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Autore: Anil    19/04/2020    4 recensioni
Cosa accadrebbe se Sana e Akito si incontrassero dopo anni sul set?
Con Akito nella veste di regista, tutto può succedere...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Inutile negarlo. Davvero inutile in questa situazione in cui il mio cervello sembra essersi congelato. Quante volte ho sognato questo momento? E non intendo solo nei sogni notturni, quelli in cui non hai il controllo. Intendo prima di dormire, quando sei sveglio. In quei momenti in cui avrei voluto stringerla, vederla, anche solo sentire la sua voce e non attraverso la tv. In quei momenti l’ho immaginata in tutti i modi possibili, ma nemmeno nelle mie visioni più audaci avrei immaginato lei che, nel bel mezzo di un corridoio di un qualsiasi hotel di Hollywood dopo 14 lunghi anni di assenza, mi spoglia.
Le sue mani tremano, così come il mio cuore. Mi sfila la camicia e poi la sua mano si posa sul mio petto nudo. Trattengo a stento le mie braccia che vorrebbero scattare a circondare quel suo corpo così piccolo e meraviglioso. Lentamente sposta la mano sulla clavicola, poi sul braccio. Potrei morire, qui subito. Poi però il suo pollice si sofferma ad accarezzare un unico punto e un lampo di comprensione mi attraversa. Come ho fatto a non pensarci prima?
Sana sta toccando la mia cicatrice, quella che ha causato tutto questo. Quella che in definitiva ha cominciato la nostra separazione. E poi un altro particolare mi fa tremare.
Lei sa. Sa chi sono. Si ricorda di me. La mia mano ora copre la sua. Cerco i suoi occhi, felice che finalmente possa vedermi per chi sono realmente, ma lei non li alza. Sembra persa nei suoi pensieri.
“Hayama” sussurra
Sentire la sua voce che pronuncia il mio nome…ha Kami! Che giornata! Credevo di essere divetanto un uomo freddo, i cui sentimenti chiusi in un cassetto dimenticato non sarebbero mai più venuti fuori, ma ancora una volta Lei sgretola tutte le mie certezze. Questa sensazione alla bocca dello stomaco a cui non so neanche dare un nome…
“Kurata…”
Finalmente alza gli occhi e incrocia i miei. Non so decifrarla, cosa sta pensando? Cosa le ha fatto ricordare che esiste un Hayama per lei? Prima che possa formulare una qualsiasi frase Sana libera la mano dalla mia e mi da un sonoro pugno sul petto nudo. Poi un altro e un altro ancora.
“Stupido, stupido Hayama! Perché non mi hai detto che eri tu?”
Blocco i suoi pugni, le sue mani strette nelle mie. In questo non è cambiata: quanto può essere tonta ancora a 24 anni suonati?
“Tu, tu ti ricordavi di me?” giusto per essere sicuro…
“Ma certo che mi ricordo di te, razza di scemo! Come potrei non ricordarmi?!”
“Credevo…lascia perdere.” Lascio andare le sue mani..
“Dammelo!”
“Cosa?”
“Quell’affare, quello che tiri fuori di solito…”
Sana mette le mani sui fianchi e fa un sorriso sornione
“Non ci casco due volte”
Effettivamente la situazione è simile: lei che, tonta com’è, ancora una volta non ha capito niente…
Visto che non mi da il suo piko, unisco il pollice e il medio e li faccio scoccare sulla sua fronte.
“Come diavolo hai fatto a non riconoscermi, razza di una tonta che non sei altro!”
Sana si sfrega la fronte arrabbiata
“Ehi, mi hai fatto male! E poi come facevo a riconoscerti con un nome diverso e poi sei così, così…” arrossisce e lascia cadere la frase…
“Così?” la incalzo facendo un passo verso di lei, la sua schiena ora è appoggiata al muro del corridoio.
“Così!” urla indicando il mio petto.
Vorrei ridere, ma non mi sembra il caso adesso…non posso credere che non mi abbia riconosciuto.
