Crossover
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Autore: evil 65    12/04/2020    10 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona Pasqua! E finalmente un nuovo capitolo per questa storia. Procediamo lentamente, ma almeno procediamo.
I prossimi aggiornamenti arriveranno prima, grazie alla quarantena abbiamo modo di lavorare più in fretta.
Ora bando ai convenevoli e vi auguro una buona lettura!

 

Capitolo 23 - Vita e morte


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Si dice che l'Yggdrasil nacque dal nulla, un seme piantato nell'immensità del vuoto da cui il Creato venne alla luce. Un albero fatto di pura luce stellare, i cui rami e radici sorreggono l'intera realtà di quell'infinita esistenza che supera il tempo e lo spazio. Infiniti rami, con infinite realtà, tutte così diverse ma allo stesso tempo abilmente intrecciate tra di loro. 
Ed è proprio su uno di questi rami che veniva sorretta Asgard, dimora dorata degli orgogliosi dei Aesir, le cui fondamenta furono gettate da Borr e suo figlio Odino. Le alte mura, edificate dagli jötnar nei tempi antichi, si ergevano dalle nuvole come una città delle fiabe. L'ampio portone, da cui scaturiva il Ponte dell'Arcobaleno, dava sull'immensa città e... sul Palazzo.
Il Válaskjálf, il palazzo di Odino, alto e splendente come il suo stesso sovrano. Simbolo di fulgore, forza e saggezza del Padre di Tutti… ora usurpato dal suo figliastro, il dio delle malefatte Loki. Egli, con un astuto inganno, aveva portato i Decepticon dentro le mura di Asgard durante il Sonno di Odino e ucciso il padre degli dei senza pietà.
Ed ecco, infondo al grande corridoio di solida pietra, circondato da colonne, Loki Laufeyson, reggente di Asgard, ammantato della porpora reale che sedeva sul grande Hlidskjálf, il trono dei re.
Egli se ne stava nella quiete e nel silenzio del palazzo, meditando sulle varie situazioni che avevano attirato la sua attenzione. Da 30 anni, ormai, il suo odiato fratellastro aveva mosso guerra alla sua Asgard e al Maestro unendosi alla ribellione del Dottore. Non era mai stato un vero problema per il dio degli inganni, ma qualcosa lo aveva scosso. Le fila del Dottore si erano rinvigorite, adesso possedevano più uomini di prima, e in aggiunta un soleano e un esper di livello 5 il cui potere era stato capace di tenere testa allo stesso Darth Vader.
Nella sua mente, come una serpe strisciante, cominciò a farsi strada l’idea che Thor avrebbe potuto spodestarlo. A causa di ciò aveva perso il sonno, e aveva posticipato tutte le convenzioni politiche e le udienze a cui soleva partecipare.
Spesso neanche mangiava o beveva, seppur non mancava di nutrirsi regolarmente delle mele di Idunn, indispensabili per il sostentamento di un dio Ase. La sua meditazione era tale che neanche si accorse di un suo commilitone che lo stava interpellando.
<< Mio signore! >>
Quell’esclamazione lo destò dai suoi pensieri, e porse lo sguardo sul suo interlocutore, aggrottando le sopracciglia e affilando lo sguardo.
<< Come osi interrompere i pensieri del tuo sovrano, soldato? Dovrei farti frustare per questa mancanza di rispetto. >>
Spaventato, l’einherjar, abbassò ancora di più il capo in segno di sottomissione e rispetto. << Vi chiedo perdono, mio signore, non era mia intenzione. Sono giunto da voi per riferirvi che il Maestro è venuto per voi. Dice di avere un ricco bottino per il ricco signore di Asgard. >>
Gli occhi di Loki parvero allargarsi, anche se in maniera impercettibile. Riprese la sua tipica compostezza e si alzò dal trono afferrando la leggendaria Gungnir, la lancia infallibile di Odino.
<< Sei perdonato. Ora congedati, sarò io ad andare personalmente dal Maestro. Ah, e un’altra cosa… di' a Skurge l’Esecutore di affilare la sua ascia e preparare tutte le armi che può raccogliere. Da adesso in avanti sarà il custode del Bifrost. >>
<< Ma, mio signore, sono trent’anni che il Bifrost non ha più un custode, da quando è morto Heimdall il Bianco. >>
<< E allora? >> chiese il dio sollevando appena il sopracciglio.
<< Il nostro grande regno ha prosperato per trent’anni in pace. Grazie alle nostre solide alleanze con il Maestro, il regno di Gongmen e di Vorkye. Non abbiamo più visto nemici di alcun genere. >>
<< Basta! >> tuonò Loki, facendo ammutolire il guerriero, che subito abbassò nuovamente il capo << Loki non deve di certo rendere conto delle sue azioni a un bifolco come te. Taci, uomo d’arme, alzati e fai come il tuo re comanda. O preferisci finire nell’Arena per insubordinazione? >>
<< No, mio signore, eseguo subito! >>
E, detto questo, si allontanò repentino, per non incorrere nelle ire del suo padrone.
Loki schioccò la lingua e, con un gesto fulmineo, si diresse a grandi passi verso il portone dorato del palazzo, 
facendo ondulare il manto purpureo nel vento. Ma non fu più necessario che egli si muovesse ancora, perché le porte si aprirono con un sonoro tonfo, facendo intravedere nella luce la figura di un uomo ben vestito, con al seguito due donne inginocchiate.
<< Boom baby! >> esclamò il Maestro, allargando ambe le braccia con fare teatrale.
Il sovrano emise un sospiro trattenuto e indietreggiò per tornare a sedersi sul trono.
<< Che c’è, Loki? Non fare quella faccia burbera, dopotutto ti ho risparmiato la seccatura di dover muovere le tue regali chiappe. >>
<< La tua irriverenza mi sconcerta ogni volta, Signore del Tempo. Ho impegni urgenti da portare a termine, non ho voglia di… >>
<< Sì, sì, amministrazione di un regno e blablabla. Cosa pensi, che non lo sappia? Governare un multiverso è come governare un regno! Certo… con l’unica differenza  che il mio è, be'… leggermente più grande, oserei dire. Ma giusto leggermente. Volevo dirti che stai facendo un gran bel lavoro col trono che io ti ho regalato… >> Lo fissò con occhi più seri, senza però perdere il suo sorriso apparentemente intramontabile << Già, che IO ti ho regalato. Dico bene? >>
Seduto sul trono, il dio strinse i pugni, senza però cedere alla collera. Non era saggio indispettire il Maestro, specie su questioni su cui aveva ragione.
<< Vieni al punto… >>
<< Il punto è che… visto il tuo eccellente lavoro, ho deciso di premiarti a impiegato del mese portandoti questi due bei trofei da sfoggiare nell’arena >> disse il Maestro con tono affabile.
Si scostò, lasciando che Loki mirasse le figure martoriate di Auth e Marie, costrette in ginocchio davanti a lui come cagne addomesticate.
<< Loro nell’Arena? È uno scherzo? >>
<< Niente affatto, mio burbero amico, sono più forti di quanto pensi. Qui abbiamo… una ex entità concettuale, una specie di Tribunale Vivente politicamente corretto, mentre qui abbiamo una Edward Cullen tutta al femminile! Un’autentica vampira, ed è da parecchio che non se ne vedono in giro. >>
Laufeyson si alzò dal trono, mento in alto e spalle dritte, e si avvicinò ad entrambe. Si accovacciò, afferrò il mento di Marie e lo sollevò per costringerla a guardarlo. Stava studiando il suo nuovo acquisto, finché la donna non gli ringhiò contro, mostrando i lunghi canini.
Loki scostò la mano dal suo mento e la colpì con un violento schiaffo, tanto forte da farla cadere. << Schifosa creatura, come osi ringhiare addosso a me? >>
Auth, a quella manifestazione di violenza, era pronta a scattare, ma il Maestro la trattenne con una mano e con lo sguardo le intimò di non alzare un dito, pena un destino peggiore della morte.
