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Autore: LadyVaderFrancy    13/04/2020    3 recensioni
La storia ha inizio l’estate dopo la morte di Silente, Harry è tornato a Privet Drive. Sta aspettando che qualcuno dell'Ordine della Fenice venga a recuperarlo per poi portarlo dagli Weasley, secondo le istruzioni ricevute via gufo direttamente da Malocchio. I giorni sembrano non passare mai e la vicinanza con i suoi odiosi parenti lo rende ancora più infelice, dunque si ritrova molto spesso a riflettere sulla sua vita e sul suo passato... tutto sembra già deciso, ma come tutti sappiamo la magia a volte opera in modi misteriosi. Se volete scoprire cosa è successo al ragazzo che è sopravvissuto date una sbirciatina.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Angolino dello scribacchino:

 

Buongiorno a tutti miei cari lettori,

prima di fiondarvi su quello che sarà l'ultimo capitolo di questa avventura, vi prego di leggere questa intro, perché è importante.

Alcuni di voi mi conoscono ormai da molto tempo. Chi è tra questi sa che per me l'interfaccia con il lettore è fondamentale, quindi nel corso degli anni, a coloro che lo hanno, chiesto ho raccontato vari sviluppi e finali delle mie storie.
Poin Of view, doveva essere uno scritto monumentale, 7 FF che si intersecavano una con l'altra. Questo succedeva nel lontano 2015, un anno prima che uscisse la “Maledizione dell'erede” e che i miei impegni “Pitoniani” mi fagocitassero totalmente.

Dopo aver letto la Maledizione dell'erede personalmente sono rimasta così delusa che ho accantonato questa storia, l'ho aggiornata pochissimo e sforzandomi di farlo e fino all'arrivo del Virus credevo che purtroppo sarebbe rimasta incompiuta, cosa che mi infastidiva a non finire. Odio le FF incompiute, perché ti lasciano con un vuoto dentro.

Comunque bando alle ciance... ora viene la parte importante, il capitolo precedente rispecchia la mia idea originale, questo invece è un misto tra un veloce riassunto di quella che doveva essere tutta l'avventura del nostro Harry/Jamie e della conclusione che avevo immaginato.

La linea temporale rimane quella dei doni della morte . In alcuni momenti focali, Harry avrebbe espresso il desiderio di vivere una vita più serena, semplice o felice e il ciondolo a forma di testa di leone gli avrebbe fatto sperimentare un'altra realtà. (i viaggi inizialmente dovevano essere 7, poi avevo ridotto a 5). In tutte le realtà che Harry sperimenta il punto focale è il suo rapporto con Severus.

 

Le FF si sarebbero chiamate:

Point of view- La testa di Leone (media lunghezza - l'unica scritta)

Point of view – L'erede del Malandrino (corta)

Point of view – La casa di Serpeverde (Corta)

Point of view- I desideri segreti (corta)

Point of view - Il figlio dell'ombra (lunghissima)

 

Da questa piccola spiegazione avrete di sicuro dedotto, che l'impresa avrebbe richiesto la scrittura di centinaia di capitoli e senza la scintilla che ti spinge a farlo dal mio punto di vista è praticamente impossibile. Per me scrivere è come fare una pozione, servono diverse cose che sono indispensabili: lo studio della trama, i punti focali che fanno muovere i personaggi e il fattore emotivo. Se manca uno dei tre io non riesco a portare avanti un racconto, in questo caso manca il fattore emotivo e non c'era alcuna speranza di recuperarlo.

 

Per correttezza devo avvisarvi che la lettura di questo capitolo, vi sembrerà un po' strana... ( devo ammettere che lo è stato anche scriverlo onestamente). Non rispecchia molto il mio stile, in cui tutto ha un “suo tempo”, inoltre quasi tutti i dialoghi sono presi dai film e dal libro (prima edizione), con qualche mio aggiustamento.

Mi scuso ma questo è l'unico modo che ho per chiuderla senza stravolgere tutto.

Spero riusciate a godervelo lo stesso e che capiate le mie motivazioni.

