Homemade Piercing
di baci con i guanti, scelte in quarantena e voglia di piccole svolte
di baci con i guanti, scelte in quarantena e voglia di piccole svolte
La luce fresca, timida, di quella primavera negata da un’allerta sanitaria sembrò quasi accarezzare gli specchietti del piccolo corriere di periferia, lasciando che il riflesso giungesse alle finestre dell’appartamento attirando l’attenzione della giovane coppia; il ragazzo si raccolse rapidamente i capelli argentei in una crocchia scombinata, indossando la mascherina chiara di filtro e coprendola con una seconda di cotone prima di uscire e recuperare al volo il piccolo pacco che, su un etichetta intatta, riportava il suo nome.
Era stato tutto abbastanza veloce e improvvisato: tutto era iniziato con Nosaka che aveva deciso di riordinare e riarredare il bagno mettendoci anche qualche effetto personale –con il permesso del fidanzato-, andando a recuperare quel poco di realmente suo che aveva, prima che la quarantena li incarcerasse in casa e, mentre puliva e spulciava nei mobili per dividere gli spazi, aveva trovato un astuccino di cuoio, giallo, pieno di cerchietti e orecchini di metallo. Haizaki gli aveva mostrato con non chalance di poter infilare il septum nel naso e si era indicato qualche foro vuoto sparso, oltre i due sui lobi, sui padiglioni.
«Hai i piercing e non me lo hai mai detto?»
«Mi hanno obbligato a toglierli a scuola, ma potrei rimetterli adesso che siamo segregati in casa» scrollò le spalle cercando di capire dallo sguardo stupito del fidanzato se fosse perplesso per quel simbolo di trasgressione o se fosse solo in forte disappunto, trovando la risposta nel piccolo sorriso che piano gli incurvò le labbra.
«Lo voglio anche io!»
Sospirò sconsolato appoggiandosi con le spalle alla porta, aprendo l’involucro per controllare che ci fosse tutto prima di dare una voce al rosso che, con un’eccitazione degna di un bambino, scese di corsa le scale; Haizaki non riuscì a mascherare un sorriso, andando a lavarsi le mani mentre l’altro prendeva posto su una sedia di quello studio improvvisato che era divenuto il salotto, seguendo i gesti dell’argenteo come ipnotizzato mentre indossava i guanti neri, sterili, e andava a disinfettargli l’interno del naso. Non aveva paura, strinse solo gli occhi di riflesso, incastrando qualche lacrima tra le ciglia, quando l’ago penetrò trovando subito le parole dolci del fidanzato a calmarlo.
Il minore gli pulì delicatamente il naso dai rivoli di sangue, attento a non fargli male, coprendogli gli occhi e guidandolo davanti alla specchiera del bagno, appoggiando il mento su una sua spalla e cingendone i fianchi dopo un piccolo “ta-daaa” seguito dal sorriso entusiasta del rosso che, senza riuscire a staccare gli occhi dal gioiellino dorato, lo baciò con un misto di felicità e soddisfazione inquantificabile.
scrivo questa storiella con la bellezza di 12 piercing (di cui un po’ fatti da sola), un ago davanti a me, e la proposta nel gruppo di amici di farci tutti un helix (piercing sul padiglione) appena finisce la quarantena.
❧ Mi rifiuto di pensare ad Haizaki senza piercing, i buchi ai lobi li cito spesso (come le pietruzze nere) ma anche un septum e qualche heliz sarebbero molto in suo stile, quindi why not
❧ è strano pensare ad un ragazzo ligio come Nosaka fare qualcosa di simile, proprio per questo mi è piaciuto scriverla: alla fine ha sempre vissuto in un ambiente molto costrittore, quel piccolo cerchietto di metallo per lui non è solo un gioiello, è un po’ come il simbolo che ha rotto con quelle regole e quella vita: è libero di fare quello che vuole
+ Bonus: Haizaki con i guanti neri di lattice, i capelli raccolti e l’ago tra le labbra è una visione che tutti ci meritiamo nella vita
-Ade