Il reggente sputò a terra, verso le due prigioniere, poi alzò lo sguardo sul Signore del Tempo.
<< Accetto questo tuo dono, farò in modo che vengano subito portate nelle loro celle. Guardie! >> gridò ad alta voce.
Nella frazione di pochi secondi, accorsero due soldati. << Portate queste due donne nelle prigioni dell’Arena. Date loro anche qualcosa da mangiare e da bere, pane e acqua saranno sufficienti. Devono essere in forze per lottare contro i gladiatori, non vorremmo che il popolo venga costretto ad assistere a due cadaveri ambulanti, dico bene? Muovetevi. >>
I sottoposti fecero quanto comandato, allontanando la loro presenza dalla sala del trono. Loki fece per congedarsi dal Maestro, finché…
<< Ah, Loki, permetti una parola? >>
<< Le mie scuse, ma devo occuparmi del Bifrost. Ho nominato un nuovo guardiano e devo assicurarmi che sia tutto in ordine. >>
<< Ah, divertente, perché vedi… la mia non era una richiesta. >>
Il tono del Maestro si fece improvvisamente cupo. In esso c’era qualcosa di diverso. Qualcosa di più… agghiacciante.
Laufeyson deglutì appena e si sedette sul trono, non lasciando trasparire il minimo segno di nervosismo.
<< Mi fa piacere che tu prenda seriamente il lavoro, ti stai dimostrando un sovrano dal giudizio impeccabile. Capisci? Il re di Asgard… e non più il dio dei traditori. >>
<< Che intendi? Non ti seguo. >>
Il Maestro si picchiettò un dito sul mento, mentre si avvicinava al suo interlocutore.
<< Mio caro Laufeyson, ci sono determinate categorie di persone nell’universo che… come dire… osano. Che mangiano, si ingozzano e continuano a mangiare anche quando sono pieni. I mortali, come li chiami tu, hanno coniato uno specifico termine per quelle persone: gli Hassa. Lo sai cos’è un Hassa, Loki? È un porco. Uno che non riga dritto. Uno che vuole tutto, potere, rispetto, uno come lo eri tu vent’anni fa. Ebbene, sai cosa succede ai porci che si ingozzano troppo? >> chiese il Signore del Tempo, i cui occhi trasudavano pura cattiveria, tanto che perfino il dio degli inganni si sentì terribilmente piccolo dinnanzi alle sue parole.
<< Ho compreso… >>
<< Sarà meglio. Ora ti lascio ai tuoi pensieri, dopotutto anche io ho molte cose da fare... oh, e prima che mi dimentichi... ricorda bene questo discorso e cerca di riferirlo anche al Governatore Shen da parte mia, me lo fai questo favore? Molte grazie. Buona fortuna con quelle scalmanate! >>
E, detto questo, il Signore del Tempo sparì come un eco nel vento e Loki rimase di nuovo da solo, perso nei suoi pensieri. E un brivido molto umano scosse il suo essere.
 
                                                                                                                                    * * *
 

Remnant (Pianeta sotto controllo Imperiale) - Dreamland

La pista d'atterraggio del palazzo reale di Dreamland era operativa. Due figure, di cui una molto massiccia e l'altra ben più esile e vestita di bianco, aspettavano l'arrivo annunciato poche ore fa dai loro cari su una navetta rubata.
<< Sei sicura di volerlo fare, Summer? >> domandò King all'amica << Potrei pensarci io. Sai che sono abituato a trattare certe questioni. >>
Il sovrano di Dreamland era sopravvissuto ad anni di convivenza con quelle svitate di Beatrice e Luna, ad elezioni cui si era iscritto da ubriaco appena finita la scuola, ritrovandosi a capo di un paese in crisi economica… per poi scoprire che l'intero universo in cui viveva era la creazione di un pazzo psicopatico.
Ma sapeva non esistesse nulla di più difficile del riferire ai familiari dei compagni caduti della perdita. Ecco perché non voleva lasciare unicamente a Summer quel compito.
<< No, è mia figlia. Ed io ero lì, avrei dovuto impedirlo >> affermò la Cacciatrice, risoluta.
Aveva passato metà della nottata bevendo e il resto a piangere… ma ora doveva essere lì per sua figlia e prendersi le sue responsabilità.
<< Non è stata colpa tua, Shen vi ha condotto in una trappola. Se avessi organizzato meglio la missione ora non saremmo qui a preoccuparci >> concluse il sovrano, mentre lentamente iniziava ad intravedere un punto nero all’orizzonte che andò man mano ad ingrandirsi, rivelandosi un'aeronave.
Pilotato da Neo, il mezzo atterrò di fronte ai due Cacciatori, aprendo il portellone: il team RWBY e il team JEKP ne uscirono fuori, ancora insonnoliti per il modo in cui avevano passato la notte e visibilmente scossi dall'ultimo scontro. Perfettamente comprensibile, dal momento che non avevano mai affrontato un nemico di quel calibro.
Dedede si avvicinò loro, ostentando un sorriso cordiale.
<< Benvenuti, ragazzi. Per coloro che non mi conoscono, sono King Dedede, l'attuale capo di stato di Dreamland e vice leader della Resistenza. Riguardo voi ragazze, non ho parole per scusarmi di avervi coinvolto in questa spiacevole situazione. In ultimo, vorrei fare le mie congratulazioni a ciascuno di voi per essere sopravvissuti a una delle favorite del Maestro. >>
<< ZIO! >> gridò Kirby correndo incontro al re di Dreamland per abbracciarlo, lieto di rivederlo dopo quasi due anni dalla sua ultima visita a casa.
<< Kirby, quanto sei cresciuto! Fatti vedere >> lo accolse il fauno pinguino, ricambiando l'abbraccio e carezzandogli la testa rosata, lieto di rivedere il figlioccio che ne aveva passate tante.
<< È un piacere vederla, mister D >> lo salutò Emil, battendo il pugno al fauno pinguino, il quale a sorpresa ricambiò con un sorriso accondiscendente.
<< Quello che avete fatto è stato niente meno che impressionate. Otto Cacciatori in allenamento, per quanto talentuosi, che sopravvivono alla donna più potente dell'universo. >>
<< Mr. Dedede, è un piacere vederla >> intervenne Blake, scendendo dal velivolo con un sospiro sollevato.
Suo malgrado, si sentiva a pezzi dopo aver dormito nell'aereo: era troppo abituata a dormire in un letto, il che era alquanto dannoso, dal momento che una Cacciatrice avrebbe dovuto essere addestrata anche a trascorrere mesi nelle regioni selvagge.
Dedede annuì in segno di saluto, riconoscendo all’istante la figlia di uno dei suoi più fidati sostenitori, Ghira Belladonna. << È un piacere anche per me, Blake. Appena una persona avrà finito di parlare con voi, vi condurrò nei vostri alloggi. >>
Ruby fu l'ultima a uscire, stiracchiandosi fino a sentire tutte le ossa scricchiolare. Non riusciva ancora a credere di aver avuto uno scontro del genere con Salem. Il rapporto con la nonna era sempre stato estremamente complicato, tra momenti di enorme affetto e altri in cui era estremamente rigida sui suoi futuri doveri, ma mai avrebbe immaginato che si sarebbe spinta fino a quel punto.
Di certo non si aspettava di vedere Summer Rose sulla pista di atterraggio assieme al re di Dreamland.
<< Mamma, che ci fai qui!? >> domandò la mietitrice, completamente colta di sorpresa.
Il viso di Summer s'incupì sempre di più, ma poi si costrinse a prendere un respiro profondo.
<< Sono un membro della Resistenza, Ruby. >>
La ragazza si sarebbe aspettata di tutto, meno che quella risposta. Si bloccò sul posto, mentre il suo cervello cercava di elaborare una simile informazione. Yang, al contrario, non ebbe alcun problema a manifestare la sua sorpresa in maniera decisamente più vocale.
