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Autore: DelilahPotter    19/04/2020    0 recensioni
Il cappello le calò sugli occhi con il buio, le orecchie le fischiavano, ma probabilmente quello che sentiva era solo il battito del suo cuore che aveva deciso di salirle in gola.
“La casa non fa la persona” continuava a ripetersi quasi fino alla nausea da almeno un’ora.
“Si, Joline Potter, la casa non fa la persona, sono le scelte a farlo” una voce sconosciuta la fece sobbalzare.

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In questa storia vorrei raccontare come i Malandrini sono diventati tali, come il loro legame li ha uniti fino alla fine, ma prendendomi qualche piccola "licenza poetica", per rendere la storia che, per somme linee, tutti conosciamo, più avvincente.
[Il prologo di questa storia (che ho provveduto a correggere) era stato già pubblicato in tempi non sospetti nel lontano 2015]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo IV - Dolcetto e Scherzetto


Halloween si stava avvicinando e mentre gli studenti più grandi si preparavano per la prima gita dell’anno ad Hogsmeade, quelli del primo e secondo anno si beavano del clima di festa.

James, Sirius e Peter avevano iniziato a pianificare scherzi a base di zucche per tutti e le loro vittime designate erano, ovviamente, i Serpeverde.

Joy conosceva così bene l’umorismo di suo fratello da uscire immune da ogni scherzo da lui organizzato, ma non dalla vendetta dei suoi compagni di casa.

L’ultimo venerdì di lezioni, uscita dall’aula della professoressa McGranitt, dovette rintanarsi in Biblioteca per sfuggire da un gruppo di Serpeverde del secondo anno che aveva minacciato di rivoltarle contro l’ultimo scherzo che avevano subito. Fu così che vide, seduto all’ultimo tavolo di legno, poco lontano da una finestra da cui entrava una fioca luce pomeridiana coperta da nuvole, Remus Lupin addormentato su un enorme tomo di Difesa contro le Arti Oscure.

Lei si sedette di fronte a lui e prese a svolgere i compiti in silenzio guardandolo di tanto in tanto.

 

Il lupo sentendosi osservato, si allarmò e Remus spalancò gli occhi notando la giovane che lo guardava con il mento poggiato sul dorso delle mani.

“Buongiorno, era comodo?” chiese lei con un tono simpatico riferendosi alle pagine del manuale.

“Uh, ehm, sì abbastanza” abbozzò un sorriso.

Si sentiva distrutto dalla luna in avvicinamento: la notte di Halloween avrebbe subito la seconda trasformazione da quando era a scuola e, anche se il lupo si stava abituando al nuovo ambiente, i muscoli continuavano a crepitare e le ossa a stridere tra di loro per prepararsi al cambiamento sempre più prossimo.

“Non ti dirò che sembri uno straccio, credo tu sia stufo si sentirtelo dire” affermò Joy sincera incrociando le gambe sulla panca ed aprendo un tomo anche lei.

“Sì, i nostri compagni di scuola sono tutti incredibilmente gentili e premurosi da chiedermi come sto almeno una volta all’ora.” una piccola sfumatura di sarcasmo gli era sfuggita prima che potesse rendersene conto.

“Certo che anche tu non aiuti a frenare le scommesse su quale branco di giganti ti abbia calpestato.” Joy rise, ma dopo una frazione di secondo, vedendo che lui non aveva riso con lei si pietrificò “Mica sei stato davvero calpestato da dei giganti?” alla faccia preoccupata della ragazza il giovane licantropo rise di gusto “No, niente di ciò. Sono solo cagionevole, i cambiamenti meteorologici mi influenzano molto” infondo non aveva mentito, le fasi lunari possono essere intese come cambiamenti meteorologici e quella ragazza era l’unica persona che manifestava ancora il desiderio di parlargli.

“Tu, invece, cosa ci fai rintanata nell’ultimo tavolo della Biblioteca?” 

Buona norma per avere degli amici è saper fare conversazione, si disse e Remus avrebbe sempre voluto avere degli amici.

