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Autore: m a y    13/04/2020    2 recensioni
Fu per quello che una mattina si svegliò, prese il suo telefono e chiese – tramite un messaggio inviato sulla chat di gruppo della classe 1-A – se a loro sarebbe piaciuto trascorrere una giornata nel parco divertimenti più vicino. La proposta fu accolta quasi immediatamente dalla maggioranza dei componenti, e Ashido non poté far altro se non esultare e procedere con il resto dei preparativi.
{ pre 3x01 | hints: Midoriya/Uraraka, Todoroki/Yaoyorozu, Tokoyami/Tsuyu & more ♥ }
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A little story of somersaults
and cotton candy.

È solo voglia di un giro sull’ottovolante, una mela caramellata e zucchero filato.
Un dolce pericolo e niente più.

 
 
I.
 
L’idea era nata dalla mente di Mina. Era metà luglio e la voglia di divertirsi e di trascorrere del tempo con i propri amici oltre i banchi di scuola cominciava a farsi sentire.
Mancavano ancora due settimane al ritiro nei boschi, e alla ragazza l’idea di aspettare tutto quel tempo per rivedere Hagakure, Uraraka e il resto delle sue compagne (lo stesso valeva anche per i ragazzi naturalmente, eccezion fatta forse per Mineta) non le piacque per niente.
Fu per quello che una mattina si svegliò, prese il suo telefono e chiese – tramite un messaggio inviato sulla chat di gruppo della classe 1-A – se a loro sarebbe piaciuto trascorrere una giornata nel parco divertimenti più vicino. La proposta fu accolta quasi immediatamente dalla maggioranza dei componenti, e Ashido non poté far altro se non esultare e procedere con il resto dei preparativi. 
 
La mattina del gran giorno Izuku controllò di avere tutto il necessario nel suo zaino, uno dei tanti gadget che possedeva a tema All Might; fece per uscire quando la voce premurosa di sua madre gli disse dalla cucina: «Mi raccomando Izuku caro, divertiti e non salire su attrazioni che ti fanno paura solo perché Katsuki ti prende in giro, intesi? Oh, ricorda anche di ringraziare i genitori di Ochako!»
Izuku rispose con un sbrigativo D’accordo mamma! e uscì di casa. Il ragazzo aveva gentilmente chiesto alla sua amica Ochako, con un largo anticipo di qualche giorno, un passaggio per arrivare al parco, dal momento che Inko non aveva una macchina, e la ragazza – dopo aver ricevuto il consenso dei propri genitori – gli aveva assicurato che sarebbe andato con loro.
Midoriya giunse nel luogo prestabilito e si sedette su una panchina a prendere fiato; il respiro si era fatto affannato e le dita gli tremavano notevolmente, nonostante fosse una giornata caldissima. Sarà l’emozione rifletté il giovane, il quale era terribilmente ansioso di salire su una montagna russa, di strafogarsi di dolciumi e di stare accanto ad Ochako durante il viaggio di andata.

C-cosa?

