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Autore: EleAB98    16/04/2020    6 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Già a partire dall’ultima settimana del mese di Gennaio, alla Hollywood U si respirava un’atmosfera decisamente frizzante e romantica. Il fatidico giorno di San Valentino era ormai alle porte e la tradizione che nel college americano vigeva fin dagli albori era sempre stata la stessa: festeggiare l’evento con una serata danzante organizzata dagli studenti e riempire i corridoi di manifesti e palloncini per sponsorizzare la celebre ‘festa degli innamorati’. Peccato che non tutti avrebbero potuto parteciparvi. 

Effettivamente, la cosiddetta ‘sala dei dimenticati’ che si trovava nei sotterranei dell’università era stata appositamente creata per quegli studenti alla disperata ricerca dell’amore. In realtà, Jane aveva sempre pensato che l’idea di costituire un ritrovo per le persone non accompagnate fosse una baggianata, nonché una sarcastica ‘presa in giro’ nei confronti di coloro che erano rimasti – per sfortuna o per scelta – da soli, senza qualcuno con cui poter condividere i propri sogni e le proprie esperienze quotidiane.

Non appena la ragazza si addentrò nei corridoi dell'università, quei fastidiosi manifesti si materializzarono dinanzi ai suoi occhi, ancora stanchi e assonnati a causa della notte in bianco che aveva passato la notte prima. No, nemmeno quella piccola dose di sonnifero a estratti di erbe naturali che le aveva somministrato il medico era riuscita a calmare i suoi poveri nervi. Insomma, sembrava proprio che la giovane studentessa incarnasse perfettamente il ruolo della Signora Bennet, l’eccentrica madre delle cinque ragazze del romanzo ‘Orgoglio e Pregiudizio’ della Austen; altro che Elizabeth!

Con aria stanca, la giovane aprì il suo armadietto. Sussultò all’istante. Non poteva credere a ciò che aveva appena visto: il suo armadietto era invaso da un bellissimo mazzo di fiori freschi di vari colori che ricopriva completamente le sue pile di libri e quaderni.

Chi poteva averglieli mandati?

Jane li annusò: il loro profumo era semplicemente inebriante. Alla base del bouquet, vi era un piccolo biglietto. Con il cuore in gola, lo aprì.


 
“Al fiore più bello della Hollywood U.”

 
La ragazza girò il bigliettino. Nessuna firma all’orizzonte, nessuno stralcio di indizio che avrebbe potuto farle comprendere chi le avesse dedicato quel pensiero.

No, non poteva essere lui. Nel modo più assoluto - pensò la ragazza, scuotendo la testa -.
 
Jane sospirò e, regalando un ultimo sguardo a quei bellissimi fiori, li ripose all’interno del suo armadietto e lo richiuse, abbandonando all’istante la speranza di conoscere il suo misterioso ammiratore. In fondo, sapeva di doversi assolutamente concentrare sui suoi prossimi obiettivi accademici. Tutto il resto poteva aspettare.

 
***

 
Da quando Addison ed Ethan avevano dichiarato l’un l’altra i propri sentimenti, il mondo apparve a entrambi diverso e ancora più bello di quanto non lo fosse in realtà. La giovane avrebbe ben presto confessato a Jane quanto accaduto con lui negli ultimi tempi ma, fino ad allora, sembrava che approfittasse di ogni singolo momento per trascorrere del tempo con il suo adorato agente segreto.
 
D’altro canto, il ragazzo non poteva che esserne felice. Aveva finalmente trovato la sua dolce metà, quella ragazza che aveva sempre sperato di incontrare ma che soltanto a distanza di anni aveva avuto il privilegio di conoscere. Finalmente, anche il ragazzo avrebbe potuto partecipare alla tanto agognata festa organizzata dall’università senza alcun bisogno di nascondersi, né di nascondere i suoi sentimenti per Addison.
 

