Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: finnicksahero    12/04/2020    0 recensioni
I colori non possono esistere, non più almeno ma se qualcuno li riportasse alla luce?
Dal testo:
'Feci per aprire bocca ma il mio maglione parlò per me, i loro occhi vacui si impigliarono come ami nei miei, non seppi più cosa fare, ero in una gabbia che diventava minuto per minuto sempre più grigia e vuota.'
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo quattro.


Vennero a prendermi nel pomeriggio, mi feci piccola e cercai di aggrapparmi alle sbarre, ma non servii a nulla, mi presero di peso e mi portarono via.

Mi ritrovai in una stanza, bianca e candida c’era una finestra aperta, entrava l’aria calda di giugno, sentivo gli uccellini cinguettare. Non entrò nessuno per un po’, lasciandomi sola in quel posto così caldo e freddo allo stesso tempo. Avevo provato a muovermi ma ero immobilizzata, sia le braccia che le gambe. Non feci nulla, non gridai, non volli perdere la voce per nulla, avrei avuto motivo di utilizzarla dopo, lo sapevo e lo intuivo vedendo tutti quegli strumenti sul tavolino sterile accanto a me.
Sudavo freddo e il sudore mi si ghiacciava addosso per via del vento che entrava da quella maledetta finestra, qualunque fosse stato l’uccellino che cantava, aveva smesso. Lasciandomi da sola in quel silenzio così rumoroso, era così affollato per via dei miei pensieri che non mi lasciavano sola. Pensavo a cosa mi avrebbero fatto, se fosse stato doloroso oppure se semplicemente mi avrebbero fatto il lavaggio del cervello. Facendomi dimenticare tutti i colori, cambiando il mio modo di vedere il mondo, così bello, profumato e soprattutto colorato.

Partii una musica, era soltanto strumentale, un violino leggero accompagnava perfettamente l’ansia che metteva quella stanza. Il cuore aumentò i suoi battiti, la sudorazione riprese più forte di prima, puzzavo già da schifo, non potevo peggiorare la situazione.

Entrò un uomo vestito talmente tanto da non riuscire  a vedere nient’altro che  gli occhi, erano verdi come i miei. Quasi mi venne da sorridere, da quel minimo dettaglio mi sembrò giovane. Pensai che forse mi avrebbe risparmiato. Ma sicuramente mi sbagliavo. Nessuno di loro aveva un briciolo di empatia, o amore per il prossimo. Pensavano solo a rendere tutto perfetto e a far si che il nostro re fosse felice. Ingoiai la saliva, nervosamente.

-Stai tranquilla- sussurrò, accarezzandomi i capelli con i suoi guanti. Me li tirò e chiusi gli occhi dal dolore, non avrei mai versato un’altra lacrima dinanzi a loro. Non più. Prese a controllare gli attrezzi, dandomi le spalle, sollevò  una siringa piena di uno strano liquido bluastro la posò subito però. La gola mi diventò secca.  Non ebbi la possibilità di parlare perché lui si voltò verso di me, dai suoi occhi sembrava sorridere.

Si voltò nuovamente, questa volta guardai il tavolino, tanti attrezzi argentati luccicavo a quella luce fredda,  mi bagnai le labbra con la lingua. Alzò un una specie di trapano. Poi si voltò verso di me, iniziai a scuotere la testa. Serrando la bocca. Si avvicinò a me, piegandosi in avanti. Lo guardai dritto negli occhi e lo pregai in silenzio di non farlo. Lui mi accarezzò nuovamente i capelli. E prese a fare il suo lavoro, intagliò un pezzo del mio braccio.

Il dolore era lancinante perciò cominciai a gridare e da qualche parte, poco lontano, un uccellino riprese il suo canto.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: finnicksahero