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Autore: FreddyOllow    12/04/2020    0 recensioni
[GTA IV]
[GTA IV][GTA IV][GTA IV]Dopo gli eventi di GTA IV. Niko Bellic sta facendo colazione in una tavola calda, quando due sicari cercano di ucciderlo...
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Niko entrò nell'ingresso del palazzo in cui abitava. Si guardò attorno, in cerca di sicari, ma vide che era tutto tranquillo. Uscì fuori e raggiunse Jacob. Insieme presero Badman e lo portarono nel suo appartamento.
"Merda!" Disse Jacob. "Sta perdendo troppo sangue."
Posarono Badman sul divano che lentamente si riempiva di sangue.
"Ok, ci penso io." Niko raggiunse il bagno da dove prese delle bende da un armadietto a specchio. Poi andò nuovamente da Jacob. "Il proiettile è nel braccio?"
Jacob scrutò la ferita di Badman. "No, credo di no."
"Fammi vedere..." Niko ci diede un occhiata. "E' uscita dall'altra parte."
Jacob fece per bendarli la ferita, quando Niko lo fermò, afferrandogli il polso. "Dobbiamo disinfettarla, prima." Andò in cucina, prese una bottiglia di bourbon da sopra il tavolo e ritornò da Jacobs. "Ok, Badman." Disse. "Questo farà male."
Badman che era quasi incosciente mosse le labbra. Niko e Jacob non capirono cosa stava borbottando.
Quando Niko versò il bourbon sulla ferita, Badman urlò dal dolore.
"Tranquillo, B." Bisbigliò Jacob. "Il dolore è il primo passo verso la guarigione, mi spiego?" Schioccò la lingua.
Badman parlò rapidamente.
"Ci occuperemo dopo del quartiere." Rispose Jacob. "Prima devi rimetterti in sesto."
"Passami le bende, Jacob." Disse Niko.
Jacob gli diede le bende.
"Ok, Badman." Aggiunse Niko. "Ora cerca di non gridare." Gli passò una benda attorno alla ferita.
Badman strinse i denti, cercando di soffocare il dolore.
"Bravo, B." Disse Jacob. "Continua così."
"Fatto." Aggiunse Niko. "Ora deve solo riposare."
"Grazie, Niko. Rispetto!"
Badman bisbigliò qualcosa.
"Badman ti ringrazia."
Niko annuì. "Credo che si era capito."
"Dove hai imparato a leccare le ferite, Niko?" Domandò Jacob.
"In Europa." Niko abbassò gli occhi al ricordo. "C'era la guerra nel mio paese. Molti di noi si arrangiavano come potevano e..."
Il telefono di Jacob squillò. "Scusami, Niko." Prese il cellulare dalla tasca. "Ehi, T. Novità?"
Niko osservò Jacob in silenzio per un poco.
"Ok, Grazie, T." Disse Jacob. "Continua a volare basso." Rimise il telefono in tasca. "Il quartiere è caduto."
Niko abbassò lo sguardo, mentre Badman spalancò gli occhi.
"La maggior parte dei ragazzi sono caduti." Continuò Jacob. "Il bar è stato dato alle fiamme. Ora Babilonia è ovunque."
"Babilonia?" Chiese Niko.
"Gli sbirri." Spiegò Jacob. "E' stata una carneficina. Quei bastardi corrotti faranno finta di indagare, come sempre, anche se non gliene frega un cazzo se ci ammazziamo tra noi."
Badman parlò rapidamente, anche se ogni tanto si fermava come se stesse per svenire.
"Lo so, Badman. Gli affari sono andati. Siamo alla deriva. Una scialuppa in mezzo un vasto oceano, mi spiego?" Schioccò la lingua.
Badman contrabattè duramente.
"Rilassati, B." Jacob sbirciò fuori dalla finestra. "Non ci hanno seguito. Questo posto è sicuro."
D'un tratto qualcuno bussò alla porta. Tutti e tre si guardarono ansiosi.
Niko accennò loro di stare zitti. Si avvicinò allo spioncino con la .9mm in mano.
"Niko!" Gridò Roman da dietro la porta, facendo sobbalzare i tre.
"Dannazione..." Bisbigliò Niko fra sé, aprendo la porta.