<< C-Che cosa?!>> gridò, il volto adornato da un’espressione incredula << E quando sarebbe successo? I miei lo sanno?!>>
<< Sì, Yang. Ne sono perfettamente al corrente >> le rispose Summer, sospirando stancamente.
La bionda si passò una mano tra i capelli, cercando ancora una volta di processare quanto aveva sentito. La sua vita stava diventando sempre più incasinata. Senza Resistenza, a quest'ora sarebbe stata ancora a Beacon, preparandosi per il torneo del Vytal Festival.
Dal canto suo, Ruby stava fissando intensamente la genitrice, in cerca di risposte. Summer prese un respiro profondo.
<< Il Dottore venne da noi circa cinque anni fa, dopo la morte di Metal Knight. Sbloccò i ricordi della nostra vita precedente, rendendoci consapevoli di quale diabolica illusione il Maestro aveva lanciato sulle nostre vite >> spiegò sua madre << E soprattutto... ci fece capire cosa ti sarebbe successo, una volta riconosciuta come erede al trono di Renmant. Ti avrebbe manipolata a suo piacimento, Ruby… ti avrebbe costretta ad seguire il loro volere, a diventare un suo burattino. >>
La ragazza ripensò a quanto aveva sentito la sera precedente dalla nonna. Salem era la più grande guerriera di Remnant, Ruby era cresciuta pensando che niente potesse farle paura. Ma quando parlava del Maestro… tutto in lei sembrava esprime sincero terrore, per se stessa e per lei.
La bambina deglutì a fatica. E fu allora che l’assenza di una persona in particolare attirò la sua attenzione. Una che non lasciava quasi mai il fianco della madre.
<< Dov'è papà? >> domandò.
Un profondo silenzio calò nell'aeroporto. Un silenzio quasi tombale. Summer si torturò profondamente le mani, mentre Dedede cominciò a fissarla preoccupato.
<< Mamma, che cos'è successo? >> chiese ancora Ruby, innervosita dal silenzio.
Non era da sua madre tenere la bocca chiusa, era quel tipo di persona a cui piaceva parlare costantemente. Qualcosa doveva averla turbata, era più che evidente.
Gli stessi pensieri vennero presto condivisi da Yang. << Zia, mi stai spaventando. E già ho molta paura di mio! >>
<< Summer, posso dirglielo io >> insistette King, confermando a Ruby che qualcosa non andasse.
<< No, Dedede! >> Sua madre lanciò un’occhiataccia feroce al fauno pinguino, poi si voltò a guardarla negli occhi << Eravamo in missione. Un membro della Resistenza, vitale per la prossima parte dei nostri piani, era tenuto prigioniero a Gongmen. Io e Qrow siamo stati incaricati di liberarlo. >>
Ruby sentì la gola farsi sempre più secca ad ogni parola del genitore. Una sensazione di sgradevole anticipazione cominciò a farsi strada nel suo stomaco.
<< Siamo caduti in una trappola… e tuo padre si è sacrificato per permetterci di scappare. >>
Un silenzio inesorabile sembrò calare al di sopra dell’aeroporto. Il team JEKP, seguito da Blake e Weiss, guardò con puro orrore le due compagne, completamente immobili di fronte a Summer e Dedede.
Ruby e Yang si videro passare davanti agli occhi i tanti momenti che avevano speso assieme a Qrow: i lunghi allenamenti, la progettazione delle loro armi e le prime cacce ai Grimm. Tutto finito... spazzato via nella frazione di pochi istanti.
Improvvisamente, le Aure di entrambe le ragazze esplosero in un misto di rosso e oro, trasformando il terreno su cui poggiavano in una ragnatela di crepe e spingendo pericolosamente indietro Summer e Dedede.
Ruby fissò la madre con una tale intensità che, per un attimo, si convinse che quello sguardo l’avrebbe perseguitata per le notti avvenire.
<< Tu menti! >> urlò con un tono di voce strozzato e il viso rigato di lacrime.
<< Ruby... >> guaì Summer, compiendo un piccolo passo in direzione della figlia << Mi dispiace tanto... volevo impedirglielo, dovevo impedirglielo, ma lui... >>
Ruby si portò le mani al volto, cercando di calmare il maelstrom d'energia che lei stessa aveva causato, cercando di calmare la collera che tentava di farsi strada dentro di lei come un fiume in piena... ma non era del tutto sicura di volerglielo impedire. << C-com'è successo?! >>
<< Te l'ho detto, dovevamo salvare un membro della Resistenza prigioniero nel castello di Gongmen… e Lord Shen ci ha chiusi in trappola... >>
<< Perché proprio voi? Non potevate mandare qualcun altro? Quel Thor, ad esempio! O chissà chi tra le decine di Cacciatori che lui… >> disse indicando King << ha al suo comando?! >>
<< Thor... lui ci ha aiutato a fuggire >> rispose Summer, con esitazione << Siamo Cacciatori, Ruby, siamo membri quanto lui, perfettamente in grado... nessuno... nessuno di noi poteva pensare che... >>
<< Non voglio più sentire niente! >> la interruppe la figlia, fissandola con rabbia << In meno di una settimana, mi sono ritrovata da normalissima studentessa a ricercata, e ora scopro che mio padre, colui che mi ha insegnato tutto quello che so sull'essere una Cacciatrice… è morto nell'operazione di un gruppo terroristico! >>
Summer abbassò lo sguardo a terra, con aria colpevole.
<< Mi dispiace, tesoro. Io… io so che è dura, ma tuo padre lo ha fatto per… >>
<< Piantala! >> esplose la giovane Cacciatrice tutto d’un fiato, gli occhi rossi dalla collera mentre la sua Aura esplose in una potente onda d'urto distruggendo il terreno << Sapete benissimo di non avere nessuna dannatissima scusa! Dateci un… un… un cazzo di motivo per cui non dovremmo scappare ora e contattare Salem per dirle dove ci troviamo! >>
<< Ruby! >> esclamò Summer, visibilmente scioccata dalle parole della figlia.
Anche il resto dei due team presero a fissare la giovano cacciatrice con fare scioccato. Non l’avevano mai vista imprecare in quel modo.
Alcune guardie che presiedevano la pista d’atterraggio avvicinarono pericolosamente le mani alle proprie armi, ma Dedede li fermò con un rapido sguardo.
Kirby non disse niente. Tuttavia, in cuor suo, tutta questa situazione aveva un’aria sgradevolmente familiare.
Lui e sua madre, la sera dell'attacco all’Accademia Nova, erano rimasti coinvolti in quel terribile evento. Dopo essere stati tratti in salvo dall’elicottero della scuola, avevano speso le ore successive con la speranza che Beatrice e suo padre tornassero sani e salvi.
E quando il Dottore andò da loro per portare la terribile notizia della loro morte, la prima cosa che fece Kirby fu dargli un pugno in faccia.
Dopo aver preso un paio di respiri calmanti, Ruby volse uno sguardo impassibile in direzione di Dedede. << Signore, potrebbe darci le chiavi della nostra stanza? Ho bisogno di dormire. >>
Il fauno pinguino annuì con riluttanza e fece come richiesto. Pochi secondi dopo, una guardia cominciò ad accompagnarla verso il dormitorio che le era stato assegnato, rapidamente seguita dal resto della squadra.
 
                                                                                                                                            * * * 
 
La situazione alla base della Resistenza era estremamente fredda, se non addirittura glaciale.
Ruby, come se la scenata di quella mattina non fosse stata prova sufficiente del suo stato d’animo, aveva preso la notizia come un treno in corsa e si era chiusa nella camera assegnatale, non permettendo a nessuno se non alle proprie compagne di stare con lei.
Per ore, in quella camera si sentirono solamente dei pianti incontrollati, fino a pochi minuti prima accompagnati dal continuo bussare di Summer.
