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Autore: Aliasor    19/04/2020    1 recensioni
"Questa la solita storia, eroe contro cattivo, giustizia contro ingiustizia, luce contro ombra... peccato che la vita vera faccia schifo"
Universo Parallelo della mia fanfiction "La farfalla senza occhi".
Endrick si trasferisce per via del suo tutore legale a Parigi, ormai sicura dopo la sconfitta di Le Papillon pochi anni prima.
I fiori fioriscono, i piccioni cinguettano, i kwami svolazzano in giro e i villain ricompaiono.
Certe cose non finiscono mai, semplicemente si evolvono.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Papillon
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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<< Vola da lei, mia piccola Tenshi. E ottenebra il suo cuore.>>
La farfalla, con i suoi nuovi colori, svolazzò via pigramente mentre lui restava appoggiato al suo nuovo scettro come affaticato.
<< … E ora che dovrei fare, Nooro?>>
<< Normalmente il signore restava ad aspettare, dare informazioni, inventava il nome dei cattivi e urlava contro la vetrata una volta sconfitto. Cose come “L’acqua è bagnata” per intenderci.>> Disse, con leggero imbarazzo, la voce nella sua testa. Non avrebbe mai detto una cosa del genere a Gabriel. Non ad alta voce.
Contattare Nooro telepaticamente era davvero comodo. La cosa atipica era che gli altri contraenti non erano in grado di farlo, non si trattava semplicemente del legame, era qualcosa di diverso. Si trattava forse del trattamento fatto dal suo “contatto”? “Contatto” forse non era il termine corretto da usare per il loro rapporto, erano soci alla pari in quel piano, mente e braccio.
Forse era sempre causa sua se gli altri non ci riuscivano, non era una persona normale. Non era nemmeno una “persona” nel senso stretto del termine.
Ma non era il momento di farsi troppi film mentali.
<< Intanto ti vanno dei biscotti, Nooro? Potrei infilarli nella spilla.>>
<< Sto bene...>>
<< Dimmi, Nooro, sai perché ho chiamato Tenshi queste nuove “Akuma”? Come saprai in alcune culture gli insetti hanno un nuovo importante con i morti. Le mosche sarebbero rimasugli terreni delle anime umane, le farfalle sarebbero le loro guide nel mondo dei morti. Qualunque persona se dovesse scegliere rifiuterebbe di certo di andare mano nella mano con un demone, ma un angelo?>>
Osservò, si fa per dire, il vuoto dinanzi a sé. Non poteva vedere cosa osservava la Tenshi, ma poteva percepirlo.
Ed era una sensazione magnifica, poteva sentire il vento sulla sua pelle, la sensazione di leggerezza, di librarsi alto nel cielo.
Era così bello, dolce, un vero senso di libertà.
<< Chi vuole colpire?>>
<< Nessuno, Nooro.>>
<< Ma le sue parole...>>
<< Il loro cuore si oscurerà col tempo. La visione della farfalla insieme alla mia comparsa sarà l’inizio di tutto.>>
La sua idea era paragonabile al meticoloso lavoro di un contadino, le sue farfalle sarebbero state i semi da piantare nel cuore degli uomini per preparare il futuro raccolto.
Per quale motivo raccogliere un singolo frutto alla volta quando poteva attendere per avere prodotti migliori? Senza contare che le locuste avevano vita più facile se si trattava di rovinare un singolo prodotto invece dell’intero raccolto.
Ciò non significava che non avrebbe creato criminali, ma si sarebbe limitato a risultati scadenti giusto per distrarli un po’. Come nascondere le pepite dipinte tra i pezzi di carbone, uno specchietto per le allodole. O per i gatti e le coccinelle.
Era riuscito ad ottenere da quella persona il kwami della farfalla, non poteva sprecarlo così. Avrebbe agito con calma serafica, degna del migliore degli strateghi. Non avrebbe bruciato tutto per un impeto di rabbia e passione. Erano anni che aspettava un’occasione del genere.

