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Autore: SimonaMak    12/04/2020    3 recensioni
Ariadna è la principessa del regno di Tahon, destinata a diventare regina. Lei si crede responsabile, matura e pronta per governare come una vera sovrana, ma i suoi genitori, Re Hector e la Regina Clarissa, non sono d'accordo: la vedono come una ragazzina ingenua e debole, che non se la sa cavare da sola né può occuparsi del regno. Il loro scopo è farla sposare per poter assicurare al popolo un degno sovrano, che sappia gestire tutto al posto di Ariadna. Ma lei non può accettarlo. Vuole dimostrare a tutti che è forte e indipendente, che nessun altro potrebbe regnare meglio di lei. Cercando di dimostrarlo, si mette nei guai, e viene salvata dalla stessa persona che l'ha minacciata: Killian. La sua presenza non fa altro che ricordarle quanto in realtà abbia bisogno di qualcuno che la guidi, che le insegni a difendersi e a combattere per sé stessa. Il problema, però, è che il misterioso ragazzo dagli occhi verdi, le nasconde un segreto che cambierà il corso delle loro vite e che svelerà altri misteri, fino ad allora mai scoperti. La principessa è stata incastrata.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 17

TROPPO TARDI.

 
Non avrei mai pensato di scegliere il mio futuro sposo prima del mio ventesimo compleanno. Inizialmente preferivo decidere all’ultimo momento, ma dopo l’appuntamento a Teatro mi sono convinta. Non che io sia sufficientemente entusiasta: credo che una ragazza all’idea di sposarsi dovrebbe essere al settimo cielo e non smettere di pensarci. Beh, sulla prima parte non ne sarei così sicura. Sono abbastanza soddisfatta, sì, mi sento lusingata, contenta di poter essere a mio agio con lui, che sia un bravo ragazzo ma…tutto qui. Mi aspettavo qualcosa in più: sensazione di spensieratezza infinita, fantasticare sul matrimonio immaginandolo come il giorno migliore della mia vita; felicità, in poche parole.
Forse sono io sbagliata? Magari sono solamente condizionata dal fatto che me lo hanno imposto e in altre circostanze mi sarei comunque innamorata di un tipo come lui, se non proprio di lui. Devo abituarmi all’idea e accettarlo, alla fine non è chissà quale sacrificio essendo un bell’uomo, intelligente, gentile e interessato a me.
Realizzerò una volta tenutasi la festa di fidanzamento: una cerimonia a dir poco imbarazzante in cui davanti a tutti lui chiederà la mia mano ufficialmente. Se ci rifletto ancora un po’ rischio di dare di stomaco dal nervosismo. Non sarà, però, peggio di come è stato dirlo ai miei genitori o dichiarare all’altro pretendente che la mia scelta non è ricaduta su di lui.
La prima conversazione è avvenuta mentre ci trovavamo nel salone reale. Mio padre leggeva un libro sulle neuroscienze, non so per quale strano motivo, mentre mia madre degustava del tè turco. Mi sembrava il momento perfetto, erano tranquilli e forse sarebbe stato più facile.
La mia preoccupazione, più che altro, non era la loro reazione: avrebbero gettato un sospiro di sollievo perché almeno questo problema del pretendente si fosse risolto; il fatto è che pronunciare tali parole direttamente ai miei genitori, rende la questione reale e immediata. Come riuscirò ad affrontare le conseguenze della mia scelta?
-”Volevo raccontarvi di ieri, del mio appuntamento a Teatro”- ho iniziato.
Il Re ha spostato lo sguardo verso di me, contento che io volessi condividere con loro le mie esperienze da accalappia uomini; la Regina Clarissa invece già mi osservava, immaginando che stessi per mettere loro i bastoni fra le ruote con un’ulteriore seccatura.
-”Certo, è successo qualcosa in particolare?”- mi ha chiesto papà.
-”In realtà sì”-
Ho provato a contenere l’imbarazzo e guardare tutt’altro: prima i divani broccati, poi le statue in marmo, i tappeti orientali, i quadri, il lampadario sontuoso, l’argenteria italiana posizionata sul tavolino in legno…
-”Vai avanti”- mi ha incoraggiata mia madre, guardinga.