“Nah, niente di interessante, scappavo da tre Troll che sono rimasti infastiditi dall’incredibile sagacia di mio fratello” rispose lei fingendo noncuranza.

“Troll?” era chiaro che non si riferisse alle creature magiche in sé e per sé, ma a dei compagni di scuola.

“Studenti di Serpeverde con il quoziente intellettivo di un Troll” rise lei, mascherando il disagio nello spifferare a qualcuno che altri studenti la stessero mettendo in difficoltà

“Sì, avevo intuito. La tua non sembra essere una posizione piacevole, non vorrei essere nei tuoi panni”

“Ed io non vorrei essere nella tua meteoropatia” continuò lei.

Mentre ridevano furono zittiti dalla responsabile della biblioteca e si trovarono a dover studiare davvero.

Dopo un paio d’ore qualcuno entrò in biblioteca camminando a passo svelto.

 

“JOY…” James era la persona più noncurante per le regole e priva di qualsiasi abilità nel fare silenzio in tutto il mondo magico.

Quando la ragazza sentì la sua voce scattò in piedi e iniziò a cercarlo con lo sguardo.

La biblioteca era deserta e James in pochi secondi svoltò l’angolo vedendola vicino al tavolo dove era seduto il suo compagno di dormitorio.

“Eccoti” disse sempre con un tono di voce troppo rumoroso per i canoni ammessi dalla responsabile.

“Abbassa la voce Jamie” sussurrò lei facendogli cenno con le mani e indicando la bibliotecaria che li stava guardando in maniera arcigna.

“Uh, hai ragione” disse lui abbassando la voce quasi ad un sussurro “Ho sentito dei Serpeverde dire che ti avevano spaventata a morte e sono venuto a cercarti”.

Lei gli prese una mano e lo trascinò verso il tavolo per farlo sedere e evitare un rimprovero.

“Ciao” disse Remus gentilmente e James rispose semplicemente con uno sguardo e un’alzata di spalle.

Da quando, a settembre, il ragazzo era scappato da quella discussione, non avevano più parlato e lui e Sirius avevano iniziato a tenerlo ancora più a distanza, facendo come se non esistesse.

Joy avrebbe voluto riprendere il fratello, ma qualcos’altro attirò la sua attenzione “Dov’è Sirius?” ormai era quasi impossibile vedere l’uno senza l’altro.

“Sta affrontando la McGranitt per aver casualmente riempito i Serpeverde in questione con una valanga di caccabombe”

“Cosa?” chiese lei sconvolta “La McGranitt? Lo potrebbe sospendere, sai?” la situazione era innegabilmente preoccupante ed esilarante al tempo stesso; tuttavia, quei Serpeverde se la sarebbero sicuramente presa con lei.

“Non esagerare con l’ottimismo e i ringraziamenti, mi raccomando” la voce di Sirius la raggiunse alle spalle.

Il ragazzo si buttò scompostamente sull’unica sedia libera, che era quella affianco a Remus.

Lo guardò per un attimo perplesso, poi spostò nuovamente la sua attenzione sui gemelli.

“Sirius, non ti devi mettere nei guai per difendere me, non ce n'è bisogno. Me la vedo da sola.” contestò la giovane Potter sempre tenendo la voce bassa.

“Mah, può essere, ma sinceramente vuoi farmi perdere il divertimento di dare fastidio a Zabini e Ross? Sarebbe una cattiveria troppo grande, da parte tua”

“Come è andata a finire?” chiese James “La prof si è convinta della tua assoluta e inequivocabile innocenza?” i gemelli iniziarono a ridere.

“All’incirca, però ho guadagnato una punizione che mi vale due sere bonus in giro per i corridoi senza la possibilità di essere ripreso”

“Cioè?” chiese il coro dei Potter mentre Remus fingeva di essere immerso nella sua lettura per non farsi vedere incuriosito.

