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Autore: myyouthisyourss    17/04/2020    2 recensioni
Hermione e Draco.
Grifondoro e Serpeverde.
Due anime diverse, due occhi diversi.
Dal testo:
"Noi eravamo così: ci odiavamo, e nel profondo ci volevamo. Avevamo sempre giocato con sguardi, con parole, ma non ci eravamo mai sfiorati, e in quell'esatto momento, quando si trovò a pochissimi centimetri da me, capii che ormai era arrivata la battuta d'arresto. "
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La cena quella sera fu più noiosa del solito.

Harry e Ron non facevano altro che parlare di ragazze, e io non avevo la minima intenzione di entrare nei loro discorsi, mi sentivo tremendamente estranea, non ero dell'umore giusto.

Con la forchetta continuavo a girare e rigirare il cibo nel mio piatto, quasi come ad ispezionarlo, ma non avevo voglia di mangiare. 

 

"Hermione, tutto bene?" mi chiese Harry.

 

Non avevo dubbi che notasse tutto, Harry era quasi ancorato telepaticamente alla mia mente e riusciva subito a captare quando ero giù di morale o quando qualcosa non andava per il verso giusto.

 

"Tranquillo Harry, sono solo molto stanca"

 

"Guarda che a noi puoi dire tutto" disse Ron.

 

Già, i miei migliori amici, quelli che consideravo fratelli, potevo dire di tutto a loro, ma come facevo a dirgli che mi sentivo indissolubilmente legata al nemico? Come potevo trovare le parole per spiegare quelllo strano legame tra me e Malfoy?

Non davo un nome al nostro rapporto, mi piaceva pensare di avere un legame con lui e basta. Non volevo dare nomi, non volevo etichettare o categorizzare, sapevo solo che ero legata a lui in qualche modo.

Decisi di risalire al mio dormitorio, avevo bisogno di una doccia calda e di dormire profondamente, non ero dell'umore adatto per restare sveglia fino e tardi a parlare coi miei amici.

Ero quasi certa che mi avrebbero considerato folle considerando che l'indomani non avevamo lezioni e potevamo riunirci tutti nell'androne comune a chiacchierare, ma non l'importava. La mia mentre era in continuo subbuglio, aveva bisogno di riposo.

 

Mentre salivo le scale assorta nei miei pensieri, mi accorsi di un'altra presenza, era lui. 

Era così, sbucava quando meno me l'aspettavo, era sempre tra i piedi, anche quando cercavo di respingerlo, a volte avevo l'impressione che mi seguisse, ma ovviamente erano solo mie stupide paranoie.

Iniziai a velocizzare il passo sperando non si accorgesse di me e che soprattutto non mi chiamasse, mi ignorasse. 

 

"Ti stavo cercando" 

 

Lo ignorai, feci finta di non ascoltare pregando Merlino che stesse parlando con qualcun altro di cui non mi ero accorta. Avevo bisogno di essere ignorata, di essere una tra tante.

Da un lato volevo stare con lui e scoprire tutto ciò che mi ero persa, tutto quel che non avevo mai saputo in quegli anni, dall'altro volevo stare da sola. 

Ma il fato, gioca brutti scherzi la maggior parte delle volte, ero così assorta nei miei pensieri che dimenticai il movimento delle scale e inciampai poggiandomi sul braccio destro.

Controllai di non essermi fatta male, avevo solo una piccola sbucciatura. 

 

"Grenger tutto bene?" si avvicinò a me porgendomi la mano, il contatto e lo scontro erano inevitabili, non potevo ignorarlo. 

 

"Si" mi alzai aiutandomi con la sua mano.

 

"Qualcosa non va?" 

 

"Sono...sovrappensiero, ho bisogno di riposare, sono molto stanca" risposi.

 

Ci guardammo per una frazione di secondi .

 

"E tu? Perché non stai cenando?" chiesi.

 

"Non ho molta fame, ho solo assaggiato qualcosa" 

 

"Bene, allora ci vediamo" dissi dandogli le spalle e continuando a salire le scale.

 

Mi voltai con una fretta tale da sembrare di avere qualcosa da fare, la verità è che sentivo la necessità di essere ignorata.

 

"Aspetta!" mi afferrò il polso e fui costretta a voltarmi scattante verso di lui. 

 

"Posso stare a dormire da te stanotte?" 

 

Annuii, non volevo mostrare felicitá per la sua richiesta, volevo farla sembrare quanto più normale possibile. 

Draco Malfoy era diventata l'unica persona in grado di farmi desiderare la solitudine e la compagnia allo stesso tempo, e il tutto culminava sempre con lo stare da soli ma insieme.

Salimmo le scale, io avanti e lui di qualche passo più dietro, dovevo assicurarmi non ci fosse nessuno sul piano che ci potesse vedere anche se effettivamente erano tutti a cena.

Quella sera peró non eravamo gli unici ad aver rinunciato alle pietanze che la nostra mensa offriva, qualche gradino più su riconobbi il mantello dei Tassorosso e la capigliatura dorata, doveva essere Cedric Diggory.

Cedric era uno dei miei pochi amici Tassorosso, era un ragazzo davvero in gamba, una delle persone che vantava della mia stima. Era gentile, educato e soprattutto bravo e coraggioso, il classico bravo ragazzo da sposare, le ragazze ad Hogwarts stravedevano per lui, ed io per prima spesso mi imbarazzavo a parlargli.

 

"Ciao Hermione" mi salutò sorridendo.

 

"Ciao Cedric, non sei a cena?"

