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Autore: Elisabethswan    14/04/2020    2 recensioni
Se con il fantastico trio ci fosse anche una bambina dal passato misterioso e con strani poteri? colei sarà costretta a cercare la sua identità insieme all'aiuto dei suoi fratelli e a scoprire una storia sconvolgente riguardante il secolo buio.
" Solo in quel momento Ace notò che dietro a suo nonno c’era una bambina alquanto esile che doveva essere più piccola di lui di qualche anno. Aveva folti capelli biondo miele molto lunghi e disordinati, dove in mezzo si perdevano anche piccolissime treccine con qualche piuma d’uccello. Aveva un viso da bambola, labbra carnose a cuore e occhi di un azzurro brillante e luminoso, che assottigliava per osservare attenta attorno a lei. Portava dei pantaloncini blu scuro con qualche toppa di diversi colori e una maglia chiara, evidentemente di qualche marine visto lo stemma del gabbiano e la lunghezza spropositata.
Stava in piedi con le braccia incrociate al petto e osservava attentamente, con le braccia incrociate al petto leggermente imbronciata. "
Vivranno una sacco di avventure cresceranno e chissà forse troveranno anche l'amore ;)
Spero vi piaccia!!
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Garp, Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Silvers Rayleigh
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sophia spalancò gli occhi terrorizzata sentendosi il cuore in gola e per poco non sobbalzò gridando quando sentì delle braccia addosso a lei.
Il profumo e il corpo di Ace, illuminato dalla luce dell’alba, però le fecero capire poco dopo di essere al sicuro nella loro casa sull’albero.
Pensava di essere stata catturata da quell’individuo sinistro chiamato Im.
 
Fortunatamente era al sicuro tra le braccia di Ace.
La teneva stretta a sé in modo affettuoso.
Un braccio attorno alle spalle sotto di lei e quello sopra le circondava la vita.
 
In quel momento capì perché prima, nel contatto con quella donna misteriosa, aveva sentito il suo profumo. Il suo volto era nascosto nel petto di Ace, il quale dormiva profondamente ignaro di tutto, alzando ed abbassando il torace a lunghi intervalli regolari.
 
Quel ritmo sembrò cullarla.
Cercò di imitarlo, inspirando lentamente ed espirando facendo fuoriuscire l’aria in modo più controllato.
Il suo battito iniziò a rallentare gradualmente.
 
Improvvisamente la sua mente fu inondata dalla consapevolezza della nottata appena passata.
Aveva davvero avuto un contatto con altre streghe mentre dormiva?
 
Era talmente sovrappensiero che, dopo svariati minuti a rimuginare, non si era ancora accorta del dolore alla mano che provava.
Si era per caso fatta male senza accorgersene?
La guardò sotto la luce del primo mattino ma era liscia e non mostrava ferite evidenti. La stiracchiò un attimo ma non riuscì a riportarla vicino alla sua collana come prima.
 
Il desiderio di circondare la vita di Ace le affiorò nella mente e incapace di resistere fece passare la mano nell’insenatura che si formava nel corpo di lui tra il braccio che la stava abbracciando e il fianco nudo e asciutto.
Si strinse a lui, annullando anche quei pochi centimetri di distanza che li separavano, e appoggiò l’orecchio sul suo cuore, stando attenta a non premere troppo sulle ferite coperte dalle bende che gli circondavano il petto. Quel ritmo forte e sicuro riuscì quasi a calmarla del tutto.
 
Quegli attimi di falsa illusione in cui aveva creduto che sua madre fosse viva l’avevano logorata dentro, visto che quella donna misteriosa aveva le sue sembianze.
Sembrava che il fantasma di sua madre le avesse voluto fare uno scherzo schiaffeggiandola in pieno viso.
Per dirle poi cosa?
Avvertirla sugli uomini pesci che avevano già sconfitto?
 
Sospirò profondamente, assaporando il profumo di Ace che la avvolgeva, ignorando la capriola che fece il suo stomaco.
Odorava di muschio bianco e agrumi, dolce e fresco allo stesso tempo.
Con le dita iniziò a tracciargli dei cerchi immaginari in mezzo alla schiena e il volto di sua madre con quella cicatrice sull’addome le balenò di nuovo in mente.
 