***

 
Quella mattina, il professore aveva preso un giorno di congedo straordinario dall’università - dopo aver riposto alcuni documenti importanti nel suo ufficio - poiché provava un odio sviscerale nell’assistere ai preparativi dell’evento dedicato agli innamorati. Per lui, quella festa rappresentava un qualcosa di insulso, un mero pretesto per evitare di obbedire al tassativo obbligo di fare lezione. Ma quella tradizione vigeva ormai da anni alla Hollywood U ed era stato proprio suo padre Mark a promuoverla. All’epoca, il giovane regista, essendo profondamente innamorato della ragazza che poi sarebbe diventata sua moglie, aveva fatto qualsiasi follia pur di conquistarla.

Riguardo a questo, Hunt non poteva certo dirsi somigliante a suo padre. Quell’ingenua spontaneità coltivata in gioventù l’aveva perduta ormai da tempo. In effetti, Thomas soleva spesso mantenere il controllo della situazione, soprattutto nelle questioni di cuore. L’esperienza gli aveva suggerito di non lasciarsi travolgere dalle passioni amorose, bensì soltanto da quelle che avrebbero ampliato i propri orizzonti a livello professionale. A quelle e soltanto a quelle - si ripeteva costantemente - avrebbe dovuto essere per sempre fedele. Negli ultimi tempi, però, un vento di cambiamento assai inatteso aveva inondato la sua persona come un fiume in piena, ‘rivestendolo’ di una sensazione del tutto nuova.

Che cosa avrebbe dovuto fare?

Ascoltare il tiepido soffio di quel vento, oppure lasciar perdere e concentrarsi esclusivamente sul suo prossimo progetto cinematografico?

 
 
***
 

“Jane, svegliati!!! Oggi è San Valentino! Mi hai capito bene? San Va-len-ti-no!”

Jane si addentrò maggiormente sotto le coperte.

“Lasciami dormire, Addi...” mormorò lei, voltando le spalle all’amica.

“Io? Lasciarti dormire? Nemmeno per sogno! Ti ricordo che stamane hai lezione!” esclamò lei di rimando, simulando un tono autoritario ‘alla professor Hunt’.

Alla parola ‘lezione’, Jane riprese immediatamente coscienza di sé. Spalanco gli occhi, allarmata. Se fosse arrivata in ritardo, senza dubbio il professor Hunt l’avrebbe nuovamente rimproverata in un giorno che lei giudicava essere un giorno qualunque ma che, in verità, era per moltissimi studenti l’equivalente della ‘Giornata della Memoria’.

“Cavolo, hai ragione!” rispose infatti, uscendo dal letto. “Ma si può sapere perché sei così entusiasta? Non ti ho mai vista così euforica il giorno di San Valentino. Dì la verità... Ti è successo qualcosa di straordinario ultimamente. Mi sbaglio?”

“No, non ti sbagli affatto.” rispose Addison, entusiasta.

“Allora avanti, racconta!” la pregò l’amica, svegliatasi definitivamente dal torpore che l’aveva investita poco prima.

La giovane rispose con un enorme sorriso.

“Ecco, Jane... Mi sono fidanzata!”

“No, non ci credo! Veramente? Congratulazioni!”

Le due si abbracciarono con grande gioia ma, dopo qualche secondo, Jane domandò chi fosse il fortunato.

Facendo un bel respiro, l’amica le rispose che si trattava di Ethan.

Jane spalancò gli occhi.

“Ethan? Quell’Ethan che tu dichiaravi di odiare alla follia?”

“Esattamente.” confermò lei. “Proprio lui. Ho capito ben presto che quel sentimento di odio nei suoi confronti non era altro che una semplice copertura per offuscare i miei reali sentimenti per lui. Credo di essermi innamorata di Ethan dal primo momento che l’ho visto.”