Ho sentito molte persone che sono giù in questi tempi difficili in cui siamo costretti a casa, ricordatevi che l' atteggiamento che avete nell'affrontare le difficoltà è fondamentale per superarle, le parole del nostro grande Preside Albus Silente ce lo ricordano “la felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi...se solo uno si ricorda di accendere la luce”.

Come al solito mi sono dilungata... ahahahah, vi auguro buona lettura e una felice Pasquetta.

 

La vostra LadyV o LadySoul (il mio nuovo nome se EFP si decide ad aggiornarlo...ahahhha)

 

 

 

Capitolo 15 La testa di leone...

 

Harry era disteso a terra con un mucchio di facce conosciute che lo fissavano preoccupate. “Harry stai bene?”

Si alzò in piedi lentamente “Hermione, ma dove sono? Dove sono Harry e Severus? E... voi che ci fate qui?”

Fu il turno di Ron di parlare “Hey amico, devi averla sbattuta davvero forte la testa! Non ti ricordi? Siamo venuti a prenderti per portarti alla Tana, domani si sposano Bill e Fleur”.

Allora era stato tutto un sogno? Ma nell'altra realtà erano trascorsi dei mesi! Qui invece... I Dursley sarebbero partiti il giorno dopo... allora questo voleva dire che aveva dormito per quasi 24 ore! Una cocente delusione gli strinse il cuore. Eppure sembrava così reale. Si toccò casualmente la tasca destra per spazzolare via la polvere e notò che c'era qualcosa. La afferrò, era la testa di leone! Uno dei 5 diamantini della criniera era più splendente degli altri quattro, sembrava fosse illuminato.

“Harry? Stai ascoltando ?” Lo riprese Remus

“Ehm cosa?”

“Basta, Granger procediamo come stabilito!”

La ragazza strappò un paio di capelli dalla testa del suo amico e li gettò nella fiaschetta che Malocchio stringeva tra le mani.

“Bene andremo a coppie di due!”

Quando finalmente il Grifondoro capì quale fosse il piano si oppose. Purtroppo per lui a nulla valsero le sue rimostranze e in men che non si dica si era ritrovato a bordo della moto volante di Sirius, con Hagrid, pronto a partire per raggiungere la Tana.

 

***

 

“Vai da qualche parte?”

“Nessun altro morirà. Non per me!” disse Harry con decisione, fissando Ron.

“Per te? Credi che Malocchio sia morto per te? Che Fred si sia beccato quella maledizione per te? Tu sarai anche il prescelto amico, ma questa cosa è un fatto più grande di te. E' sempre stato più grande”

“Vieni con me”

“E lasciare Hermione? Sei impazzito? Non dureremmo due giorni senza di lei... non le dire che ho detto questo. Poi hai ancora la traccia addosso e c'è anche il matrimonio”

“Non mi importa del matrimonio! Mi dispiace, di chiunque sia. Devo iniziare a trovare gli Horcrux! Sono la nostra unica occasione per sconfiggerlo e più tempo passa più lui diventa forte!”

“Non è la serata giusta questa, gli faremmo solo un favore. Dobbiamo pianificare almeno un paio di cose prima di partire e onestamente credo che da soli non abbiamo molte possibilità Harry”.

Ron aveva ragione. Non era il caso di lasciare la Tana quella notte. E poi sinceramente era troppo sconvolto per farlo. Quando Remus gli aveva riferito che Piton aveva quasi staccato la testa di George con un Sectumsempra, aveva quasi vomitato. Il dolore per ciò che era accaduto ad Hedwige e Malocchio, la recente perdita di Harry e Severus era tutto... troppo insopportabile..

Ma da quella notte e per molti mesi a venire ci fu una serie infinita di situazioni insopportabili, pericolose ed estremamente dolorose. La caduta del ministero, l'ascesa indiscussa di Voldemort, il problematico recupero del primo Horcrux, il continuo studio per comprendere come distruggerli, l'estenuate ricerca degli altri Horcrux. E poi ancora l'irrazionale abbandono di Ron... Godrig's Hollow e la lotta con Nagini, l'irreparabile danneggiamento della sua bacchetta.

E come se la vita reale non fosse già abbastanza terrificante e dura, spesso faceva anche dei lunghissimi sogni, che per lui erano l'equivalente di altre vite altrettanto realiste e molto intense.

