Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Eltanin Adelaide Malfoy    15/04/2020    1 recensioni
Alice Paciock sembrava essere una normale strega di sedici anni quando comincia il suo sesto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Mai nessuno si sarebbe aspettato che la sua vita prendesse una piega così inaspettata anche per una giovane strega.
Così, tra la sua migliore amica innamorata di suo fratello Frank e un odioso James Sirius Potter, la nostra Alice dovrà anche indagare sul Circolo, un'organizzazione di maghi e streghe che sembra avere le risposte alle sue domande.
Questa fanfiction non tiene conto degli eventi narrati in "Harry Potter e la maledizione dell'erede".
Stori pubblicata anche su Wattpad: “Once upon a time” di Doriana Amato
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Lucy Weasley, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 3
 
Alice era appena uscita dall’infermeria, diretta nella Sala Comune, pronta per chiedere spiegazioni a Lucy sul perché avesse passato il suo ultimo giorno di ricovero da sola.
Era quasi arrivata al ritratto della Signora Grassa, quando si accorse di qualcuno appoggiato a una colonna.
Alice riconobbe la chioma scura e spettinata e proprio mentre cercava di sgattaiolare via, una risata femminile riecheggiò nel corridoio.
Se credeva che James Potter fosse solo, evidentemente si era sbagliata.
Riuscì, solo dopo aver sentito la risata, a scorgere anche una cascata di capelli castani, leggermente arricciati verso la fine.
I due non si erano accorti della ragazza che, inspiegabilmente, dopo aver visto quella scena, si diresse verso la Torre di Grifondoro con un umore più nero di quanto le fosse concesso.




“Signorina Paciock! Non la vedevo da giorni, è stata poco bene?”
La Signora Grassa, quella sera, era stranamente socievole, al contrario di Alice.
“Sono stata in infermeria per un po’, Nimbus.”
Appena le disse la parola d’ordine, il ritratto la lasciò passare, permettendole di avere una buona visuale della Sala Comune.
Alice rimase stupita da ciò che si trovò davanti.
La stanza era piena di studenti e, sopra la bacheca degli avvisi, era stato appeso un enorme striscione con su scritto Bentornata Alice.
Su un tavolo un’alticcia Roxanne Weasley improvvisava un balletto, che sarebbe sfociato in uno spogliarello se non fosse stato per il fratello che, non appena la vide iniziare a sbottonarsi la camicia della divisa, la tirò giù di peso.
“Alice! Alice! Vedo che ti sei ripresa alla grande!”
“Si, sto molto meglio, grazie Dom.”
Dominique Weasley era completamente diversa dal gemello.
Certo, entrambi erano incredibilmente intelligenti e fisicamente erano molto simili, anche se con un’evidente differenza d’altezza, ma caratterialmente erano quanto più diversi possibile.
Mentre Louis era un malandrino per eccellenza, Dominique preferiva di gran lunga la tranquillità della biblioteca. Spesso infatti potevi trovarla lì, oppure, nelle giornate in cui il tempo lo permetteva, all’ombra della grande quercia alle spalle del Lago Nero.
“Perché non prendi un po’ di burrobirra? Tuo fratello si è messo d’impegno per farla arrivare qui senza essere scoperto.”
“Preferirei qualcosa di più forte.”
La bionda guardò Alice con aria perplessa, alzando un sopracciglio.
“Qualcosa ti turba, piccola ‘Lice?”
Alice sorrise.
“Sono anni che nessuno mi chiama più così. Hanno tutti smesso dopo il mio terzo anno.”
L’espressione che aveva assunto la bionda faceva intendere ben altro, però.
“Vorresti dire dopo che tu e James avete deciso di dichiararvi guerra a vicenda. Me lo ricordo sai, quel giorno, ai Tre Manici di Scopa. ”
Il sorriso della Paciock le morì sul volto, ricordando quello che successe ormai tre anni prima.
“Lui non avrebbe dovuto…”
“Sì, hai ragione, – Dominique non le fece neanche terminare la frase – ma non gli hai neanche permesso di difendersi. Hai preferito credere a Flint senza neanche dargli la possibilità di spiegarsi. Questo James non te l’ha mai perdonato, anche se ora le cose tra di voi stanno andando meglio.”
“Ti sbagli, Dom, – le disse la rossa – le cose tra me e James non andranno mai meglio.”
“Quando due persone sono legate come lo eravate voi due – Alice provò a interromperla, ma l’occhiata ammonitrice della Corvonero la fermò – le cose non posso far altro che andare meglio.”
La rossa sbuffò.
“Allora, qui c’è solo burrobirra o mio fratello è riuscito a far entrare anche altro?”
Dominique le sorrise, notando il repentino cambio d’argomento della Grifondoro.
“Nel terzo cassetto di quella scrivania – le disse la bionda, indicando il tavolo posto nella parte opposta al camino –dovrebbe esserci ancora una bottiglia di whisky incendiario, ma non farti vedere né da Roxanne né da mio fratello. Sono sicura che domani andranno da Albus a chiedergli una Soluzione Corroborante.”
Alice le fece un cenno per salutarla e mentre si dirigeva verso la scrivania indicatale dalla Corvonero, venne intercettata da Lucy.
“Ehi, sfregiata! Piaciuta la sorpresa?”
“Chiamami ancora così e ti faccio evanescere la lingua!”
Lucy rise.
“Dai, lo sanno tutti che le cicatrici sono eccitanti!”
Alice la guardò di traverso.
“Se sono così eccitanti aspetta che te ne procuro un paio io. – nel parlare con la sua migliore amica Alice le si avvicinò – Ma quanto hai bevuto?”
Il sorriso colpevole che spuntò sulle labbra di Lucy le bastò come risposta.
“Un pochino. – rise – Perché?”
La sua risata contagiò anche Alice.
“Puzzi di whisky incendiario, Lucilla.”
Nel frattempo la rossa aveva recuperato la bottiglia dal cassetto della scrivania.
“Non chiamarmi Lucilla! E già che ci sei, versa anche a me un bicchiere: stasera si festeggia!”