 

"Non mi andava molto in realtà, ma vedo di non essere l'unico" disse indicando me e Draco con gli occhi.

 

"Ah si, noi stiamo svolgendo un compito insieme.." dissi tesa, ero una frana a mentire.

 

"Per Piton!" aggiunse Malfoy.

 

"Interessante" esclamò lui.

 

Sorrisi e passai oltre, non vedevo l'ora di raggiungere il mio dormitorio.

 

"E dai Grenger non mi aspettavo ti facessi Cedric Diggory, tutti ma non lui" rise Draco mentre si sedeva sul baule posto davanti al mio letto. 

 

"Ma che dici Malfoy, siamo amici"

 

"Allora sarò diventato cieco, perché ho notato una particolare intesa e un forte imbarazzo" disse.

 

Stavo sistemando i miei appunti e tutti i libri disordinati sulla scrivania e non volevo dargli più la soddisfazione di contraddirlo, volevo acconsentire. Infondo il mio rapporto con Draco funzionava così.

 

"Chissà" esclamai ridacchiando. 

 

Silenzio. 

Un lungo silenzio tra noi era raro. O ci insultavamo o parlavamo da persone civili, ma il silenzio era raro. Lo guardai con la coda dell'occhio mentre sistemavo le ultime scartoffie. 

Stava fissando il vuoto, si era imbambolato.

 

"Sei geloso?" chiesi ridendo con un velo di ironia tra le mie parole.

 

"Di te? Spero stia scherzando" rise.

 

"Tanto lo sappiamo tutti che tra te e Luna Lovegood c'è del tenero, non fare il sostenuto" 

 

Erano queste le voci che giravano a scuola ormai. Me l'aveva raccontato Luna in prima persona. Mi aveva detto che qualche settimana prima Draco se l'era portata a letto, mi aveva parlato bene di lui. 

Mi disse che in quel momento di intimità era stata bene, era stato un gentiluomo, non il solito Malfoy presuntuoso ed arrogante. 

D'altro canto Draco non aveva mai avuto nulla contro Luna, era forse una delle poche persone che tollerava e questo semplicemente perché la riteneva svitata, lunatica, quasi le faceva pietá.

Mi ero chiesta come avesse fatto a portarsi a letto una ragazza per la quale provava solo sentimenti di compassione. 

 

"Ti prego non assillarmi anche tu con questa storia" si portò le mani agli occhi.

 

Risi di gusto.

 

"È stato un momento di debolezza okay? Sesso e nient'altro, sai com'è lei.." continuò. 

 

"Com'è lei?" chiesi avvicinandomi.

 

"Pazza!" 

 

Cacciai la mia bacchetta, gliela puntai alla gola e gli alzai il mento. 

Ero sempre stata dalla parte delle donne, tutte, senza alcuna distinzione. Odiavo dover assistere ad episodi di molestie, odiavo quando le mie compagne mi raccontavano di ragazzi che si prendevano gioco dei loro corpi, odiavo sentire una ragazza piangere per un ragazzo, per un'offesa o per il semplice difetto di sentirsi sbagliate.

Ero quello che i babbani definivano "femminista" e più di tutto odiavo che Draco, in quel momento, fosse seduto in camera mia a sparlare di una ragazza a cui tenevo e più di tutto odiavo il pensiero che l'avesse solo usata, che non avesse provato nulla per lei.

 

"Malfoy, finché il tuo sguardo incrocerà il mio, ti assicuro che non avrai mai modo di usare e sparlare di una ragazza in mia presenza, soprattutto se è mia amica" lo minacciai con la bacchetta tesa in alto.

 

Alzò le mani.

 

"Sono impressionato" disse alzando un sopracciglio. 

 

Fu un attimo, un singolo attimo.

Mi strappò la bacchetta scaraventandola a terra con una velocità che gli invidiai, intrecciò la sua mano con la mia e con l'altro braccio mi attirò a se prendendomi per i fianchi. 

Fu un minuto che per me durò un'eternità.

Sentivo il suo fiato sul collo e sapevo che lui sentiva il mio. Aveva il suo solito profumo di menta mischiato a muschio, qualcosa che qualche tempo dopo avrei definito paradisiaco. 

Mi guardava con quegli occhi gelidi, color ghiaccio, color neve e io ne restai paralizzata.

Era così che lui attirava le ragazze, pensai.

Ci sapeva fare coi movimenti, con gli sguardi, con le parole, coi suoi mezzi sorrisi ed il tutto era accompagnato dal fascino e la bellezza che, mi faceva male ammettere, non gli mancavano.

Era più alto di me di quasi venti centimetri e reggere il mio sguardo per lui era un gioco da ragazzi, non posso dire lo stesso di me.

Ero fissa su di lui, ma mi sforzavo, tanto.

Non potevo essere la sua ennesima trappola, non potevo cedere ad una tentazione peccaminosa come quella, non potevo rischiare di far succedere qualcosa di spiacevole. 

 

"Ma non fare lo stupido" dissi ridendo e staccandomi.

 

La mia risata era quasi isterica, non c'era nulla di divertente in quella situazione, ero io che volevo far finta che fosse tutto ironico. Volevo fingere -e sperare- che il suo gesto fosse stato ironico per non rendere il nostro rapporto imbarazzante.

Mi resse il gioco e rise a sua volta come se stessimo giocando a vedere chi cade per primo nell'errore.

Ma quanto sarebbe durato quel gioco? Quanto altro tempo ancora avremmo continuato a giocare?

   
 
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