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Autore: sangueoro    18/04/2020    2 recensioni
Klaus e Caroline a spasso nel tempo?
Quali saranno i risultati delle loro avventure?
Dopo la morte di Klaus, Caroline deve fare i conti con i suoi sentimenti irrisolti e nel frattempo cercare di salvare le sue figlie dalla fusione.
Riuscirà a trovare la soluzione e a cambiare il destino del suo "ultimo amore"?
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Caroline sospirò davanti alla porta dello studio. 

Erano passati tre giorni da quando erano tornati da Pearl Harbor e Klaus non le aveva ancora rivolto la parola, usciva anche raramente da quella stanza.

La vampira guardò sconsolata il vassoio del the, aveva intercettato Cora mentre si accingeva a consegnarlo al segretario del Duca e si era offerta di occuparsene personalmente, ora però, il coraggio le era venuto meno.

«Forse è meglio che ve ne occupiate voi» si rivolse al domestico che si teneva a qualche metro di distanza.

L’enorme biblioteca, che era situata accanto allo studio del padrone di casa, era la stanza preferita di Caroline e negli ultimi giorni si rifugiava molto spesso lì.

I rapporti non erano buoni neanche con gli altri componenti della Famiglia Originale: Rebekah molto probabilmente aveva riferito cosa fosse successo durante la missione e l’ostilità di Elijah e Kol era palese, solo Marcel continuava a trattarla come al solito.

Mai, in tutte le settimane che aveva trascorso nel passato, si era sentita così… sola.

 

Caroline chiuse il libro e tornò con la mente alla sera prima. Dovevano presenziare ad un ricevimento, a detta della Contessa di Rosslyn uno di quegli eventi a cui non si poteva mancare, un appuntamento fisso di ogni Stagione Londinese, una di quelle serate dove era invitata solo la crème de la crème dell’alta società, ma lei non aveva dato disposizioni a Jenny per la scelta dell’abito e dell’acconciatura, certa che avrebbero disertato il ballo.

Invece il valletto del Duca aveva consegnato alla sua cameriera personale un cofanetto con una fantastica parure e un biglietto «Pronta per le 21,30».

Conciso e perentorio…

All’orario prestabilito li aveva trovati tutti ad attenderla, eleganti ed alteri nei loro abiti da sera, i Mikaelson stavano rispettando la loro parte dell’accordo e lei non poteva essere da meno, avrebbe fatto altrettanto.

Era stata una serata terribile. 

Rebekah era irriconoscibile, ubbidiente e remissiva aveva seguito alla lettera tutte le direttive della Contessa di Rosslyn, ballato e conversato con ogni gentiluomo che la sua madrina le aveva presentato, Elijah aveva salvato le apparenze, danzando con Caroline il ballo di apertura e poi si era allontanato insieme a Kol… 

Klaus era stato tutto il tempo ai tavoli da gioco.

Care era stata separata dalla sua famiglia per tutta la sera, il suo carnet di ballo era tutto prenotato, sembrava che ogni gentiluomo presente al ricevimento volesse intrattenersi con lei, aveva perso il conto di quanti si erano offerti di portarle un bicchiere di vino o quanti premurosamente si erano preoccupati della sua salute…

Un Marchese aveva affermato che le sembrava leggermente affaticata e le aveva suggerito di andarsi a riposare in uno dei salotti… un altro gentiluomo, al contrario, si era dichiarato certo che avesse bisogno di una boccata di aria fresca. 

Era stato a quel punto che era intervenuto Lord St Clair, offrendosi di accompagnarla a fare una passeggiata nel parco.

«Vi devo dire una cosa, Caroline» le aveva sussurrato mentre la scortava su uno dei vialetti «anche se va contro tutti i regolamenti del club».

Caroline lo guardò con un sorriso «Mi avete chiamato per nome…»

«Vista la natura di quello che sto per rivelarvi, ho pensato di accettare il vostro suggerimento e affrontare la questione in una maniera più informale» replicò con un sorriso sincero il Barone.