Pochi secondi dopo arrivò l’automobile della famiglia Uraraka. La ragazza abbassò il finestrino posteriore e gridò: «Ciao Deku-kun! Sali pure!»  
L’interessato si scosse dai suoi pensieri e la salutò imbarazzato, sperando che l’amica non avesse notato il suo rossore improvviso.
Il viaggio fu piuttosto piacevole: il signor Uraraka era divertentissimo e con le sue battute faceva piangere dal ridere il giovane Midoriya; ogni tanto quest’ultimo parlava con Ochako, chiedendole cosa avesse fatto di bello durante i giorni precedenti, lei cominciava a parlare animatamente e Izuku la trovava semplicemente carinissima.
Quasi un’oretta dopo la partenza, arrivarono all’ingresso del parco divertimenti: il ragazzo c’era già stato qualche volta da piccolo insieme a sua madre, mentre per Uraraka era la prima volta. «Non vedo l’ora di entrare insieme agli altri, Deku!»
A quell’esclamazione Midoriya sorrise e le rispose semplicemente: «Ci divertiremo un mondo, vedrai!»
I due ragazzi si domandarono in seguito se fossero stati i primi ad arrivare, così cominciarono a cercare con lo sguardo qualche viso a loro famigliare, nonostante la loro statura non aiutasse granché. Poco dopo videro dei capelli rosso fuoco non molto lontano da loro, e scoprirono con piacere che appartenevano ad un Kirishima impegnato a scambiare due parole (letteralmente) con Tokoyami. «Ehi Fumikage, guarda chi c’è!» disse Eijirou rivolto all’amico, il quale rispose con un sommesso già. Uraraka e Midoriya li raggiunsero e li salutarono calorosamente.
Dopo qualche istante arrivarono anche Jirou, Hagakure e Sero, e quest’ultimo spiegò a Kirishima che il viaggio in macchina con il padre di Kyoka gli era sembrato un concerto rock degli anni ’70. Un poco alla volta arrivarono anche gli altri: Momo, Shouto, Mina, il timido Koji e Tenya, il quale aveva spaccato il secondo arrivando esattamente all’orario prefissato.
«Ciao a tutti! Ricapitolando: Shoji, Ojiro e Sato mi avevano avvisato privatamente che non ci sarebbero stati, dal momento che sono in vacanza qualche giorno con le proprie famiglie… Aoyama mi ha mandato un messaggio stamattina in cui mi diceva che non si sentiva molto bene, poverino! Quindi mancherebbero all’appello soltanto Bakugou e Tsuyu!» annunciò Mina a tutto il gruppo.
«Per non parlare di quei due idoti di Kaminari e Mineta…» aggiunse Jirou soffocando una risata; Kirishima, Yaoyorozu, Tokoyami e Iida si offrirono volontari per l’acquisto dei biglietti e si inserirono nella fila, mentre il resto del gruppo aspettò che arrivassero i membri mancanti.
Dopo qualche minuto Toru vide in lontananza una ragazzina saltellante e gridò Tsuyuuuu e corse ad abbracciarla seguita da Ochako.
«Scusate il ritardo, cra» cercò di scusarsi Asui, ma le sue compagne le assicurarono che non era un problema e la accompagnarono dagli altri.
«Ochako-chan, oggi per caso c’è anche Tokoyami-kun? Perché non lo vedo da nessuna parte…» chiese la ragazza rana con lo sguardo basso, in modo da nascondere l’imbarazzo.
«Sì, ora è a prendere i biglietti, è stato gentilissimo…» rispose Uraraka, poi si avvicinò all’amica e le sussurrò: «Cercherò di farvi stare un po’ da soli ogni tanto, per la mia migliore amica questo e altro!»
«M-ma non ce n’è bisogno…» balbettò Asui, ricevendo poi una piccola gomitata amichevole dalla castana.
La verità era che Uraraka sapeva che tra Tsuyu e Fumikage c’era qualcosa, ne era più che certa. Sapeva anche che Tokoyami era un bravo ragazzo per nulla sgarbato, quindi perché no?
Le ragazze raggiunsero il resto dei compagni e si sedettero accanto a loro. Poco lontano da lì, la folla si era a poco a poco diradata, rivelando un ragazzo dai capelli biondi e la faccia contrita per la rabbia. Poteva essere soltanto Katsuki Bakugou.
Una volta arrivato, Sero si alzò dalla panchina, su cui si era precedentemente accomodato, e gli disse amichevolmente: «Ehi ritardatario! Ma lo sai che ore sono?»
«È tutta colpa di quella vecchiaccia di mia madre!» sbottò l’ultimo arrivato come suo solito, poi si voltò in direzione di Izuku. «Che cazzo hai da guardare, merDeku?!» L’interessato quasi saltò per lo spavento e balbettò impaurito: «C-ciao Kacchan!»
In quel momento una ragazza poco distante da loro gridò spazientita: «Lasciami in pace, nanerottolo!» e fece finire il bastone per i selfie dritto dritto sulla testa di un ragazzino di bassa statura; questo però non sembrò turbarlo particolarmente, dal momento che la presunta arma rimase appiccicata alle palline gommose di colore viola che si trovavano sulla sua testa. Un ragazzo biondo e slanciato si abbassò alla sua altezza e gli sussurrò: «L’hai scampata bella amico! Scappiamo prima che possa colpirti in un altro punto!» I due corsero via – con tanto di bastone per i selfie – e raggiunsero i loro amici di scuola.
«Ragaaaazzi! Vi siamo mancati, non è veroooo?» cantilenarono in coro i due nuovi arrivati, e in tutta risposta Kyoka disse: «Per niente!»
Ecco che arrivarono Iida e gli altri che avevano comprato i biglietti; i ragazzi li distribuirono ai loro compagni e si diressero poi tutti insieme di fronte alle porte del parco. La consueta musichetta di benvenuto partì a tutto volume, e pochi istanti dopo si poté accedere all’interno del parco.
E iniziò l’avventura.
• • •