Alcune erano davvero paradossali, ad esempio: in una era stato un fantasma, in un'altra era stato una presenza senziente nella la testa di un altro Harry, in un'altra ancora era stato un semplice osservatore che nessuno poteva vedere, poi c'era stata la peggiore di tutte... quella in cui era un bambino di 8 anni ed era il figlio adottivo di Voldemort!

Quando si svegliava dopo aver fatto uno di questi sogni surreali, si sentiva sempre profondamente depresso, estremamente stanco e triste.

Aveva passato ore e ore a rifletterci sopra, durante le notti insonni, nella speranza di capire se fossero solo delle sue assurde fantasticherie o se ci fosse qualcosa da comprendere, e forse qualcosa c'era, dato che tutte avevano tre punti in comune: primo lui era sempre e comunque Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, secondo in tutte loro esisteva un altro se stesso e terzo l'entità di Severus era sempre stata una figura cruciale nella sua vita: in alcune era il suo mentore, in altre suo padre, in altre ancora il suo guardiano o protettore.

Sospirò mentre si sedeva fuori della tenda per fare il primo turno di guardia. Hermione era andata a dormire presto quella notte, sembrava particolarmente esausta. Sapeva quanto fosse triste per la mancanza di Ron e in effetti mancava molto anche a lui.

Mise la mano in tasca e tirò fuori l'ultimo regalo del suo padrino, i brillantini sulla criniera del leone erano tutti più luminosi, tranne uno. Sospirò di nuovo e poi bisbigliò “Avrei dovuto buttarti via mesi fa. Ti ho tenuto solo perché sei un regalo di Sirius...”. Sapeva che stava mentendo a se stesso, aveva tenuto il ciondolo perché sperava di poter rivedere Harry e Severus, almeno nei suoi sogni. “Vorrei tanto capire cosa stai cercando di dirmi... sai credo che tu mi stia semplicemente prendendo in giro!”. Alzò il braccio come per lanciarlo nella neve, ma un fruscio poco distante lo fece desistere dal suo intento. Afferrò la bacchetta di Hermione e la puntò dritta davanti a se, in lontananza vide un puntino luminoso che si stava avvicinando nella sua direzione. Era un Patronus!

Oh santissimo Godric! Non era un Patronus qualunque quello era... il Patronus di Severus! Lo avrebbe riconosciuto ovunque, dato che lo aveva visto in ognuna delle altre realtà.

Si alzò immediatamente e si avvicinò alla splendida creatura. “Ciao..” disse a bassa voce mentre le accarezzava la testa.

“Non può essere...vero”. Poi si guardò intorno, non c'era nessuno.

Non può essere il suo Patronus, Piton non è come Severus... lui è spietato, crudele e non prova amore per nessuno. Sono sicuro che nemmeno ne ha uno. Ha ucciso Silente, Edwige, ha cercato di uccidere George... per non parlare del modo ignobile in cui si è comportato prima... Stupido! Sono uno stupido! Mi sto lasciando influenzare da quei sogni ridicoli! Per quanto mi piacerebbe, nella mia vita… questa vita, quella reale, non esiste nessun Severus... qua c'è solo Piton, il traditore... il Mangiamorte... il fedele servo di Voldemort.

La cerva gli fece cenno di seguirlo e lo condusse ad un piccolo laghetto. Si fermò nel centro esatto ed attese che Harry notasse cosa c'era sul fondo.

“La spada di Grifondoro! Come sapevi dov'era la spada? A chi appartieni?” Disse mentre guardava incredulo l'artefatto magico. Quando rialzò la testa, la cerva era sparita. “NO! No …ti prego torna qui!”

Quello fu l'inizio di una serie altalenante di eventi che però diedero una svolta alla sua missione alcuni positivi tipo: il ritorno di Ron grazie al Deluminatore che Silente gli aveva donato, la distruzione del medaglione Salazar Serpeverde, il recupero della coppa di Tosca Tassorosso dalla camera blindata di Bellatrix.

