forse era per quel motivo che i suoi genitori avevano scelto di trascorrere la vita insieme. Stavano bene l'uno in compagnia dell'altra, e in una parola, si amavano. Alla tenera età di sette anni, la stessa dell'amica, il bambino non era sicuro di nulla, ma se c'era una cosa che davvero desiderava fare, quella era aiutarla. Non era un dottore, soltanto un bambino, ma nonostante tutto, voleva fare almeno un tentativo. Così, in piedi davanti a quella porta, attese. Fu questione di circa un minuto, ed Eliza, lo accolse con un abbraccio. "Chris! Che piacere vederti! Sei qui per Kia, vero?" gli chiese, sorridendogli e invitandolo ad entrare. In silenzio, il bambino si limitò ad annuire, e pur non volendo rovinare la sua felicità, Eliza fu costretta a dire la verità. "Mi dispiace, ma oggi non può venire a giocare. Si è ammalata, ha la febbre. Sarà per la prossima volta, va bene?" gli disse soltanto, abbassandosi al suo livello e parlando in tono mesto. "Lo so, e vorrei fare qualcosa per lei." Replicò allora Christopher, che premuroso come sempre, aveva ormai preso la sua decisione. "Davvero? E cosa?" azzardò allora la donna, sinceramente incuriosita. Sicuro che quello sarebbe dovuto restare un segreto, il piccolo fu restio a parlarne, ma con un gesto della mano, invitò Eliza ad avvicinarsi, così da confessarle ogni cosa e farsi udire soltanto da lei. "Sarebbe bello farle dei cupcake, non credi?" le sussurrò all'orecchio, felice alla sola idea di poter riportare il sorriso sul volto della fatina. A quella proposta, Eliza sorrise, e sentendo il cuore sciogliersi, non ebbe il coraggio di rifiutare. Annuendo, lo abbracciò ancora, e senza dire altro, lo accompagnò in cucina. Insieme, i due lavorarono a quel progetto culinario dividendosi i compiti, aiutati anche da una Sky giustamente incuriosita a sua volta, e come loro, preoccupata per la sorella. "Posso mettere la glassa?" chiese, pronta a dare una mano. "Certo, piccola, vieni. Sono nove, ne avremo tre a testa, basta scegliere il colore." Le rispose la mamma, guidandola sapientemente in quel lavoro così delicato. "Azzurro." Disse la bambina, lasciandosi guidare dalla mamma e glassando lentamente i primi tre cupcake, così che quella dolce copertura formasse tanti piccoli cerchi progressivamente più piccoli. Poco dopo, fu il turno del piccolo Christopher, che scegliendo il verde, si ritrovò ad imitare Sky in quella tecnica a dir poco artistica, e lasciando divertire i bambini, Eliza riservò gli ultimi tre per sè stessa, scegliendo una glassa di colore rosa. Quando finalmente furono pronti, i due piccoli chef li lasciarono raffreddare sul tavolo, e a lavoro finito, seguirono Eliza per tutto il corridoio, fino alla stanzetta della povera pixie malata. "Kaleia, tesoro?" chiamò, a voce bassa. "Sei sveglia? Abbiamo una sorpresa per te." Disse poi, avvicinandosi al letto e posando il vassoio sulla scrivania della figlia. Stanca e confusa, la piccola non seppe cosa dire, e strofinandosi gli occhi assonnati e cisposi, si stiracchiò pigramente. "Una sorpresa? Per me?" azzardò poi, piena di meraviglia. "Sì, amore, guarda." Disse subito la mamma, prendendole la mano e indicando con lo sguardo il vassoio sulla scrivania poco distante. A quella vista, la pixie rimase a bocca aperta. "Cupcake!" esclamò, felicissima. "Li abbiamo fatti insieme, e sono tutti per te, sei contenta?" quella volta fu Christopher a parlare, e sorridendo dolcemente, ne prese delicatamente uno, porgendoglielo e aspettando che lo assaggiasse. Grata, la bambina non se lo fece ripetere, e affamata, diede il primo morso. Quello che si ritrovò fra le mani fu un cupcake al cioccolato, e fra un assaggio e l'altro, la piccola dovette ammettere di sentirsi orgogliosa della sua famiglia e di ognuno dei suoi amici, sempre pronti a schierarsi in prima linea quando si trattava d aiutarla, proprio come quella volta, quando la sua febbre era stata curata da una giornata di risate e deliziosi dolcetti in amicizia. 


Come avrete capito, oggi non ho assolutamente voglia di farvi aspettare, e vi mostro subito questa dodicesima storia. Il protagonista stavolta è il piccolo Christopher, desideroso di giocare con la sua amica Kaleia, e deciso ad aiutarla a guarire non appena scopre che sta male, improvvisandosi cuoco provetto e preparando per lei, come peraltro recita anche il titolo che ho scelto, dei dolcetti in amicizia. Un bel gesto, non trovate? Prima di andare rinnovo i ringraziamenti a chiunque si sia fermato a leggere anche solo in silenzio, il supporto che ricevo conta sempre moltissimo,

Emmastory :)
   
 
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