Scosse lievemente la testa.
Non doveva rincorrere il passato, sua madre era morta e defunta e lei lo doveva sapere bene visto che era presente.
Doveva essere forte come lei e andare avanti.
I morti non possono tornare in vita, si continuò a ripetere mentalmente, quella era una strega che aveva avuto la malsana idea di prendere i panni di sua madre, pensando di fare la cosa giusta, per riferirle uno stupido messaggio.
 
Ad un tratto le venne in mente cos’altro era successo durante quel contatto in quell’ isola stregata.
Le sue dita smisero di muoversi e sentì il cuore agitarsi nuovamente nel suo petto. Le sue guance diventarono presto accaldate dopo quel pensiero.
 
Come gli avrebbe detto quello che provava per lui? 
 
Le sue guance iniziarono ad accaldarsi a quel pensiero.
 
Avevano per di più stretto un patto di fratellanza, Ace era suo fratello!
 
Solo in quel momento notò la mancanza di un altro corpo addosso a lei.
Dov’era Luffy?
 
Si mosse lentamente, alzando leggermente il capo, stando attenta a non svegliare Ace e vide finalmente il fratello minore.
Non si chiese come ci era finito lì, con Luffy era tutto possibile.
 
Aveva la testa a una decina di centimetri da quella di Ace, formando insieme a lui una particolare linea di corpi sul pavimento. Era rotolato fuori dal suo futon, trascinandosi con sé la sua coperta, con cui si era attorcigliato fino a metà testa, facendolo assomigliare ad un involtino con un ciuffo di capelli neri.
 
Sophia, dopo tutto quello che aveva passato durante la notte, riuscì perfino ad abbozzare un sorriso mentre lo guardava.
Mentre cercava di rimettersi nella stessa posizione di prima, il suo sguardo venne rapito dal volto di Ace illuminato dall’alba e si immobilizzò.
Dormiva serenamente, i capelli neri leggermente ondulati gli ricadevano sugli occhi chiusi e sugli zigomi pieni di lentiggini.
 
Si sdraiò sul fianco come prima, ma più in alto, alla sua stessa altezza per poterlo osservare meglio.
Le sembrava più difficile stargli vicino dopo ieri sera, ma allo stesso tempo lo voleva di più. Forse perché prima mentiva a sé stessa dicendosi che il suo enorme affetto per lui era solo fraterno.
 
Il desiderio di toccarlo ebbe la meglio su di lei e con una mano gli spostò i capelli dal viso. Le sue dita alla fine si persero a sottolineare delicatamente i lineamenti giovanili e sottili del ragazzino, unì le costellazioni delle sue efelidi, finché arrivò alle sue labbra morbide delineandone i contorni.
 
La bocca di Ace si schiuse leggermente al suo tocco.
 
Il suo cuore perse un battito ma Sophia volle comunque indugiare per qualche istante, esplorando con le dita la superficie del suo labbro inferiore.
La sera prima Ace le aveva dato un bacio sulla guancia.
Il solo pensiero fece fremere il suo corpo di desiderio e senza neanche pensarci, ascoltando solo i suoi istinti, si allungò verso di lui e lo baciò delicatamente vicino all’angolo della bocca.
 
Non ebbe neanche il tempo di poter assaporare bene il momento, poiché Ace cominciò a muoversi e a stiracchiarsi, alzando il braccio che fino a quel momento era stato attorno alla sua vita.
 
Sophia si allontanò di scatto dal suo viso, come se avesse appena preso la scossa elettrica, ma il corvino aprì gli occhi quando lei era ancora a pochi centimetri dal suo viso.
 
“cosa stai facendo?” mormorò Ace sorpreso, con un mezzo sorriso.
 
“e-ehm niente!” balbettò nervosa Sophia, sentendo le guance diventare improvvisamente bollenti.
 
Ace notando la sua reazione corrugò la fronte perplesso e lei sempre più in imbarazzo, con il cuore martellante nel petto, provò subito ad alzarsi. Il corvino però la bloccò, mettendole una mano sulla fronte e spingendola di nuovo giù accanto a lui.
 
Stava già per ribattere qualcosa ma quando girò la testa verso Ace per poco non si imbatté contro il suo naso, visto che si era avvicinato vertiginosamente a lei.
Ace si aprì in un sorriso sghembo.
La sua testa galleggiò improvvisamente nel vuoto mentre lo osservava…da quando era diventato così carino?
 