Alcuni orribili come: la tragica morte di Dobby, la loro prigionia a Malfoy Manor, la scoperta di dove si trovava l'ultimo degli oggetti maledetti che doveva distruggere, lo scontro nella sala grande con Piton, quello per assurdo era stato il meno pericoloso tra tutti ma gli aveva scavato una voragine nel petto.

Quando si era trovato faccia a faccia con l'uomo, ogni fibra del suo essere aveva sperato di intravedere un segno, che qualcosa di Severus albergasse anche in Piton. Beh si era sbagliato! Il vigliacco non aveva esitato a puntargli la bacchetta contro nel tentativo di catturarlo per consegnarlo a Voldemort. Poi quando la professoressa McGranitt lo aveva affrontato e messo in difficoltà, il bastardo era scappato per combattere al fianco del suo Signore!

Quelle ore furono estenuanti. Aveva recuperato il diadema grazie a Luna ed alla Dama Grigia, lo aveva distrutto e infine aveva scoperto dove si trovava l'ultimo Horcrux il serpente.

 

***

Quando arrivò alla fine del tunnel sentì parte di un discorso tra Voldemort e Piton, le due persone che odiava di più al mondo.

 

“...mio Signore la resistenza sta crollando e..”

“Il tuo aiuto non serve. Per quanto tu sia un abile mago, non credo che tu possa fare la differenza” rispose Voldemort con la voce nitida e acuta.

“Lasciatemi cercare il ragazzo. Consentitemi di portarvi Potter. So che posso trovarlo mio Signore, Vi prego”. Sentire quelle frasi pronunciate da quella voce che aveva, con fatica, imparato ad amare era orribile.

“Sai perché ti ho richiamato dalla battaglia Severus?”

“Mio Signore, ma vi supplico di lasciarmi tornare laggiù. Permettetemi di trovare Potter per voi”.

“Parli come Lucius... Nessuno di voi capisce Potter quanto me. Non serve cercalo, verrà lui da me.”

“Qualcuno potrebbe ucciderlo per errore. Mio signore voi sapete che desidero solo servirvi, lasciatemi andare a cercare il ragazzo. Lasciate che ve lo porti, so che posso...”

Merlino! Piton mi odia davvero quanto Voldemort, lo sta praticamente supplicando! Eppure qualcosa nella parte più profonda di lui stava urlando che c'era qualcosa di strano. Il tono dell'uomo sembra urgente... quasi disperato.

“Ho detto di no! Tu mi servi qui! Sai perché Severus?”

“No, mio Signore.”

“La bacchetta non funziona con me”

“Avete compiuto magie straordinarie con quella bacchetta mio Signore e solo nelle ultime ore”

“No, io sono straordinario, ma la bacchetta mi resiste. Si rifiuta di comportarsi come dovrebbe. La mia precedente bacchetta di Tasso ha sempre fatto quello che le ho chiesto tranne uccidere Harry Potter, per ben due volte. Ollivander, dopo averlo lungamente torturato, mi ha rivelato la storia dei nuclei gemelli allora ho provato con quella di Lucius, ma si è spezzata.”

“Non c'è bacchetta più potente, Ollivander stesso lo ha detto. Stanotte quando il ragazzo sarà davanti a voi, non fallirà ne sono sicuro.”

“Davvero?”

“Mio Signore?”

“La bacchetta risponde veramente a me? Sei un uomo colto ed intelligente Severus, di certo devi saperlo... In chi è riposta la sua lealtà?”.

“In voi, ovviamente mio Signore”. Harry trovò questo interrogatorio inquietante. Piton era un uomo duro e intransigente, sentirlo così docile e servizievole davanti a Voldemort era semplicemente sbagliato. Non da Piton.

“La bacchetta di sambuco non può servirmi adeguatamente perché io non sono il suo vero padrone. Essa appartiene al mago che ha ucciso il suo ultimo proprietario.

Tu hai ucciso Silente, finché vivi la bacchetta di sambuco non può essere davvero mia. Sei stato un servo bravo e fedele Severus, ma solo io posso vivere per l'eternità” .

Harry era del tutto incredulo. Voldemort stava per uccidere il suo servo più fedele per uccidere lui?

Sentì un rantolo seguito da ordine “Nagini uccidi!”