«Ma dandomi comunque del voi…»

«Per quello, mi servirà ancora un po’ di tempo, spero vogliate concedermelo»

«Ditemi, Milord»

«Non siate scorretta, se io posso chiamarvi per nome… lo dovete fare anche voi»

«Mi sembra giusto, Wulfric»

L’uomo annuì «Prima di dirvi ciò che a malincuore devo confessarvi, vorrei chiedervi scusa per la mia reazione di due sere fa»

La vampira abbassò lo sguardo.

«Non ho cambiato opinione» continuò il Lord «Sono sempre dell’idea che avete agito in maniera sconsiderata, ma ammetto che avrei potuto condividere il mio pensiero in un modo meno arrogante e saccente, vi chiedo umilmente perdono, Caroline»

«Sincerità per sincerità… avevate ragione, riflettendoci sono arrivata alla vostra stessa conclusione»

Lord St Clair le sorrise e poi sospirò tornando molto serio «C’è un modo per trascorrere il tempo da White’s, che i gentiluomini ritengono molto divertente ed è fare delle scommesse, che vengono rese ufficiali scrivendone il regolamento su un apposito libro…»

«Ne ho sentito parlare» annuì Care.

«La partita più popolare in questi giorni… è su di voi Caroline»

La donna sgranò gli occhi.

«Hanno scommesso su chi, per primo, riuscirà a…»

«Fare sesso con me…»

«Stavo per dire sedurvi» ammise il Barone «anche se sarebbe stata più calzante la definizione “avere un incontro carnale con voi”, ma non avrei mai osato… dimentico sempre che nei tempi più moderni non si perde tempo con le circonlocuzioni e si va dritto al punto…»

«Devono solo sperare che non lo venga a sapere Klaus!»

«Temo che sia già troppo tardi, Sir Mikaelson ne è a conoscenza»

Se le avessero piantato un paletto in pieno petto avrebbe sentito meno dolore, Caroline guardò Lord St Clair letteralmente a bocca aperta.

«E’ una regola non scritta, ma si tende a far rimanere all’oscuro i gentiluomini con un vincolo di parentela con la Lady oggetto della scommessa, ma presumo che sia molto complicato quando questi sono dei vampiri. I vostri cognati lo hanno saputo ancor prima di me»

La donna annuì.

«C’è anche il mio nome tra i partecipanti» confessò il Barone «Ma spero non sia necessario spiegarvi che è solo un escamotage per avere la certezza di essere informato sull’andamento delle puntate e della partita, vi posso garantire che domani saranno in molti a vantarsi di essere vicini al dichiararsi vincitori»

«Tanto vale che lo faceste voi» dichiarò indispettita Caroline «Così smettono di provarci»

«Per il momento non credo sia necessario» la rassicurò Wulfric «Ma vi prometto che se supereranno il limite della decenza, valuteremo anche questa possibilità, in accordo con vostro marito… sia chiaro»

«Non è mio marito…»

«Come voi non siete una moglie avvilita dal fatto che, pur sapendo che sareste stata oggetto di attenzioni non desiderate, lui vi ha lasciata senza la sua scorta?»

Caroline lo fissò di nuovo a corto di parole.

«Voi avete una dote straordinaria, Caroline» le sorrise il Barone «suscitate simpatia alla prima occhiata, è impossibile non affezionarsi a voi… e in qualità di vostro devoto amico, vi rivelerò un altro piccolo segreto… il Duca è nel salone dei tavoli da gioco, ma non ha toccato una singola carta, in compenso credo che sia alla seconda bottiglia di scotch!»

L’ombra di un sorriso si fece largo sul viso di Caroline.

«Mr Mikaelson, al contrario di voi, non ispira benevolenza… ma sono costretto ad ammettere che mi dispiace molto per lui, ho motivo di credere che non esista abbastanza alcool in tutta Londra che gli possa permettere di dimenticare che vi ha vista quasi morire…»

La vampira sospirò.

«Dategli un po’ di tempo… »

Caroline annuì.

«Ed ora credo che sia meglio tornare indietro» le porse un braccio il gentiluomo «prima che qualcuno gli vada a riferire che la scommessa ha un vincitore… il mio sarà sangue blu, ma macchia i tappeti come quello di un borghese e la nostra ospite non gradirebbe».

 

Il clima londinese non aiutava a risollevare il morale, Caroline dalle finestre della biblioteca guardò rattristata il cielo plumbeo.