La fonte dei suddetti singhiozzi era ovviamente Ruby, stesa sul letto col volto rigato di lacrime. Yang la teneva sulle sue gambe, accarezzandole i capelli come quand'era bambina, mentre Blake le puliva occasionalmente il volto.
Il viso di entrambe non era ridotto molto meglio. Pur non conoscendo Qrow, Blake era abituata a vedere Ruby come quella piccola palla di allegria che correva per i corridoi di Beacon. Osservarla in un simile stato… era a dir poco straziante.
Weiss, d’altra parte, non aveva mai avuto molta esperienza con situazioni simili, non aveva la benché minima idea di come comportatsi. Attualmente, sentiva solo un'insopportabile senso di impotenza. Ruby, la ragazza più allegra che avesse mai conosciuta e che l'aveva condotta fin lì dopo un'infanzia di pura solitudine… ridotta ad una palla di lacrime e disperazione.
<< Ragazze, perdonatemi… ma devo uscire. Ho bisogno di un po' d'aria >> borbottò, alzandosi dal letto.
Le altre risposero con un semplice 'a dopo', non potendo certo biasimarla per voler stare lontana da quella situazione. Quando la Cacciatrice uscì dalla stanza, si ritrovò davanti la figura di Emil. Il moro non aveva un'espressione molto diversa dalla sua e teneva un sacchetto nella mano destra.
<< Come sta? Si è ripresa almeno un po'? >> chiese il giovane Cacciatore, ricevendo come risposta un'occhiataccia ad opera dell’amica.
Ancora una volta, non venne biasimata per ragioni di gran lunga più che valide.
<< Come credi che stia? Dire di merda sarebbe un eufemismo, ha appena saputo che suo padre è morto per colpa della Resistenza >> sbottò l'albina, incrociando ambe le braccia davanti al petto.
Il fauno deglutì a fatica.
<< Scusa, è stata una domanda stupida >> rispose Emil, abbassando lo sguardo con aria colpevole.
Weiss rilasciò un sospiro affranto.
<< Non posso nemmeno immaginare cosa stia passando. Diavolo, se mio padre tirasse le cuoia, dubito verserei una sola lacrima >> ammise la ragazza, senza vergogna.
Non era un mistero che la famiglia Schnee fosse un disastro fin dalla morte del suo fondatore e nonno della ragazza - Nicholas Schnee – dopo che suo padre Jaques aveva preso il controllo della compagnia e instaurato una politica di lavoro a dir poco tirannica e meschina, relegando la madre ad una semplice “moglie trofeo”. Era un miracolo come fossero riusciti a mantenere le apparenze almeno con l'alta società.
<< Non possiamo fare altro che darle tempo, e sperare che il piano del Dottore risolva tutto. Se recuperiamo il Tardis… sarà come se tutto questo non fosse successo >> provò a rassicurarla il fauno. Anche se forse stava cercando convincere più sé stesso che lei.
L'erede degli Schnee si portò una mano al volto, visibilmente irritata da un’affermazione tanto ingenua.
<< Ti prego, dimmi che non ti riferisci a quel cosiddetto piano sul “riscrivere letteralmente l'universo”. Emil, ti considero una persona intelligente e tutto sommato logica, cosa credi che succederebbe se funzionasse?! >> sbottò ad alta voce, pensando a tutte le ipotesi che le venivano in mente… nessuna delle quali così piacevole come il resto della Resistenza sembrava pensare.
<< Finora il Dottore non mi ha mai dato motivo di dubitare di lui, i suoi piani hanno - per quanto folli - hanno sempre avuto successo. Voglio ancora dargli fiducia >> ribadì Emil, il tono di voce ornato da una punta di determinazione.
Lo sguardo di Weiss fu indizio sufficiente che non ci credeva molto. Entrambi stettero in un imbarazzante silenzio per svariati secondi. Passato quel tempo, la Cacciatrice sospirò una seconda volta.
<< Vado ad allenarmi. Tu fa' pure quello che vuoi… ormai non m’interessa più >> borbottò l'albina, prima di dirigersi verso la palestra della base con la speranza di liberare un po’ di stress.
Per un attimo, Emil fu molto tentato raggiungerla. Per uno come lui, allenarsi era sempre stato l’unico vero mezzo di sfogo . Quando sentiva emozioni che non poteva controllare si allenava, quando incontrava un nemico più forte si allenava, quando aveva dubbi si allenava. Soprattutto ora che aveva involontariamente tradito un'amica nel peggiore dei modi.
La Resistenza, che la cosa gli piacesse o meno, aveva in parte causato la morte di Qrow. Solo il tempo avrebbe potuto dire come Ruby avrebbe reagito una volta accettata davvero la cosa.
Sentiva come se parte della colpa fosse sua… e probabilmente lo era. Aveva scelto lui di avvicinarsi a Ruby e alla sua squadra, consapevole del fatto che la sua associazione alla Resistenza avrebbe potuto metterle in pericolo.
“Togliamoci questo dente.”
Bussò alla porta della camera… e attese.
A riceverlo pochi secondi dopo fu una Yang decisamente infuriata. La sua espressione fu sufficiente a fargli capire che non sarebbe stata comprensiva quanto Weiss.
<< Che ci fai tu qui? >> domandò freddamente.
Il fauno alzò ambe le mani in segno di resa. << Yang, per favore, voglio solo parlare. Non solo con Ruby, ma con tutte voi. Per quello che serve almeno >> pregò, cercando di apparire il più sincero possibile, nella flebile speranza di venire accontentato.
<< Vuoi forse provare a giustificare quello che è successo a zio Qrow? No, grazie, ne abbiamo abbastanza di voi ipocriti. Paladini del popolo e della libertà un paio di palle >> sibilò la bionda, i cui occhi erano improvvisamente diventati rosso sangue. Un piccolo effetto collaterale della sua Semblance e indizio di quanto fosse veramente arrabbiata.
<< La crema al cioccolato di mia madre basta come merce di scambio per cinque minuti? >> chiese speranzoso il fauno, porgendole un sacchetto che teneva in mano.
La madre di Emil l'aveva spedita pochi giorni prima alla base, sapendo del suo arrivo imminente. In genere funzionava egregiamente come strumento di scambio, ma le fiamme dorate che apparvero attorno a Yang gli fecero subito capire che questo non sarebbe stato il caso.
<< Yang, fallo pure entrare! >> urlò la voce di Ruby, spaventosamente neutra al di là dei singhiozzi soffocati.
<< Ne sei proprio sicura, Ruby? >> domandò la bionda, stupita dall'ordine della cugina.
<< Sì, può entrare >> confermò la piccola mietitrice con voce atona.
Con un sospiro, Yang diede quindi un ultimo sguardo d'avvertimento al ragazzo, prima di farsi da parte. Emil deglutì una seconda volta ed entrò nella stanza.
<< Grazie, Ruby. Credimi, voglio solo parlare >> sospirò il fauno, pensando di aver riguadagnato almeno un minimo di fiducia. Convinzione che ebbe vita assai bene, non appena Ruby gli puntò un dito con fare rabbioso.
<< Non ringraziarmi ancora. Hai la minima idea di come mi senta? Ho appena scoperto che mio padre si è fatto ammazzare, e tutto per la vostra stupida missione! E ora vengo a scoprire che lui e mamma hanno lavorato per la Resistenza da anni >> ringhiò la Cacciatrice, più tagliente della sua falce.
Emil compì un passo all’indietro.
