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Autore: lucketta    11/04/2020    1 recensioni
Erano passati due mesi, due tremendi mesi... l'assenza e la sofferenza era diventata la sua migliore amica. Come si può andare avanti?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quella mattina Ginny si svegliò stranamente sorridente, dopo il fracasso della sera prima sua madre Molly aveva aperto finalmente la porta, e con dei tonfi pesanti aveva sceso le scale fino in cucina. Suo marito Arthur era piacevolmente sorpreso, finalmente sua moglie aveva capito quanto fosse importante la sua presenza in quella casa.

I due fratelli Weasley si alzarono e muovendosi di soppiatto cercarono di non farsi vedere, sgusciarono via  verso il laghetto, volevano lasciare un po’ di privacy ai loro genitori. 

Dopo le urla dolorose che loro padre aveva rivolto alla madre, Ginny capì quanto fosse ancora innamorato della moglie e quanto anche lui, un uomo adulto, avesse bisogno di una carezza e di un sorriso.

I due rossi sorseggiarono le loro burrobirre ancora fresche, mentre Ron parlava del suo obiettivo di diventare Auror e di quanto, nonostante fosse un suo grande desiderio, pensava di non essere all’altezza.

“Oh sei uno sciocco Ronald” disse Ginny dandogli un piccolo buffetto sul braccio

“Ma perchè sei così insicuro? Cavolo la tua insicurezza mi snerva, ho sempre pensato che tu dovessi credere un po’ più in te stesso” sbottó Ginny un po’ troppo seccata, vide Ron accigliarsi e arrossire pensieroso. 

“Oh si... dai, insomma scusami, sai che qualche volta non riesco a trattenermi” si giustificò Ginny 

“Qualche volta? Direi quasi mai..” rispose con un piccolo ghigno divertito Ron 

“È che, Ron, ho capito che la vita è davvero troppo breve per perdere tempo a rimuginare sulle cose o avere paura di correre qualche rischio...” disse più seria Ginny 

“Io voglio davvero essere felice in questa vita... so che è difficile, so che ora come ora è impossibile, ma voglio riuscirci” continuò la rossa risoluta e un leggero sorriso le incorniciò il viso. 

Ron la guardò ammirato e ancor più fiero di essere suo fratello. 

“Come va con Hermione? Almeno il coraggio di baciarla l’hai trovato..” disse Ginny cercando di cambiare argomento

“Oh.. si beh, bene... ma sai... nemmeno quello sono riuscito a fare, mi ha baciato lei” rispose Ron con la porpora che ormai colorava le sue guance e le orecchie avvampate 

“No Ronnie.. questo non dovevi farlo! Hai lasciato che ti baciasse lei? Ma che Grifondoro sei?” rispose Ginny divertita prendendolo in giro 

“Ah ah ah.. molto divertente sorellina, beh non è riuscita a trattenersi di fronte il fascino dei Weasley, era tutto programmato” rispose Ron pompando il petto e spingendo la sua spalla contro quella della sorella

“Il fatto è che da quando.. beh sai, da dopo la guerra, non abbiamo passato tanto tempo

insieme e a parte qualche carezza o abbraccio non siamo andati oltre” disse dispiaciuto Ron

“Si ti capisco... anche tra me e Harry, beh non abbiamo avuto molto tempo per chiacchierare...” rispose Ginny con un po’ di tristezza

Dopo quella chiacchierata decisero che la brezza estiva era diventata troppo fredda e si incamminarono verso la Tana. 

Entrarono in casa stando attenti a non fare rumore, i loro genitori erano appollaiati l’uno accanto all’altra in silenzio e con gli occhi chiusi, forse stavano dormendo o forse semplicemente si beavano di quel calore che era tanto mancato ad entrambi. A quella vista i due fratelli non poterono nascondere il sorriso e un pizzico di gioia cominciò a scaldare i loro petti. Così si fiondarono sulle scale e raggiunsero le proprie stanze.

Ginny si rigirava nel letto ancora assonnata ma un bel profumo di uova e pancetta avvolgeva la Tana, sentì sua madre urlare dalla cucina

“Ehiii, dormiglioni su sveglia..è pronta la colazione”

A quelle parole la ragazza si scaraventò in piedi, non le interessava molto la colazione, ma sentire la voce di sua madre così pimpante la fece sentire come una bambina che aspetta la notte di Natale per scartare i regali. 

Si fiondò nell’armadio e prese un pantaloncino di jeans e una canotta nera, e si precipitò in corridoio spedita verso la porta del bagno; peccato che anche il suo goffo fratello Ron aveva avuto la stessa intenzione. Il rosso le si scaraventò addosso e inavvertitamente la fece capitolare sul pavimento. 

Ginny lo guardò torva ma non riuscì a trattenere le risate, dal suo canto Ron non appena la sorella raggiunse il pavimento con un tonfo sordo, nascose il viso tra le mani per non mostrarle la sua sguaiata risata, certo che la rossa lo avrebbe affatturato. 

Sentì la coinvolgente risata della sorella e si lasciò andare con furore togliendo le mani dalla faccia, sentì una sensazione di libertà, era passato troppo tempo dalla sua ultima risata, addirittura aveva pensato che non sarebbe stato più capace di provare quella spensieratezza . 

Molly si precipitò sulle scale con aria spaventata e con voce acuta urlò

“Cosa è successo? Cos’è stato quel rumore?

“Mamma… è-è sta-stata Ginny, è ca-caduta con la grazia di un gigante” rispose Ron alla mamma cercando di calmare le risate.

