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Autore: Francy_remus    19/04/2020    1 recensioni
Rose Granger-Weasley sta frequentando il suo sesto anno ad Hogwarts. Purtroppo, dallo Smistamento, lei e Albus si sono persi di vista, lei ha impiegato del tempo ad assimilare la notizia e si sono allontanati. E, da brava, orgogliosa Grifondoro, lei non è mai riuscita a chiedergli scusa. Dopo essere restata imprigionata in una relazione che non la stimolava, Rose cerca di capire cosa succede dentro e fuori la sua persona. Riuscita a capirci qualcosa, farà una figura che passerà agli annali della sua storia personale.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Lily Luna Potter, Lysander Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily Luna/Lysander, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Erano passate alcune settimane da quell’incontro nella torre di Astronomia, si avvicinava sempre più l’attesissima uscita a Hogsmade. Rose già sapeva che Lysander, Lily, Lorcan e Louis si sarebbero mossi in gruppo perché l’avevano invitata ad andare con loro, ma lei aveva preso tempo. Aveva un leggero desiderio di allontanare quei fedeli amici e cambiare totalmente compagnia, anche se non riusciva bene a capirne il motivo. Mentre rifletteva su questi pensieri, quasi dimentica del libro che teneva aperto davanti al viso, vide con la coda dell’occhio James e un paio di suoi amici avvicinarsi alla panchina dove era seduta, fissandola intensamente. 

“Ehi cuginetta” cantilenò il giovane Potter, prendendo posto accanto a lei. 

“Jamie, come posso esserti utile?” chiese, non distogliendo lo sguardo dal libro che stava fingendo di leggere. 

“Vedi, tra qualche giorno andremo ad Hogsmade, come di certo saprai” attese che Rose asserisse, poi continuò con un ghigno “Volevamo chiederti se volessi unirti a noi, visto che con gli Scamander e Louis non vai proprio d’accordissimo ormai” 

“Dubito che voi siate diventati d’un tratto gentili e attenti alle mie necessità” sorrise ironicamente, chiudendo il libro e incrociando le braccia sotto al seno “dunque deduco ci sia un doppio fine in questa proposta. Comunque non voglio saperne nulla, inoltre vi informo che sono già stata invitata da altri amici” 

“Ah sì? C'è davvero qualcun altro disposto a sopportarti tutta la giornata?” domandò uno dei ragazzi lì presenti, nel vano tentativo di offenderla. 

“Eh già” mormorò Albus, sbucato dall’altro lato del corridoio “ora, se non vi dispiace, noi andremmo a stilare la lista dei negozi da visitare, non vorremmo perdere tempo con voi”  

“Quanta acidità, sciocca serpe! Cosa succede, stamattina il tuo fidanzatino non ti ha svegliato con il bacino?” incalzò un altro dei Grifondoro. 

“Parli solo per invidia perché invece nessuno ti si fila, vero Smith?” ribatté Scorpius, mentre il suddetto studente estraeva la bacchetta. 

“Basta così ragazzi” si frappose James, scattando in piedi e guardando con astio i ragazzi della casa rivale “Non perdiamo altro tempo con la feccia” disse, voltando loro le spalle. 

“Attenti a voi, traditori” sibilò quello che Scorpius aveva chiamato Smith prima di girare sui tacchi e seguire il resto del gruppo. 

“Vai a farti cambiare il pannolino dalla mammina” gli gridò di rimando il biondo che il giovane Potter stava trattenendo per una manica. 

“Rosie, tutto okay?” le chiese il cugino, notando l’espressione impenetrabile. 

“Grazie” sussurrò d’un fiato lei, sopprimendo l’orgoglio a favore dell’educazione. 

“Sono certo che non avevi bisogno di noi” esclamò Scorpius “ma Al ha deciso di iniziare questa missione suicida e io che faccio? Lo lascio solo? Eh no che non lo lascio solo” mentre pronunciava queste parole fece una faccia degna di un attore teatrale che recitava delle battute ovvie. 

“Scusa Rose. Non volevo che ti arrabbiassi” disse Albus preoccupato dalla silenziosità della cugina. 