Il serpente lo colpì ripetutamente, Piton cadde a terra e subito dopo Voldemort si smaterializzò. Harry uscì dal suo nascondiglio e corse al fianco dell'uomo.

“No! No... Hermione dammi qualcosa!” urlò il Golden boy, mentre cercava inutilmente di tamponare la profonda ferita sul collo del pozionista.

Piton afferrò il colletto di Harry e lo tirò a se. “E' tardi... Pre-prendilo” riuscì a dire gorgogliando.

Harry vide un fumo corporeo argentato che usciva dagli occhi, dal naso e dalle orecchie dell'uomo. Erano dei ricordi! Senza dire nulla, Hermione gli mise tra le mani una fiala di vetro.

“Prendili e portali al pensatoio”

Ad Harry si strinse il cuore. Sapeva che quell'uomo non era Severus, ma il modo in cui Voldemort lo aveva trattato era disumano. Forse dopo tutto una carognata simile non se la meritava nemmeno Piton.

“Guar- da-mi”.

Gli occhi di smeraldo si persero in quei due tunnel oscuri, profondi, intensi come tutte le emozioni che quell'uomo suscitava. “Hai gli occhi di tua ma-dre”.

In quel preciso istante Piton spirò ed Harry smise si respirare. Quelle parole... Piton aveva nominato sua madre questo significava che la cerva era davvero il suo Patronus! Quando si era allontanato, totalmente scioccato, dall'uomo si era diretto al castello e poi nell'ufficio del preside.

La immagini che vide dentro quel bacile di pietra erano la cosa più devastante che avesse mai visto. Piton era sempre stato dalla parte di Silente e lo aveva sempre protetto nonostante odiasse suo padre e... aveva amato sua madre fino al suo ultimo respiro! Proprio come tutti i Severus che aveva incontrato grazie al ciondolo.

In quel momento capì cosa voleva dirgli la testa di leone... di guardare oltre le apparenze e di fidarsi del pozionista a prescindere dai suoi pregiudizi, ma oramai era troppo tardi, Piton era morto e presto sarebbe toccato a lui visto che era un maledetto Horcrux.

Ora la profezia era chiara, nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive. Nessuno dei due. Era consapevole di avere poche speranze di sopravvivere, ma in fondo aveva sperato.

Al ritorno nella sala grande, con la morte nel cuore, salutò i suoi più cari amici. Prima di lasciarli, chiese a Ron, Hermione e Neville di distruggere il serpente e Voldemort e infine si congedò, pronto ad affrontare la sua ultima grande prova.

Completamente da solo e con le emozioni in subbuglio si diresse nella foresta Proibita, si consegnò volontariamente a Voldemort e compì il suo destino, accompagnato dai fantasmi dei suoi genitori, del suo padrino e di Remus, mentre stringeva tra le mani la pietra della resurrezione e la testa di leone una luce verde lo colpì in pieno petto.

 

***

 

 

Si era chiesto più volte se ci fosse qualcosa dopo la morte e in effetti qualcosa c'era. Aprì gli occhi, era disteso a terra a pancia in giù, in una specie di stazione ferroviaria molto pulita e luminosa. A quanto pare Sirius aveva detto la verità. Morire era stato facile e veloce come addormentarsi. Non aveva sentito alcun dolore. Si alzò e si guardò introno, non c'era nessuno a parte lui. Dov'era? Cosa sarebbe successo adesso? Avrebbe rivisto i suoi genitori?

Un rantolo catturò la sua attenzione. Sotto una panchina di marmo chiaro, c'era una strana creatura deforme, stava per toccarla ma un'inconfondibile voce lo fermò. Era Silente!

“Non puoi aiutarlo. Harry, meraviglioso ragazzo. Coraggioso, coraggioso uomo. Facciamo due passi”.

Harry si avvicinò al vecchio mago. Sapeva che Silente lo aveva usato, eppure, stranamente, non era arrabbiato con lui. “Professore cos'è quello?”

“Qualcosa che è al di là del nostro aiuto. Una parte di Voldemort mandata qui a morire”

“Esattamente dove siamo?” chiese incuriosito il Golden Boy.

“Stavo per chiedertelo io. Secondo te dove siamo?”