Roman si precipitò dentro. Stava per parlare, quando vide Jacob e poi Badman con la giacca insanguinata. Si portò le mani sulla bocca. "Oh cazzo!"
"Ehi, Roman." Disse Jacob.
Roman fissò la ferita bendata di Badman. "Moriremo tutti! No, no, non voglio morire! Sono ancora giovane! Non..."
"Zitto, Roman!" Urlò Niko.
"Voglio avere figli." Continuò Roman a lagnarsi. "Visitare San Andreas, Vice City e..."
"Smettila!" Niko si avvicinò alla faccia di Roman che si ammutolì. "Finalmente."
"Roman, bello." Disse Jacob. "Devi imparare a gestire le tue emozioni. Non puoi navigare se prima non sai nuotare, mi spiego?" Schioccò la lingua.
Confuso, Roman fissò Jacob.
Badman parlò rapidamente.
"E' il cugino di Niko." Gli rispose Jacob. "Possiamo fidarci."
"No, non mi piace questa frase." Aggiunse Roman. "Non voglio entrarci in..."
"Roman, torna da Mallorie." Disse Niko, spingendolo verso l'uscita. "Non puoi restare. Dobbiamo occuparci di una cosa." Niko spintonò fuori Roman dall'appartamento.
"Oh no, morirò, lo so." Disse Roman allontanandosi dalla porta.
Niko scosse la testa esasperato.
"Ehi, Badman!" Disse Jacob, preoccupato. "Mi senti?"
"Che succede?" Niko chiuse la porta e andò da loro.
"Non lo so. Forse è svenuto.
Niko posò due dita sulla fronte. "Scotta. Forse è meglio chiamare un dottore."
Jacob prese il cellulare dalla tasca e chiamò Jamston.
Il cellulare squillava.
"Merda, Jam." Disse Jacob fra sé. "Quando servi, non ci sei mai."
In quell'istante rispose Jamston.
"Badman ha bisogno di te. Siamo..."
Jascob lo ascoltò poco irritato.
"Non siamo lì. Te lo stavo dicendo, ma mi hai interrotto."
Ascoltò nuovamente.
"Ok, scuse, accettate. Vieni a Downtown, sulla 68° strada." Poi guardò Niko. "Numero del palazzo?"
"trecentoventidue."
"Fermati al numero trecentoventidue, mi spiego? Ok, fai presto. E' urgente." Jacob rimise il cellulare in tasca.
Niko si sedette sulla poltrona. "Pensavo di essermi lasciato la merda alle spalle."
Jacob lanciò un occhiata a Badman, che stava delirando nel sonno. Poi si sedette davanti a Niko. "A volte la merda è come l'oro, Niko. Quando pensi di aver trovato l'oro, in realtà hai trovato una montagna di merda, mi spiego?" Schioccò la lingua.
"Già... Mi è capitato un sacco di volte." Niko sospirò addolorato. "Prendi Kate. Sono stato la sua rovina. Se non mi avesse conosciuto, a quest'ora sarebbe viva. Lei pensava di aver trovato l'uomo della sua vita. Era pronta a invecchiare come me. Come hai detto tu, ero una montagna di merda, ma Kate non la vedeva. Vedeva oro al suo posto."
"Niko..."
"No, Jacob. La verità è questa. Ogni cosa che tocco è destinata a crollare. Persino la mia vita non fa altro che crollare ogni volta che alzo la testa."
"So che era importante per te." Rispose Jacob. "Ma devi andare avanti. Lei vorrebbe questo, Niko."
Niko lo fissò, ma non disse nulla.
Rimasero in silenzio per un minuto.
"Senti, Niko." Disse Jacob. "Non voglio mancarti di rispetto parlando di altro, ma ora mi sono ricordato di una cosa. Un mio amico, Redman, può aiutarci a uscire da questa situazione. Gestisce un Burger Shot a Beechwood."
Niko aggrottò le sopracciglia perplesso. "Come può aiutarci se vende Hamburger?"
"E' una copertura, Niko. Vende droga sotto banco. Inoltre, è una dei pezzi grossi nel traffico di armi."
"Mmm... Non l'ho mai sentito nominare."
"Perché è un aquila che vola basso, mi spiego?" Jacob schioccò la lingua.
"OK..." Rispose Niko confuso.