“cosa hai sognato stanotte?” le soffiò sul viso, con gli occhi accesi di malizia, mettendo l’avambraccio che prima le circondava le spalle sotto la testa.
 
Sophia vacillò di colpo, sbiancando in viso e farfugliò confusa:
 
“come fai a sapere cosa è successo stanotte?”
 
Il sorriso di Ace svanì.
 
“successo?” ripeté lui perplesso, assottigliando gli occhi fino a farle diventare due fessure.
 
“non ho semplicemente sognato Ace” mormorò lei inquieta, sentendo i brividi al pensiero di dover rievocare le immagini di quella donna finta “ho avuto un contatto con delle streghe mentre dormivo”
 
Il corvino trattene il respiro completamente esterrefatto.
Spalancò gli occhi sconvolto ma poi fece trasparire tra i suoi lineamenti la delusione, cosa che la stupì parecchio.
 
Iniziò a raccontargli tutto per fila e per segno, tralasciando la scoperta dei suoi sentimenti per lui, avrebbe voluto pensarci meglio a cosa dirgli a riguardo.
Ace la ascoltava molto attentamente, sembrava alla ricerca di qualcosa fra le sue parole, e continuava ad alternare espressioni tra lo stupore e la frustrazione, tranne quando parlò degli uomini pesce e dell’individuo incappucciato.
 
“ma questo Im, ti ha vista?” chiese con voce turbata, il volto contratto in un’espressione preoccupata
 
“penso di no, ero in mezzo al corridoio e non mi ha proprio notato… forse solo le streghe possono vedersi in questi contatti” rispose lei sovrappensiero giocherellando distrattamente con la sua collana al collo “la cosa strana è che io l’ho percepito…come qualcosa di malvagio e orribile”
 
Lo sguardo di Ace diventò ancora più acceso e inquieto. Le prese all’improvviso il volto fra le mani, facendola quasi sobbalzare e la guardò dritta negli occhi.
 
“gli uomini pesce non te li farò vedere neanche da lontano ma questo contatto non deve più capitare!!!” sentenziò duramente senza perdere neanche per un secondo il contatto visivo “mi hai capito Sophia?!”
 
“perché?!” ribatté Sophia contrariata, sorpresa dell’intensità della sua affermazione “Potrebbero darmi informazioni importanti nel caso, potrei scoprire qualcosa in più sui miei poteri…e poi non l’ho deciso io!”
 
Ace assottigliò gli occhi arrabbiato, sembrava avere due tizzoni ardenti nelle cavità oculari.
 
“Non sai cosa ti potrebbe succedere se ti attaccano lì! Come non sai che tutte le streghe possano volere il tuo bene! E se rimani intrappolata lì?!” esclamò lui impulsivamente e poi il suo volto si contrasse in un’espressione quasi disperata e aggiunse con voce incrinata “potresti non svegliarti più e…e io non posso proteggerti lì!”
 
Sembrava stesse confessando la sua più grande debolezza e paura allo stesso tempo.
Sophia boccheggiò non sapendo cosa dirgli, stupita dalla reazione che aveva appena avuto.
Non l’aveva minimamente preso in considerazione quell’aspetto così negativo.
 
Si fissarono negli occhi per un minuto interminabile mentre Ace, ancora con le mani sul suo viso, le accarezzava leggermente una guancia con il pollice, finché non esordì sovrappensiero:
 
“meglio che non tieni più il tuo ciondolo addosso” e fece scivolare la mano sul suo collo, prendendo fra due dita la gemma azzurra.
 
Sophia a quella strana affermazione si ridestò ed esclamò con disappunto a voce più alta:
 
“perché scusa, cosa c’entra questo?! È di mia madre!” e afferrò la mano del corvino, per non farsi portare via la collana.
 
Luffy dietro le loro teste si rotolò di qualche centimetro nel pavimento e mugugnò nel sonno:
 
“voglio più carne”
 
Sophia invidiò per un momento la serenità dei sogni del piccolo.
 
“stanotte mi sono svegliato con te che gemevi e stringevi nella mano quella pietra luminescente” le spiegò Ace tranquillamente in tono molto serio, ignorando Luffy.
 
“cosa…si è illuminata tutta?” chiese sorpresa corrugando le labbra confusa, lasciando la presa sulla collana.
 