Da un lato mi è costato davvero dare loro tale soddisfazione. È come se stessi annunciando: “avete vinto voi, ho ceduto e quindi regalerò il mio titolo a un perfetto sconosciuto, come previsto!”. Per cui sì, il mio orgoglio ha sofferto parecchio.
-”Credo di aver scelto lui, sì….come fidanzato, ecco”-
Ho gettato fuori le parole come se mi stessero impedendo di respirare. Entrambi mi hanno guardata sorpresi della notizia, mentre io continuavo a storcere le mani sudate e cercare di sorridere il più possibile.
-”Ma è una splendida notizia! Non pensavo preferissi lui!”- mi è venuto incontro il monarca, entusiasta come non mai.
-”Bene, meglio che tu abbia deciso in tempo. Dobbiamo organizzare la festa di fidanzamento quanto prima!”- ha subito detto la regina.
Ecco una nuova ansia che mi tormenterà forse più di scegliere il ragazzo.
-”Certo, dovremmo tenerla tra pochi giorni. Diamoci da fare”- gli ha dato corda mio padre.
Senza perdere altro tempo, l’uno è andato a sbrigare le pratiche generali e l’altra quelle riguardanti i minimi dettagli: abbigliamento da indossare, invitati, accessori, decorazioni. Io sono rimasta nel salone e a fissare un punto indefinito, con gli occhi sbarrati e la voglia di urlare.
Prevedibilissimo il loro comportamento, ma mi aspettavo domande, curiosità, interesse nel chiedermi se io sia effettivamente felice della mia scelta. Hanno subito pensato alle tante cose da fare, non concentrandosi sull’aspetto più importante.


Ancora più faticoso è stato parlare con l’altro pretendente: quanto odio ferire le persone! Probabilmente nemmeno gli interessa di perdere me ma la possibilità di diventare re; sono troppo ingenua.
L’ho invitato al castello per un rinfresco privato sotto il gazebo, in modo da rendere il tutto più leggero possibile. Quando è arrivato, mi sono sentita in colpa ma allo stesso tempo rassegnata all’idea che siano stati i miei genitori a decidere che io facessi una scelta, se fosse stato per me non avrei “illuso” nessuno, sarei stata tutto il tempo con l’unica persona che doveva interessarmi. Ahimè è andata diversamente e ho dovuto fare questa figuraccia.
-”Sono contento che tu mi abbia fatto venire”- mi ha sorriso.
Si è vestito bene, raffinato come sempre e si vedeva in maniera esplicita quanto fosse soddisfatto dal mio invito: che si aspettasse buone notizie?
-”A me fa piacere vederti, davvero, ma devo parlarti”-
Gliel’ho detto quasi balbettando, evitando i suoi splendidi occhi. Lui ha subito capito, da quelle parole e dalla mia espressione, che non fosse nulla di buono. Si è incupito, spazzando via l’aria gioiosa di qualche secondo prima.
-”Non hai scelto me”- ha affermato, senza nemmeno chiederlo.
Era visibilmente affranto, come se ci fosse rimasto male perché ci teneva sul serio. Chi l’avrebbe mai detto? Ma soprattutto questo non ha reso le cose più facili perché il senso di colpa mi ha lacerata lentamente.
-”A me dispiace, ma prima o poi avrei dovuto decidere e...”-
Cos’altro potevo dirgli? Non volevo che lui pensasse che io provassi pietà o che l’avessi preso in giro. Io sono stata sincera con entrambi, fin da subito ho spiegato che non li stessi frequentando di mia spontanea volontà, anche se alla fine mi sono trovata bene sia con Kade che con Christopher. Mica potevo innamorarmi follemente di tutti e due (e nemmeno di uno soltanto).
-”Lo capisco, certo. Solo che…non credere che sia superbo ma, credevo avessi scelto me”- si grattava i capelli, a disagio dal suo errato accorgimento.
-”Non lo sapevo nemmeno io, come facevi a supporlo tu!”- ho ridacchiato, imbarazzata.
Ho lanciato segnali espliciti nei confronti di uno piuttosto che in quelli dell’altro? A me sembra, in verità, di non aver mostrato chissà cosa a nessuno dei due.