"Vai al Burger Shot. Lo chiamerò per dirgli che stai arrivando."
Niko si alzò e uscì dall'appartamento.

 
Niko prese a camminare verso la metro. C'era molta gente in strada, perciò sarebbe stato facile seminare chiunque lo avesse pedinato. Scese i gradini e si fermò davanti alla fermata della metro. Si guardò attorno, posando una mano sulla sua .9mm che teneva dietro i pantaloni, mentre la gente si muoveva intorno.
Non avvistò nessuno di sospetto.
Il treno arrivò poco dopo e ci entrò, mettendosi con le spalle rivolte ai binari, così da avere tutto sotto controllo. Il treno ripartì un momento dopo. C'erano poche persone a bordo che se ne stavano in silenzio per conto proprio. Niko non abbandonò la presa dalla .9mm.
Dieci minuti dopo, il treno arrivò a Schottler, poiché Beechwood non aveva una metro. Uscì dalla stazione e s'incamminò. Gettò uno sguardo dietro le spalle, quando si accorse che due uomini distolsero lo sguardo.
Niko s'inoltrò in un vicolo e i due uomini lo seguirono. Svoltato l'angolo di un palazzo, mise le spalle contro il muro e attese. Il tizio con i capelli corti fu il primo a sbucare da lì. Niko lo afferrò per la gola, tenendo la .9mm puntata contro la sua testa.
L'altro tizio con i baffi, estrasse la pistola e cominciò a sparare. Niko si fece scudo dell'uomo con capelli corti e sparò a sua volta, uccidendo l'uomo con quattro pallottole in petto. Poi, vedendo che l'uomo con i capelli corti era morto, lo gettò a terra.
"Fanculo!" Bisbigliò fra sé.
In quell'istante altre pallottole volarono dietro di lui. Niko sgattaiolò dietro un bidone e sparò, tenendo la testa bassa. I proiettili forarono il muretto di cemento dove si erano nascosti altri tre uomini. Le pallottole fischiavano tutt'attorno, mentre nell'aria si sentivano le sirene della polizia.
Niko corse verso il muro alla sua sinistra e un proiettile volò a due centimetri dalla sua testa. "Merda!"
Dal muretto i tre uomini continuavano sparare, mentre due di loro cercarono di avanzare.
Niko uscì un attimo dal muro, sparò tre colpì all'uomo alla sua sinistra e ritornò a nascondersi. Quello cadde sulla spazzatura, morto.
Le sirene si facevano sempre più vicine.
Niko sbirciò dal muro, quando si vide la faccia di uomo contro la sua. Trasalì e sparò prima che lo facesse il sicario. L'uomo fu colpito allo stomaco e si accasciò al suolo. D'un tratto fu placcato dal terzo uomo, che cercò di sferrargli pugni in faccia. Niko si protesse bene e riuscì ad afferrargli il collo. L'uomo cercò di ribellarsi dalla presa, graffiandogli il dorso della mano, quando Niko lo spinse di lato.
"Ehi!" Gridò una voce autoritaria. "Alzate le mani in alto!"
Niko notò che a trenta metri da lui cinque poliziotti stavano correndo verso di loro con le armi puntate. Si alzò rapidamente, afferrò la .9mm e scappò via. Il sicario, che incespicava a respirare, prese la sua pistola e si mise a sparare ai poliziotti, mentre se la dava a gambe. Quelli aprirono il fuoco all'unisono, facendolo a brandelli.
Niko ne approfittò per fuggire via tra i vicoli.

 
Quando fu sicuro di essersi allontanato un bel po', si mise a sedere sulla panchina. Aveva raggiunto un piccolo giardinetto senza accorgersene. Prese fiato e nascose la pistola dietro i pantaloni. La gente che passava di lì lo guardava con indifferenza. Beechwood era piena di gente del genere. A nessuno fregava niente degli altri.
In fondo alla strada, vide un macchina della polizia venire lentamente nella sua direzione. Alzandosi, Niko si nascose dietro un cespuglio.
L'auto di pattuglia passò con calma. Niko intravide tra le foglie un poliziotto che teneva in mano una radio e si guardava intorno. Per sua fortuna il marciapiede era pieno di gente. Se non lo fosse stato, l'avrebbero avvistato fin da subito.