Percorso soltanto qualche metro, iniziò il finimondo. Ognuno, naturalmente, voleva provare le attrazioni che desiderava e proprio per questo nessuno giungeva ad un accordo: il gruppo composto da Sero, Bakugou, Kirishima e Jirou voleva gettarsi a capofitto sulle montagne russe; Yaoyorozu, Midoriya e Iida volevano invece iniziare con qualcosa di più soft, mentre Mineta voleva semplicemente fare pipì il prima possibile.
Dopo una breve discussione, Tsuyu prese la parola e illustrò a tutti come si sarebbe svolta la giornata: la mattina avrebbero fatto delle attrazioni che fossero andate bene a tutti o almeno alla maggioranza dei presenti, dopodiché avrebbero pranzato e successivamente si sarebbero divisi in piccoli gruppi, ricongiungendosi in un luogo e a un orario prestabiliti. I ragazzi risposero con un sonoro Ok! di gruppo ad eccezione di Katsuki, il quale si limitò a sbuffare a guardare altrove.

La prima attrazione consisteva in un semplice trenino, qualche curva veloce e tante risate. Mineta aveva cercato – insieme al suo fidato Kaminari – di architettare un piano diabolico (o così diceva lui) per poter salire tranquillamente sulla giostra nonostante i limiti di altezza, ma (s)fortunatamente non ci furono problemi.
La carrozza venne quasi interamente occupata dai ragazzi della 1-A, dal momento che i posti disponibili erano 20 e loro erano in 16: Izuku si sedette accanto a Tenya in uno dei vagoni centrali, Ochako accanto a Tsuyu, Mina con Kyoka e Momo con Toru, Eijirou accanto a Hanta, Fumikage accanto a Koji, Katsuki con Shoto (anche se non volevano per nulla al mondo stare l’uno vicino all’altro) e nell’ultimo vagone si accomodarono Denki e Minoru, dato che davanti a loro era seduta una splendida ragazza e non volevano farsela sfuggire.
L’attrazione partì, fece qualche curva e poi cominciò ad accelerare sempre di più, e i ragazzi ridevano e si tenevano la mano con il vicino, tranne Todoroki che se ne stava in silenzio e osservava il paesaggio scorrere e Bakugou che gridava a squarciagola: «SI PUÓ SAPERE CHE CAVOLO AVETE DA URLARE COSÍ?!»
Ma nessuno gli diede ascolto e continuarono a divertirsi.
Terminata una delle ultime curve Kaminari urlò a tutti dall’ultimo vagone: «Alzate tutti le mani, ragazzi!»
«Sei forse impazzito?!» si girò Iida nella sua direzione e prese a gesticolare: «È contro il regolamento!» «Eddai, Tenya! Divertiti un po’ anche tu!» rispose Denki notando che il resto dei compagni aveva le mani alzate. Tutti insieme gridarono Spingiti oltre il limite! PLUS ULTRA!
Terminata l’attrazione, i ragazzi scesero dai loro vagoni e ripresero gli zaini precedentemente depositati negli appositi scaffali, e Kirishima cercò di trascinare fuori Mineta, il quale stava pregando la ragazza di prima di dargli il suo numero di telefono.
Il gruppo percorse poi una piccola stradina piena zeppa di negozietti di souvenir e cibo invitante; Asui aveva visto un’attrazione con dell’acqua e desiderava farla, ma siccome era mattina e faceva ancora un po’ troppo fresco per bagnarsi, decise di riservarla per il pomeriggio quando si sarebbero divisi. Spero che Tokoyami-kun voglia farla con me rifletté la ragazza rana e subito le apparve un sorriso in volto.
Durante il tragitto i ragazzi provarono la nave pirata, una giostra a tema giungla e molte altre, tranne una delle montagne russe più alte del parco – Bakugou fremeva dalla voglia di salirci – e la casa degli orrori, a cui nessuno osò avvicinarsi tranne Tokoyami, il quale però scelse di riservarla a più tardi.
Rapidamente arrivò l’ora di pranzo e Tenya guidò il gruppo a un’area pic-nic con l’ausilio della mappa che nessuno oltre a lui aveva preso con sé; i ragazzi si sedettero ad un tavolo e le ragazze ad un altro e subito cominciarono a mangiare e a parlottare.