<< Credimi, lo capisco >> rispose dolcemente, ricevendo un'espressione sorpresa ad opera della mora << Kirby venne ad Atlas quando era ancora in lutto per la morte del padre. Attaccava briga a ogni occasione, sparava insulti di terz'ordine e faceva impazzire Luna. Ci ha messo mesi a riprendersi, e non l'ha fatto da solo. >>
<< Be', io non sono Kirby, ho già qualcuno con me a darmi supporto >> disse indicando Yang e Blake << Non sono sicura però di volerti aggiungere…>>
<< Ruby, so che quanto abbiamo fatto non ha scuse, ma… ti chiedo solo di dare a Summer una possibilità. Credi stia meglio di te? >> disse il fauno, prima di rendersi conto di ciò che aveva appena detto.
<< Grande capacità diplomatica, Emil >> commentò Blake, in un pessimo tentativo di fare humor.
<< Non che mi sarei aspettata molto da un tipo come te. Pensi solo ad allenarti e combattere >> sibilò Ruby, ridacchiando volutamente maligna << Forse avrei potuto dare a mia madre un’occasione… non fosse per il modo in cui mi hanno mentito spudoratamente negli ultimi cinque anni. >>
<< Ruby... neanche a me piace quello che ha fatto zia Summer, ma ce l'hanno nascosto per un motivo >> si intromise Yang, ripensando a tutte le volte in cui i suoi genitori si erano ben tenuti dal rivelarle la natura dei loro saccheggi.
Ruby rilasciò un sonoro sbuffo. << Già, proteggerci… quante volte l'ho sentito. Gli adulti lo fanno sempre, a quanto pare. Sono solo un mucchio di cazzate! >>
<< Ruby, stai esagerando >> aggiunse Blake, mentre le posava una mano sulla spalla.
Ruby le lanciò un’occhiataccia. << È affar nostro, Blake, stanne fuori! >>
<< No, è affare di tutto il team!>> ribatté la mora, rilucendo d'aura violetta, ma Ruby non fece marcia indietro e si limitò a fissare la compagna di squadra con un’espressione di pura collera.
La tensione all'interno della stanza era palpabile.
<< Ha ragione. Non puoi lasciare queste cose fuori dalla squadra >> disse una voce familiare alla porta.
Il gruppo si voltò di scatto, e i loro occhi si posarono sulla massiccia figura di James Heller, accompagnata da quella di Penny Polendina.
<< Ehm... posso entrare anch'io? >> chiese timidamente l’androide, ben conscia di quanto la situazione fosse delicata.
Yang roteò gli occhi. << Perfetto, ora  manca solo Kirby>> disse la bionda con tono sarcastico, e in effetti il rosato si affacciò subito dalla porta.
<< Sono in ritardo per la tiritera? >> domandò, suscitando uno sbuffo divertito ad opera del capo squadra.
La cosa sembrò irritare ulteriormente Yang. << Possiamo evitare di trasformare un momento di lutto in una commedia? >>
<< Giusto, non possiamo disonorare così la memoria di Qrow >> asserì Blake.
Ruby sbatté violentemente un piede contro il pavimento della camera. << Non nominarlo così casualmente! >> esclamò, facendo sussultare la compagna.
Tuttavia, quando vide l’espressione ferita sul volto dell’amica, l’adolescente si costrinse a prendere un paio di respiri calmanti.
Kirby le lanciò un’espressione comprensiva. << A rischio di beccarmi un pugno, Ruby, penso che tu ti stia comportando in maniera molto ingiusta con la Resistenza >> disse con tono di fatto, ricevendo un’occhiataccia da parte della mietitrice e di Yang.
<< Hai il coraggio di provare a difenderli… >>
<< Sì >> la interruppe freddamente il rosato, sorprendendola non poco << Perché non sono stati loro a uccidere Qrow… è stato Shen. Vuoi dare la colpa a qualcuno? Dalla a coloro che ci hanno costretti in questa situazione! >>
Puntò un dito in direzione della ragazza.
<< Se non fosse per il Maestro, tutto questo non sarebbe mai successo. Qrow si iscrisse alla Resistenza con la convinzione che stessimo facendo qualcosa per cui valeva la pena combattere! >>
<< Kirby… >> disse James, interrompendo il neo-cacciatore prima che potesse proseguire oltre << Adesso basta. >>
L’adolescente fece per controbattere, ma si fermò di colpo, non appena i suoi occhi si posarono sulla figura tremante di Ruby.
<< Mi dispiace >> borbottò con tono di scusa << Ma sai che quello che ti sto dicendo è vero. Vuoi farla pagare a qualcuno? Allora indirizza quella rabbia verso i veri responsabili e aiutaci… >>
<< Ho bisogno di stare da sola >> sbottò improvvisamente la mietitrice, prendendo Harbinger e uscendo di corsa dalla stanza.
Il resto dei neo-cacciatori rimase in silenzio, fino a quando James non rilasciò un sonoro sospiro.
<< Be'… poteva andare meglio. >>
 
                                                                                                                                                * * * 

 
Winter Schnee, figlia maggiore della suddetta famiglia e tra gli specialisti più abili di Atlas, era conosciuta come una persona estremamente controllata anche nel mezzo della battaglia più feroce ed elegante in ogni situazione. Pur cercando di somigliare alla sorella per quanto possibile, non era immune a scatti di rabbia in cui perdeva il controllo delle sue emozioni, dimostrandosi anche meno efficace in combattimento.
I droidi d'allenamento della base non riuscirono comunque a notare la differenza. L'albina si stava muovendo con incredibile velocità e grazia tra le loro file, tagliando con pochi precisi colpi gli avversari più minuti e formando glifi infusi di Polvere per bersagliare i robot più grossi con potenti attacchi elementali.
Un ottimo metodo per scaricare la tensione accumulatasi negli ultimi due giorni. Combattere così a lungo e con così tanti avversari riusciva davvero a rilassare i suoi nervi.
Quando la stanza rilasciò l'ultimo avversario impostato dal programma a inizio allenamento –  un enorme colosso con cingoli da carrarmato al posto dei piedi e con le braccia incorporanti vari tipi d'arma da fuoco – Weiss piantò a terra il suo fidato fioretto per creare un nuovo glifo decorato da diverse spade roteanti: da esso emerse un cavaliere alto quanto il robot stesso, armato con un'enorme spada.
Questa non era altro che una, se non la migliore, delle svariate abilità che la Semblance conferiva alla famiglia degli Schnee: l’evocazione.
L'imponente figura corazzata si lanciò contro l'avversario tenendo la propria arma con entrambe le mani, mentre i missili lanciatigli contro dall’avversario vennero bloccati non senza difficoltà da glifi creati da Weiss a mezz'aria. Al termine dello scontro, la testa del droide venne buttata dall'altro lato della stanza.
<< Un'esibizione senza dubbio impressionante, Miss Schnee >> commentò una voce familiare alle spalle della ragazza, proveniente dal lato opposto della stanza.
Voltandosi, la ragazza vide proprio davanti all'entrata la figura del Dottore, vestito nel suo solito abito più adatto a un prestigiatore che al capo di un'organizzazione paramilitare.
L'occhiata penetrante che gli lanciò fu un segnale sufficiente al suo titano evanescente per dirigersi verso di lui a gran passo col chiaro intento di schiacciarlo sotto i piedi.
<< Fermo! >> gridò Weiss puntandogli contro Myrtenaster, e la creatura si bloccò a pochi metri dal Dottore, per poi svanire in un nugolo di particelle d'Aura.
L’evocatrice cadde sulla ginocchia, sfinita. << Scusi l'inconveniente, Dottore, sto combattendo ondate su ondate di robot da quasi un'ora e per di più ho imparato questa tecnica solo da poco tempo. Controllarla non è ancora facile. >>
<< Be', sai come dice il detto, no? La pratica rende perfetti >> rispose il Signore del Tempo con una scrollata di spalle. Poi, arricciò ambe le labbra in un sorriso gentile e le porse un pacchetto colorato << Jelly baby? >>
Weiss guardò incuriosita il pacchetto di snack, e le tornò in mente come Ruby le aveva offerto alcuni dei suoi biscotti quando si erano incontrate la prima volta a Beacon.