«Vostra Grazia» la chiamò Cora che, dopo aver bussato, non aveva atteso risposta ed era entrata «Lord e Lady St Clair chiedono di essere ricevuti, sembra una cosa di una certa urgenza… li ho fatti accomodare nel vostro salotto privato»

«Grazie Cora, li raggiungo immediatamente».

 

«Scusa il disturbo, Klaus…» esordì Caroline «Morgan ha una cosa importante da dirci»

Il Vampiro fece un cenno di assenso poggiando il bicchiere che aveva in mano sulla scrivania.

«E’ successo un fatto gravissimo» sospirò la strega dopo che lei e suo fratello erano entrati «Una persona che doveva morire sulla USS Arizona, si è salvata»

Caroline sgranò gli occhi.

Klaus rimase imperturbabile.

«Il tenente Cam Rohan» illustrò Morgan prendendo un foglio dal porta documenti che Lord St Clair le stava porgendo «secondo quanto ha scritto nel suo libro, dove racconta i fatti di quella mattina, dopo aver sentito le prime esplosioni è uscito dalla sua stanza e si è imbattuto…» la donna guardò Caroline desolata «in una donna, una bellissima ed eterea ragazza bionda con la divisa da marinaio, la definisce una visione… perché come gli era apparsa, improvvisamente è sparita…
L’ha rincorsa cercando di capire dove si fosse diretta e l’ha vista aprire, a mani nude, un varco tra le lamiere della nave… e buttarsi in acqua. 
Lo stesso foro è stato usato da lui per mettersi in salvo.
Per settimane l’ha cercata in ogni angolo dell’isola ma nessuno si ricordava di lei… nel suo libro la chiama “l’Angelo Biondo“ perché è convinto che sia stata una creatura celeste scesa sulla terra per mostrargli la via della salvezza.»

Caroline aveva ascoltato la spiegazione impietrita.

«Ed ora?» chiese Klaus.

«Ci eravamo dati delle regole ferree» rispose Morgan «Non dovevamo interferire con la vita delle persone, quest’uomo si è sposato con una donna che avrebbe dovuto sposare un altro uomo, hanno avuto figli che non sarebbero dovuti nascere… e non sono nate persone che avrebbero dovuto farlo, è un effetto a catena… con moltissime conseguenze che si moltiplicheranno con il passare degli anni».

«Volete ucciderlo?» chiese sbigottita Care.

La strega non rispose.

«Potrebbe essere una brava persona…» sussurrò la vampira ad un passo dalle lacrime.

«Non è questo il punto» scosse la testa Morgan «magari con l’esperienza ultraterrena che pensa di aver vissuto, è davvero un uomo buono e un padre di famiglia meraviglioso e i suoi figli delle persone amabili… mentre la progenie non nata della moglie, potrebbero essere degli individui abominevoli!
Il punto è che era il mondo che avevamo prima di fare questa cosa e che ci siamo ripromessi di lasciare invariato…»

«Andrò io…» dichiarò Klaus.

«Non serve!» si asciugò le lacrime con il palmo della mano Caroline «Non sono una bambina e posso accettare le conseguenze dei miei sbagli e porci rimedio»

«Andrò io» ripetè il vampiro.

«Ho detto che non serve!»

«Non è necessario che Caroline sia costretta a commettere un omicidio, ci penso io» spiegò Klaus rivolgendosi direttamente a Morgan, senza degnarla di uno sguardo.

«Non serve che mi proteggi!»

«E’ COMPITO MIO PROTEGGERTI!» le urlò contro rabbioso il vampiro.

«LORO» urlò puntando il dito contro Morgan «HANNO PENSATO A ME PER PROTEGGERTI… TU MI HAI CERCATO PERCHE’ AVEVI BISOGNO DI PROTEZIONE!»

Klaus andò alla sua scrivania e prese l’orologio da taschino «E che ti piaccia o no… ti proteggerò fino alla fine di questa storia!»

Nella stanza era calato il silenzio più assoluto.

«Vi aspetto alla Temple Church» si rivolse a Lord e Lady St Clair «e tu, Caroline… non osare avvicinarti a quella chiesa!»