“Non ce l’ho con te, Al” sospirò lei “già ti ho ringraziato. Potete lasciarmi sola?” 

“Come vuoi. Ah, comunque... se volessi davvero venire ad Hogsmade con noi, saresti la benvenuta” concluse il giovane Potter, dando un bacio sulla fronte alla cugina. 

“Ricordati che un tale onore non capita tutti i giorni” le fece l’occhiolino Malfoy, prima di allontanarsi con l’amico, lasciandola finalmente sola.  

Prese un paio di respiri profondi per cercare di rallentare il battito del suo cuore. Erano anni che sognava di riallacciare i rapporti con il cugino, anche se era consapevole di essere stata lei ad allontanarlo dopo lo Smistamento. Non c’era giorno in cui non si pentisse di aver troncato la loro relazione, soprattutto visto che da bambini erano stati molto legati, ma il suo orgoglio non le aveva mai permesso di chiedergli scusa e provare a recuperare la loro amicizia. Poi c’era Malfoy. Più volte aveva ripensato a quanto le avevano detto sia Lily che Lorcan, e non si capacitava del fatto che quei due potessero avere ragione. Mentre tutti questi pensieri le annebbiavano la mente, decise di andare a parlarne con la cugina, così recuperò il suo libro, che ormai giaceva abbandonato sulla pietra della panchina, e si alzò, diretta verso il dormitorio, dove sperava l’avrebbe trovata. 

E infatti Lily era nella sua camera, seduta sul pavimento, intenta a fissare i vestiti sapientemente poggiati sul letto o appesi alle traverse del baldacchino come se le potessero suggerire tutti i segreti del mondo magico e babbano. 

Lils? Posso?” chiese Rose, entrando nella stanza. 

“Certo, vieni” concesse la cugina, osservandola. 

“Cosa stai facendo?” domandò incuriosita la maggiore. 

“Sto cercando un abito adatto all’uscita ad Hogsmade” annunciò “Vorrei vedere che effetto faccio a Lysander, per capire se almeno gli interesso vagamente o se è meglio che cambi totalmente le mie mire. Magari è gay” fece spallucce. 

“Oh, miseriaccia! È chiaro che vi piacete, perché non ti dichiari?” incalzò la cugina “Sei tu quella coraggiosa, non lui. È un Corvonero” 

“Perché non voglio sentirmi rifiutata, okay? Avanti Rose, non giudicarmi. Piuttosto, tu che ci fai qui?” cambiò radicalmente argomento la giovane Potter. 

La Granger-Weasley prese un profondo respiro, poi le raccontò gli eventi accaduti poco prima nel corridoio, non tralasciando alcun dettaglio. 

“E tu cos’hai intenzione di fare? Intendo, con chi andrai ad Hogsmade?” chiese Lily, curiosa. 

“Non lo so. Sono così confusa... sento questo irrazionale bisogno di staccarmi dal mio porto sicuro, ovvero te, LysanderLorcan e Louis, però ho paura ad accettare la proposta di Al. Cioè, magari l’ha fatto solo perché gli facevo pena, ed è una cosa che non tollererei. Poi con Malfoy attorno...” scosse la testa, infastidita “Magari non vengo. Resto qui ad Hogwarts a godermi un po’ di pace” 

“Assolutamente no” escluse la cugina, osservandola con i suoi grandi occhi marroni “Tu non salterai questa gita, parola di Potter” aggiunse poi, con una luce battagliera nelle pupille. 

“Tu cosa mi consiglieresti?” azzardò Rose. 

“Al e Malfoy. Ma forse io sono un po’ di parte” Lily le regalò uno di quei sorrisi sghembi e malandrini che aveva ereditato dal nonno paterno. 

“Ci penserò” concluse la riccia, avviandosi verso la porta. Una volta che l’ebbe aperta, si voltò verso la cugina per aggiungere un rapido “Il vestito blu. Ti sta una bomba”, poi si diresse nella sua camera. 

 

Era sabato, il grande giorno. Alla fine Rose si era decisa ad accettare l’invito del cugino. 