Il Dottore per ora le stava tutt'altro che simpatico, ma sarebbe stato sgarbato rifiutare... insomma, mica poteva essere avvelenato.
<< La ringrazio >> rispose, allungando una mano e sottraendo dalla scatola una manciata di quegli strani affari di gomma.
Li raccolse nel palmo e cominciò ad assaggiarli, uno alla volta, sentendo la dolce sensazione di dolci alla frutta sulla lingua, assieme a quella dell'Aura che tornava lentamente ai suoi normali livelli.
Nel mentre, il Dottore rimase fermo e immobile, scrutando la ragazza da capo a piedi. Non aveva mai avuto la possibilità di interagire con un membro della famiglia Schnee, ne aveva solo sentito parlare occasionalmente. E, per la maggior parte, gli aggettivi con cui i membri della Resistenza erano soliti apostrofare i suoi membri… be’, erano tutt'altro che lusinghieri.
Non per niente più della metà di coloro che fondarono Dreamland quasi tre secoli e mezzo fa - almeno stando alla storia di Battleground - erano schiavi in fuga dagli sfruttatori dell'epoca.
Non che questo avrebbe fermato il Dottore dall'intraprendere una conversazione civile con quella Cacciatrice dal temperamento freddo e distaccato, non sarebbe stato da lui. Dopotutto, aveva vissuto abbastanza a lungo da riconoscere una persona dalla dubbia morale, e la giovane ragazza sembrava tutt'altro che un individuo di tale risma, al contrario: fin da quando aveva messo piede nella base, le era sembrata quasi… triste, vuota, come se il suo intero mondo le fosse improvvisamente crollato addosso, cosa che tecnicamente era successa.
Aveva uno sguardo che conosceva assai bene, quello di una persona che aveva perso tutto.
<< Vorresti accompagnarmi a fare una passeggiata? >> chiese all'improvviso.
Weiss sospirò. Aveva visto molte delle trattazioni di suo padre con innumerevoli affaristi da ogni pianeta, quasi tre quarti di esse iniziavano appunto con una delle due parti che proponeva una passeggiata: dubitava che quella conversazione sarebbe proseguita in maniera molto diversa da quanto aveva già visto mille volte.
<< Per caso vuole convincermi che non siete responsabili della morte di Qrow Branwen? Che avete soltanto a cuore il destino dei cittadini di Battleground? >> domandò, con un tono più velenoso di quanto avrebbe voluto << Io e le altre abbiamo parlato a lungo mentre il team JEKP dormiva sull'aeronave. Eravamo quasi disposte a valutare l’idea aiutarvi, se non altro per uscire dalla situazione in cui ci avete cacciate. Ma ora... >>
<< Non ho alcuna intenzione di giustificare quello che è successo >> rispose il Dottore, con un tono di voce molto più serio << Qrow era un uomo adulto, e ha fatto ciò che ha fatto perché credeva nella nostra causa. Non sono così arrogante da pensare che avrei potuto cambiare le cose, né che avrei potuto controllare le sue azioni. Quindi ti prego di non parlare male dei morti. >>
<< Non avevo la minima intenzione di insultare Qrow. Non ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente, ma Ruby e Yang ne parlavano spesso, e diversi dei miei compagni di scuola hanno deciso di diventare Cacciatori dopo averlo visto in azione, spesso salvando loro la vita. È che... mi sono iscritta a Beacon per combattere i Grimm, al massimo membri del crimine organizzato. Nessuno mi ha mai parlato di una guerra dove potrei perdere le persone che amo. Tantomeno di un folle piano che potrebbe avere lo stesso effetto. >>
<< E non sono qui per chiederti questo >> disse il Signore del Tempo, assumendo un'espressione molto più rassicurante << In realtà… volevo solo sapere se stessi bene. >>
Weiss si stupì non poco di quella domanda. Era un quesito incredibilmente banale, la maggior parte delle persone la sentiva più volte al giorno, ma per l'albina era una frase incredibilmente rara fino a poco tempo fa, figurarsi in una situazione del genere.
<< Ecco... potrei stare meglio, ma non ho certo intenzione di lamentarmi mentre Ruby è in quello stato. >>
<< Ne avresti tutto il diritto >> ribatté il Dottore << Non volevi essere coinvolta in questa situazione, e se non fosse stato per me avresti continuato a vivere serenamente. Non rimpiango ciò che è successo a Qrow, Dio solo sa che se dovessi soffermarmi sulla morte di ogni singola persona che ho inviato al macello… be’, probabilmente non uscirei più dalle mie stanze. Tuttavia… i bambini come te non dovrebbero essere costretti ad affrontare le insidie di questo mondo. E mi dispiace di avertici trascinato, tu e il resto della tua squadra >> terminò cupamente.
<< Be’, Dottore, per quello che può servire, grazie. Conosco diverse persone che al suo posto non si sarebbero neanche degnate di fare queste scuse >> replicò con una piccola risata la schermidore, alzandosi finalmente in piedi per guardare il Dottore negli occhi nonostante la differenza di altezza << In effetti, lei mi ricorda un po’ il professor Ozpin. A proposito, sa che cosa gli è successo? >>
<< Purtroppo abbiamo perso i contatti con lui >> ammise il Dottore con voce incerta << Tuttavia… temiamo il peggio. Salem non è affatto un’avversaria da prendere alla leggera. >>
Le membra di Weiss tremarono ripensando allo scontro affrontato neanche ventiquattr'ore prima contro la sovrana di Remnant. Tutto l'allenamento del team RWBY e del team JEKP, le loro strategie e i loro poteri resi inutili da un'unica donna, che li aveva soverchiati per esperienza e abilità facendoli apparire come nient'altro che cuccioli. E nonostante il suo immenso potere, non era neanche considerata il membro più pericoloso della cerchia interna del Maestro.
<< Il vostro piano potrebbe riportarci a riaffrontarla, vero? Perché dubito seriamente che avremmo una chance di sopravvivere a uno scontro con lei, anche se fossimo Cacciatori professionisti. Per tutto lo scontro ci ha trattati come nient'altro che giocattoli, inclusa sua nipote, e per tutto il tempo si stava perfino trattenendo. >>
<< È molto probabile che Kirby e la sua squadra la affronteranno di nuovo, sì >> confermò il Dottore, con un rapido cenno del capo << Quanto a te e al tuo team… be’, come ho già detto, non c'è alcun bisogno che veniate coinvolte nella nostra guerra. Potrete restare alla base per tutto il tempo che vorrete, o almeno fino a quando non vi avremo procurato delle identità false. >>
Weiss sospirò a quell'affermazione. Se da un lato era un sollievo non dover venir coinvolta in un conflitto contro un dio, o almeno la cosa che gli si avvicinava di più, quale era il Maestro, dall'altra il pensiero di scappare era altrettanto terrificante, se non di più.
Nella migliore delle ipotesi, il team RWBY si sarebbe potuto nascondere a Menagerie almeno per qualche anno una volta che le acque si fossero calmate attorno a Ghira e Kali, ma dopo? Sarebbe potuta bastare una foto con quattro ragazze che ricordavano troppo un certo team scomparso anni fa, un'inchiesta riaperta o un'occasione in cui lei avrebbe dovuto utilizzare la propria semblance, tipica della famiglia Schnee, per poter mandare tutto a rotoli.
Se avessero cominciato a scappare, quasi sicuramente non avrebbero mai finito e il supporto della Resistenza era tutto meno che certo. Un continuo spostarsi di pianeta in pianeta, cambiare nome e forse aspetto, mentendo a chiunque si affezionasse a loro. Non desiderava niente del genere per lei e Yang.
<< La decisione finale spetta solo a Ruby. Noi la seguiremo finché continuerà a meritare la nostra fiducia. >>
Il Dottore rimase fermo e immobile, fissando intensamente la giovane Cacciatrice. Dopo quello che sembrò un tempo interminabile, annuì con un placido sorriso.