"Spero non mi abbiano visto in faccia, prima..." Disse Niko fra sé.
Quando l'auto di pattuglia si perse all'orizzonte, Niko saltò fuori dal cespuglio e superato cinque isolati, arrivò davanti al Burger Shot.
D'un tratto, il cellulare di Niko squillò. "Roman."
"Ehi, cugino. Come stai?" Rise Roman, cercando di nascondere la paura.
"Come sto?" Disse Niko in tono seccato. "Ma sei.."
"Volevo dire che Mallorie ha un amico che può aiutarti."
Niko sospirò. "Ok, lo terrò in mente. Ora però non posso parlare."
"Perché? Sei stato rapito? Oh no, non..."
Niko riattaccò.

Entrò nel locale e notò che era affollato.
Raggiunse la cassa.
"Devo parlare con Redman."
La cassiera lo guardò di sottecchi.
"Ehi, amico. Aspetta il tuo turno." Disse un uomo obeso nella fila.
Niko lo guardò in malo modo, ma non rispose. Poi si voltò verso la cassiera. "Chiama Redman."
"Chi?" Chiese la cassiera infastidita.
Niko sospirò irritato.
"Vuoi metterti in fila come tutte le altre persone, testa di cazzo?" Urlò l'uomo obeso.
Niko si girò, andò da lui e gli mollò un cazzotto sulla mascella. L'uomo crollò sul pavimento con un tonfo.
Alcune donne gridarono e si portarono le mani alla bocca. Altra gente si accalcò attorno all'uomo obeso.
"Allora?" Gridò Niko alla cassiera. "Vuoi chiamare Redman?"
"Ma, io..."
"E' tutto a posto, Margaret." Disse un uomo magro dalla carnagione rossastra e grandi occhi neri. "Tu." Disse a Niko. "Seguimi." Poi rivolgendosi a Margaret. "Offri un pasto a quell'uomo."

 
Raggiunsero l'ufficio dell'uomo, che era una piccola stanzetta poco illuminata e piena di cianfrusaglie.
"Sono Redman." Disse l'uomo, allungando una mano Niko che gliela strinse. Indossava una camicia bianca, un pantalone nero e un tessera d'identificazione sul petto con su scritto Roger Miller.
"Niko Bellic."
"Sì, lo so." Redman andò a sedersi dietro la scrivania. "Siediti, Niko."
"Jacob mi ha detto che puoi aiutarci."
"Potrei, in effetti, ma..." Redman fece un pausa. "Ma non posso. Vedi, ho le mani legate con una banda rivale. Sono in piena guerra. Non posso aprire un altro fronte. Rischierei di rimanerci secco."
"Allora perché Jacob mi ha fatto venire da te se non puoi aiutarci?"
"Perché tu puoi aiutare me."
Niko aggrottò la fronte. "Aiutare te?"
"Con questo problema. Jacob mi ha detto che sei il migliore. Che puoi risolvere ogni cosa."
"Non mi ha informato su questo."
"Ti pagherò, ovviamente." Redman prese una busta di carta da un cassetto della scrivania. "Cinquemila."
"Prima parlami del lavoro." Disse Niko, senza guardare la corposa busta.
Redman la posò sulla scrivania. "Devi eliminare un covo di spacciatori. Stanno danneggiando i miei affari. Tentano di farmi uscire dal giro e di prendere i miei contatti. Sono tredici in tutto."
"Cinquemila sono pochi, non credi?"
Redman lo fissò per un istante. Poi rise fra sé. "Ok, Niko Bellic. Ti darò otto bigliettoni."
"Mmm... Ok. Può andare."

 
Niko uscì dal Burger Shot, fermandosi nel piccolo parcheggio. Prese il cellulare dalla tasca e chiamò Roman.
Il telefono squillò diverse volte.
In quell'istante, avvistò una macchina della polizia venire verso di lui. Così si abbassò dietro una macchina per non farsi vedere.
"Ehi, Niko. Sei tu giusto? Se non sei tu, allora non conosco nessuno Niko. Non so di cosa parlate. Io non..."
"Stai zitto, Roman." Rispose Niko seccato. "Chi è l'amico di Mallorie?"
"Ah, che bello sentirti, cugino. Pensavo che ti avessero rapito. Tu non mi hai chiuso il telefono in..."
