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Autore: McGonaogall_Sister    12/04/2020    2 recensioni
What IF:
Se negli anni di Harry Potter a Hogwarts ci fosse stata un'insegnante in più, una legilimens, come sarebbero andate le cose? Cosa sarebbe cambiato?
Una cattedra nuova a Hogwarts, una ragazza parecchio strana (perfino per i criteri del mondo magico).
Dumbledore avrà fatto questa scelta davvero solo per ampliare la didattica?
N.B. La storia è il primo capitolo di una serie, le coppie si riferiscono alle coppie presenti nella seria, non nella singola storia
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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“Professoressa Radcliffe, posso parlarle?”

Cuscini dai colori scuri con ricami gipsy elaborati, lustrini e pailletes ricamati roteavano leggeri nell’aria al comando della bacchetta di Pamela che lasciò che la pila si formasse ordinata in un angolo della stanza prima di voltarsi.

“Certo Hermione, dimmi pure”
Rispose mentre le tende tornavano al loro posto e le candele si spegnevano in un colpo con rivoli di fumo profumato che si alzavano nell’aria.

“Si tratta del co-ascolto, non credo di riuscire a farlo nel modo giusto” rispose impettita la ragazzina stringendo una pila di libri che non era riuscita a far entrare nella cartella già piena.

“Che cosa intendi?”
La fece accomodare con un cenno nella prima fila. Non aveva una sua aula e, ovviamente non aveva un suo ufficio, per cui doveva sperare che la professoressa Trelawney non avesse lezione a breve.

“Ecco, tutti piangono quando facciamo co-ascolto, piangono di continuo! Oggi Neville ha iniziato a piangere prima ancora di iniziare a parlare… e io no! Io non piango mai e lo trovo anche un po’ stupido stare lì a parlare di quello che facevo da piccola e piangere. Perché dovrei piangere? Non capisco”
La ragazza parlava con una velocità notevole e una specie di broncio testardo che rendeva il visino da bambina di una serietà eccessiva.

“Infatti non devi piangere” rispose Pamela con un sorriso.
“Vedi, ad alcune persone viene da piangere quando parlano con il cuore aperto e senza sentirsi sotto giudizio, ad altre persone no. Dipende. Dipende anche da cosa hai vissuto, da come vivi ora il ricordo delle cose di cui stai parlando. Ma il punto del co-ascolto è proprio che non c’è un modo giusto o un modo sbagliato: quello è uno spazio tuo in cui puoi raccontare di te sapendo che l’altra persona ti ascolta con il cuore. Scegli tu cosa farne”
Hermione la ascoltava ma non sembrava molto convinta della spiegazione. Pamela aveva l’impressione che il concetto stesso di “senza giudizio” la mettesse a disagio.
“Con le altre pratiche della lezione come ti trovi?” chiese con un sorriso incoraggiante.

“Bene… più o meno. A volte durante la meditazione ripasso le altre materie, nella testa. E quando ci fa ballare mi sento… impacciata e non mi piace. Però mi è piaciuto molto quando ha portato i colori e ci ha fatto fare quella specie di quaderno pieno di macchie. L’ho portato a mia madre per Natale. Sa, i miei sono babbani e non capiscono molto di quello che facciamo a scuola, ma quello gli è piaciuto molto.”

Pamela dovette trattenersi dal mettersi a ridere. In pratica sembrava che alla signorina Granger poco o niente del suo corso andasse a genio, eppure anche lei era molto migliorata in così pochi mesi.
“Bene, ne sono molto felice” disse “e spero avremo occasione di farne altri.”
Aggiunse con un sospiro.
“La prossima lezione dovrò… prendere delle misurazioni. Anzi sarà la professoressa McGonagall a prenderle, per la precisione. Se non dovessero essere… positive, temo che il corso potrebbe essere interrotto.”
Ammise stringendosi nelle spalle.

“Delle misurazioni, che tipo di misurazioni?”
Domandò sorpresa la ragazzina trasalendo sulla panca.