La creatura si fece notare senza problemi dai parigini, due milioni di persone che cominciavano a coltivare la paura dentro di sé. Un disturbo da stress post-traumatico non avrebbe potuto fare di meglio.
Due milioni di possibilità senza contare le migliaia di turisti che ogni giorno arrivavano per visitare la città. Ognuno di loro era un possibile obiettivo.
Ma non quel giorno. Quel giorno era quello della sua presentazione agli eroi di Parigi.
Il giorno in cui si apriva il teatro per il suo spettacolo.
“Il mondo è un teatro e gli uomini e le donne sono i suoi attori.”
Che entrino i protagonisti.
Non ci volle molto a far accorrere i due eroi, erano stati sin troppo tranquilli sino a quel momento. Ormai si limitavano a cose come far scendere  gattini dagli alberi, aiutare i vecchietti ad attraversare la strada, fermare scippi, impedire che il preside del liceo si mettesse nei guai. Non si erano accorti che qualcuno che conoscevano era improvvisamente scomparso? Sparito nel nulla senza un fiato?
Che distratti.
<< Milady, sono io o quella è una Akuma?>> La domanda del gatto era legittima, non le vedevano da anni.
<< Aspetta, ma non è fisicamente possibile. Il Miraculous della farfalla è al sicuro.>>
In teoria, ma alle volte la pratica è assai diversa.
La creaturina si avvicinò di pochi centimetri verso di loro solo per ricoprirsi di una sostanza gelatinosa grigio-violacea, spuntata dal nulla, che la fece crescere in maniera anormale sino ad una forma umanoide. Dalla forma solo vagamente coerente si evolse sino ad essere una copia perfetta, per quanto simile  un fluido non newtoniano, del suo padrone.
Si stiracchiò un po’, non abituato a quell’avatar che gli permetteva di muoversi a distanza.
Poi, si mise a parlare.
<< Salve, Ladybug e Chat Noir, io sono Le Papillon.>>
Arretrarono di qualche passo.
<< State tranquilli, non ho intenzioni malevole. Non oggi.>>
<< Come fai ad avere il Miraculous della farfalla? Come sta Nooro?>>
L’eroina in rosso non perdeva tempo, eh? La voce era familiare, ma distorta dalla distanza e dal contatto telepatico inesperto con la farfalla.
Alzò le mani per calmarla.
<< Nooro sta bene, al massimo potrebbe presto avere un indigestione da biscotti. Non tratto male un mio socio. Ma andiamo dritti al punto, prestatemi i vostri Miraculous, ve li restituirò entro quarantotto ore, avete la mia parola d’onore.>>
<< Okay, questa è nuova.>> Aggiunse il felino. << Questo ce li sta chiedendo in prestito invece di rubarceli. Sono Purrr-plesso.>>
<< Non è questo il momento della tue battute!>>
Papillon rise senza ritegno. << Non sto cercando di fare il FARFALL-one, ma era davvero carina.>>
Almeno era un tipo piuttosto alla mano, meno stoico del suo predecessore. Forse era possibile trovare un dialogo costruttivo con lui?
Valeva la pena fare un tentativo.
<< Prima rispondi alle nostre domande. Come hai ottenuto il Miracoulus?>>
<< Me lo ha dato una certa persona.>>
<< Chi?>>
<< Non posso dirlo.>>
<< Per cosa useresti i nostri Miraculous?>>
<< Non posso dirlo.>>
<< Sai che per esaudire il desiderio dovrai far pagare il prezzo a qualcuno?>>
<< Tu credi forse che farei tutto questo se non conoscessi pro e contro della situazione? Ti prego, coccinella. Per il mio desiderio l’intera Francia è sacrificabile! E poi diciamocela, c’è molta spazzatura inutile che non meriterebbe altro che una orrenda fine! Quanti sono quelli che scrivono in rete “sarebbe meglio se morisse!” o “l’umanità fa schifo!”, “Siamo un virus”? Si tratta solo di esaudire la loro richiesta, magari iniziando da loro. l’uomo è fragile, delicato. Un coltello, uno di quelli che si trovano sulle nostre tavole, basta a ucciderli. Persino un unghia affilata può essere un’arma.>>
Okay, questo era abbastanza inquietante, quasi quanto il suo sguardo che la melma accennava sotto la maschera aderente. Sembrava quasi spiritato, come se fosse posseduto da qualcosa.
Era ovvio che non stesse bene con la testa, era raggelante. Era disturbato.
O forse era sin troppo sano.
<< Credo che sappiamo tutti e tre la risposta.>>
<< Immaginavo, ma volevo provarci. Almeno non avrei avuto rimpianti.>>
Si liquefò nuovamente e aumentando dimensioni, similmente a un onda anomala, si lanciò sui due giovani solo per dividersi un istante prima di colpirli, come fossero Mosè davanti al Mar Rosso, trasformandosi nuovamente in una farfalla.
Questo il precedente Papillon decisamente non sapeva farlo.
Esistevano alcune possibilità allora: questo Papillon era più esperto di Gabriel, questo potere era dato dalla volontà di Nooro e terza possibilità, questo Papillon era diverso dagli utilizzatori normali.
Era meglio correre dal maestro Fu.
Endrick si ritrasformò, era stato davvero stressante compiere una trasformazione e tutte quelle cose strane con la sua Tenshi.
Cade a terra tossendo, era come se avesse un groppo in gola.
Questo quella persona non lo aveva detto.
<< Sta bene, signore?>>
<< Sì, Nooro. Come ti sono sembrato?>>
<< Convincente.>> Disse amareggiato. << Vuole tornare a casa?>>
Il giovane annuì e, appoggiandosi sul bastone, si diresse verso la sua dimora.