"La smetti di parlare a cazzo? Chi è l'amico di Mallorie?"
"Ok, ok, calmati."
"Sono calmo. Dimmi il nome."
"Redman."
Niko alzò gli occhi in aria. "Ci ho appena parlato, Roman. E' un amico di Jacob."
"Ottimo, Niko. Ottimo, davvero." Rispose Roman, felice. "Quindi ora nessuno cercherò di ammazzarci? Siamo dei grandi Niko! Siamo..."
"Devo ancora risolvere questa situazione."
"Cosa?" Disse Roman scioccato. "Oh no. Ora mi toccherà nascondermi. Non..."
Niko riattaccò. "Una lagna continua..." Disse fra sé.

 
Venti minuti dopo raggiunse il quartiere Bohan. Un distretto malfamato, con palazzi cupi, case diroccate e vicoli pieni zeppi di barboni, puttane e spacciatori. La polizia si vedeva di rado da queste parti, anche perché era facile che partissero colpi d'arma da fuoco senza una ragione.
Niko arrivò a bordo di una Emperor Rusty, che aveva rubato per usarla in un eventuale fuga. Era un auto malandata, con la carrozzeria che cadeva a pezzi e una dei finestrini posteriori rotti. La parcheggiò dall'altra parte della strada, di fronte alla casa di due piani degli spacciatori. Una casa dal tetto spiovente, i muri pieni di crepe e le finestre sbarrate da assi di legno.
Quando Niko uscì dalla macchina, vide che una donna uscì dalla casa, sbattendo la porta alle sue spalle.
"Stronzo!" Urlò lei, irata. Era una donna esile, sulla trentina. Aveva corti capelli rossi fino al mento e occhi incerchiati da chi fa troppo uso di meth. Indossava una corta maglietta fin sopra l'ombelico con fasce orizzontali rosse e bianche, una cortissima gonna nera e degli stivali dello stesso colore. 
Dalla porta uscì un uomo tarchiato. "Fottuta puttana! Torna qui!" Era basso, con forte accento ispanico, occhi piccoli e il doppio mento. Aveva una maglietta gialla a maniche corte sporca di chissà cosa e dei pantaloncini di Jeans. "Giuro che ti ammazzo se non vieni qui!"
Niko assistette alla scena, poggiando i gomiti sul tettuccio della Emperor Rusty.
"Tu mi stai solo usando, brutto verme!" Gridò la donna, ferma sul vialetto di casa.
"Ma no." Rispose l'uomo tarchiato cambiando del tutto tonalità di voce. "Come puoi pensare una cosa del genere?"
"Mi hai appena chiamata puttana!" Urlò lei con gli occhi in lacrime.
"L'ho detto solo perché... Perché ero arrabbiato. Non lo penso per davvero."
La donna lo guardò.
"Dai, vieni qui. Vuoi un po' di meth?" Disse lui con un sorriso.
La donna era combattuta, ma alla fine mollò e lo raggiunse. Quello le mollò dapprima un ceffone in faccia, poi un pugno nello stomaco. La donna cadde sulla ginocchia. L'uomo tarchiato la prese per un polso e la trascinò in casa, mentre la donna si dimenava.
"Che figlio di puttana..." Disse Niko fra sé. "Sarà un piacere farlo fuori."

Estrasse la .9mm da dietro il pantalone e controllò il caricatore. Poi si tastò le tasche per assicurarsi di aver messo abbastanza proiettili, si diresse alla casa e sfondò la porta.
Due uomini, ubriachi, che erano seduti sul divano, si alzarono di scatto e fecero per prendere gli Uzi dal tavolino, quando vennero raggiunti dai proiettili di Niko. Un altro uomo sbucò dal muro, ma Niko fu rapido a sparargli due colpi in pieno petto. Altri due uomini si affacciarono dalle scale, sparando verso Niko, che sgattaiolò dietro il muro della cucina.
"Uccidete questo stronzo!" Urlò la voce dell'uomo tarchiato provenire del secondo piano.
"Ti farò rimpiangere di essere nato!" Gridò un altro uomo.