“Un colpo di fulmine, eh? Beh, io lo sospettavo da tempo, in realtà. Aspettavo solamente che tu me lo dicessi... Finalmente ti sei decisa, credevo che non avrei mai conosciuto questa palese eppur nascosta verità.”

“Esagerata!” replicò Addison. “Avevo soltanto bisogno di un po’ di tempo per analizzare i miei sentimenti. Mi dispiace non avertelo detto prima, ma dov...”

“Non devi assolutamente scusarti, Addi! Sono davvero felice per te. Te lo meriti.”

“Ti ringrazio tanto, Jane... Sei una vera amica! Adesso, però... Parliamo un po’ di te. Nuovi sviluppi tra te e Hunt?”

“Addi!”

“Voglio solamente sapere come stai! Come ti senti?”

“Diciamo che non mi lamento... Sto cercando di dimenticare quanto accaduto. So benissimo che quanto è successo con Hunt non è stato altro che un semplice episodio di scarsa importanza.”

“Dunque... nessuna novità all’orizzonte?” insisté Addison, scrutando attentamente il suo sguardo.

“Mi dispiace deluderti, ma no...” mentì la giovane, al fine di evitare l’argomento inerente il secondo bacio che lui e il professore si erano scambiati poche settimane fa. “A dire il vero, però, qualcosa di strano è successo. Guarda questo.”

Jane estrasse un bigliettino dalla tasca e lo porse all’amica, che lo lesse ad alta voce.

“Al fiore più bello della Hollywood U.”

“Wow, ma è un pensiero stupendo!” disse poi, rivolgendosi a Jane. “Ma chi te lo ha mandato?”

“È proprio questo il punto. Non ne ho la più pallida idea.”

“Ne sei sicura?” domandò Addison con un tono di voce dal quale traspariva leggera malizia.

“Sì, ne sono sicura.” ribatté Jane in tono fermo. “Sono pronta a scommettere tutto quello che vuoi che non è stato lui.”

“Tu dici? Il professor Hunt potrebbe anche rivelarsi un tipo romantico... in fondo il suo gran fascino e la sua classe suggeriscono questo.”

“Ma non per questo ha il diritto di mandare dei fiori a una sua studentessa. No, Hunt non è il classico tipo ‘da colpi di testa’.”

“Può essere...” rispose Addison “Ma con una testa calda come te, è davvero molto facile perdere la testa.”

“Senti Addi, finiscila con questi giochi di parole! Non è stato il professor Hunt a regalarmi quel mazzo di fiori.”

“Ma il fatto che non vi sia alcuna firma lascia presagire questo. Pensaci un attimo. Perché qualcuno dovrebbe scrivere un bigliettino senza alcun segno o un qualsiasi elemento che possa identificarne l'appartenenza? Proprio perché la vostra è una situazione alquanto inappropriata, il tuo carissimo professore ha pensato bene di tutelarsi e di non apporre alcuna firma nel suddetto biglietto. Elementare Watson!”

“Se lo dici tu...” rispose Jane, ben poco convinta delle congetture di Addison. “A dispetto di tutto, tra noi due non c’è niente, nessuna situazione scomoda che ci riguardi direttamente. Abbiamo già chiarito le cose molto tempo fa.”

Addison scosse la testa.

“Qualcosa mi dice che tu ti stia solamente convincendo di questo fatto e che non ne sei del tutto sicura.”

“Certo che me ne sto convincendo, Addi!” sbottò Jane, coprendosi il volto per un istante. “È naturale che lo stia facendo. Devo proteggere me stessa dalle storie sbagliate e comprendere che in questa città il mio scopo è uno solo: diventare una regista.”

“Ho capito.” rispose Addison, con fare comprensivo. “Ma non pensi che anche i sentimenti abbiano la loro importanza?”

“Certo che lo penso. E quando Hunt mi ha baciata, io ho provato qualcosa... Questo non posso negarlo. Ma non posso nemmeno precludermi la possibilità di diventare ciò cui aspiro fin da quando ero bambina per colpa di una stupida infatuazione!”

