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Autore: Illibrosulloscaffale    17/04/2020    0 recensioni
Ancor prima che l’uno sapesse dell’altra, noi ci appartenevamo.
(Friedrich Holderlin)
Dal testo: "Non capiva perché il destino voleva farlo soffrire più di quanto avesse già sofferto per Bella. Probabilmente una punizione per essersi impuntato così tanto su di lei, non comprendendo quanto fosse importante quel legame che univa indissolubilmente due anime, schernendo coloro che erano stati così fortunati da trovarlo prima di lui.
Tuttavia quando si era reso conto che in realtà il più fortunato di tutti era lui, aveva iniziato a vedere il destino come un alleato più che come un nemico. Poteva vederla crescere, essere tutto quello di cui lei avrebbe avuto bisogno durante tutta la sua vita. Avrebbe potuto darle tutto l'affetto che voleva in proporzione di quanto ne voleva. Poteva amarla in modi svariati e sempre nuovi. Poteva amarla come si ama una sorella, poteva volerle bene come amica, poteva viverla a 360°"
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Era dovuto andar via, fuggire da quelle persone che avevano sempre sostenuto di aver capito la situazione. Coloro che gli avevano assicurato di farlo partecipare attivamente nella vita della loro bambina. Lo avevano promesso, sarebbero rimasti per tutto il tempo in cui Renesmee fosse cresciuta. Eppure eccoli, a pochi anni dalla sua "maturità", intenzionati a sparire.

Era tornato a casa sua, quella casa che di accogliente non aveva niente. Ci era andato a vivere dopo la nascita di Nessie, ma tanto era il tempo che passava nella villa dei Cullen che ormai non si sentiva più casa nessun posto in cui lei non ci fosse. 
Capiva che si stava comportando da bambino, che avrebbe potuto utilizzare il tempo che gli rimaneva in sua compagnia, invece che piangersi addosso.

Era stato il suo cellulare, ancora una volta, a interrompere uno dei suoi momenti di sconforto.
Edward lo cercava. Cosa poteva volere di più? Non era ancora soddisfatto e voleva comunicarli che sarebbero stati via per decenni?
Niente di tutto ciò, l'aveva chiamato semplicemente perché era stata lei a chiederlo.
Perché non si accorgevano di quanto erano essenziali l'uno per l'altra? Lui voleva lei con la stessa intensità con cui lei voleva lui.

Si era ritrovato a correre, ancora una volta, verso di lei. Non era una novità, quando chiamava lui era sempre pronto a raggiungerla, non esistevano distanze o impegni.
Lui c'era sempre.
Pensare che, chissà tra quanto, gli sarebbe stata portata via, lo spingeva a correre sempre più veloce per non sprecare nessun momento prezioso.

Era entrato in casa loro senza chiedere il permesso, ormai non serviva più. Più volte gli avevano detto che faceva parte della famiglia, lui stupido ci aveva creduto ed era caduto nella loro trappola.
Non aveva volto lo sguardo verso nessuno, non gli interessava vedere i loro visi da finti dispiaciuti, sapeva che fingevano tutti. Non gli interessava nessuno oltre a lei, solo lei popolava ogni suo pensiero dalla mattina quando apriva gli occhi, fino alla notte quando li chiudeva. Null'altro aveva importanza. 

Non capiva come mai lo avesse cercato, sapeva che sarebbe passato a trovarla prima che si abbandonasse al sonno. Lo aveva sempre fatto e, fino a qualche ora prima, era sicuro che lo avrebbe fatto sempre. Entrava dalla sua finestra, anche se era certo che il resto della famiglia si accorgesse dell'intrusione. Tutti lo sapevano ma nessuno ne faceva parola, lasciavano semplicemente che Renesmee trascorresse con lui gli ultimi istanti della sua giornata. Edward sapeva quanto lei attendesse quei momenti, indipendentemente da quanto tempo avessero già passato assieme durante la giornata. 

Quel giorno Jacob era entrato dalla porta, come a far notare chiaramente la sua presenza, sottolineando quanto lui fosse essenziale per lei. Un velato affronto a coloro che avevano deciso di allontanarlo dal suo imprinting. 

Quando si era ritrovato davanti alla porta della sua camera, senza essersi curato di nessuno durante il tragitto, Edward lo aveva bloccato.
Aveva fermato il suo polso prima che le nocche sbattessero sul legno bianco della porta e lo aveva tenuto fermo in aria.