“Stasera e domani devo pulire le cornici dei quadri del corridoio del secondo piano senza magia.  L’unica cosa che mi dispiace è perdere il banchetto di domani, però c’è un lato positivo: potrò girovagare per la scuola con la scusa di star pulendo e scoprire un sacco di cose interessanti senza essere controllato” Sirius dondolava la sedia giulivo “Vedi proprio il buono in tutto, fratello. Non mi sembra così divertente dover pulire cose per tutta la notte” constatò James usando il nuovo appellativo che rendeva Sirius sempre entusiasta “Soprattutto di notte, in un castello gigante e buio” concluse Joy.

“Hai paura del buio?” chiese Sirius canzonatorio e James rispose al posto della sorella con lo stesso tono ironico “No, Joy ha paura di tutto, mi domando come faccia a dormire in dei sotterranei inquietanti”

“Non mi ci far pensare” rispose lei mimando un brivido.

La mente di Remus, invece, era del tutto concentrata su una sola informazione: la sera di Halloween Sirius sarebbe andato a zonzo liberamente per il castello e avrebbe potuto scoprire qualcosa: lo avrebbe potuto vedere mentre attraversava il parco con Madama Chips per raggiungere il nascondiglio del lupo o entrare in infermeria e scoprire che le sue erano solo bugie. 

In poche ore, tutti avrebbero saputo il suo segreto e sarebbe stato bruciato sul rogo dai suoi compagni di scuola inferociti che lo rincorrevano con picche e forconi… “Remus…”

L’immaginazione del giovane licantropo subì una repentina battuta di arresto e le immagini inquietanti della sua mente furono sostituite da quella molto più concreta, seppur non rassicurante, dei suoi compagni di dormitorio e di Joy che lo fissavano.

“Ti eri spento, avevi uno sguardo perso nel vuoto” gli fece notare lei serenamente, cercando di infondergli sicurezza.

“Si, ehm, ero sovrappensiero” rispose lui con gentilezza; il lupo era rimasto sul fondo, c’era qualcosa nei modi della ragazza che avevano impedito la reazione fuga-attacco.

“Ti giuro, Lupin, che a volte vorrei essere nella tua testa” commentò James “ti ci perdi talmente tanto spesso che deve essere un posto enorme e fighissimo da esplorare: tipo un bosco”.

Il lupo non capì se era una battuta o una considerazione, amico o nemico?, e quindi rimase quieto nel ragazzo finché non sentì il commento successivo: “e presumibilmente vuoto”. Era stato Sirius a commentare maligno e il licantropo fece molta fatica per non far emergere il ringhio che gli si era sprigionato dentro.

“Ehi amico!!” si intromise James con tono di rimprovero verso il moro, ma senza riuscire a trattenere le risate.

Joy li guardò male entrambi e riprese a parlare con Remus affettuosa “Che ne dici di aiutarmi per il tema di trasfigurazione?” lui, sentendosi riportare su un territorio familiare, si tranquillizzò e lasciò il lupo assopirsi nuovamente per quelle prossime ore.

Come i due scavezzacollo sentirono parlare di compiti si dileguarono velocemente biascicando parole sconnesse “Mangiare… Sala Grande… Peter”.

 

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Lily passeggiava sotto i portici del cortile principale con Mary e Alice, due sue compagne di dormitorio con cui aveva legato particolarmente, quando le tre furono fermate da un boato.

Caos, schiamazzi e qualche gridolino isterico: doveva esserci lo zampino di Black e Potter, pensò Lily.

Da uno dei corridoi vide due ragazze di Serpeverde del loro anno correre come delle forsennate con le mani sulla testa per proteggersi i capelli, una di quelle era sicuramente l’odiosa cugina di Black.

“Le sta bene a quell’odiosa vipera” commentò Mary, la quale non risparmiava mai ai Serpeverde commenti sagaci e non si capacitava proprio di come fosse possibile che lei fosse così amica di uno di loro: “inspiegabile” precisava in ogni occasione.

“C’è lo zampino di James, ovviamente” intervenne Alice.

Le due ragazze, in particolare Mary McDonald, conoscevano già James prima della scuola. 

I McDonald ed i Potter vivevano poco distanti e spesso i bambini giocavano insieme, mentre invece Alice Preweet era in qualche modo imparentata con lui: “molto alla lontana” ci teneva a precisare, come capitava tra quasi tutte le famiglie purosangue.

