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Autore: myyouthisyourss    10/04/2020    1 recensioni
Hermione e Draco.
Grifondoro e Serpeverde.
Due anime diverse, due occhi diversi.
Dal testo:
"Noi eravamo così: ci odiavamo, e nel profondo ci volevamo. Avevamo sempre giocato con sguardi, con parole, ma non ci eravamo mai sfiorati, e in quell'esatto momento, quando si trovò a pochissimi centimetri da me, capii che ormai era arrivata la battuta d'arresto. "
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non riesco a dormire, questa è la terza notte di seguito. Ho sonno, sono distrutto, ma non riesco, ho paura.

 Ci sono pensieri che mi tormentano, mostri che si impossessano dei miei momenti di pace, vengono a disturbare i miei sogni. 

Ieri notte l’ho sognato, ho dormito mezz’ora, ma non l’avessi mai fatto. 

Ero in un tunnel, lo stesso tunnel che sogno da diciotto anni a questa parte, stavolta però era diverso, c’era una luce in fondo. Io cercavo di raggiungerla, correvo ed allungavo le mani, ma alla fine nell’esatto momento in cui finalmente mi era sembrato di averla presa, lui era dietro di me. 

Mi chiedo quando questo finirà.” 

 

 

Oggi è stata una delle giornate più noiose della mia vita. Ho passato la giornata a dare il tormento ai ragazzi più piccoli, ormai è diventato un gioco tra me e loro. Hanno paura di me, sono un Serpeverde, e il mio cognome non fa altro che alimentare il tremolio delle loro gambe. 

Mi diverto a leggere nei loro occhi la paura di reagire, sono buffi, mi fanno ridere. Oggi però no, non mi hanno fatto ridere, oggi era diverso.” 

 

Non ero soddisfatta, mi sentivo tremendamente in colpa, stavo scavando tra i suoi pensieri come se fosse una cosa normale, non era giusto. Più andavo avanti più scoprivo dettagli della sua anima che non mi appartenevano e che non dovevo conoscere.

La sua insonnia, i suoi strani sogni, i suoi tormenti ai ragazzini più piccoli, erano cose troppo private, se qualcuno avesse fatto lo stesso con me io mi sarei arrabbiata a morte. 

Avevo quel diario sulle ginocchia e continuavo a leggerlo e sfogliarlo, e appena capivo che in quelle pagine non ci sarebbe stato nulla di quel che volevo sapere, strizzavo gli occhi e passavo avanti. 

Tutto d’un tratto, un colpo di fulmine: se avesse scritto qualcosa su di me?

Cercai di dividere le pagine seguendo un preciso ordine cronologico, mi basavo su fatti che conoscevo, eventi che venivano raccontati che coinvolgevano tutto il mondo esterno e non solo lui. 

Arrivai alla sera in cui Piton ci aveva incaricati di fare una pozione insieme per punizione, la sera in cui si era ferito e io l’avevo aiutato. 

 

Odio il professor Piton e i suoi strani modi di punire noi allievi. Oggi abbiamo dovuto preparare una pozione e ovviamente sono capitato insieme alla Grenger, mi sembra ovvio. Le sfortune sempre a me.

Mi sono ferito da solo, pensavo di poter essere più bravo di lei, ho cercato di fare la pozione da solo e non ci sono riuscito, sono solo stato male. Ho creato qualcosa che è andato contro di me.

Nessuno è più bravo di lei, mi tocca ammetterlo. Se avessi lasciato fare a lei probabilmente non sarebbe successo nulla, e invece mi sono ritrovato sul suo letto dolorante, sanguinante e con una pezza bagnata sul petto e la fronte. 

Oggi per la prima volta mi sono accorto che la Grenger ha degli occhi nocciola molto profondi, non so spiegarlo bene, ma quando eravamo sdraiati sul letto faccia a faccia mi sono accorto che i suoi occhi sono espressivi, quasi come se parlassero. 

Se fosse una Serpeverde e una purosangue forse non sarebbe così male.”

 

“Stanotte ho fatto una cosa che non dovevo fare. 

Lei è entrata in camera mia per chiedermi del libro che ho rubato nella libreria segreta, è entrata per chiedermi spiegazioni e non è potuta andar via. Se fossi stato un minimo lucido l’avrei lasciata marcire sulla sedia, l’avrei fatta morire di freddo tutta la notte, ma non l’ho fatto. Abbiamo dormito insieme.