“Ehi ehi, come siamo belle oggi” esclamò Albus quando Lily e Rose uscirono da dietro il quadro della Signora Grassa. 

“Grazie caro. Anche tu non sei niente male” rispose la donna nel dipinto, acconciandosi i capelli. Lui la guardò confuso, mentre Scorpius soffocava una risata. 

Scesero le scale, poi Lily li abbandonò a favore della sua compagnia di amici. 

“Allora, prima Mielandia o prima i Tiri Vispi?” incalzò ad un tratto il biondo. 

“Non siete un po’ cresciuti per comprare scherzi?” chiese Rose, incrociando le braccia sotto al seno. 

“Santo Salazar come sei sempre rigida” sbuffò Scorpius. 

“Vuoi vedere come ti affatturo?” sorrise ironicamente lei, innervosendosi. 

“Che razza di idea mi è venuta? Mi toccherà fare il candelino e sorbirmi le vostre litigate” lamentò Albus. 

Entrambi lo guardarono di traverso, e avrebbero anche ribattuto, se solo non fossero arrivati davanti ai Tiri Vispi. Scorpius aprì la porta e fece a Rose un gesto con la mano per spronarla ad entrare. 

“Signorina, da vero cavaliere le apro la porta” disse in tono di scherno. 

“Non affannarti, la tengo aperta da me” rispose lei, che non si mosse finché Malfoy non fu entrato. 

“Al, Scorpius, che piacere vedervi” sorrise George, accogliendo il nipote e l’amico “Rose? Siete venuti insieme?” chiese, sentendo la gioia scoppiargli nel petto. L'uomo infatti sapeva che, da quando Albus era stato smistato in Serpeverde, tutti i cugini lo avevano messo in secondo piano, e anche alcuni dei suoi fratelli o cognati lo guardavano in maniera diversa. Lui stesso aveva impiegato del tempo a metabolizzare quella notizia, e dopo sei anni credeva che chiunque l’avrebbe digerita, ma in famiglia non è sempre tutto rose e fiori. E in quel momento vedere i suoi nipoti insieme gli scaldò il cuore. 

“Ciao zio George” salutarono all’unisono i due cugini, prima di iniziare a ficcanasare nel negozio insieme al biondo. 

L'uomo raggiunse la ragazza, mettendole un braccio sulle spalle. 

“Rosie, state tornando amici?” chiese sottovoce. 

“Sì zio. In realtà avrei potuto fare tempo fa questo grande passo, ma...” 

“Orgoglio da Grifondoro. Peggio di tua madre” mormorò lui, roteando gli occhi “E sentiamo, per chi ti sei messa tutta in tiro?” cambiò repentinamente argomento. 

“Mi ha costretta Lily. Non farti strane idee, non voglio fare colpo su Scorpius” sibilò la seconda frase a denti stretti. 

“Io non l’ho detto” esclamò il furbo Weasley, sollevando le mani in segno di innocenza e allontanandosi a grandi passi, seguito poco dopo dalla ragazza. 

“Ehi, zio, potresti non dire niente a... tipo nessuno? Intendo... finché non succede qualcosa di degno di nota” domandò Rose, dondolandosi sui talloni, imbarazzata. 

“Farò ciò che posso” promise, esibendo un viso angelico che non avrebbe convinto nemmeno il più stolto dei giganti “Tanto non dovrò tenere il segreto a lungo, lui continua a lanciarti certe occhiate...” sospirò l’uomo con un’espressione che alludeva alla sua lungimiranza stampata in volto. 

“Zio!” esalò Rose indignata, anche se in realtà era soddisfatta che le fatiche di Lily non fossero state vane. Aveva impiegato due giorni per convincerla ad abbandonare i suoi maglioni sformati a favore di quel dolcevita aderente. In realtà alla giovane Granger-Weasley non cambiava un granché il modo in cui era vestita, se un ragazzo si fosse soffermato solo su quello di certo non meritava la sua attenzione, però intimamente sapeva che chiunque l’avesse guardata da fuori avrebbe avuto una diversa opinione su di lei. 

“Tu devi comprare qualcosa o possiamo andare?” le chiese il cugino, distogliendola dai suoi pensieri. 