-”Boh, magari era solo il riflesso di quello che volevo io. Me ne farò una ragione”- ha risposto, deluso.
Si mordicchiava l’interno della guancia, non so se umiliato o mortificato; non riuscivo a decifrare le sue emozioni, a quanto pare è il mio forte non comprendere i ragazzi!
-”Vorrei, però, che rimanessimo in buoni rapporti”- ho tentato.
Ha annuito, poco convinto e con lo sguardo perso, forse immaginandosi al mio matrimonio mentre un altro sarebbe diventato re al suo posto.
-”Se te la senti”- ho aggiunto subito.
-”Sì, certo. Magari non invitarmi alla tua festa di fidanzamento”- ha accennato un sorriso amaro.
Beh, ha ragione in effetti. Sarebbe ridicolo da parte mia e da sconsiderati.
-”L’ultima cosa che voglio dirti è che non ti ho corteggiato per la tua corona. Non posso dire lo stesso del tuo futuro sposo ma, sono sincero quando te lo dico. Mi piacevi, mi piaci… ma va bene così principessa”-
Non mi ha lasciato il tempo di rispondere o riflettere alle sue parole che si è alzato dalla seduta, mi ha lasciato un bacio fiammeggiante sulla fronte e si è diretto verso l’interno senza girarsi indietro.
Non avevo il diritto di offendermi per essere stata piantata in asso, ma il suo atteggiamento mi ha spiazzata. Non ho pensato di corrergli incontro, né ho realizzato ciò che mi ha detto: avrei voluto che mi sotterrassero proprio lì, in quell’istante, perché il dubbio che mi ha fatto sorgere mi stava piano piano uccidendo.


 
*


-”Accidenti Aria, non l’avrei mai immaginato!”-
Sistiana poggia il mento sul palmo della mano, per sostenersi e guardarmi meravigliata.
-”Cosa di preciso?”- le chiedo prima di trattenere il mio viso sotto il cuscino.
-”Quello che ti ha detto… è stato proprio forte. E tra l’altro nemmeno la tua scelta avrei previsto in verità. Mi aspettavo ti ribellassi e che non ti fidanzassi con nessuno”-
Avevo pensato di farlo all’inizio ma non ci avrei guadagnato niente. Non che adesso io abbia vinto, ma sicuramente in quel caso avrei creato problemi alla mia famiglia e al regno. Credo che una principessa degna di esserlo, metta in secondo piano i suoi capricci e pensi prima di tutto al bene di Tahon. Da quando la penso così?
-”Lo so ma, ehi, siamo contenti tutti!”- mi esce molto ironica come affermazione.
-”Seriamente, come ti senti?”-
Mi impedisce di soffocarmi con il cuscino e mi fa alzare per poterle rivolgere l’attenzione. Mordicchio con forza il labbro inferiore per pensare adeguatamente alla risposta.
-”Non sono così triste all’idea, però non sprizzo nemmeno di gioia. Mi capisci?”-
-”Sì, è normale. Ma le cose possono solo migliorare, ne sono certa”- sorride.
Mi abbraccia teneramente, come una sorella maggiore, e mi dà speranza quanto basta per poter affrontare la giornata.
Devo aiutare nell’organizzazione, decidere i colori predominanti e le decorazioni, provare il vestito che indosserò e il ballo che dovrò fare con il mio fidanzato. Pensare a tutto questo mi terrà occupata e mi farà scaricare la collera. Ovviamente tutte le lezioni sono state annullate tranne quella di Madame Paulette che mi illustrerà la danza degli innamorati per la festa.
-”Potrebbero migliorare, sì, oppure potrei condurre la mai esistenza miserabile al fianco di un uomo disinteressato”- alzo le sopracciglia.
Anche se, non ho tenuto in conto il fatto che ci sarà una guerra proprio per spodestarmi e conquistare Tahon: non avrò il tempo di lamentarmi della mia vita da sposina perché avrò tutt’altri pensieri! Le probabilità che la situazione migliori sono davvero minime.
-”Oh andiamo, se proprio dovesse essere così cercati un amante!”- scoppia a ridere.