Quando Caroline uscì dallo studio, aveva trovato Elijah, Kol e Rebekah che erano stati messi in allarme dalle urla del fratello, abbassò lo sguardo e gli passò accanto, dirigendosi verso le scale che portavano agli appartamenti patronali.

 

«Ti ho detto di non farlo!»

Caroline, che era distesa sul suo letto, sentì distintamente Francis, il maggiordomo, discutere sottovoce con sua moglie Cora.

«Sua Grazia la Duchessa lo deve sapere! Quelle persone non mi piacciono!» stava rispondendo piccata la governante.

«Li stanno ricevendo! Se Lord Elijah avesse voluto avvertire Sua Grazia ce lo avrebbe detto!» ribatté il marito «Inoltre sono giorni che vai ripetendo quanto la vedi triste cercando di capire il perché il Duca e la Duchessa hanno litigato! Lasciala riposare! Ne ha bisogno…»

Caroline poteva sentire le proteste di Cora mentre l’uomo la stava allontanando forzatamente dalla porta «Cosa sarà successo… sono così innamorati…» la sentì dire sommessamente.

 

Caroline sospirò prima di aprire la porta del salotto di rappresentanza, sperando che i suoi sospetti fossero infondati.

«Caro cognato, potevate avvertirmi che avevamo degli ospiti» esclamò riconoscendo immediatamente la donna che era seduta sulla poltrona e l’uomo che le stava accanto appoggiato ad un bracciolo.

«E questa chi è?» domandò indispettita Aurora de Martel.

Anche Lucien Castle la stava osservando incuriosito.

Caroline si era preparata a questa evenienza, con Freya avevano concordato cosa fare nel caso qualcuno dei vampiri trasformati dagli Originali si fossero presentati a Londra.

«Contessa de Martel» esordì con un sorriso «l’etichetta prevederebbe che vi rivolgeste a me con l’appellativo di Vostra Grazia, ma sia voi… che il vostro servitore Lucien, sapete perfettamente che io non sono la Duchessa di Bewcastle… quindi potete usare il mio vero nome, Caroline… Caroline Mikaelson…».

Lucien, che si era alzato innervosito quando Care lo aveva definito un servitore, sgranò gli occhi.

Aurora era rimasta letteralmente a bocca aperta «Mi-Mikaelson… » balbettò sconcertata.

Caroline si accomodò sul divano dopo essersi servita una tazza di thè.

«Siete fortunati…» ricominciò a parlare fissandoli severa «mio marito non è in casa, quindi vi consiglio di andarvene prima che ritorni e di andare lontano… molto lontano…»

«Come vi permettete?» si irritò Castle.

«Siediti Lucien!» replicò asciutta Caroline.

Elijah, Kol e Rebekah la stavano guardando disorientati.

«Se ve ne andate ora … non dirò a Klaus che eravate in città…» stava dicendo Care.

«Io sono venuta per incontrarlo!» ribatté Aurora.

Caroline sorrise «Per ricordare i vecchi tempi?» domandò ironica «La grande passione che era scoppiata… o quando lo hai definito un mostro?»

«E’ stata colpa sua! Mi ha soggiogato!» si difese la donna indicando Elijah.

«Ma la compulsione si è annullata circa 700 anni fa… ce ne hai messo di tempo per venire a cercare l’amore della tua vita» fece beffarda Caroline «hai avuto da fare? Dove è il terzo esponente della Trinità? I primi tre vampiri trasformati dagli Originali… che da secoli stanno cercando il modo per ucciderli…»

«KOL!» urlò Elijah parandosi davanti al fratello che stava attaccando i loro ospiti.

Caroline annuì guardandolo con gratitudine.

«Per cento anni siamo dovuti fuggire inseguiti da Mikael!» sbottò Lucien «Per cento anni ci hanno fatto credere di essere loro!»

«Un piccolo prezzo da pagare, se si considera quello che hanno fatto per voi!» replicò Caroline «Vi hanno resi forti, senza età, senza paura…»

Care soppesò in silenzio le loro reazioni «Lucien» annuì sarcastica fissando l’uomo «il primo vampiro trasformato da Klaus Mikaelson! Eri solo un umile servo! Vessato dai tuoi padroni! Ti ha salvato in tutti i modi possibili! E tu lo hai ripagato pugnalandolo alle spalle! Lo stai ripagando girando per il mondo alla ricerca di un arma per ucciderlo!»