《Devo parlarti prima che tu vada da lei》

Jacob aveva fatto un mezzo sorriso di scherno, in quel momento avrebbe volentieri colpito quel viso impassibile.

《Non hai già parlato abbastanza?》

《Lei ancora non lo sa》

Nei suoi pensieri il lupo pensava a tante parole che avrebbe voluto rivolgergli,  anche se effettivamente non c'era bisogno. Sapeva che Edward le sentiva tutte. 
Allora non sarebbe stato l'ultimo a saperlo, anche la dolce bambina proprio dietro quella porta non aveva idea di cosa sarebbe capitato di lì a poco.
In quella confusione di parole che vorticavano nella sua testa, solo una era apparsa forte e chiara "disgusto", si, perché i Cullen in quel momento lo disgustavano. 
Avevano studiato tutto per bene, sapevano che Renesmee non avrebbe mai accettato di abbandonare Forks, probabilmente l'avrebbero avvertita a pochi giorni, se non ore, dalla partenza.

《Non siamo così spregevoli, le diremmo tutto》

La parola disgusto comunque continuava ad essere impressa nella mente di Jacob.

Con uno strattone aveva fatto mollare la presa gelida dal suo polso e con molta delicatezza, per non spaventare la dolce creatura al di là della porta, aveva bussato.
La voce angelica, da soprano, gli aveva dato il permesso di entrare e lui, dopo un ultimo sguardo d'odio verso il vampiro, aveva fatto il suo ingresso.

Edward aveva sentito i pensieri della figlia appena il ragazzo aveva messo piede in camera sua. Era perfettamente a conoscenza dei suoi sentimenti, lui li aveva capiti prima ancora che lei riuscisse a definirli. Era ancora troppo piccola per capire appieno il significato di amore, eppure il vampiro sapeva che quello che lei provava presto si sarebbe trasformato, evoluto. Per il momento comunque rimaneva un grande affetto.

Nonostante quello che Jacob pensava, non erano loro i cattivi.

Il bianco regnava sovrano nella stanza della piccola Nessie, beh, ormai non era più tanto piccola. Nonostante Jacob la vedesse tutti i giorni, si stupiva sempre di ogni suo cambiamento. Come il viso, che mano a mano stava abbandonando i tipici tratti fanciulleschi, e Jacob la notava tutta quella lieve mutazione.
Con Renesmee era anche più facile notare i cambiamenti che affrontava durante la sua crescita accelerata. Erano passati solo cinque anni ma lei ne dimostrava già poco più di tredici.

《Jacob》

La sua voce. Solo udirla riusciva a placare ogni pensiero negativo. Solo lei era in grado di calmare il ragazzo con così tanta facilità e non era nenache a conoscenza di tutta l'influenza che aveva su di lui.

《Ciao piccoletta》

Lei si era già sistemata al calduccio sotto le coperte e nonostante avesse trovato una posizione comoda, non ci aveva pensato due volte a far spazio al suo amico; dopotutto lei stava comoda anche tra le braccia di Jacob.

Con un piccolo sorriso si era avvicinato alla figura completamente arrotolata nelle coperte e le si era steso affianco.
Lei si era avvicinata di più a lui e nonostante lo strato di tessuto che li separava, in quanto a Jake era stato tassativamente imposto di stendersi sempre al di sopra delle coperte, la piccola Nessie poteva sentire il calore irradiato dal corpo del ragazzo-lupo.

《Perché mi hai fatto chiamare? Lo sai che sarei passato comunque tra poco tempo》

Renesmee aveva portato fuori dal suo bozzolo di tessuto una mano e aveva iniziato a giocarellare con le dita della mano di lui. 
Quei piccoli movimenti la rilassavano e da quando lo aveva scoperto non ne poteva fare a meno.

《Non lo so, avevo una strana sensazione. Volevo sapere se stavi bene》

Povera piccola, lei non lo poteva sapere ma quelle "strane sensazioni" erano semplicemente i sentimenti che Jacob provava. Infatti, anche se in forma più lieve, pure l'oggetto dell'imprinting poteva capire o per lo meno percepire lo stato d'animo del compagno.

《Vedi? Sto bene, non ti devi preoccupare per me》
   
 
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