La spingo via, sconcertata dal pensiero. Non siamo nel diciottesimo secolo, ormai è visto nel peggiore dei modi e comunque non potrei mai stare con un altro sapendo di essere sposata. Oh cielo, e se lui invece facesse venire delle concubine?
-”Hai una faccia esilarante!”- mi prende in giro.
-”Ho immaginato il contrario e mi sono sentita male per un attimo”- le confesso.
A nessuno piacerebbe l’idea, innamorata o meno. Spero davvero che il nostro rapporto possa mantenersi equilibrato, che possiamo sentirci a nostro agio e magari affezionarci seriamente.
-”Pensa all’abito che indosserai tra tre giorni!”- immagina con occhi sognanti.
-”A proposito, devo metterlo adesso perché ho la prova del ballo”- mi ricordo.
Chiamo le altre due dame di compagnia, Gilda e Margareth, in modo che possano tutte e tre rendermi perfetta come il giorno del mio fidanzamento. Devo ammettere che il vestito è meraviglioso: rosa delicato, con dei fiori di ciliegio ricamati sulla gonna ampia e setosa; il corpetto è come se fosse un intreccio di altrettanti fiori, decorati da diamanti e lasciando una scollatura, ahimè, profonda. Indosso scarpe dello stesso colore, inusualmente comode, alte e luccicanti. I gioielli e la corona al momento non è necessario portarli; mi truccano un po’ e lasciano i miei capelli sciolti e attorcigliati.
Mi piaccio davvero tanto in queste vesti, mi sento una principessa delle fiabe pronta ad incontrare il suo principe: nel mio caso, la maestra di danza.
-”Siete così delicata e bella”- mi complimenta Sistiana in modo formale, essendo davanti alle altre.
-”Spero che riuscirete a rendermi in ugual modo anche quella sera”- sogghigno, apprezzando la mia immagine riflessa nello specchio.
Scendo al piano inferiore e mi dirigo verso la sala da ballo, un po’ impacciata a causa della gonna enorme che mi impedisce di muovermi come vorrei.
Madame Paulette mi accoglie entusiasta con la sua capigliatura fissata con troppa lacca e mi dice:
-”Princesse, siete sublime!”- agita le mani in segno di approvazione.
Faccio un piccolo inchino, per ringraziarla, e aspetto che mi porga la mano per iniziare le danze.
-”Oh no, vi serve un vero chevalier!”- mi bacchetta con il suo accento francese.
Aggrotto la fronte, non capendo cosa intenda dire. Ci sarà il mio futuro fidanzato a provare il ballo insieme a me? Non è una cattiva idea, così comincio ad abituarmi dato che dovrò farlo davanti ad una miriade di persone che guarderanno solo noi, spettegolando sul nostro aspetto e giudicando la sintonia che dovremmo avere.
Mi giro verso l’ingresso e ad entrare, invece, è Killian. Ha uno sguardo serio, seducente e sicuro di sé: si scosta i riccioli e si sistema il colletto dello smoking che gli sta a pennello. Non l’ho mai visto abbigliato in questo modo; non nascondo che sia molto affascinante, vederlo così mi da un’impressione di solennità e regalità che non avrei mai associato a lui.
Sono confusa come non mai e il mio cuore comincia a battere animatamente, colto di sorpresa e stuzzicato dalla vista del ragazzo. Istintivamente mi porto i capelli davanti perché i suoi occhi puntati su di me mi intimidiscono. Perché lui è qui?
-”Si è offerto gentilmente di danzare con voi, così sarà plus facile, non trovate?”- annuisce, come se stesse rispondendo al posto mio.
È stato lui a proporlo? Quasi non mi stupisce: sono certa voglia mettermi in imbarazzo e in difficoltà sapendo che mi sto per fidanzare ufficialmente. Che crudeltà! Ma come si permette?! Fa tutto parte del suo stupido gioco. E io che pensavo fosse più semplice ormai approcciarsi con lui.
-”E’ proprio necessario?”- non mi preoccupo di fingere il mio disappunto.
Solo adesso accenna un sorriso sghembo, consapevole del mio fastidio e ciò lo rende ancora più interessato a sfidarmi.