“Beh somiglia alla stazione di King's Cross solo più pulita e senza i treni”.
“King's Cross. Davvero? Questa come si suol dire è la tua festa”.

“Professore devo tornare indietro vero? Lui non è morto...devo finire quello che ho iniziato stanotte”.

Silente gli sorrise con quel suo aspetto bonario. “Hai già fatto ciò che dovevi Harry. Ora Tom è mortale grazie al tuo sacrificio. La parte di lui che viveva dentro di te, non esiste più. L'Horcrux che Voldemort non ha mai voluto creare è stato distrutto pochi istanti fa, da lui stesso.”

“Sta dicendo che posso scegliere?” chiese incredulo il Grifondoro. Sarebbe una novità!

“Oh sì. Siamo a King's Cross tu dici? Io credo che se lo desideri tanto, potresti montare su un treno, di certo ti porterebbe da qualche parte”

“Da qualche parte? E dove?”

Il vecchio mago mise un dito all'altezza del suo cuore “Lui sa dove. Forse dovresti ascoltarlo. Hai ancora il ciondolo di Sirius, vero?”

Il ragazzo sgranò gli occhi “Ma lei come lo sa?”

Silente non rispose, si alzò e si incamminò verso una luce calda e confortante.

“Signore? Voldemort è ancora vivo e anche il Serpente e ha la bacchetta... quindi io devo...”

“Tu non devi niente a nessuno, ragazzo mio. Una volta di dissi che un aiuto verrà sempre dato ad Hogwarts a chi lo richiede. Oggi vorrei riformulare la mia precedente affermazione... Un aiuto che verrà sempre dato ad Hogwarts a chi lo chiede e a chi se lo merita... ci sono molti altri che rispondono a questi requisiti. Ora devo proprio andare ed anche tu... mio caro ragazzo”.

Harry si sentì in parte sollevato ma la sua testa era ancora piena di dubbi. Quando vide l'uomo che continuava ad allontanarsi da lui, le richieste si fecero più pressanti.

“Professore... tutto questo, sta accadendo solo nella mia testa, vero?”

“Certo che sta accadendo dentro la tua testa! Dovrebbe voler dire che non è vero?”

“E le realtà che ho sperimentato? Perché il ciondolo mi ha portato proprio da Piton?

Professore...che devo fare?”

Ma la figura di Silente non rispose e, mentre camminava nella direzione opposta a dove si trovava Harry, svanì lentamente nella luce.

Accidenti! Perché deve essere sempre così evasivo? E adesso che faccio?

Si mise di nuovo seduto nel posto che fino a qualche istante prima era occupato dal vecchio mago e si mise a pensare.

Devo uccidere Voldemort... Non posso lasciare questo compito ad altri, se dovessero morire al posto mio, non riuscirei mai a perdonarmelo... E poi non voglio far soffrire Ron, Hermione e Ginny... però Harry e Severus mi mancano...

Logorato dai dubbi e dalle incertezze tirò fuori la testa di leone e la guardò intensamente, aspettandosi quasi che il minuscolo oggetto gli rispondesse.

Però anche in quella realtà ci sono un Ron, una Hermione e una Ginny che mi aspettano e un Severus, un Harry e un Silente... là potrei evitare la morte di tanta gente se riuscissi a distruggere gli Horcrux prima che Voldemort torni in vita...

Silente ha detto chiaramente che altri potevano occuparsi di Voldemort adesso, era come se non si aspettasse che lo facessi io a differenza del passato. Ah perché quell'uomo non dice mai apertamente come stanno le cose?

“Merlino santissimo” Sbottò mentre si passava una mano tra i capelli e fissava il ciondolo “... vorrei... vorrei... che tu fossi in grado di dirmi qual'è la cosa più giusta da fare per tutti!”. Gli occhi della testa di leone si illuminarono e poi un'accecante luce cremisi lo avvolse completamente.

 

 

***

 

Scosse la testa e si massaggiò il di dietro mentre si alzava. Si chiese perché non poteva atterrare su qualcosa di morbido invece della dura pietra dei sotterranei!