L’uomo era ammutolito davanti alla vampira che lo stava accusando furente.

«E tu!» continuò Caroline rivolgendosi ad Aurora «Tu e la tua mente malata! Rebekah ti doveva lasciare morire dissanguata! L’hai ingannata! Ti sei tagliata le vene per essere curata e ti sei buttata da una finestra per trasformarti! 
Quando le vostre strade si sono incrociate, loro» continuò Caroline girandosi verso i vampiri Originali «non sapevano neanche in cosa la madre li avesse tramutati! Non conoscevano pienamente i loro poteri! Hanno fatto degli sbagli, non lo metto in dubbio… ma voi ve ne siete approfittati!
Ti avrebbero dovuto uccidere!» affermò tornando a guardare Lucien «Quel giorno che attaccarono le persone che stavi scortando, quando ti trovarono terrorizzato, quando hai chiesto pietà… quando hai giurato che li avresti aiutati! Alcuni di loro avrebbero voluto farlo, è grazie a Klaus che ti hanno risparmiato! E ora hai fondato la Kingmaker Land Development Inc…»

Lucien sgranò gli occhi.

«Perché vuoi diventare il Re! Vorresti spodestare Klaus Mikaelson!
L’unico, vero, ineguagliabile e legittimo sovrano di tutti i vampiri…

Ci proverai, non è vero Lucien? Ti hanno predetto che ci sarà una circostanza nella quale Klaus sarà più vulnerabile… e vorrai tentare, ma sai anche molto bene che non è questo il momento giusto… non è così? E allora perché sei qui? Come ti ha convinto? Non dirmi che dopo tutti questi secoli sei ancora innamorato di lei!»

«BASTA!» urlò Aurora.

Rebekah, prevedendo la sua mossa, l’attaccò per prima, scaraventandola contro un muro.

«Grazie cognatina…» le fece Care con un sorriso «Contessina de Martel, rinnovo il mio consiglio di lasciare questa casa e andarvene lontano! A meno che tu non voglia che contattiamo tuo fratello e gli diciamo che hai avuto un altro dei tuoi episodi! Da quanto tempo è che Tristan non ti sottopone ad una cura? Ad un bagno nel ghiaccio… o un dissanguamento, magari seguiti da un esorcismo…»

Aurora la stava guardando terrorizzata.

«Sono la donna di Klaus Mikaelson» le sibilò a pochi centimetri dal viso «Ho dei poteri straordinari… conosco il passato, prevedo il futuro… e hanno ragione le streghe che ha assunto Lucien, non è ancora il momento per la resa dei conti! Sarebbe controproducente per tutti! Quindi ora voi ve ne andate e non ci incontreremo più per un paio di secoli! Viaggiate! Divertitevi! Tra, diciamo ottanta anni, vi consiglio di andare a Parigi, ci passerete un periodo meraviglioso! E Lucien arriverà anche a pensare che ricambi i suoi sentimenti! Che hai dimenticato Klaus… ma io e te sappiamo che è impossibile dimenticarlo… non è vero?»

«Lui mi ama!» dichiarò Aurora sostenendo il suo sguardo.

Caroline sorrise «lo so cosa ti passa in quella mente malata, stai pensando che ti sto cacciando perché sono gelosa, perché ti temo… invece sono magnanima e ti sto solo salvando la vita. Probabilmente Klaus in passato può aver provato dei sentimenti per te, forse sei stata una dei suoi primi amori, ma io sono l’amore della sua vita, l’ultimo, quello definitivo… e mi pare di averti già detto che prevedo il futuro.»

Le due donne si fronteggiarono, sotto lo sguardo allibito dei presenti.

«Andatevene… IMMEDIATAMENTE!» ringhiò Caroline sfoderando i canini.

«Aurora…» mormorò Lucien «Non siamo ancora pronti per affrontarli…»

«Non finisce qui…» promise velenosa la Contessa de Martel.

«Ci vediamo tra duecento anni» replicò Care «Io sarò sempre al mio posto… accanto a mio marito!»