“E poi non avrei mai pensato che tu potesse fare i regista e che avresti mai scelto ME per lavorare con te…” la sua voce si abbassa e diventa quasi un sussurro “dopo tutto questo tempo”
Quest’ultima frase sembra risvegliare qualcosa in lei, alza il viso e mi guarda arrabbiata. Mi scansa e riprende la sua valigia.
“Addio Hayama!”
“Ehi fermati!”
“Kurata, per favore!”
Mi piazzo davanti al suo ascensore impedendole di passare.
“Spostati Hayama, devo andare a casa ora”
“Se tu non torni, il mio film…” mi fermo, non posso dirlo ad alta voce che senza di lei verrà uno schifo. Cambio strategia.
“Lo staff ti aspetta. Nessuno ha più voglia di lavorare…”
“Questo, mio caro Hayama, è perché tu sei un capo-scimmione da strapazzo”
“Si lo sono, aiutami per favore”
La vedo vacillare, non so neanche io come ho potuto pronunciare quest’ultima frase, non l’ho neanche elaborata consciamente.
“Torno solo a due condizioni”
“Quali?”
“Mi chiederai scusa davanti a tutto lo staff” Faccio per aprire la bocca e rispondere a questa assurda richiesta, ma sana posa l’indice sulla mia bocca impedendomi di parlare. Non che un indice abbia particolari poteri per poter tacitare una persona, è proprio il SUO indice sulla MIA bocca ad avere questo potere.
“secondo, smetterai di trattare tutti da capo-scimmione e promuoverai un ambiente pacifico e tranquillo”
Toglie il suo dito dalle mie labbra e incrocia le braccia lasciando che il mio cervello ricominci a funzionare.
“Prendere o lasciare”
Non rispondo subito, come posso cambiare il mio modo di fare? Questo sono io…il mio staff ha sempre lavorato con me così…ho una immagine da mantenere. Vedendo la mia esitazione sana riprende la valigia e si dirige verso le scale. Oh al diavolo!
Le corro dietro e le sfilo la valigia. “Va bene, va bene…ma tu niente più ritardi!” le sfugge un sorriso e mi porge la mano per siglare il nostro accordo. “Va bene Hayama”.
“E ora?”
“Ora andiamo a New York”
Durante il tragitto Sana è molto silenziosa.
Ora che siamo nell’aereo ed è seduta accanto a me mi sembra più in imbarazzo che mai. Io invece cerco di trattenermi dal prenderle quella mano abbandonata sul ginocchio e stringerla nella mia. Chiudo gli occhi. Cosa diavolo mi sta succedendo?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mattino dopo. Set.
Lo staff l’accoglie con un grosso applauso, molti l’abbracciano e si scambiano pacche fra di loro. Non avrei mai creduto che potesse avere un’influenza tale. È sempre stato così infondo, vero? Con lei o senza di lei c’è sempre stata una marea di differenza. Un abisso. Chi può saperlo meglio di me…guarda come sono diventato.
“Grazie a tutti, il regista mi ha chiesto di tornare ed eccomi qui.” Altri applausi. Poi Sana mi da una gomitata “hai qualcosa da dire?” mi sussurra?
Ora che devo farlo, la mia voce fatica ad uscire.
“Ehm ehm” mi schiarisco la voce. Sana mi guarda a braccia conserte in attesa.
“Sana ha accettato di tornare, è una brava professionista, così come tutti noi. Fate del vostro meglio. Ora a lavoro!” Batto le mani per richiamarli all’ordine e tutti eseguono all’istante. Sana però è contrariata. Non ce l’ho proprio fatta.
“Ehi Hayama!” mi dice a brutto muso
“Non chiamarmi così, qui sono Trank.”
”Non mi hai chiesto scusa!”
“Ho detto che sei una professionista, era ritrattare le mie parole dell’altro giorno. Fattelo bastare Kurata” Sana sbuffa e sbatte i piedi andando nei suoi camerini.
Ma quanto è bella?
 
 
 
 
nota: scusate per il capitolo molto corto, ma purtroppo lavoro e non ho potuto sviluppare tutto quello che avrei voluto. Spero che comunque vi piaccia...A presto!
   
 
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