“brillava quasi quanto le tue impronte” aggiunse lui sovrappensiero, osservando la gemma tra le due dita, che in quel momento aveva quasi perso quell'unica nota di luce debolissima che aveva sempre avuto.
 
Rimase interdetta da quell’informazione e la sua mente s’inabissò subito a pensare, astraendosi dalla situazione in cui si ritrovava.
I suoi poteri venivano fuori quando le sue impronte si illuminavano, quindi anche la gemma era magica?
Quante cose ancora non sapeva di quel mondo a cui apparteneva solo in parte.
 
Improvvisamente l’immagine della donna identica a sua madre le balenò in mente.
I braccialetti della donna.
Uno di questi aveva una pietra identica alla sua solo molto più luminosa.
Si erano aiutate con quella pietra per trovarla? Che fossero collegate quelle due pietre?
Infondo nessuno era entrato nella casa sull’albero, Ace se ne sarebbe accorto, visto che si era svegliato.
 
Il suo flusso di pensieri venne interrotto dalle mani affusolate di Ace che stavano sfiorando il suo collo per toglierle la collana. Gli afferrò il polso guardandolo allarmata.
Ok che quel ciondolo poteva essere il mezzo del contatto, ma era pur sempre l’unico ricordo che aveva di sua madre.
 
“lo terrò io finché non ne sapremo di più, ok?” suggerì Ace cercando di rassicurarla, mettendosela lui al collo.
 
Sembrava aver ascoltato i suoi pensieri.
Sophia guardò sovrappensiero la gemma sul suo petto bendato e gli mise una mano sopra.
 
“se dovessero mettersi in contatto con te?” chiese con un filo di voce alzando lo sguardo su di lui.
 
“che ci provassero!” esclamò Ace in tono di sfida con un ghigno malandrino stampato sul volto.
 
Lo guardò dritto negli occhi e istintivamente lo abbracciò stretto a sé, circondandogli il collo con le braccia, appoggiando delicatamente il petto su quello bendato di lui.
Infondo se non doveva stare al suo collo, l’unica persona a cui avrebbe chiesto di proteggerla sarebbe stata lui; Luffy molto probabilmente l’avrebbe persa o l’avrebbe usata come merce di scambio per mangiare un pezzo di carne.
 
Ace non si irrigidì come faceva solitamente in passato, anzi la strinse a sé con più trasporto e le accarezzò piano i capelli.
 
“se dovesse succedere comunque un'altra volta, anche senza collana, promettimi che cercherai, per come ti è possibile, di uscirne subito” le sussurrò all’orecchio in tono apprensivo.
 
Si scostò da lui per guardarlo e mentre apriva la bocca per ribattere, Ace la zittì appoggiandole subito due dita sulla bocca e questo le bastò per sentire la pelle d’oca nelle braccia, soprattutto quando lui abbassò lo sguardo sulle sue labbra.
 
“promettimelo” sussurrò distrattamente Ace accarezzandole delicatamente il labbro inferiore con l’indice e il medio.
 
Sophia, con il cuore in gola, non si mosse per almeno un minuto, sentendo le guance accaldarsi sempre di più, finché cedette e annuì debolmente abbassando lo sguardo.
Le fece scivolare le dita fino al mento, provocandole i brividi, e glielo alzò costringendola a guardarlo di nuovo dritto negli occhi d’ossidiana, che in quel momento le sembrò la perforassero.
 
“stanotte hai detto il mio nome” mormorò in tono serio e quasi inquisitorio “perché?”
 
A Sophia si fermò il cuore per un attimo.
Ecco l’informazione che Ace stava cercando prima.
 
“a-h si?” chiese lei nervosa, cercando di pensare in fretta come svignarsela da quell’argomento ancora in costruzione dentro sé stessa.
 
“mi stavi forse pensando?” continuò lui impaziente di avere una risposta, alzando la testa sostenendola con il palmo della mano per sovrastarla con il suo viso.
 
Poteva sentire il suo respiro sulla sua pelle.
Non riusciva a pensare a nulla, le annebbiava completamente la mente.
 
“i-io ho sentito il tuo profumo” balbettò sinceramente, sentendo le guance sempre più calde.
 
Infondo era vero che lo aveva sentito in quel prato.
Aveva solo omesso la parte più importante.
Ace inarcò le sopracciglia felicemente sorpreso.
 