La Duchessa di Bewcastle suonò il campanello e dopo qualche attimo la loro governate entrò nel salottino.

«Cora, puoi gentilmente accompagnare i nostri ospiti alla porta?»

I tre vampiri Originali guardarono Lucien ed Aurora mentre uscivano dalla stanza, poi videro Caroline che dopo essersi lisciata la gonna del suo abito si accingeva a seguirli.

«Dove stai andando?» chiese Elijah indispettito.

«Non crederai di potertene andare senza una spiegazione!» gli diede man forte Rebekah.

«C’è poco da spiegare…» scosse la testa Caroline «semplicemente voi nel 1819 non dovevate essere a Londra, quindi non avreste dovuto incontrarli…»

«Nessuno di noi avrebbe dovuto» si intromise Kol «ma mi sembra che ti sia data un gran da fare per evitare che ci si imbattesse Nik»

«Rifletti bene su come rispondere, Caroline» l’avvisò Elijah «posso comprendere le omissioni, ma non tollero le menzogne!»

La vampira li guardò in silenzio, poi annuì «Verranno a New Orleans, creeranno un putiferio e non saranno da soli, arriveranno molti dei vampiri che avete creato nel corso dei secoli, alcuni si alleeranno… altri si fronteggeranno e sarà la vostra carta vincente, perché nonostante siano venuti con gli stessi intenti, loro saranno divisi… mentre voi sarete uniti, voi siete una famiglia… voi con il vostro “Always and forever” li sconfiggerete, ma non sarà semplice.
Molte delle persone che amate saranno coinvolte, alcune perderanno la vita… altre verranno trasformate in creature molto più potenti e letali…
Vi metteranno a dura prova, saranno ad un passo dal distruggervi, ma non ci riusciranno… ne uscirete più forti e più uniti di prima.
Il contesto vi sembrerà catastrofico, ma è il vissuto che creerà il mondo che ho lasciato prima di cominciare a viaggiare nel tempo ed è mio dovere proteggerlo, fare in modo che non venga modificato, perché non sarà una vita perfetta… ma è la nostra!
Avete visto cosa accade quando si modifica anche solo una cosa, anche quando sembra un’alterazione positiva, ho salvato un uomo! Come può essere una cosa negativa? Eppure lo è stata… perché scombina tutto…»

«Abbiamo tutto ben chiaro!» la interruppe Kol «E anche Klaus… »

«Assolutamente no, siete ben lontani dal capirlo veramente» replicò Caroline «ma non è una colpa… semplicemente non avete chiaro il quadro generale e per quanto io ve lo possa descrivere minuziosamente non sarebbe mai abbastanza dettagliato da farvelo comprendere completamente…»

«Ma lo hai appena fatto» rilevò Elijah «Con Lucien e Aurora hai reso noti particolari importanti, situazioni che potevano portarci ad attaccarli…»

«E bene o male ci siamo trattenuti» si inserì Rebekah lanciando un’occhiataccia a Kol «Lo avrebbe fatto anche Klaus, ne sono sicura…»

«Non potevo rischiare che si trattenessero oltre, dovevo spaventarli per costringerli a fuggire» chiarì Caroline.

«Fino a che sei arrivata tu con le tue profezie, era tutto tranquillo!» si inalberò Kol «Stavamo prendendo un tè! Sembrava una semplice visita di cortesia!»

Caroline sgranò gli occhi «Certo! Potevamo anche invitarli a cena, dato che ormai erano qui!»

«Non erano venuti per attaccarci! A quanto pare hanno delle streghe che gli diranno quando potranno farlo! Potevi lasciare le cose come stavano!»

«Era fuori discussione!» scosse la testa la vampira.

«Ma perché?» Kol si stava innervosendo sempre di più.

«Perché la prima cosa che Aurora avrebbe detto a Klaus, era il motivo per il quale lo aveva lasciato! Ovvero che Elijah l’ha soggiogata affinché lo considerasse un mostro!» sbottò Caroline.

Rebekah e Kol si girarono a guardare il fratello maggiore.