Il sole pomeridiano restava placido in cielo mentre lui entrava nella sua dimora. Lo zio, visto che sarebbero rimasti in terra francese per almeno cinque anni, aveva deciso di acquistare una vecchia villetta dismessa.
“Villetta”, era abbastanza grande da far invidia a casa di Gabriel Agreste.
<< Sono a casa, zio.>>
Un uomo orientale con un paio di occhiali squadrati scese velocemente dalle scale, finendo quasi per ruzzolare brutalmente addosso al nipote. La sua chioma castana era tutta scompigliata.
<< Ehilà, Endrick! Stavo venendo a cercarti! Credevo di fossi perso!>>
<< Mi ero fermato a comprare del pane, zio.>>
L’uomo si asciugò il sudore con un fazzoletto di stoffa, si preoccupava sempre quando uno dei suoi nipoti facevano tardi. Sopratutto oggi che si erano trasferiti in una nuova città come Parigi.
Niàn Shòu Axelle-Feng, zio del ragazzo e suo tutore legale dal comportamento comicamente protettivo. Era il minimo che potesse fare alla fine.
Era una brava persona, era entrato in politica con un programma ecologico, nelle varie sedute insisteva sempre sul puntare proposte ecosostenibili. Se un qualcosa avrebbe potuto inquinare anche solo lontanamente, lui bocciava.
Senza se e senza ma.
Andava persino d’accordo con la madre di Lila, nonostante i loro giovincelli si vedessero come una serpe e una mangusta. Non che ne fossero accorti, vedevano il tutto come gli scherzi di due amici.
<< Tua sorella ora è uscita, ha deciso di farsi un giro.>>
<< Oh, è un peccato.>> Si guardò la spilla di Nooro. << Avevo una sorpresa per lei.>>

L’uomo rimase in piedi oltre le sbarre di ferro con uno sguardo di sfida. Era divertito dal fatto di essere lui quello al potere per una volta.
<< Dimmi, il vitto ti piace? Stai comodo? Spero di no.>> Commentò sarcastico.
L’anziano lo guardò da dentro la sua prigione di pietra senza paura. Non lo temeva.
Non lo aveva mai temuto.
<< Sei invecchiato, Wang Fu. O preferisci Chan? O vuoi che usi uno degli altri tuoi pseudonimi? Il tempo non è stato gentile con te, solo centoottantasei anni e guarda come ti sei ridotto. Non che prima fossi un grande eroe, sei tu che hai perso due Miraculous ed è stato al causa della scomparsa del tempio. Un triste, patetico, bimbo affamato.>>
<< Cosa hai fatto a Nooro?>>
Rise di gusto.
<< Nooro segue i miei piani, non vuole che succeda qualcosa di male a te o ai suoi amichetti. Non è stato difficile convincerlo, è bastato “buttare via” uno dei suoi amici.>>
Il vecchio cinese rabbrividì a quelle parole, non poteva averlo fatto per davvero.
Buon Dio! Non era vero.
Buttò oltre le sbarre un piccolo oggettino annerito, quasi fosse carbonizzato. Era freddo. Triste.
Il maestro Fu lo prese tra le mani con le lacrime agli occhi.
<< Povero, povero Longg.>> Asserì fintamente triste. << Se fosse stato tranquillo non avrebbe fatto questa fine. Ma stai tranquillo, se tutto andrà perfettamente lo riporterò alla normalità. Forse.>>
Riprese a ridere.
<< I decenni ti hanno peggiorato e reso mostruoso più di quanto non fossi prima, Chìmaira.>>
<< Gabriel Agreste si è rivelato spazzatura, ma questo ragazzino che ho preso con me sembra promettere bene. Vuoi fare una scommessa, Wang Fu? Chi vincerà questo scontro? I tuoi discepoli o i miei? Sono pronto persino a mettere in palio il mio Miraculous della chimera.>>

 

E anche il secondo capitolo è praticamente identico al precedente, ma dal prossimo le cose cambieranno. Purtroppo sono impegnato con i racconti seri e col webcomic.
Se volete dare un'occhiata sto pubblicando aperiodicamente qui su efp una ff non canonica dei miei stessi racconti intitolati "Ogni sua giornata", il primo capitolo dedicato allo psicopatico Victor.

   
 
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