“ah si?” sussurrò assorto tra i suoi pensieri con gli occhi accesi da una luce calda.
 
Le studiò compiaciuto il viso arrossato per qualche istante finché le due dita, che prima le tenevano in alto il mento, tornarono sulle sue labbra delineandone piano i contorni. Nonostante il cuore le avesse iniziato a battere in maniera irregolare e frenetica, le sorse un dubbio…
 
“pensavo un’altra cosa però” le soffiò sul viso Ace ad un tratto, stendendo le labbra in un ghigno malizioso.
 
“cosa?!” chiese senza fiato, senza staccare gli occhi da lui, ignorando il fatto che Luffy dietro di loro stava mugugnando più frequentemente ed era in procinto di svegliarsi.
 
“una cosa tipo questo” disse piano Ace, senza smettere di sorridere, avvicinandosi a lei per darle un bacio lento esattamente sull’angolo della bocca come aveva fatto lei, prima che lui si svegliasse.
 
Sophia trattenne il respiro in quell’istante, sentendo il cuore fermarsi di colpo.
Allora se n’era accorto, urlò Sophia dentro di sé, aveva ripetuto quello che lei aveva fatto quella mattina.
Ace rimase a un soffio dal suo viso in fiamme, portando la sua bocca a qualche millimetro da quella di lei e guardandola con gli occhi socchiusi le sussurrò affettuosamente fra le labbra:
 
“oppure questo”
 
La distanza tra loro venne annullata definitivamente.
 
Ace la baciò a stampo con dolcezza, indugiando per qualche istante sulle sue labbra.
Sophia, a quel tocco morbido e gentile, sentì il cuore esploderle e galopparle nel petto ad un ritmo completamente disordinato.
Non aveva mai provato niente di simile, non era come un bacio sulla guancia o un abbraccio, e si rese conto in quel momento che non avrebbe desiderato nessun’ altra persona al mondo per farle provare un’emozione simile.
 
Solo Ace
 
Lo stomaco le sfarfallò talmente tanto da farla inspirare per un istante, costringendola a schiudere le bocca sotto quelle di lui, permettendo alle sue labbra di muoversi, entrando più in profondità dentro di lei.
Però solo per un secondo, visto che Luffy dietro di loro si svegliò.
 
“possiamo dormire ancora?” mugugnò stancamente ignaro di tutto, senza vedere nulla da sotto le sue coperte.
 
Quando Ace sentì la voce del minore, si allontanò lentamente da lei, rivelando anche lui le guance più arrossate. La guardava sorpreso con la bocca semi aperta poi ,in modo totalmente disinvolto, appoggiò un orecchio sul suo petto.
 
Sophia trattenne il respiro e non osò fare nulla se non cercare inutilmente di regolare il suo battito cardiaco.
Ace alzò quasi subito la testa e guardandola raggiante come non mai le fece un sorriso smagliante e le sussurrò divertito all’orecchio:
 
“ti batte forte il cuore”
 
Sophia scattò a sedere imbarazzata sul suo futon tenendosi una mano sul petto, sentendo il ritmo impazzito al tatto. Ace sghignazzando felice, allungò una mano dietro di lui per scompigliare i capelli di Luffy e poi le aggiunse ammiccando malizioso “fammi poi sapere se ho pensato la cosa giusta”
 
Sophia sgranò gli occhi, aprendo la bocca più volte senza riuscire a proferire nulla sotto lo sguardo divertito del corvino.
Ace era riuscito a farle dimenticare l’uso della parola?
Era questo che faceva l’amore?
 
Quando pensò quell’ultima parola scattò in piedi e si diresse senza motivo dalla parte opposta della stanza, rendendosi conto solo in quel momento che nella parte superiore del corpo indossava solo le bende bianche per fasciare il piccolo seno.
L’imbarazzo iniziò a pervadersi in tutto il suo corpo.
 
“hai voglia di carne per colazione?” chiese allegro Ace al piccolo, dietro di lei.
 
“oh sii!” squittì Luffy al settimo cielo saltando subito sul pavimento pieno di energie “come fai a saperlo?”
 
Ace rise gioioso e gli rispose contento:
 
“ho sentito un sacco di cose interessanti da stanotte!”


***
 
 
“Elisabeth…come ha fatto a fare una cosa del genere tua figlia?”
 
Tua figlia.
 