Ma ci pensi? Io e la Grenger nello stesso letto. 

Si è addormentata subito, era stanca, si vedeva dagli occhi. Neanche il tempo di rimboccare le coperte e già dormiva.

L’ho guardata, ammetto di averla fissata per almeno una mezz’ora. Mi faceva tenerezza, sembrava così piccola e innocente. Quando dorme perde l’aria da saputella combattiva, sembra tutto quello che definirei “angelico”.

Era da almeno settimane che la notte avevo incubi e non dormivo, stanotte con lei accanto non è stato così, ho dormito, ho dormito profondamente, ero così rilassato che stamattina ho saltato le lezioni e non me n’è fregato nulla” 

 

Chiusi il diario di scatto, stava diventando ridicolo, stavo esagerando. Leggere quelle parole così innocenti su di me mi faceva venire i brividi, mi sentivo lo stomaco accartocciato.

Ero riuscita a placare i suoi incubi, non riuscivo a leggere null’altro. 

Malfoy mi stava mostrando una parte di se che io non conoscevo a fondo, e avrei tanto voluto approfondire la questione, ma mi imbarazzava tremendamente leggere quelle parole su di me.

Arrivai al dunque, arrivai a capire ciò che mi interessava scoprire.

 

“Mi sono alleato con i tre Grifondoro, sembra assurdo ma l’ho fatto. Devo capire cosa mi succede, devo capire perché non riesco più a dormire, perché ho perso l’amuleto, se è colpa mia che lui sia di nuovo qui. Ci sono troppe cose che devo capire e se allearsi con loro è un presupposto per trovare la pace, lo farò, farei di tutto.”

 

Non mi aveva mentito, voleva davvero allearsi con noi. Non stava tramando nulla alle nostre spalle, era terribilmente sincero e indifeso. 

Sentivo come un senso di dovere nei suoi confronti, ero così dispiaciuta di sapere che stesse soffrendo. Per tutti i miei anni ad Hogwarts mi aveva dato il tormento, non aveva fatto altro che litigare con me e darmi pretesti per odiarlo, ma io non ce la facevo a sapere che era in pericolo, che stava male. 

Era una persona terribilmente sola, abbandonato dalla sua famiglia e sottovalutato dai suoi amici. 

Passava i giorni a sottolineare la differenza tra “purosangue” e “sanguemarcio” o “mezzosangue” perché essere di sangue puro era l’unico pretesto che possedeva per vantarsi, per sentirsi più speciale e per essere apprezzato.

Aveva bisogno di me, dei miei amici, aveva bisogno di aiuto. 

E nonostante la sera prima avessimo avuto l’ennesima discussione, gettai il diario per aria e feci uno dei gesti più stupidi che potessi fare. 

Uscii dal mio dormitorio e corsi, corsi tanto, come se stessi scappando da qualcosa.

Attraversai i corridoi calpestando oggetti, spingendo persone senza neanche scusarmi, corsi come non avevo mai corso in vita mia.

Mi precipitai fuori la sua porta, bussai. 

Aprii piano, come faceva sempre, come se avesse paura di trovare qualche strano nemico fuori la porta.

 

“Non dovevo sparire ieri sera?” disse.

 

Entrai, chiusi la porta e senza esitare, senza pensarci, senza dubitare lo abbracciai.

Un abbraccio lungo, intenso, forte.

Non me ne fregava nulla di quale sarebbe stata la sua reazione, non me ne fregava nulla di cosa avrebbe detto. Io sapevo che lui a me ci teneva, sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male.

 

Io ci sono Draco, io ci sono” 

 

Rimasi li, con le braccia morbide sui fianchi, impalato, non se l’aspettava.

Mi staccò, mi spinse lontano.

 

“Ma che ti prende, sei impazzita?”

 

Indietreggiò lentamente come se stesse quasi per scappare.

 

Io ci sono”

 

Lo guardai dritto negli occhi, il contatto visivo è fondamentale per far capire ad una persona che sei davvero interessata a lei.

Questa volta fu lui ad avvicinarsi e stringermi. Strinse fortissimo, si vedeva che non era abituato agli abbracci dal modo in cui non voleva staccarsi. 

Poggiò la sua testa nell’incavatura tra il mio collo e la mia spalla. Riuscivo a sentire il suo profumo, i suoi battiti accelerati. 

 

Aiutami” disse.

 

Lui non lo sapeva ancora che già in quel momento, con quell’abbraccio lo stavo aiutando.

   
 
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