<< E io rispetterò la vostra decisione, qualunque essa sia >> disse con tono paziente, per poi cominciare ad allontanarsi. Tuttavia, prima di uscire dalla stanza, volse un'ultima occhiata in direzione di Weiss << La mia offerta iniziale è ancora valida. Vuoi accompagnare questo vecchio a fare una passeggiata? La base ha dei bellissimi giardini. >>
Stavolta Weiss ricambiò pienamente il sorriso e sistemata la propria arma al fianco seguì il Signore del tempo con un umore appena più ottimista.
<< Sarà un piacere. >>
 
                                                                                                                                             * * * 

 
Erano ormai quasi tre secoli che Atlas e Dreamland erano rivali dal punto di vista dello sviluppo tecnologico. La prima delle due nazioni continuava a primeggiare in campo militare, ma non per questo i Dreamlandiani erano novellini quando si trattava di creare armi d'ogni tipo, mischiando tecniche antiche e moderne. Le loro forge possedevano i migliori materiali e attrezzature d'ultima generazione per la creazione di proiettili, lame e bombe.
In un'altra occasione, Ruby avrebbe considerato l'armeria della base della Resistenza il paradiso in terra. Ma ora, mentre si muoveva tra i vari ribelli intenti a modificare o riparare le loro armi in quell'ambiente bianco e oro, sentiva solo una piccola parte della solita eccitazione di quando si apprestava a creare un nuovo strumento di distruzione, rimpiazzata per lo più da un senso di vuoto.
La giovane mietitrice portava sotto il braccio un fagotto piuttosto voluminoso, da cui si intravedeva la punta di una lama argentata. Arrivata al piccolo laboratorio che aveva prenotato, tolse la tovaglia che avvolgeva il pacco, rivelando Hairbinger in tutta la sua gloria. Dopo l'ultima lucidata od opera di Summer, sembrava fosse stata costruita quella stessa mattina.
“Scusami, papà” pensò Ruby malinconica, posando l'arma accanto a un computer e digitando alcuni ordini sul suddetto “ma sono certa che non sopporteresti mai l'idea di vedere Harbinger appesa al soffitto come uno stupido cimelio."
Poco lontano dalla ragazza, un nastro trasportatore lasciò cadere alcuni cristalli di Polvere dentro un contenitore termico, dove si sciolsero rapidamente in una pozzanghera di metallo fuso. Dando un ultimo sguardo alla falce che aveva accompagnato Qrow Branwen per tutta la vita, Ruby sospirò e la buttò dentro.
<< Ruby Rose? >>
Una voce maschile, vagamente familiare, le fece voltare il capo di lato. Non ci mise molto a riconoscere il nuovo arrivato, dopotutto non riusciva proprio a passare inosservato con quel mantello e la maschera che aveva in volto.
Royal Noir era in piedi di fronte a lei e la scrutava con i suoi occhi scarlatti, screziati di oro, come le fiamme dell'officina. La giovane non poteva vedere appieno l'espressione del giovane, dal momento che era coperta dalla maschera di gufo, ma il suo tono era stato incerto, come se fosse a disagio.
Non poteva biasimarlo. Probabilmente, le voci della sua scenata avevano già fatto il giro di tutta la base. Si limitò a fissarlo con sguardo neutro, un'espressione che pochissimi avevano visto sul suo volto. Era quasi come se al ristorante le avessero servito un piatto dall'aspetto strano e lei fosse insicura se assaggiarlo o rimandarlo indietro.
<< In carne ed ossa >> decise infine di rispondergli, in maniera abbastanza cordiale << E tu sei Royal Noir, giusto? Ci siamo visti alla riunione del Dottore. Che ci fai qui, vuoi chiedere qualche gadget per la tua prossima missione? >>
Si allontanò dall’adolescente e prese una sorta di mestolo rivestito di materiale refrattario al calore, con cui cominciò a rimestare la brodaglia fiammeggiante in cui Harbinger cominciava già a disintegrarsi.
Fire rimase per qualche istante fermo a guardarla. La verità non gli salì spontaneamente alle labbra, non nell’immediato. In realtà, non sapeva da che parte cominciare. Era venuto lì per lei, perché... be', perché si sentiva in colpa per suo padre, perché voleva scusarsi, in un certo senso.
Agli inizi, aveva mantenuto le distanze, ancora di più dopo che aveva sentito parlare della sua sfuriata. Prima quell'albino deviato, e adesso questo... il destino ci teneva tanto a mettergli contro problemi che non poteva superare incenerendoli con i propri poteri, o semplicemente prendendoli a pugni.
Tirò un sospiro e strinse i pugni per farsi coraggio.
<< Volevo sapere come stessi >> dichiarò, placido e conciso come suo solito.
Ruby rimase ferma, intenta a rimestare il brodo di metallo fuso che Harbinger era diventata, fino a quando non sembrò soddisfatta. Premette un pulsante sul contenitore, che si richiuse e cominciò ad emettere uno strano rumore, quindi si voltò verso l’incappucciato.
<< Royal, poche ora fa Emil è venuto a trovarmi, seguito dal resto del suo team. Una cosa di cui sono loro estremamente grata è che non abbiano iniziato con le ovvietà, perché seriamente… >> rise di una risata esasperata, avvicinandosi al giovane e puntandogli un dito contro << come potrei rispondere  ad una simile domanda? Non posso dire “sto bene”, perché mentirei… e non posso dire la verità, perché altrimenti rischierei di insultarti. Quindi, ecco un'altra domanda: ti piace la forgiatura di armi fai da te? >> concluse la Cacciatrice, mentre dal contenitore si aprì un piccolo scomparto da cui uscirono una manciata di lingotti di metallo, perfettamente identici in ogni spigolo.
Fire sbatté le palpebre, completamente colto di sorpresa. Quel ragionamento non faceva una piega. Non aveva avuto alcun modo di conoscere a fondo Ruby Rose per giudicarla, ma ecco… non si aspettava che quella ragazza cordiale fosse allo stesso tempo cinica e obiettiva. Non che avesse detto chissà cosa, semplicemente non aveva mai sentito un’analisi così franca dopo un lutto dalla maggior parte delle persone. In un certo senso, lo apprezzava. Era un qualcosa che gli veniva più facile da gestire, perché ci si ritrovava.
La osservò un po’ mentre si dava da fare con i lingotti, inclinando il capo.
<< Non credo che “piacere” sia il termine più corretto >> considerò ad alta voce << Io… lo faccio e basta. Anche se la mia non la definirei esattamente forgiatura. >>
Tese la mano e le mostrò il palmo illuminarsi di energia verde, che poi si trasformò in un pugnale di luce.
Ruby guardò lievemente affascinata l'arma nelle mani del Vigilante. Aveva sentito parlare del suo potere, e si chiese se, così come le Semblance, anche le abilità degli esper (sempre che Royal lo fosse, ma in quel momento era l’ultima delle sue priorità chiederlo) dipendessero dalla loro personalità e dai loro obiettivi. Per di più, sentiva qualcosa… di familiare proveniente da quell'arma. Qualcosa che non riusciva davvero a spiegare…
<< Dammi una mano >> disse, riscuotendosi immediatamente e passandogli uno dei lingotti, assieme ad un martello << Comincia a romperli. Ogni frammento dev'essere infuso con nuovi tipi di Polvere, se voglio ottenere un risultato decente >> gli spiegò rapidamente, per poi prodigarsi per eseguire a propria volta il lavoro appena descritto.
Con molta più forza di quanto la sua statura avrebbe suggerito, batté sul pezzo di metallo, riducendolo lentamente ma costantemente in frantumi e riempiendo l'aria di scintille.