“Preferirei ci fosse lo zampino di Joy, da quando ce l’hanno rapita è diventata incredibilmente remissiva, sembra quasi le tema” ribattè Mary e Alice annuii.

Lily le ascoltava “Non vi offendete se vi dico che Joline Potter non mi ha fatto una gran buona impressione sul treno? Le ho parlato solo in quell’occasione, ma sembra che segua sempre quello che fa il fratello e, sinceramente, lui è insopportabile” le due scoppiarono a ridere “benvenuta nel nostro mondo Lils! James ci tormenta da quando ancora gattonavamo e Joy è la sua prima vittima. Con lui conviene allearsi”

Le tre ancora sghignazzavano su alleanze e parlavano di scherzi fatti dai gemelli in passato, quando sentirono nuovamente vociare “Mocciosus, dove scappi? Codardo! Vogliamo solo farti uno shampoo” a quelle parole, sentendo la voce di Black, l’attenzione di Lily si destò.

“Oh santo cielo, perché non lo lasciano in pace!” non terminò nemmeno di parlare che vide Black comparire da dietro un arco dopo essere stato sbalzato da un incantesimo.

“Oddio, uno schiantesimo!” “Un incantesimo da duello, figo!” dissero le ragazze allibite ed esaltate.

Mentre Sirius scuoteva la testa per riprendersi, un’altra voce invase il corridoio “Come fai a sapere già schiantare?” James era un misto di curiosità e furia e si stava lanciando, bacchetta in pugno verso Severus.

Le ragazze strillarono, mentre Lily era immobile, non aveva paura per Severus, sapeva che comunque sarebbe stato in gradi di difendersi, più che altro temeva che facesse male a quel pallone gonfiato e si mettesse nei guai, rimanendo al contempo ammirata dall’idea di vedere un vero duello, quando le due bacchette volarono via e dal cortile alle spalle di Severus risuonò la voce del Professor Flaherty di Difesa contro le Arti Oscure.

“Cosa succede qui? È tassativamente vietato duellare a scuola. Piton e Potter, con me!” l’intervento del professore congelò l’aria: tutti rimasero immobili mentre Sirius si alzava e cercava di protestare “Signore, ha iniziato Piton. James è innocente”.

Le ragazze si guardarono attonite mentre il sangue di Lily iniziava a ribollire. Come può quello stupido mentire così spudoratamente?

Intanto, i due ragazzi rientravano nel castello seguendo il professore e Lily ebbe la certezza che sarebbero stati espulsi entrambi.

“Lily, ehi, vieni andiamo, seguiamoli.” Gli spettatori si incamminarono in corteo verso il corridoio diretti all’ufficio di Difesa contro le Arti Oscure, al quarto piano.

 

—————

 

Quando le ragazze raggiunsero l’ufficio di Difesa contro le Arti Oscure trovarono Sirius seduto a terra fuori, che giocherellava con i bottoni della tunica in evidente disagio.

“Ma che è successo?” Chiese Mary guardandolo perplessa “Mi hanno sbattuto fuori dicendo che James non ha bisogno di un avvocato.” Rispose in uno sbuffo alzando la testa a guardarle.

“Ma quindi non li manderanno a casa, vero?” Chiese a quel punto Lily.

Sirius intanto si era alzato da terra riacquistando il suo solito atteggiamento canzonatorio “sei preoccupata per James, Evans? Devo dirgli che eri dispiaciuta per lui. Ne sarà felice.” Rise ancora portando un ciuffo dei suoi capelli ricci indietro con naturalezza. “Ma ti pare, Potter merita di essere espulso, sono preoccupata per Severus.”

“Chi? Pivellus? Ah, già dimenticavo che è il tuo ragazzo”

“Ma non sai dire qualcosa di intelligente, Black? Seriamente!” Intervenne Alice infastidita, senza notare il gioco di parole che non sfuggì però a Mary la quale non poté fare a meno di ridere. “Ecco, vedete, la McDonald ha senso dell’umorismo. Brava ragazza”

La discussione fu interrotta da Joy che li raggiunge dopo aver percorso il corridoio di corsa.