Non riuscì controllare l’espressione di dolore che le si dipinse sul volto.
Gli occhi azzurri di Sophia infranti come uno specchio rotto dalla sua stessa bugia le trafiggevano la mente come due chiodi nel cervello.
 
La donna dai capelli candidi alzò il capo, che prima era molleggiato in avanti per nascondere le lacrime silenziose da poco versate.
Selene davanti a sé sembrava stanca come non mai, ma i suoi occhi grigio chiaro come l’argento liquido erano vigili e la studiavano attentamente da dietro le sbarre.
 
Probabilmente ci sarebbero voluti giorni se non settimane per ritornare con le stesse forze di prima, o perlomeno potevano riacquistare le forze che poteva avere un prigioniero che veniva frequentemente torturato per estorcergli informazioni segrete a cui stavano provando di continuo a succhiare fuori la loro energia.
La loro rara magia.
 
“scusami Elisabeth” singhiozzò affranta Eileen facendo dondolare i capelli castani ondulati spettinati e sporchi “io non mi sono accorta in tempo della maglietta, ero concentrata a riempire i buchi del tessuto e non mi sono accorta in tempo che ti si era alzata…ha visto lei prima di me”
 
 “fa niente” mentì lei con tono falsamente sicuro “me la sono cavata comunque”
 
“Stavamo per mandare all’aria tutto!” ringhiò Ginevra impulsivamente alla sua sinistra “Sapevamo che la marmocchia era sveglia, non potevi spingerti oltre e modificarle la cicatrice?! Se si fosse resa conto che sua madre era viva chissà cosa poteva combinare”
 
Eileen pianse più forte, facendo cascare il capo mollemente in avanti per nascondersi.
 
“ne abbiamo già parlato mille volte quando ancora formavamo il piano” le rispose acida Elisabeth cercando di non immaginare quello scenario catastrofico “le avrebbe richiesto un’energia tale cambiare il mio aspetto fisico durante il sogno che avrebbe potuto ucciderla!”
 
“scusatemi” mormorò Eileen tirando su con il naso “per noi è molto più semplice modificare l’ambiente e gli oggetti…”
 
“ma con tutta l’energia che le davo per me poteva anche riuscirci” continuò riottosa Ginevra facendo tintinnare le sue catene “è qui da solo sei mesi la ragazzina diciottenne delle foreste
 
Elisabeth alzò gli occhi al cielo. A volte con Ginevra era impossibile ragionare, nonostante fosse dotata di una grande intelligenza, si accendeva come una fiamma incontrollata lasciando sfogare a libera ruota le sue emozioni, ma si sapeva quelle come lei erano così.
 
“io vorrei capire cosa è andato storto, quindi vorrei ricapitolare la situazione vi prego” esordì nuovamente Selene in tono severo e stanco, cercando di far tacere quell’inutile battibecco “il piano prevedeva di utilizzare le due gemme antiche, sfruttando il loro potere di collegare le due energie di due streghe consanguinee, in questo caso madre e figlia, permettendo ad Elisabeth di sentire lo stato d’animo di sua figlia e la sua energia.”
 
Elisabeth alzò il capo verso il suo braccialetto e vide la pietra brillare piena di energia. Poche volte aveva sbirciato nello stato d’animo di Sophia, però controllava sempre la sua luminosità. Più brillava più lei era viva e forte.
 
“ Io dovevo connettere le nostre quattro menti in modo tale da poter lavorare all’unisono, e appena avrei sentito la presenza di Sophia nella mente di Elisabeth avrei dovuto collegare anche la ragazzina” il tono di Selene era serio e inflessibile “Abbiamo scelto di farlo di notte, visto che la mente di una persona che dorme è più debole e calma, in questo modo non sarebbe scivolata via dalla mia connessione e dalla manipolazione di Eileen”
 
“e fin qui è andato tutto come doveva andare” commentò in tono distratto Elisabeth continuando a guardare il suo ciondolo.
 
Tanto sapeva a memoria tutto quanto.
Era da quando era arrivata Eileen, la strega dell’ultimo tipo mancante, che avevano curato nel minimo dettaglio il piano.
Il Governo Mondiale fortunatamente non aveva idea che era meglio non imprigionare insieme quattro streghe, ognuna rappresentante uno dei quattro tipi di strega esistente nel loro mondo. In questo modo i loro poteri mentali potevano essere usati in modo indisturbato anche se erano chiuse in celle fatte di armalcolite e senza soprattutto il loro elemento ad aiutarle.
 