Molly accennò un sorriso, che si allargò sempre più mentre guardava i visi dei due ultimi Weasley ancora scossi dalla risata. 

“Oh menomale…” disse Molly con un sospiro

“ dai su sbrigatevi ho organizzato un pranzo con tutta la famiglia e voi dovete aiutarmi, ho mandato due gufi a Hermione ed Harry… ci saranno anche George, Bill, Fleur e Pearcy, purtroppo Charlie non potrà raggiungerci, è troppo impegnato a lavoro” 

E scese con aria indaffarata in cucina. 

I due ragazzi si guardarono con un misto di sorpresa ed euforia, vedere la loro madre di nuovo impegnata e sorridente gli riscaldava il cuore. Ron pensò che forse sua sorella aveva ragione, la vita poteva essere ancora bella… poteva essere ancora felice. Poi casualmente si voltò verso la porta della stanza di Fred e George e il sorriso gli morì sul volto. Ginny seguì il suo sguardo e come era successo al fratello anche il suo sorriso si spense. 

“Aiutami ad alzarmi Ronald, mi fa male il sedere” disse improvvisamente Ginny e con una mossa agile e furba si infilò in bagno chiudendosi la porta alle spalle, lasciando Ron in bilico che la guardò con sguardo stupito. 

“Beh me l’hai fatta… ma non metterci ore” urlò alla porta del bagno. 

Ron si incamminò rassegnato in camera consapevole che sarebbe passata almeno un’ora prima che il bagno diventasse di nuovo disponibile. 

Si sedette sul bordo del letto con la sua bacchetta tra le dita, mentre l’agitava piano facendo fuoriuscire delle piccole scintille luminose nell’aria. 

Si scoprì a ripensare a quanto Hermione fosse brava con gli incantesimi, a come il suo viso si corrucciava quando era concentrata. Gli era sempre piaciuta quell’aria da saputella, ma non lo aveva mai ammesso a se stesso, anzi mostrava sempre disappunto di fronte a lei. Fino all’anno scorso. 

Il libro che i gemelli gli avevano regalato “Dodici Passi Infallibili per Sedurre una Strega”, gli fece capire che spesso dietro al fastidio e al risentimento si nascondeva un sentimento molto più forte. Capì che era completamente cotto di Hermione, e che proprio quella sua saccenza era ciò che più amava di lei.

Era diventato impaziente, aveva appena realizzato che Hermione sarebbe arrivata alla Tana di lì a poco e Ginny non si decideva a liberare il bagno. Guardò fuori dalla finestra il sole cocente di luglio, e una leggera speranza gli fece battere il cuore, quella di sicuro sarebbe stata una bellissima giornata. 

Si alzò di scattoe uscì fuori dalla sua stanza.  

“Ginny sbrigati… Ma cosa diavolo combini in questo bagno? Guarda che non ti serve un po’ di trucco per farti bella, hai bisogno di un incantesimo ben assestato” urlò spazientito Ron

Ginny dopo qualche minuto uscì dal bagno con un'espressione arcigna in viso che non le donava sotto quel leggero trucco che le impreziosiva gli occhi e le labbra.

“Ronald… prego il bagno è tutto tuo” rispose infastidita  “Ah e per la precisione tu non potresti migliorarti nemmeno con un incantesimo, quindi da oggi in poi ti consiglio uscire con un passamontagna…” disse la ragazza con ironia e divertimento

Ginny non appena aveva sentito che Harry sarebbe arrivato alla Tana decise di rendersi più presentabile possibile, si disse che aveva necessariamente bisogno di truccarsi un po, per nascondere le leggere occhiaie e qualche imperfezione che le incorniciava la fronte. Mentre si metteva il rossetto si convinse che quel pantaloncino di jeans scolorito e quella leggera canotta non erano il massimo, quindi senza perdere altro tempo uscì dal bagno cercando di figurarsi nella mente il suo armadio e i suoi vestiti per capire cosa avrebbe dovuto indossare. 

Dopo aver superato Ron si fiondò in camera cercando quell’abito di cotone bianco che aveva acquistato qualche tempo prima. Harry non glielo aveva mai visto indossato e lei era certa che gli sarebbe piaciuto.

Finalmente trovò l’abito, incastrato tra diverse t-shirt e canotte, lo tirò fuori e con un colpo di bacchetta stirò le piccole piegoline che si erano formate a causa del suo grande disordine.

L’abito era delizioso, era di pizzo sangallo e portava due sottili bretelle sulle spalle, aveva una leggera scollatura a cuore, leggermente stretto sulla vita e poi scendeva con una gonna ampia che le arrivava sopra il ginocchio. Era davvero magnifica, quell’abito le donava particolarmente. Era stata Fleur a consigliarle di comprarlo, un giorno che la costrinse a fare shopping con lei. Ginny nonostante la titubanza iniziale si divertì sinceramente, aveva chiesto ad Hermione di accompagnarla e la riccia acconsentì, la imbarazzava troppo passare del tempo solo con sua cognata ma non voleva offenderla e quindi disse che Hermione aveva insistito per andare perchè aveva bisogno anche lei di fare shopping. Fu un piacere ritrovarsi a chiacchierare tra ragazze del più e del meno davanti ad una coppa gelato, aveva perfino riso a qualche battuta di Fleur sugli strampalati outfit degli inglesi. Ginny lisciò i suoi fluenti capelli rossi e si fece un gran sorriso allo specchio, si girò a guardare la finestra aperta e il sole che filtrava tra le tende, era convinta, quella sarebbe stata una magnifica giornata. 

  
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