-”Certo, principessa, così potete esercitarvi al meglio con un vero uomo!”- Killian fa una leggera riverenza, senza smettere di ghignare.
La maestra si affretta ad accendere lo stereo, dato che l’orchestra ci sarà direttamente quella sera, e comincia una melodia lenta, soave ed emozionante; adatta per due innamorati, appunto. Peccato che io debba provarla insieme a lui, cosa che rende l’esibizione poco credibile.
Mi porge la mano e, tentennando, l’afferro: mi attira a sé energicamente, mantenendomi in modo avido dai fianchi e senza distogliere lo sguardo dai miei occhi. Mi inonda del suo profumo speziato e del calore causato dalla pressione della sua stretta. La sinistra la tengo sulla sua spalla e la destra è unita alla sua mano, proprio come un vero ballo cerimoniale. Sono agitata e temo di potergli pestare i piedi perché la mia concentrazione è riposta sul suo viso; è bello da mozzare il fiato, con i suoi lineamenti spigolosi e la mascella evidenziata dalla barba poco accennata, le labbra che ahimé ho imparato a conoscere, sono dischiuse e gonfie, decorate dalla cicatrice sulla parte inferiore. Chissà come se l’è procurata.
-”Non sapevo ballassi”- gli dico, smettendo di osservarlo.
-”A dirla tutta, sono poche le cose che non so fare”-
Mi fa fare una giravolta per poi riportarmi subito di fronte a lui, sorprendendomi della normalità con cui riesce a farlo. Si avvicina alla mia spalla destra per sussurrarmi qualcosa all’orecchio.
-”Sei incantevole”- graffia le parole con voce roca.
Sono certa di avere le guance in fiamme oltre che lo stomaco in subbuglio; il cuore ferito dalle parole che mi ha rivolto in precedenza quasi vorrebbe urlargli che va tutto bene, che non è successo niente.
-”Ti ringrazio”- mi sforzo a rispondere, con un filo di voce.
Mi gira la testa e non credo sia perché stiamo danzando. È solo un complimento, ma detto da lui è diverso, soprattutto perché sembra pensarlo davvero. So in cuor mio che è un altro giochetto della sua mente perversa, quindi mi limiterò a reagire interiormente.
-”Anche se metti in mostra troppe cose, secondo me”-
Indica con il mento la mia scollatura e non posso far altro che distogliere lo sguardo da lui e costringermi a non imbarazzarmi. Pensa a rispondere a tono, dai Ariadna!
-”Al mio futuro sposo sarà concesso di guardarmi quanto gli pare”- pronuncio, stizzita.
Oh cielo, sembra proprio che io gli abbia detto che l’uomo ha tutto il diritto di osservare la sua donna e che lei non possa fare altro che compiacerlo. Idiota! Ma come mi è venuto in mente?
-”E quindi ti stai per fidanzare”- afferma, senza smettere di ondeggiare a ritmo della canzone.
Sono sollevata che Killian non abbia infierito su ciò che ho detto ma ha comunque toccato un tasto dolente.
-”C’è da chiederlo? Era risaputo, adesso è solo ufficiale”- chiudo gli occhi per scacciare via i pensieri che riaffiorano.
-”Non pensavo lo facessi davvero”-
Torna a guardarmi in faccia, sostituendo quel sorrisetto con un’espressione seria e frastornata. Non sopporto i suoi repentini cambi di umore!
-”Da un lato nemmeno io, ma alla fine eccoci qui”- vorrei alzare le spalle, se non fossi totalmente alla mercé del mio compagno di ballo.
Lo vedo turbato da questo, come se effettivamente averlo saputo lo avesse destabilizzato più di quanto avrebbe dovuto. Forse è solo un’impressione, ma leggo questo nelle sue pagliuzze dorate che galleggiano nel mare smeraldo.
-”Sei ancora in tempo”- si lascia sfuggire.
Non capisco dove voglia andare a parare. Vuole farmi sorgere dei dubbi, come se già io non ne avessi abbastanza?
-”Per fare che cosa?”- gli chiedo, con voce un po’ alterata.
Mi guarda bene prima di rispondere, come a voler imprimere il mio viso nei suoi ricordi e lasciarlo proprio com’è adesso, prima del mio fidanzamento.