Una persona qualsiasi, anche dotata di Aura, si sarebbe messa guanti e occhiali protettivi, ma la famiglia Rose aveva altri metodi. Salem e Summer avevano insegnato a Ruby che se si voleva costruire un'arma fungente davvero come parte di sé, bisognava sentire il metallo a contatto con la propria pelle e guardare ogni singola scintilla. Ma non era certo per lavorare che aveva chiesto a Royal di aiutarla.
Nel mentre, Fire obbedì alla sua richiesta senza ribattere. Sistemò in fila i lingotti datigli dalla Cacciatrice e iniziò a romperli con secchi e precisi colpi: non era del tutto estraneo a quel genere di lavori, dal momento che gli era capitato di affiancare Logan nel suo laboratorio alchemico. Non che ci volesse un alchimista per spezzare dei lingotti, semplicemente sapeva muoversi con più destrezza.
<< Quindi... cosa è successo realmente? >>
All’udire la voce della ragazza, si bloccò proprio mentre stava per colpire l’ennesimo lingotto, e si incupì. Doveva aspettarselo, prima o poi quella domanda sarebbe arrivata. Era assolutamente normale che Ruby volesse i dettagli della morte del padre da qualcuno di esterno, qualcuno che non fosse sua madre Summer, qualcuno che magari non si preoccupasse troppo di evitare di scendere nei dettagli. In fondo, non era venuto lì per niente.
Poggiò il martello di fianco ai pezzi di metallo e incrociò le braccia, fissandola lavorare.
<< Sai cosa si prova ad avere un pezzo di metallo rovente sulla pelle? >> gli sfuggì dalla bocca senza che potesse trattenersi.
Sì, probabilmente non era il massimo per attaccare bottone, ma non gli era venuto in mente nulla di meglio.
Tuttavia, la ragazza non sembrò fare una piega. Annuì. << Da piccola ero molto goffa. Ci ho messo mesi a costruire il prototipo di Crescent Rose, durante i quali ero quasi sempre ricoperta di bende. >>
<< Crescent Rose? >>
<< La mia falce. >>
Tale padre, tale figlia, come si soleva dire. Istintivamente, Ruby ripensò a quando - dopo ogni sessione nel laboratorio di casa - Qrow o Summer la rimproveravano mentre le curavano le mani, dandole nel frattempo i consigli che le avrebbero finalmente permesso di creare la propria arma. Sentì gli occhi bruciare, e fu grata del fatto che Royal Noir avesse ripreso a parlare.
<< Io intendo una lama. Una lama affilata, arroventata appositamente per infliggere più dolore possibile. >>
Fire spostò lo sguardo.
<< È quello che ho dovuto subire… prima che intervenisse tuo padre. Mi ha trovato più morto che vivo, mi ha liberato e curato. Abbiamo raggiunto tua madre, e ci siamo aperti un varco combattendo. Ma Shen… >> si morse le labbra << Shen ci ha attirati in una trappola. E… ci ha scagliato addosso un dinosauro geneticamente modificato riportato in vita in laboratorio. >>
Ruby gli lanciò un’occhiata incredula, cosa che spinse l’adolescente a sospirare.
<< Sì, so che sembra folle, ma credimi, è andata proprio così. Abbiamo combattuto, e… >>
Si costrinse a prendere un respiro profondo.
<< Qrow aveva capito che non saremo mai riusciti ad andarcene da lì…non tutti insieme. Ha… ha fatto da esca >> sussurrò << Ha fatto saltare tutto in aria per permettere a me e Summer di fuggire. Ho portato via tua madre con le mie ali. Glielo dovevo… lo dovevo ad entrambi. >>
Per quasi due minuti interi, Ruby non disse niente. Si limitò a rompere i lingotti in frammenti sempre più piccoli e lasciare che la sua Aura scorresse dentro di essi, fino a quando non fu soddisfatta. Fatto ciò, prese da uno scaffale lì vicino una serie di vasetti contenenti Polvere lavorata in liquidi di vario colore, e vi gettò alcuni pezzi di metallo, guardando attentamente i fumi che si levarono dai composti.
<< Be’, onestamente >> cominciò, prima d’interrompersi a causa di un singhiozzo. Si portò una mano alla bocca e riprese a parlare << Onestamente…sapevo che sarebbe finita così. La vita di un Cacciatore consiste in un combattimento dopo l'altro, che sia contro i Grimm o altri esseri umani. La battaglia è nel nostro sangue, la desideriamo… e ci piace. >>
<< Mi dispiace tanto >> replicò il Vigilante, in tono stanco, triste e sfiduciato << Non sarebbe dovuta finire così. Sono grato a tuo padre per avermi salvato la vita, e lo sarò sempre. È stata colpa mia, in parte. Lui era lì per me. Non permetterò… che il suo sacrificio risulti vano. >>
Gli occhi d'argento della mietitrice si posarono sul V
igilante. Era sincero, poteva sentirlo, era seriamente dispiaciuto per quanto accaduto a Qrow e non dubitava di quella promessa di onorare il sacrificio del Cacciatore.
<< Royal, non so se posso perdonarti, ora come ora >> gli rispose, tornando al computer e facendo apparire dal pavimento una sorta di vasca piena di un liquido grigiastro. La sostanza cominciò ad addensarsi sempre di più, formando delle cavità che sembravano raffigurare degli arti.
<< Ci sono ancora fin troppe cose che non capisco di questa guerra >> borbottò, mentre prendeva i liquidi e li versava nelle suddetta cavità, assicurandosi che neanche una goccia andasse persa << So solo che, se fossi costretta a combattere, allora lotterò contro chiunque osi minacciare me o il mio team. Che sia mia nonna, il Dottore... o te >> aggiunse, rivolgendogli uno sguardo più tagliente << Ma se può darti un po’ di pace, sei più vicino al farti perdonare rispetto a mia madre… o al Dottore. >>
<< Sono venuto a scusarmi e a riconoscere la mia responsabilità sull’accaduto. Non pretendevo nessun riscontro positivo. Volevo solo che lo sapessi, niente di più, niente di meno. Perciò, ti prego… non odiare loro. >> Fire sentì la voce incrinarsi, mentre parlava << Tua madre ha fatto di tutto per cercare di convincere Qrow a desistere, ma… ma non c’era alternativa. E il Dottore… lui non poteva sapere cosa Shen avesse in serbo. Nessuno di noi poteva saperlo. Ciò non toglie che la causa principale sono io. Se proprio devi odiare qualcuno, odia me. >>
<< Tu non sei la causa >> ribatté Ruby, controllando il timer sullo stampo in cui aveva messo i resti di Harbinger. Era incredibile come riuscisse a continuare la conversazione, nascondendo le occasionali lacrime e lavorando sul suo progetto allo stesso tempo << Se la consideriamo una “normale” missione di soccorso, tu eri nulla più che l'obiettivo. E se Shen ti ha fatto davvero certe cose… be', non posso criticare i miei genitori per aver provato a salvarti. Vuoi onorare il sacrificio di mio padre? Allora smettila di incolparti più del dovuto. >>
Il ragazzo dai capelli verdi deglutì a fatica. Una parte di lui voleva ancora ribattere, ma alla fine si limitò ad emettere un altro sospiro e ad annuire. Era piuttosto difficile, ma la Cacciatrice non aveva tutti i torti neppure in quel caso. Era sollevato dal fatto che non ce l’avesse con lui più del dovuto, gli aveva praticamente tolto un peso dal petto.
Girò lo sguardo verso lo stampo e poi verso di lei.
<< Anche tu >> disse, e fece un cenno col capo in direzione della neo-arma << Dai il meglio. Rendilo fiero di te, ancora più di quanto già non fosse. >>
Ruby sgranò gli occhi, e istintivamente, le sue labbra si distesero in un sorriso sincero.
<< Lo farò. Grazie, Royal. >>
 


 
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto.
Dal prossimo comincia la missione! Riusciranno i nostri eroi a recuperare il TARDIS? La vedo nera, e non solo perché avremo il ritorno di Vader e Pitch Black, ma anche di altri villain ;)
  
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