«Pensiamo a come dividerci per il pomeriggio e a dove ritrovarci poi» disse Midoriya e Todoroki annuì. «Io verrò con te, Izuku… e credo sarà con noi anche Tenya»
«Esattamente, Todoroki-kun! Devo salvaguardare la vostra sicurezza!» annunciò Iida a gran voce, sistemandosi gli occhiali sul naso come suo solito.
«Forse dovremmo chiamare anche le ragazze…» propose poi Izuku e andò a chiamarle un po’ imbarazzato. Alla fine della discussione i gruppi erano così formati: uno di questi era composto da Midoriya, Uraraka, Iida, Todoroki, Asui, Tokoyami e Yaoyorozu; un altro invece da Kirishima, Bakugou e Sero e l’ultimo da Ashido, Jirou, Hagakure e Kouda.
Tutti si voltarono verso gli ultimi due rimanenti e chiesero: «Voi che intenzioni avete, esattamente?»
Kaminari e Mineta – che non si erano inseriti in nessuno gruppo – si guardarono un secondo e risposero:
«Beh, noi ci muoveremo in solitaria ovviamente!»
Nessuno degli altri era convinto di quella risposta ma acconsentirono comunque.
I ragazzi cominciarono a pulire i tavoli utilizzati e a riporre le cose necessarie nei loro zaini; Izuku si appartò un secondo e scattò una bella foto del parco con il suo telefonino.
«È venuta benissimo Deku-kun! A chi la manderai?» chiese Ochako, che era giunta di soppiatto, e per poco l’amico non aveva fatto cadere il cellullare dalle mani per lo spavento. «Ah, ehm sì… La terrò come ricordo di questa bellissima giornata e la manderò a mia mamma e…» e a All Might stava per rispondere, ma non poteva lasciarsi sfuggire un’informazione come quella, anche se era Uraraka, per cui si limitò a concludere con un mio caro amico.
Ochako gli sorrise. Izuku avrebbe voluto scattare una foto pure a lei, perché era la cosa più bella di quella giornata, ma decise di sorridergli a sua volta e di lasciare quel pensiero nella sua mente.
La ragazza andò poi da Iida e gli chiese dove sarebbero andati ora, e nel frattempo Midorya inviò un messaggio a sua madre in cui le diceva che stava bene e non aveva fatto niente di pericoloso (per ora) e uno ad All Might con scritto: Mi sto divertendo un mondo!
I vari gruppi si divisero e iniziò così la seconda parte della giornata.
 
 

 


L'angolino di m a y

Mentre ascoltavo Feel Special delle Twice e ripensavo a quei bellissimi pomeriggi trascorsi a Gardaland con i miei amici, istintivamente i ragazzi della 1-A hanno fatto capolino nella mia mente e mi hanno fatto venir voglia di scrivere qualcosa su di loro.

Così è nata A little story of somersaults and cotton candy, ovvero “una piccolo storia di capriole e zucchero filato” che forse tanto piccola non è… Inizialmente doveva essere una semplicissima one-shot ma più scrivevo più mi rendevo conto che volevo far vivere ai nostri patati molte più esperienze di quelle prefissate, per cui ho deciso di trasformarla in una mini-long di tre parti, decisione presa anche per alleggerire la lettura, naturalmente.
Per oggi è tutto cari lettori, se per ora vi pace particolarmente o avete notato errori/qualsiasi cosa da appuntare sulla storia lasciate pure una recensione, mi farà soltanto piacere!

adieu!
 
   
 
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