Così, infine la testa di leone aveva deciso per lui e lo aveva portato Merlino sapeva dove stavolta. Pregò con tutto se stesso che fosse la realtà con Harry e Severus e non quella in cui era il figlio adottivo di Voldemort! Si chiese perché diavolo non aveva fatto una richiesta specifica invece di affidarsi al caso!

Inspirò profondamente quel tipico odore che aleggiava nel salotto di Severus! Spezie e pergamena... Beh, dovrebbe essere già un buon segno... se sono nei suoi alloggi...

Si guardò intorno e poi vide la porta che conduceva alle stanze da letto. Si avvicinò e mise una mano sulla maniglia, aveva il cuore in gola per l'agitazione, una volta varcata la soglia avrebbe avuto la sua risposta. Merlino ti prego...

E poi sentì due voci inconfondibili...

“Va via... voglio stare da solo!”

“Non puoi restare tutto il giorno chiuso in camera tua su quel letto!“ Un sospiro. “So che ti manca ma... era inevitabile”

“Non è vero! Sono sicuro che Silente poteva fare qualcosa, ma non lo ha fatto! Quel brutto vecchiaccio...”

“Harry!” Lo rimproverò Severus “So che sei sconvolto, ma non mancherai di rispetto al preside o a me. Hai cinque minuti per alzarti e venire di là a fare colazione. Sta a te scegliere se vuoi arrivarci con i tuoi piedi o trascinato per un orecchio!”

Sorrise era nel posto giusto! Così aprì la porta e dalla soglia urlò “Salve a tutti! Da quello che ho sentito poco fa, mi sembra che almeno un po' vi sono mancato! E mi dispiace dirtelo Severus, ma Harry ha ragione Silente è un vecchiaccio che tiene per se, tutti i suoi segreti!”

“Jamie! Sei tornato!” Urlò Harry eccitato mentre si fiondava sul ragazzo più grande.

“Sì, non potevo lasciarti qui da solo... un Grifondoro nella tana del Serpente”.

Severus ghignò e si avvicinò ai due ragazzi. “Jamie...”

Tutta la sua spavalderia si era esaurita, mentre guardava il volto dell'uomo che in ogni realtà che aveva sperimentato, lo aveva protetto e amato a costo della sua vita.

“Ehm spero non sia un problema... perché sai... non credo di poter tornare indietro”

Dunque prese dalla tasca posteriore il ciondolo e lo mostrò al pozionista. Era diventato nero, come se fosse stato bruciato da una potente maledizione.

“Ben tornato a... casa” rispose il pozionista.

Harry/Jamie sorrise in maniera genuina. Finalmente aveva trovato il suo posto che poteva chiamare casa.

“Credo che dovremmo avvisare il preside e il primo che si lamenta in merito, pulirà il mio laboratorio da cima a fondo! Ci sono molte cose a cui pensare. Preparare una pozione per ringiovanirti di nuovo e in maniera definitiva. E voglio sapere in maniera esaustiva cosa ti è accaduto mentre eri via e poi... avremo una lunga discussione sulla vostra piccola avventura nella camera!”

Harry e Jamie gemettero alla sola menzione della camera.

“Ma... ma… quanto tempo è passato qui?”

“Una settimana, e per te?” rispose Harry

“Sei interminabili mesi...”

“Oh...”

“Quando sono tornato nella mia realtà era passato solo un giorno... è strano vero?”

“Non lo è affatto. È proprio per questo motivo che non si dovrebbe giocare con il tempo. Ad ogni modo, avremo tutto il tempo che ci occorre per chiarire alcuni punti”.

“Jamie... non andrai più via? Resterai per sempre con noi, vero?”

Harry guardò Severus come per chiedere un ultimo tacito assenso e quando annuì rispose. “Si stavolta è per sempre”.

 

FINE

 

Angolino dello scribacchino 2:

Bene mie cari maghi e streghe e anche questa è fatta!

Spero che vi sia piaciuta nonostante tutto e se siete arrivati fino a qua... magari una recensione lasciatela almeno alla fine, se non lo fate vi verrò a cercare! A parte gli scherzi sarebbe molto apprezzata.

 

Come al solito vi auguro buona lettura di tante altre belle storie appassionanti.

La vostra Lady.

 

   
 
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