“Saranno anonime e non influenzeranno in nessun modo la vostra valutazione.”
Si affrettò a tranquillizzarla.
“In pratica vi chiederemo di produrre un piccolo incantesimo prima e dopo la lezione. Con uno strumento apposito misureremo il grado di potenza del risultato prima e dopo e ci aspettiamo di notare un delta positivo. Vedi, quello che facciamo qui è applicare dei metodi piuttosto controversi e poco ortodossi, alcuni genitori piuttosto influenti hanno espresso delle perplessità e…”

Sapeva che Dumbledore aveva dovuto imporsi perché le lezioni non fossero semplicemente sospese, e gliene era grata. A quanto pare Lucius Malfoy aveva smosso qualche conoscenza al ministero e la situazione era diventata pesante. Pamela non riusciva davvero a capire perché un corso facoltativo potesse essere così osteggiato dai genitori ma, d’altra parte, la fama della famiglia Malfoy lasciava supporre che la stessa esistenza di un’alternativa al loro modo di vedere il mondo fosse un problema di per sé e andasse schiacciata. Quello che l’aveva stupita e delusa sinceramente era stato Snape. Lo aveva sempre considerato una persona rigida e severa, ma non ottusa. Non riusciva a comprendere il motivo della guerra che le aveva mosso a dispetto di tutti i suoi sforzi.

“Ma è un corso facoltativo! Non possono semplicemente non mandarci i propri figli?” stava intanto chiedendo indignata Hermione, con tutta la carica polemica degli undici anni.

“Certo, ma è una questione di principio.” rispose ridestata dai propri pensieri. Si ricordava quanto poco a scuola si spiegasse di Filosofia della Magia e cerco di riassumere a grandi linee questioni su cui erano state scritte biblioteche intere per secoli.
“Vedi, ci sono due grandi correnti di pensiero sulla magia. Una è quella che crede che il potere nasca dal controllo della propria mente e delle proprie emozioni. Di certo questa è una via efficace per raggiungere risultati veloci e molti grandi maghi vengono da questa corrente di pensiero: il professor Snape, per esempio, ne è un fervente sostenitore, ma non è certo il solo. La professoressa McGonagall a sua volta ha una visione molto vicina a tutto questo, anche se il suo approccio potrebbe essere definito moderato. Un’altra corrente di pensiero, invece, crede che se si lasciano fluire le emozioni, se le si ascolta e si acquisisce la serenità necessaria per lasciarle andare, si possa accedere a un potere più profondo e più duraturo, un potere che non logora ma che diventa accordo armonioso con ciò che vive dentro e fuori di noi. Ovviamente i confini tra queste due scuole è molto più labile di quanto non sembri ai più, ma poco importa: molti sono pronti a scagliarsi contro chiunque proponga l’idea opposta alla propria” spiegò stringendosi nelle spalle.

“È stato Snape, non è vero?”
Chiese preoccupata la ragazzina.
“Deve stare attenta, mi creda…” deglutì indecisa se fidarsi fino in fondo o no “Noi… io ho il sospetto che il professor Snape stia cercando di… di fare qualcosa di molto, molto grave. Non posso provarlo, ma lei deve stare attenta, potrebbe essere pericoloso” le disse in un tono confidenziale e cospiratorio.

“Signorina Granger” ribattè Pamela con un sorriso bonario “ti ringrazio dell’avvertimento ma, credimi, il professor Snape non è un pericolo per nessuno, tranne forse che per se stesso.”
Anche se non era una cosa esattamente etica, Pamela riteneva di dover controllare in qualche modo lo svolgimento delle loro pratiche e i dubbi di Hermione sul professore non le arrivavano affatto nuovi. Le era chiaro da molto che il terribile cane a tre teste che ossessionava la ragazza dovesse proteggere la pietra di cui Dumbledore le aveva parlato e l’unico motivo per il quale non era già andata a riferire al preside la situazione era che la paura di Hermione le sembrava abbastanza potente da dissuaderla nel tentare altro che speculazioni teoriche.
”E se posso dare un consiglio a te e ai tuoi amici” aggiunse ad ogni modo come incentivo “lascerei stare le congetture su docenti che godono di grande stima e fiducia da parte del preside, e mi concentrerei sullo studio: gli esami arrivano in un attimo il primo anno”

   
 
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