“No, sono apposto” sorrise, voltandosi verso di lui e dipingendosi subito un cipiglio contrariato “Cosa diavolo avete comprato?” indagò. 

“Niente di che” minimizzò il biondo, nascondendo gli acquisti sotto il giubbino. 

Dopo aver salutato George, che lanciò un’occhiata eloquente alla nipote, i tre ragazzi si diressero verso i Tre Manici di Scopa, desiderosi di gustarsi una Burrobirra. 

“Ehi, dolcezza” due Serpeverde del settimo anno si sedettero al loro tavolo, ai due lati di Rose, e poggiarono il braccio uno sulle spalle della ragazza, l’altro sullo schienale della sua sedia. 

“Cosa volete?” incalzò lei, intimando il cugino di non aprire bocca con un semplice sguardo. 

“Ci chiedevamo se magari un giorno ci concederai un appuntamento” esordì uno. 

“Sai, vorremmo capire se siamo gay” concluse l’altro, un ghigno stampato sul volto. 

“Con la maturità che vi ritrovate, non troverete mai una persona con cui stare. Quindi iniziate già a frequentarvi, ragazzi” ribatté lei, mostrandosi totalmente calma e distaccata e scrollandosi il braccio di uno dei due dalle spalle “Ora, se non volete che vi affatturi –e sapete quanto io sia impeccabile nelle magie- sparite" li minacciò, sempre mantenendo le labbra piegate nel sorriso dolce e gentile di poco prima. 

“Non finisce qui, stronza. Ci becchiamo ad Hogwarts, dove non ci sono testimoni” sibilarono, alzandosi contrariati e uscendo dal locale. 

“Rosie...” tentò il cugino, ma lei lo zittì. 

“Non una parola su questa storia. È dall’inizio dell’anno che va avanti così ma, come hai visto, la so gestire benissimo” esclamò, il dito indice sollevato ad enfatizzare le sue parole “Esco. Vado a fare due passi” decise poi, alzandosi. 

I due amici non ebbero bisogno di proferire parola, si guardarono due secondi negli occhi e la seguirono silenziosamente, peccato che l’avessero persa. Per non farsi vedere, infatti, le avevano concesso un po’ di vantaggio, ma questa si era rivelata una pessima idea, cui cercarono di porre rimedio con un’altra pensata: dividersi. 

Rose marciava a passo spedito per le vie di Hogsmade, puntava a trovare un posto isolato e al riparo da sguardi indiscreti in cui sfogarsi e piangere. Dopo circa un quarto d’ora di vagabondaggio, giunse al punto più vicino da cui si poteva osservare la Stamberga Strillante. Gliene aveva parlato sua madre, dipingendoglielo come un luogo tranquillo e pressoché deserto. Si sedette su un masso e, nascondendo il viso tra le mani, scoppiò in lacrime. 

“Non mi sembra il caso” la rimbrottò una voce poco distante, facendola spaventare. 

“Vattene, Malfoy” ordinò, provando a sembrare perentoria ma fallendo miseramente. Il ragazzo si sedette accanto a lei e le poggiò una mano sulla schiena, provocando dei brividi nella giovane, che trasalì. 

“Se non vuoi parlare possiamo stare in silenzio, ma non credo sia il caso di lasciarti sola. Pensa se arrivasse un dissennatore o, peggio ancora, James” esclamò lui, nel vano tentativo di farla ridere. 

Lei abbozzò un sorriso di circostanza, poi si ritirò nel più assoluto mutismo. Rimasero entrambi zitti per una ventina di minuti, finché lei si decise a prendere la parola. 

“Quest’anno è tutto un disastro. Ho già preso due Oltre ogni previsione dall’inizio dell’anno. Due! Poi la storia con Lorcan che, per Godric, non è colpa sua, era finita già da un po’, però tutti mi stanno facendo pesare questa cosa del fatto che lui sia omosessuale e, soprattutto, che si stia frequentando con mio cugino. Io non so se reggo” confessò d’un fiato. 