Niko uscì dalla sua copertura, scattò in vanti e sparò ai due uomini che scendevano le scale. "Voi cattivi avete un vocabolo così povero!" Poi, con la coda dell'occhio, vide un uomo che gli puntava un fucile a pompa dal soggiorno. Niko balzò dietro il divano, mentre i pallettoni forarono la parete dietro lui. Niko si alzò e sparò tre colpi all'uomo col fucile a pompa. Quindi si abbassò, tolse il caricatore e inserì le nuove pallottole.
"Uccidetelo! Cazzo! Gridò l'uomo tarchiato. "Questa è opera di Redman. Quel fottuto bastardo lo ucciderò con le mie mani!"
Accovacciandosi, Niko superò la cucina e uscì nella sala pranzo che era un covo di drogati. Quattro uomini e due donne giacevano a terra con gli sguardi persi nel vuoto. Sul tavolino, Crack, cocaina, erba e metanfetamina.
"Devono essere delle cavie..." Disse Niko fra sé. "Assaggiano la roba prima di venderla. Se uno di questi muore, nessuno farà domande. Non mancheranno a nessuno. Poveri bastardi..."
"L'avete trovato?" Urlò l'uomo tarchiato.
"No, capo." Rispose una voce pesante.
Niko capì che era dietro di lui e non l'aveva visto. Così gli sparò due colpi nella schiena. In quell'attimo, due uomini spararono una raffica di mitra verso Niko, colpendo due drogati che si erano appena alzati confusi dal frastuono delle armi.
Niko ne approfittò per ucciderli. Poi, afferrando un mitra, si diresse cautamente alle scale. "Ne rimangono solo due..." Si disse.
Gettò un occhiata sui gradini, ma si accorse che non c'era nessuno. Salì lentamente, tenendo il mitra puntato sui corrimano del secondo piano.
Tutto tranquillo.
Si mise a esplorare la prima stanza a sinistra, scoprendo un piccolo arsenale di armi. Poi entrò nella stanza di fronte. Un materasso sporco era messo al centro della stanza con sopra i vestiti e la biancheria intima della donna che aveva visto là fuori. Controllò il piccolo bagno adiacente alla stanza, ma non vide nessuno, a parte il water ostruito dalle feci. Tornò nel corridoio e raggiunse l'ultima porta.
Fece per aprire la maniglia, quando si fermò di colpo. Si mise al lato del muro e girò la maniglia. La porta fu crivellata dalle pallottole di un AK.
"Merda..." Si disse Niko. "Meno male che uso la testa in queste situazioni..."
La porta cadde a terra con un tonfo, alzando della polvere in aria.
"Chi ti manda, brutto stronzo?" Urlò l'uomo tarchiato, accorgendosi di non averlo ucciso. "Eh? Redman? Badman? La mafia italiana? I signori spagnoli? Chi cazzo ti manda?"
"Non ha importanza." Rispose Niko. "Oggi morirai!"
L'uomo tarchiato rise a crepapelle dal terrore e sparò una raffica contro il muro in cui era nascosto Niko. "Sarai tu a morire!"
Niko non si mosse. Attese.
Quando l'uomo tarchiato finì il caricatore, Niko uscì allo scoperto, puntandogli il mitra. Si fermò nel vedere che l'uomo si faceva scudo della donna nuda. Le puntava un coltello alla gola, mentre con l'altra mano puntava una pistola contro Niko, che aggrottò le sopracciglia.
"Credevi che fossi così stupido, eh?" Disse l'uomo tarchiato ridendo.
La donna con la faccia tumefatta, cercò di coprirsi le parti intime e i seni.
"Sei una lurida puttana!" Aggiunse l'uomo tarchiato. "Non fingere pudore! Spalanchi le gambe al primo che ti offre della droga! Ma oggi morirai insieme a questa testa di cazzo!"
Niko, che non stava rispondendo, in realtà stava cercando un modo di sparare in testa all'uomo, ma non trovava il momento giusto per farlo.
Poi l'uomo tarchiato puntò i suoi occhi su Niko. "Adios, amigo!" Fece per sparargli, ma Niko vide che l'uomo aveva appena scoperto la testa, così Niko gli sparò dritto nell'occhio sinistro. Il sangue e le cervella schizzarono sulla parete. Quello indietreggiò contro il muro e ci si accasciò con le spalle.
La donna si abbassò, coprendosi la testa.
   
 
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