“le uniche che non dovevano utilizzare i propri doni della mente, erano Elisabeth che doveva sia riferirle il messaggio sia collegarsi all’ energia della figlia tramite il ciondolo e Ginevra, che tramite il mio collegamento, poteva donarci un po’ della sua energia vitale senza toccarci, in modo da mantenere il collegamento con Sophia più a lungo”
 
“Ringraziatemi” sbuffò beffarda Ginevra interrompendo Selene “non mi sono mai sentita così distrutta neanche quando mi hanno stagliuzzata tutta per infilarmi questi tubi infernali dentro al corpo”
 
La donna dai capelli corvini la ignorò completamente mentre Eileen le sorrise debolmente come per ringraziarla.
 
“Ora visto che tu eri più collegata con lei, grazie al ciondolo, come ha fatto tua figlia a spezzare il cerchio di potere che avevamo creato?” le chiese Selene con calma, tradendo i suoi occhi che brillavano avidi di curiosità “come ha fatto a impedirmi di tagliarla fuori dal collegamento? Io ho percepito qualcosa di strano in lei ma ero troppo debole e concentrata per capire cosa fosse, non riuscivo ad agire ed Eileen appena ha aperto gli occhi ha detto che quando stavamo provando a rompere il collegamento si è sentita sopraffatta”
 
Elisabeth riuscì ad abbozzare un ghigno stanco.
 
“proprio tu Selene che sei la più anziana e più saggia fra noi, non l’hai capito?” la stuzzicò e la donna dai capelli corvini indurì lo sguardo a quelle parole “Eileen non è svenuta per stanchezza come hai ipotizzato tu all’inizio quando lei ha detto come si è sentita…”
 
“le sue impronte, come le tue, erano ancora visibili” commentò seriamente Ginevra, interrompendola.
 
Una delle poche volte in cui quella donna dai capelli rosa aveva mantenuto un tono di voce discreto. Probabilmente lo aveva già capito lei.
 
“appunto” confermò Elisabeth con un sospiro stanco, poi guardando la più anziana fra loro dritto negli occhi disse con tono deciso “quello che avete sentito era la sua ambizione
 
Selene strabuzzò gli occhi esterrefatta e si irrigidì, serrando la mascella mentre Eileen emise un versetto meravigliato e rimase a bocca aperta dallo stupore.
Ginevra sghignazzò davanti alle loro espressioni.
Il suo cuore ancora da madre, nonostante la situazione assurda e di pericolo costante, non poté che gonfiarsi di orgoglio. Un sentimento che ormai non provava da tantissimo tempo.
 
“l’ambizione del re conquistatore non faceva perdere i pensi alla vittima?” chiese sospettosa Selene assottigliando lo sguardo verso di lei
 
“se è molto presente nella persona quel tipo di haki può presentarsi anche come un’aura intimidatoria che piega non solo la volontà degli altri ma li domina e li comanda a loro piacimento” spiegò subito Elisabeth con un sorriso amaro“ tramite il ciondolo ho sentito la sua frustrazione di conoscere così poco del suo mondo e se conosco ancora bene mia figlia si sarà intestardita nell’inseguire una strega come lei per avere delle risposte alle sue domande, in più era spinta dal dolore…penso però che lo abbia fatto involontariamente nonostante l’estrema abilità di rendere vittima solo voi due che le stavate manipolando la mente ”
 
“un potere simile solo mentre dormiva” mormorò estasiata Eileen con gli occhi umidi
 
“se esercita una tale ambizione sulle persone” commentò Selene riflessiva “l’ambizione che percepirà dal mare e che potrà sfruttare dalle impronte sarà immensa”
 
Ginevra dalla sua cella fece un fischio ammirato e commentò divertita:
 
“ci credo che è lei la prescelta! basterà farla arrabbiare un attimo per far avverare la profezia, voi streghe del mare siete così furiosamente impetuose quando…”
 
“non è così semplice come per voi” la interruppe acida Elisabeth alzando gli occhi al cielo “basta che vi arrabbiate o avete un’emozione intensa che il vostro potere aumenta, una strega del mare deve saper bilanciare le proprie emozioni sia positive che negative”
 
“sì, ma devi accumularla la rabbia o un’emozione intensa in più l’acqua per te è ovunque” le rispose beffarda Ginevra, poi aggiunse sibilando minacciosa al vuoto “io con tutta l’ira e l’odio che ho accumulato nei miei sette anni qui dentro potrei bruciare il mondo intero”
 
Avrebbe scommesso qualsiasi cosa che su quel viso da elfo che si ritrovava, visto solamente una volta di striscio quando l’avevano rinchiusa nella cella accanto alla sua, in quel momento c’era stampato un ghigno maligno.
Quella strega del fuoco poteva essere una calamità se scatenata.
 