La Sala Comune era ormai vuota, fatta eccezione per Alice, che se ne stava accoccolata sulla poltrona vicino al camino.
La festa per il suo ritorno in società, come l’aveva chiamata un ubriaco Frank Paciock, era terminata da un po’, ma lei, dopo la settimana passata nel letto dell’infermeria, non aveva proprio voglia di dormire.
Così, dopo aver aiutato Lucy a spogliarsi e a mettersi il suo pigiama, era ritornata in Sala Comune.
Stava guardando lo scoppiettare del fuoco, quando una voce interruppe i suoi pensieri.
“Posso?”
“Da quando chiedi il permesso?”
Fred rise e si sedette sul divanetto di fronte al fuoco.
“Eri così assorta che se non ti avessi parlato neanche ti saresti accorta di me.”
“Come mai sei sveglio?”
“Potrei farti la stessa domanda.”
“Sì, ma te l’ho fatta prima io.”
Il Grifondoro si spaparacchiò meglio.
“La mia stanza puzza di vomito. – disse con una smorfia Fred – Frank l’ho lasciato per terra, addormentato, mentre Louis si era buttato sul letto vuoto di James.”
Questa volta fu la ragazza a ridere.
“Non ti invidio per niente.”
Fred le ricordava molto suo fratello Frank: da George Weasley aveva ereditato l’essere un battitore formidabile, la passione per gli scherzi e la geniale inventiva, ma per il resto era la copia sputata di Angelina Johnson. Alice aveva notato infatti, durante i pranzi e le cene alla Tana a cui era stata invitata, che l’ironia e il sarcasmo nella voce della cacciatrice delle Holyhead Harpies quando si rivolgeva al marito erano gli stessi toni che il Grifondoro amava usare con i suoi amici. La madre, poi, spesso si ritrovava a rigirare la fede nuziale quando pensava, cosa che aveva ulteriormente trasmesso al figlio che, nei momenti di noia, giocava con l’anello che portava sempre all’indice.
Lo stava facendo anche in quel momento.
“Domani mattina – continuò poi la ragazza – passo io a svegliare Frank.”
“Gli chiederai di nuovo dove ha messo le chiavi del – Fred si sforzò per ricordare la parola giusta – ridigibile?”
“È dirigibile, comunque no, credo che gli chiederò dove ha nascosto il ceppo ghignante1.”
“Magari – le disse il Grifondoro, cercando di trattenere le risate – ti risponderà come l’ultima volta.”
Alice scoppiò a ridere, per poi prendere la bacchetta dalla tasca interna della felpa2 e lanciarsi un incantesimo per dissimulare la voce addormentata di suo fratello.
Non è colpa mia, mamma! È stata un’idea di James!
Allora il ragazzo cominciò a ridere, accompagnato dalla rossa.
I due, troppo presi dalle risate, non si accorsero neanche del Grifondoro appena entrato che, dopo averli guardati in modo strano, si diresse verso il suo dormitorio, completamente ignaro delle condizioni pietose in cui l'avrebbe trovato.




1Riferimento alle Fiabe di Beda il Bardo.
2La divisa scolastica è obbligatoria solo durante le lezioni e in Sala Grande (non durante le vacanze natalizie e pasquali).
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Eltanin Adelaide Malfoy