“Jane, so benissimo quanto tu tenga al tuo sogno, e io ti incoraggio a seguirlo fino in fondo... Ma ti prego di non compiere il mio stesso errore. Pensa anche ai tuoi sentimenti... Sai, settimane fa ti avevo detto di non fidarti troppo di Hunt quando, in realtà, dovresti fidarti solamente di questo...”

Addison mise una mano sul petto della giovane.

“Del tuo cuore. Fidati del tuo cuore e non sbaglierai, amica mia. Ne sono certa.”

 
***

 
Non appena giunse in aula II, la ragazza si sedette al solito posto e si guardò immediatamente intorno. Chissà, magari il suo misterioso ammiratore si trovava proprio nelle vicinanze. Ma come diamine avrebbe fatto a individuarlo?

Nascondendo la propria rassegnazione, Jane scosse la testa. Se lo avesse voluto davvero, quel tizio si sarebbe fatto vivo da solo senza che lei facesse il minimo sforzo per capire chi potesse essere. Non lo avrebbe certamente rincorso come aveva fatto invece la sua più grande amica.

“Buongiorno, ragazzi.” proruppe il professor Hunt dopo qualche istante, entrando in classe.

A quel saluto, Jane alzò lo sguardo e spostò la propria attenzione e i propri pensieri su di lui. Solita compostezza, solita giacca e cravatta abbinate ai pantaloni color grigio scuro e alle scarpe nere di pelle. Insomma, anche per lui doveva essere un giorno come tanti altri.

“So che molti di voi saranno ormai da giorni colti dalla smania di partecipare all’evento di questa sera cui purtroppo dovremmo presenziare anche noi professori, ma vi chiedo di avere ancora un po’ di pazienza. La lezione di oggi verterà su un aspetto di vitale importanza per la vita di un regista: la redazione di una generica sceneggiatura cinematografica.”

Il cuore di Jane perse un battito. Era davvero giunto il momento di dedicarsi alla redazione della sua prima vera sceneggiatura?

“Ebbene sì, è finalmente giunto il vostro momento.” continuò Hunt, rispondendo all’interrogativo della studentessa, come se l’avesse letta nel pensiero. “Ovviamente, però, avrete bisogno di alcune mie direttive.”

Hunt accese il videoproiettore e aprì un corposo file contenente le diapositive inerenti il nuovo argomento della lezione.

Un prototipo di sceneggiatura apparve sullo schermo, scatenando un brusio di voci tra gli studenti. Quella sceneggiatura non era affatto una qualsiasi. In basso a destra, ‘campeggiava’ infatti la firma del professor Hunt.

Impossibile – pensò Jane, sbigottita -.

Hunt aveva davvero scritto quella sceneggiatura?

Il titolo della stessa parlava chiaro: Ricominciare.
 

 
***


Mentre esponeva alla classe i concetti fondamentali per redigere una corretta sceneggiatura, Hunt continuava a domandarsi perché avesse scelto di mostrare ai suoi studenti proprio quella per cui non nutriva alcuna stima o interesse di sorta. Chissà, magari voleva di nuovo impartire quella lezione che per anni non aveva dispensato ai propri studenti.

Quando era stata l’ultima volta che lo aveva fatto?

Faticava persino a ricordarlo. Così come faticava - malgrado ci stesse provando con tutto se stesso - a scostare il suo sguardo perennemente indirizzato alla signorina McMiller, che sembrava a dir poco estasiata da ‘quello spettacolo’ a suo giudizio mediocre.
 
“Ragazzi, qualcuno di voi saprebbe dirmi quale genere di errore contiene la suddetta sceneggiatura?” domandò poi, tornando a scrutare con attenzione tutti i suoi discenti.

Sulla prima, nessuno rispose ma, dopo qualche istante, Jane si fece avanti e provò a fornire una possibile risposta a quell’interrogativo.