-”In tempo per scegliere diversamente”- abbassa lo sguardo e mi avvicina di più al suo corpo, quasi per impedirmi di fuggire via.
-”Ah sì? E cosa dovrei scegliere, sentiamo!?”-
Mi sto infuriando adesso! Per quale motivo mi sta dicendo tutto questo? Se lo pensa sul serio, doveva dirmelo prima. E comunque non l’ho mai avuta davvero la possibilità di decidere il mio futuro. La cosa peggiore è che ciò lo dice per sé stesso e non per la mia felicità. È talmente egoista!
-”Andiamo Ariadna, io lo so su chi concentri i tuoi veri sentimenti. Avresti dovuto crederci di più”-
Lo dice come se avessi anche solo potuto crederci! Chi si crede di essere per dirmi con certezza che voglio lui e che avrei dovuto provarci? Tra l’altro l’ho anche fatto e se ricordo bene è stato proprio Killian a mandarmi a quel paese. Incoerente gradasso! Sto per scoppiare dalla rabbia, ha scelto un pessimo momento per dirmi queste idiozie. Avrà studiato anche questo!
-”Lo sai tu? Killian, tu non sai proprio niente di me e di quello che voglio! Dici che sono ancora in tempo per prendere una strada diversa? Beh, tu ormai hai perso il tuo momento”-
Getto fuori tutto quello che penso, l’ira che ho dovuto placare in queste settimane e finalmente mi sento meglio!
Lui è colto alla sprovvista, non si aspettava una reazione del genere da parte mia ma sono sicura che pensasse fossi corsa da lui non appena pronunciate tali parole. Si è sbagliato di grosso! L’ho promesso a me stessa: non gli permetterò più di muovere i fili del mio cuore.
-”Perché vi siete fermati! Allez, danzate!”- interviene la maestra, richiamandoci.
Riprendiamo il ballo, interrotto a causa della mia indignazione, anche se ho il mento rivolto all’insù in modo da non degnargli uno sguardo.
-”Hai ragione, magari avrei dovuto parlartene prima ma…non riesco a sopportare che tu sarai di qualcun altro”-
Ha il volto corrucciato e preso dalle varie emozioni, lo descriverei sconvolto e impotente. Ha capito che ormai mi ha persa.
Da una parte il mio cuore batte all’impazzata perché mi ha detto chiaramente che vuole che io sia sua, l’ha ammesso per la prima volta, dandomi anche ragione; ma mi fa pensare lo stesso che sia da egoisti dirmi tutto ciò, solo per usarmi a suo piacimento. Se davvero mi avesse voluta, avrebbe dovuto dimostrarmelo a tutti i costi. Così è palese che riguardi il suo orgoglio, il fatto di avere il controllo sul mio cuore come se fosse un premio da vincere.
-”Sei stato tu a dirmi che tra di noi non ci fosse niente. Adesso che mi sto per fidanzare non puoi pretendere all’improvviso che io mandi tutto all’aria per te: non hai fatto altro che respingermi e farmi sentire indesiderata, una povera illusa che ha immaginato tutto”-
Punto di nuovo gli occhi sui suoi per decifrare le sue reazioni: lo vedo in difficoltà, umiliato dalle mie parole e percepisco in lui della collera perché mi stringe più forte la mano e si avvicina al mio viso con prepotenza.
-”Lo sai perché l’ho fatto!”-
Ha il fuoco dentro e se fossimo stati da soli, sono certa che me lo avrebbe mostrato. Vorrebbe urlare, si sforza di mantenere il volume della voce basso nonostante sia marcato da disappunto.
-”Sì, lo so. Ti è mancato il coraggio e l’interesse per considerare anche solo la possibilità che potesse funzionare”-
Mi sento forte adesso, ormai le sue parole non possono più scalfirmi ulteriormente. Killian non mi permette di vederlo ferito, si trattiene e si morde le labbra con fare nervoso, forse per sopprimere i suoi istinti. Mi fa fare una giravolta e un casqué delicato, in cui mi accarezza la schiena con fare possessivo e mi guarda profondamente, con una certa disperazione nascosta.
-”Cosa provi per me?”- mi domanda, prima di farmi rialzare e condurmi a pochi centimetri dalle sue labbra.
