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Autore: Hi Ban    08/08/2009    4 recensioni
Fa male. Non mi ricordo nemmeno come sono finita a terra, so solo che fa molto male. Ah, già, Kyubi. Quel mostro che ha messo fine alla favola, quale era diventata la mia vita.
Minato/Kushina
Aggiunta drabble conclusiva.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yondaime
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Fino alla fine


Fa male. Non mi ricordo nemmeno come sono finita a terra, so solo che fa molto male. Ah, già, Kyubi. Quel mostro che ha messo fine alla favola, quale era diventata la mia vita. Non mi sono nemmeno accorta che mi ha attaccata. Minato, però, non si può arrabbiare con me; ha detto che non dovevo andare a combattere e che dovevo restare al sicuro. Io non sono andata a combattere, ho solo portato al sicuro nostro figlio. Naruto continuava a piangere a causa del rumore delle esplosioni e di quello che stava accadendo fuori.
Non potevo lasciare che ascoltasse tutto ciò che la guerra porta. Che la volpe ha portato. Morte e distruzione.
Non so cosa sta accadendo intorno a me, sento solo lo scrosciare della pioggia. Ogni singola goccia che tocca terra, facendo un rumore fortissimo. In questo momento sono sola e per quanto possa essere snervante questo rumore, la pioggia mi fa compagnia.
Ogni goccia che cade sul mio viso, che non ha il tempo di scivolare giù perché viene spazzata via da altre gocce.
“Kushina!”
Sei tu, è la tua voce? Sì. Riconoscerei la tua voce ovunque, Minato. Anche adesso che si confonde con il rumore incessante del temporale. La sento farsi sempre più vicina fino a che non la sento vicino al mio orecchio, che sussurra il mio nome. Non ho la forza di aprire gli occhi, per ora mi basta ascoltare la tua voce.
Continui a ripetere il mio nome, mentre mi stringi a te.
Cosa succede? Non ricordo niente, possibile che la situazione sia così… critica? Perché fai così? Sembra tutto un incubo, la tua voce è spezzata, quasi tremante. Peccato che, questa volta, sia la realtà. Mi sforzo di aprire gli occhi. Devo capire cosa c’è che non va, perché sul tuo volto non c’è il sorriso che mi ha fatto innamorare di te. Aprirli mi costa uno sforzo immenso, ma, per te, questo ed altro.
Incontro subito i tuoi occhi e riesco a vedere le lacrime che, inconfondibili nonostante la pioggia, sgorgano dai tuoi occhi. I miei capelli sono davanti agli occhi e mi impediscono la visuale, già limitata dalla pioggia.
Quest’ultima, quasi a volermi dare una mano, fa in modo che i capelli scivolino giù dal viso. Alzo una mano, nel tentativo di asciugarti le lacrime, che non devono scaturire dai tuoi occhi in nessuna situazione. Nemmeno in questa. Tu intuisci le mie intenzioni e mi prendi la mano, facilitandomi il gesto. La accosti alla tua guancia, Ti ci appoggi gentilmente e io, con il pollice, tento di asciugare quelle lacrime miste a pioggia, che, al mio contatto, sembrano aumentare.
“M-Minato…” Il suo nome è uscito in un debole sussurro, che a stento io sono riuscita ad udire. Tu ci sei riuscito e hai sgranato leggermente gli occhi, che non hanno mai lasciato il contatto con i miei.
Mi hai sempre detto che i miei occhi ti hanno catturato e ti sono piaciuti dal primo istante che li hai visti. Anche tu hai capito che la mia vita è arrivata al capolinea, vero? Non vuoi smettere di guardare i miei occhi perché sai che è per l’ultima volta.
Anche io non lascio i tuoi. Continuare a guardarti mi costa uno sforzo non indifferente, ma ne vale la pena. Per me è importante vedere quegli occhi azzurro cielo, che ora sembrano rispecchiare il tempo.
Le tue lacrime sono la pioggia che mi batte addosso, che scaturisce dal mio cielo personale.
Sento dei Jonin pronunciare il tuo nome. Le loro voci sono così distanti, tutto ciò che sta accadendo mi sembra andare a rallentatore. Ti continuano a chiamare e tu ti limiti a scuotere la testa, in segno di dissenso. Non li ascolti più, di tanto in tanto pronunci il mio nome, nient’altro.
Delle lacrime solcano il mio volto, facilmente distinguibili dalla pioggia, poiché sono calde. Tu le asciughi con la mano e continui ad accarezzarmi il volto. Solo ora mi accorgo che la mia mano, quella appoggiata al tuo viso, è sporca di sangue. Noto, con mio terrore, che anche tutto il lato sinistro del mio corpo è coperto di sangue. Il mio sangue.
Sto morendo, l’ho capito, ma ho comunque paura.
Ti chiedo solo di restarmi vicino e, quasi ad esaudire questa mia muta richiesta, mi baci la punta del naso. Non riesco a non trattenere un sorriso: proprio quella mattina, prima di uscire di casa, hai fatto la stessa cosa con Naruto.
Adesso inizio a percepire anche il dolore delle ferite.
Comincio a sentire freddo, il calore che la tua stretta mi aveva infuso sta svanendo. Non ce la faccio più a stare in questo mondo. Chiudo gli occhi alla ricerca di un po’ di pace, che non tarda ad arrivare. Ti sento che pronunci il mio nome, mi chiedi di riaprire gli occhi, di non abbandonarti, ma per me è diventato troppo difficile.
Non sento quasi più la pioggia battere sul mio corpo, non sento più niente. Sento soltanto la tua voce e la tua stretta, che si fa più forte sul mio corpo. Non vuoi lasciarmi andare e neanche io, ma non ce la faccio più.
Smetto di lottare per restare aggrappata a questa vita, che ora non mi appartiene più. Tento di pronunciare il tuo nome, per rassicurarti, dirti che andrà tutto bene, ma non ci riesco. Nonostante tutto, sento un senso di completezza, che non avevo mai provato. Mi sento completa perché Naruto è al sicuro e io sto morendo tra le braccia del mio angelo.
L’idea di morire, vista da questo punto di vista, non è poi tanto spaventosa.
Il rumore della pioggia si fa meno insistente e la tua voce si affievolisce. Sento le tue lacrime cadere sul mio volto, mischiandosi con le mie e la pioggia. Il mio tempo e scaduto e non ho più la forza di tenere la mano accostata al tuo viso. Tu, volendo mantenere un contatto con me, la tieni premuta sulla tua guancia. Le lacrime, che volevo asciugare, la attraversano continuando giù per il braccio diventando un tutt’uno con le lacrime del cielo.
Mentre il buio mi assale vedo i volti delle due persone più importanti della mia vita. Uno la fotocopia dell’altro perché, anche se piccolo, Naruto ti assomiglia tantissimo. I due punti fissi della mia vita, che mi fanno capire qual è stato il mio ruolo al mondo.
Naruto e Minato.
Sento te gridare il mio nome, poi il silenzio ed infine le tue labbra posarsi sulla mia fronte.
Buio.


Dedicata a Laura, alias Nihal!:)
  
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