“Sa professore, io credo non ci sia proprio nulla di sbagliato. L’errore non è formale, quanto piuttosto concettuale. Credo che chiunque in quest’aula si sia accorto che quella sceneggiatura non è da lei molto apprezzata... L’errore, dunque, sta soltanto in ciò che lei pensa risulti errato del suddetto elaborato; di certo non risiede nella sua struttura, stando ai concetti che ci ha appena spiegato.”

Alla risposta della giovane, Thomas rimase profondamente impressionato - nonché sconcertato -. In effetti, l’uomo mutò espressione almeno un paio di volte, passando dal fastidio alla meraviglia in un attimo. In quel momento, un brivido istantaneo gli percorse la schiena, regalandogli un’emozione dal carattere decisamente particolare. Per la prima volta nella sua vita di insegnante, uno studente (per giunta del primo anno) era riuscito a inquadrare perfettamente i suoi reali sentimenti, a scavare nelle profondità del suo intimo.

Prima di allora, nessun altro era riuscito a comprendere nell’immediato cosa si nascondesse realmente dietro la sua domanda. Solamente quel vecchio studente del passato che ultimamente gli aveva inviato quella corposa mail, James Wellis, era riuscito, seppur dopo molti anni, a centrare in modo coinciso e perfetto l’effettiva cripticità insita in quella domanda.
 
“Signorina McMiller, lei... Ha pienamente ragione.” sentenziò Hunt dopo qualche secondo, senza mezzi termini.
 
La classe rimase di stucco e un acceso mormorio si levò tra gli studenti. Solitamente, in classe lui e Jane non facevano altro che discutere, anche in modo piuttosto animato, per cui non poteva certo non apparir loro sorprendente il fatto che il professore le avesse dato ragione.
 
“Lei ha centrato in pieno quanto volevo che voi tutti capiste.” continuò. “L’insegnamento che si può ricavare dalle asserzioni della signorina è soltanto uno: siete voi gli esclusivi padroni della vostra sceneggiatura e soltanto voi avrete il compito di tener sempre fede alle vostre idee. Nessuno deve mettervi i piedi in testa, nessuno deve esercitare su di voi un totale controllo riguardo il vostro lavoro, quanto limitarsi a fornire dei suggerimenti che siete liberissimi di non seguire. Sarete sempre e soltanto voi a decidere se abbandonare o meno il vostro progetto, o se crederci fino in fondo. Soltanto voi. Detto questo, vi saluto... La lezione di oggi è ufficialmente terminata.”

Hunt uscì immediatamente dalla classe e gli studenti rimasero in perfetto e assoluto silenzio per circa due minuti, riflettendo in sordina sulle parole del professore. Difficilmente i ragazzi avrebbero potuto dimenticare quella giornata.


 
***


Diario di Thomas Hunt - Dall'ultima lezione di Cinematografia

Per quanto si sforzasse, Lui faticava ancora a comprendere come diamine avesse fatto a capire davvero cosa si celasse all'interno della Sua mente e, forse, persino all'interno del Suo cuore, ormai rivestito di emozioni a dir poco contrastanti. Lei, il Suo tallone d'Achille, la Sua mina vagante pronta a scoppiarGli in pieno petto marchiandoLo a fuoco. Lei, 'la sconosciuta della porta accanto', 'la sconosciuta di turno' che era riuscita con gran disinvoltura a leggerGli dentro come se avesse avuto tra le mani un romanzo o un qualsiasi scritto che avrebbe potuto rivelarLe a tutti gli effetti la natura complessa di cui il Suo intelletto era costituito, senza che vi fosse alcun bisogno di esplicarlo direttamente. Lei, mistero affascinante e tuttora irrisolto, aveva colpito di nuovo il Suo cuore, sinceramente ammirato dalla Sua ardita e precisa asserzione.
   
 
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