-”E’ troppo tardi per rispondere”- gli sussurro.
Mi avvinghio alla sua spalla, lasciando cadere solo una timida lacrima che non ha potuto contenersi a differenza dei singhiozzi che sono stati schiaccianti in fondo al cuore, così come quel briciolo di speranza che avevo.
-”E’ stato perfetto! Mi avete stupita, compliments!”- batte le mani Madame Paulette, una volta che la canzone è terminata.
Rimaniamo così, abbracciati e rassegnati.
È troppo tardi.


 
***


-”Sono lieto di annunciarvi la principessa Ariadna e il suo futuro sposo, il duca Christopher De Vrie”-
Seguono applausi e approvazione da parte di tutti gli invitati che ci aspettano al di sotto delle scale da cui stiamo scendendo. Mi tiene delicatamente la mano per aiutarmi, mentre gli occhi di ogni singola persona sono puntati su di noi. Riesco a cogliere sorpresa, euforia, pettegolezzi qua e là poco educati che si scambiano le dame all’orecchio. I miei amici sono in prima fila, contenti come non mai: non li ho visti dopo la mia scelta quindi non sanno le riflessioni che mi hanno fatto girare la testa durante questi giorni. Non ho nemmeno potuto chiarire con Morgan dopo l’ultima discussione e non credo che questa sera ne avremo il tempo. Lui indossa uno smoking molto elegante, così come lo è Nevena con il suo abito rosso fuoco che riprende il colore dei suoi ricci.
Accanto a me, Christopher è abbastanza a suo agio, come mi ha confidato poco prima di uscire allo scoperto. Era un po’ nervoso, ma non appena mi ha condotto per le scale, l’ho visto brillare di gioia, grato dell’attenzione che sta ricevendo; è proprio nato per essere al centro degli sguardi. Ovviamente non poteva non essere perfetto nel suo completo grigio scuro; i capelli biondi sistemati senza tralasciare nemmeno un ciuffo; barba accorciata ma che non nasconde la sua virilità e il profumo di marca, il quale potrebbe essere associato all’ambrosia. Mi sento bene al suo fianco, devo ammetterlo, e contagiata da tutti gli altri sto anche io sorridendo come un’ebete.
Ho ricevuto i complimenti e gli auguri da ogni nobile presente nella sala da ballo, dal più stretto amico di famiglia a quello mai visto nell’arco di vent’anni.
I collaboratori hanno sistemato bene lo spazio circostante, anche grazie ai miei suggerimenti e della Regina Clarissa. Tutto rosa: i fiori di ciliegio sparsi per la sala in modo da riprendere il mio vestito, le tovaglie ricamate, le pietre preziose, le bevande, la mia corona e quella dei miei genitori. Stanno in disparte, parlando con i duchi Edmond ed Elara De Vrie. Immagino che l’argomento sia il nostro matrimonio e chissà…magari anche il pericolo che incombe su Tahon dato che adesso sono coinvolti. Al momento, però, li vedo sorridere e chiacchierare allegramente.
-”La parte più complicata l’abbiamo superata”- mi sussurra Christopher.
Ne dubito fortemente ma forse è meglio non pensare a quello che succederà stasera, se non voglio sentirmi male a serata iniziata.
-”Stai molto bene”- gli dico, poiché prima non ne ho avuto l’occasione.
-”Sono contento di ciò. Inutile dirti nuovamente quanto tu sia splendida”- mi carezza la guancia con tenerezza.
Le mie collaboratrici mi hanno preparato come per la prova del ballo, in maniera impeccabile e nei minimi dettagli. Anche loro sono presenti, così come i miei insegnanti e di conseguenza…Killian.
Lo noto solo adesso, in un angolo distante da dove mi trovo io: mi osserva con le braccia conserte, con un’espressione ferma e distaccata che mi fa rabbrividire.
Raggiungo i miei migliori amici per distrarmi un po’ dalla situazione soffocante che sto vivendo.
-”Come ci si sente a non essere più nel mercato?”- domanda Nevena, ammiccando.
-”Non come credevo in effetti”- sospiro.