Scorpius non disse niente per qualche istante, contemplando il paesaggio davanti a sé; ad un tratto si alzò e si accovacciò di fronte alla strega, prendendole le mani nelle sue. 

“Sai quant’è facile prendersela con chi è sulla bocca di tutti, per anni io e Al siamo state le vittime preferite dai tre quarti di Hogwarts e ancora adesso a volte veniamo presi di mira. Devi imparare a lasciarli perdere, so che è difficile, ma con il tempo si riesce e anche loro si dimenticano di te. Per quanto riguarda i voti, vorrei davvero insultarti perché due O non hanno mai pregiudicato la carriera di nessuno, anzi, un sacco di studenti farebbero carte false per prendere certi giudizi” le disse, sollevando le sopracciglia per enfatizzare la validità delle sue affermazioni. 

Lei abbozzò un sorriso e gli accarezzò una guancia. 

“Cosa abbiamo qui? Una proposta di matrimonio?” li interruppe James, ponendo la domanda con una voce alquanto fastidiosa e un tono di scherno. 

“Adesso basta” sbuffò esasperata Rose, estraendo la bacchetta e puntandola verso il cugino. Scorpius scattò in piedi come fosse una molla. 

“Cosa vuoi fare, traditrice? Dopo aver fraternizzato con il nemico, osi puntarmi contro il tuo stupido bastoncino di legno?” domandò lui, incrementando il risentimento nella voce. 

“Ci provi gusto ad essere sempre così insopportabile? O ti senti figo a prendertela sempre con chi è più solo? Spoiler, piccolo vigliacco: non sei figo, non è così che ci si fa una buona reputazione. I nostri genitori, tu che di loro sei tanto orgoglioso, hanno combattuto per i più deboli; tu invece ti diverti a schiacciarli. Sei una persona orribile, se zio Harry lo sapesse non sarebbe poi tanto contento di te” sputò lei, sentendo le lacrime affacciarsi ai suoi occhi. James restò a bocca asciutta, poi si allontanò a grandi passi seguito dal solito capannello di amici. 

Rose rimase con la bacchetta sguainata, come pietrificata. La stringeva così forte che le nocche erano bianche per la tensione. Scorpius si avvicinò e la abbracciò. 

“Sei stata mitica. Sicuramente per un po’ non ti darà più fastidio” le disse, attirandola maggiormente a sé. Poteva sentire distintamente il profumo della sua pelle, vagamente coperto da quello agrumato del suo shampoo. La ragazza deglutì e finalmente abbassò il braccio, ricambiando la stretta. 

“Dici che ho esagerato?” domandò sottovoce, spaventata dalla risposta. 

“Ma figurati! Lui in questi anni ha fatto decisamente di peggio. Rilassati, i muscoli della tua schiena sono terribilmente contratti” sussurrò lui, sfiorandola sensualmente. Lei sentì il cuore accelerare rapidamente e le guance arrossarsi. Le sue narici erano inebriate dalla colonia che sapeva di menta. 

I loro visi si allontanarono di pochi centimetri, si guardarono negli occhi mentre i loro nasi quasi si sfioravano. Rose era totalmente paralizzata, non riusciva a muovere un muscolo. 

“Siete qui! Finalmente vi ho trovati” esclamò una voce, che riconobbero come quella di Albus. Entrambi si allontanarono quanto più rapidamente possibile, come due poli con la stessa carica elettrica. Rose pregò che il cugino non facesse domande scomode o scontate. 

“Ho incontrato James tremendamente avvilito. Cosa gli avete detto?” indagò, avvicinandosi agli amici. 

“Assolutamente nulla” ribatté Scorpius “Ha fatto tutto lei” 

Rose gli riassunse rapidamente quanto accaduto poco prima con il cugino. 

“Mi dispiace dirlo, è mio fratello, ma forse ha imparato la lezione, stavolta” mormorò Albus, cingendo le spalle della cugina con un braccio. 



Note dell'autrice:
Ecco il secondo capitolo della long. Spero che a qualcuno stia piacendo anche se non ho avuto alcun riscontro (sad).
Spero di riuscire a pubblicare la terza parte martedì.
Un abbraccio.
Francy

   
 
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