«Non siamo nella situazione di alimentare incomprensioni e liti!» spiegò Care «Abbiamo una missione da portare a termini e l’ultima cosa che ci serve è complicare il nostro quotidiano! Senza contare che in questo contesto più tranquillo, Klaus potrebbe addirittura perdonarla! Non lo farà quando lo verrà a scoprire per davvero!»

«Come hai potuto fare una cosa del genere…» chiese Rebekah ad Elijah.

«Non intendevo soggiogarla… non sapevo neanche che si potesse fare! Lei mi stava urlando contro e…»

«Elijah ha capito fin da subito che quella donna era disturbata mentalmente» lo interruppe Caroline.

L’uomo la scrutò attentamente, poi abbassò lo sguardo… comprendendo che la vampira era a conoscenza del fatto che era stato Klaus ad uccidere la loro madre e non Mikael come tutti pensavano, perché era di quello che stavano parlando lui ed Aurora quando l’aveva accidentalmente soggiogata.

«E come tutte le pazze è imprevedibile» continuò Care «frequentandola oltre il dovuto, forse non sarei stata in grado di agire lucidamente e dai miei atteggiamenti vostro fratello avrebbe potuto intuire delle cose…»

«Di che tipo?» domandò Elijah.

«E’ stata Aurora che, per gelosia, ha trasformato Camille in una vampira… e Lucien ha provocato la sua morte…»

Rebekah sgranò gli occhi.

«Beh…» valutò Kol «Devo ammettere che sarebbe molto difficile fermarlo dallo sbranarli, se capisse che hanno ucciso la donna della sua vita…»

«Già…» commentò Caroline abbassando lo sguardo.

«Ammesso che Camille lo sia…» soppesò Elijah che non aveva smesso di scrutare Caroline.

«Klaus era innamorato di lei!» reagì veemente la vampira.

«Ma era una dei suoi amori…» ponderò l’Originale «non l’ultimo, quello definitivo… quello della vita, non è così Caroline?»

La donna si girò dandogli le spalle.

«Mio Dio…» sussurrò Rebekah.

«Perché non glielo hai detto?» chiese Kol «Lo stai facendo impazzire…»

«E’ complicato…» sussurrò Caroline «Il fatto che ci amassimo non significa che fossimo una coppia…»

I fratelli Originali restarono in silenzio ad aspettare che la vampira si spiegasse, quando Care si girò a guardarli, i suoi occhi erano velati dalle lacrime.

«Non abbiamo fatto in tempo» mormorò «Quando finalmente ero pronta… quando ci siamo ritrovati, lui aveva deciso di sacrificare la sua vita per il bene di Hope e io a quel punto non potevo dirgli che ricambiavo i suoi sentimenti»

«Non era semplice essere la donna di Niklaus Mikaelson… il mostro odiato da tutti» annuì Elijah.

«Chi lo ritiene tale è perché non lo conosce!» reagì accalorata Caroline «ed io ho fatto in tempo a dirgli che lui non era mai stato il cattivo della mia storia… ma non potevo fargli passare gli ultimi istanti con sua figlia e con voi… con la consapevolezza che stava lasciando anche me, sarebbe stato da egoista…»

«Lo stai facendo per lui» ponderò Rebekah «… non parlo della missione ovviamente, ma del fatto che hai preferito rimanere qui tra una missione e l’altra, di certo le antenate Gemini potevano trovare un’altra soluzione! Quando Nik mi ha raccontato delle invenzioni del secolo in cui vivi, mi sono chiesta come facessi a fare a meno di quelle comodità… sei voluta rimanere nel 1819 per stare con lui!»

«Ho pianto la sua morte per un anno… non avrei sopportato di doverlo lasciare di nuovo, non importa in che epoca siamo, non importa neanche che lui sappia la verità… l’unica cosa che voglio è continuare a litigarci» sorrise Caroline «non tanto come negli ultimi giorni, ovviamente… volevo nuovamente le nostre schermaglie e i nostri battibecchi, me le sarei fatte bastare fino alla fine della missione…»

«Ma perché? Perché non vuoi dirgli quello che c’è tra di voi?» chiese Rebekah.

«Perché ci ho messo tantissimo ad accettare il fatto che sono innamorata di lui e vorrei che quando glielo dirò per la prima volta… lui se lo ricordi».

 
   
 
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