-”Ti stai fidanzando con il ragazzo più desiderato del regno, dovresti essere al settimo cielo”- interviene Morgan.
Tutti mi dicono come dovrei reagire, come dovrei sentirmi, ma perché non provo l’emozione incredibile che si aspettano da me? Sì, sto tremando e sono più agitata che mai ma…non per i motivi giusti.
-”Ti piace Chris?”- insiste la mia amica.
-”Sì, questo certo”-
E’ vero, mi sento attratta da lui e intrigata dal suo carattere e atteggiamento, ha delle qualità fantastiche che non mi lasciano indifferente.
-”Ma?”- continua il ragazzo.
-”Ecco, c’è il ma. Manca qualcosa, questo è il punto”-
Ma cosa, per l’esattezza? Ha praticamente tutto ciò che una principessa può desiderare!
-”Lo scoprirai con il tempo, non puoi pretendere di conoscerlo appieno dopo appena due mesi in cui l’hai visto solo in determinate occasioni”-
Beh, Nev non ha tutti i torti. Come posso prevedere i sentimenti nei suoi confronti prima ancora che sia effettivamente mio marito?
Abbraccio i miei amici, più per supporto morale che per ringraziamento ma hanno saputo tranquillizzarmi abbastanza da poter respirare di nuovo.
Mi ricongiungo con il duca in modo da iniziare le danze con il ballo degli innamorati, sapendo che tipo di movimenti devo fare. Il pensiero di averlo provato con Killian mi destabilizza non poco.
Christopher mi prende la mano destra e con l’altra mi stringe dalla vita. Ha uno sguardo intenso e suadente mentre mi conduce a ritmo della canzone, che questa volta è suonata dall’orchestra reale. I violini, il sax e il pianoforte sono sovrani e pian piano la musica riporta a galla i pensieri e le sensazioni che ho tentato di soffocare dentro di me. Non posso evitare di pensare ai suoi occhi verd…blu, il duca li ha blu; la sua presa possessiva e disperata che…no, in verità è fragile e romantica; è talmente vicino che posso notare la sua cicatr…posso notare che il suo viso è privo di imperfezioni; ha un odore così personale…no, lo sto confondendo, perché il mio cavaliere ha un profumo conosciuto; mi fa fare una giravolta e di prepotenza…no, con delicatezza mi riavvicina a sé; è agitato in viso, si tortura le labbra e…sorride perché è tranquillo, non nervoso.
Killian mi guarda da lontano ed è come se mi stesse urlando di smetterla, di venire a danzare con lui, di cambiare idea prima che sia…
Non riesce ad accettare il fatto che mi abbia persa…no, non è vero: Christopher De Vrie, prima che la canzone possa terminare, si scosta leggermente da me; si illumina in viso e mi bacia la mano, non la lascia nemmeno quando si inginocchia ed esce fuori una scatolina aperta che mostra un anello con un diamante squadrato.
-”Principessa Ariadna, vuoi sposarmi?”- pronuncia la fatidica frase, commosso.
Smetto di respirare, non sento i sospiri di meraviglia della gente attorno a noi e nemmeno la musica; fingo di ignorare le aspettative riposte dai sovrani e da tutti gli invitati; cerco di reprimere il senso di vuoto che solo ora mi accorgo come possa essere colmato. Percepisco solo il tremore che mi coglie impreparata, gli occhi arrossarsi e il mio cuore battere più forte di sempre, come se volesse protestare e rispondere al posto mio.
Getto un’occhiata in fondo, capendo il perché non possa innamorarmi di Christopher. Killian è poggiato al muro, con la testa rivolta verso l’alto e mi osserva rassegnato, con l’amarezza dipinta in volto. I nostri cuori stanno gridando a vicenda, dicono di non farlo, di tornare a tre giorni prima, a quando mi ha chiesto cosa provo per lui.
Ciò che mi strugge nella maniera più assoluta è lo spegnersi del luccichio dei suoi occhi, sempre stati illuminati dalla speranza che non fosse…
-”E’ troppo tardi per rispondere”-
-”Forse mi sono innamorata di te”-
-”Sì” sussurro, provocando i festeggiamenti degli ospiti e la rottura di due cuori.
È troppo tardi.
   
 
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