“ti ucciderebbe utilizzare un potere simile” le fece notare Selene osservandola leggermente preoccupata
 
“se avessi l’opportunità di estirpare il Governo Mondiale dal mondo lo farei senza problemi” commentò sadica Ginevra “infondo ci stanno già togliendo la vita ogni istante tramite questi tubi”
 
Nessuna delle quattro osò fiatare dopo quelle parole.
L’angoscia che ogni giorno poteva essere l’ultimo sotto quei tubi era sempre presente.
Il Governo Mondiale effettuava da decenni esperimenti sulle streghe provando in ogni modo a rubare la loro magia dalle impronte, volevano averla loro per controllare il mondo. In questo modo avevano quasi sterminato le poche streghe rimaste dopo il secolo buio, senza mai ottenere nulla.
 
Da quando Vegapunk però era entrato nella divisione scientifica del Governo Mondiale riuscivano ad estrarla da loro, ma non ad utilizzarla. Guardò istintivamente il suo braccio ormai privo di magia con una morsa al petto.
 
“Elisabeth hai anche tu un’ambizione del re conquistatore simile a Sophia?” chiese in tono gentile Eileen rompendo quel silenzio ghiacciato che era sceso fra loro.
 
“non come lei” le sussurrò sovrappensiero, poi con un sorriso amaro sul volto le aggiunse “Tolto l’aspetto fisico e i poteri da strega…assomiglia in realtà a suo padre per molte cose… lui ha quel tipo di ambizione fuori dal comune”
 
“non ci hai mai detto chi è il padre, infondo abbiamo rischiato il culo per la ragazzina” commentò subito espansiva Ginevra con un tono di voce quasi ilare.
 
Se solo fosse stata nella cella davanti, l’avrebbe fulminata con lo sguardo.
 
Elisabeth aveva la lingua tagliente ma non era di molte parole per quanto riguardava i suoi sentimenti, era molto riservata.
In più da quando era stata in bilico tra la vita e la morte sei anni prima ed era stata rinchiusa lì dentro, aveva come rinchiuso tutta la sua vita precedente dentro di sé in un’enorme scatola di ricordi ermetica, inaccessibile per chiunque, anche per sé stessa.
Non poteva permettersi di crollare, non poteva soffrire, doveva essere al massimo delle sue facoltà mentali per aiutare Sophia a far avverare la profezia.
Era una delle due salvezze di quel mondo che stava crollando lentamente.
Però da quando l’aveva rivista si era creata una crepa in quella scatola e forse fu per quel motivo che rispose a Ginevra, con sua grande sorpresa
 
“una persona che sicuramente si sarà distinta in tutti i mari” disse dopo qualche istante con voce roca, sentendo gli occhi pizzicare a tradimento.
 
“lo amavi?” chiese dolcemente Eileen inclinando la testa con un mezzo sorriso
 
Improvvisamente un’altra crepa si formò nella scatola, confinante a quella della figlia.
 
“si” disse con voce incrinata, sentendo una lacrima sfuggirle dal suo controllo.
 
Abbassò il capo per nascondere quel sentimento struggente e mormorò pianissimo, più che altro a sé stessa
 
“moltissimo”
 

Angolo dell'autrice:
Buon pomeriggiooo a tutti quelli che seguono la storia e anche a quelli che non lo fanno e che ci sono capitati per caso :) spero abbiate passato una bella pasqua tutti quanti!
so che il capitolo è molto lungo ma spero non vi annoi e che vi piaccia, a me è piaciuto molto scriverlo! la cioccolata dell'uovo mi ha ispirata hahah
ringrazio comunque molto le persone che commentano sempre <3 mi fa sempre molto piacere!
buona lettura :)

 
   
 
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