“Sir, cosa è successo? Mi hanno detto che stanno per espellere James”

“Severus ci ha attaccati” rispose Sirius brevemente.

“Non è andata così, sono stati loro a rincorrerlo e lui si è solo difeso” intervenne Lily e Joy si girò a guardarla come se non si fosse accorta della presenza delle ragazze prima di quel momento “Anche se così fosse, lui mi ha schiantato” ribattè Sirius.

“Cosa?” La nuova arrivata stabbuzzó gli occhi. “Ma è un incantesimo da duello, non è una cosa con cui si gioca! Rischiava di fare davvero male” disse girandosi verso Lily come a voler spiegare a lei che era cresciuta tra i Babbani che una cosa del genere era grave.

“Lui si stava difendendo” insistette Lily.

“A nostra discolpa, Joy, volevamo vendicare i tuoi capelli” aggiunse Sirius guardandola ed incrociando le braccia.

“E cosa c’entra Piton con i miei capelli? Al massimo dovevate prendervela con Narcissa e Selene, anche se nessuno vi ha chiesto di intervenire” ribattè lei in imbarazzo realizzando che ora anche la Evans, Mary e Alice sapevamo cosa era successo ai suoi capelli e che le sue compagne di stanza c'entravano qualcosa.

“Era il piano iniziale, poi ci siamo fatti prendere un po’ la mano. Non è colpa mia se Mocciosus è passato di lì proprio in quel momento!” ribattè il giovane Black con un’alzata di spalle ed un sorriso maligno.

Prima ancora che Joy avesse tempo di rispondere, la porta si aprì, mostrando un James con finto sguardo contrito, seguito da Piton che sembrava ribollire dalla rabbia e dalla professoressa McGranitt.

“Allora Piton e Potter, mi raccomando, oggi sera, dopo le lezioni, presentatevi qui per la punizione e comportatevi bene.” si raccomandò la severa professoressa di Trasfigurazione girando sui tacchi per andare via.

Lily si avvicinò immediatamente a Severus, mentre Sirius chiedeva a James cosa fosse successo. “Sarò in punizione per una settimana con Mocciosus.” 

Joy, che lo guardava a braccia conserte, lo interruppe “La prossima volta che dovete fare uno scherzo fatevi aiutare da Lupin! Almeno lui non rischia di farsi scoprire o peggio mettere al tappeto da uno come lui.” disse saettando uno sguardo verso Severus.

James e Sirius la guardarono ad occhi sgranati, non capendo perché fosse così arrabbiata.

“Cosa vorresti dire, Potter?” Intervenne Piton sentendosi chiamato in causa.

“Non ti sforzare a pensarci, Piton. Rischi di far friggere l’olio che hai in testa” rispose acida voltando le spalle.

“Boom! Questa è la Joy che conosciamo, non la fa buona a nessuno” fecero eco le voci divertite di Mary e Alice mentre lei voltava l’angolo.

__________________

 

Durante la cena di Halloween, al tavolo di Grifondoro, mancavano sia Sirius che James e persino Remus. Joy sbuffò vedendo svanire ogni sua possibile scusa per stare lontana dai suoi compagni di casa.

Si sedette in un posto, il più isolato possibile, sul fondo del tavolo ed osservò con ammirazione le decorazioni, lugubri quel tanto da essere splendide.

I fantasmi veleggiavano tra zucche intagliate e candele e su ogni tavolo svolazzavano pipistrelli che, per un attimo, Joy si chiese se fossero veri o incantati.

Tra le pietanze del banchetto ciotole di caramelle e dolciumi, la golosa ragazzina si illuminò.

Devo ricordarmi di portare qualcosa a James, per chiedergli scusa per la sfuriata di ieri.

Stranamente la cena procedeva tranquilla ed era riuscita ad arrivare al secondo senza incorrere in problemi; di fronte a lei, sedevano solo dei ragazzi molto più grandi di lei, che presumibilmente non l’avevano nemmeno notata.

Infatti, quando una di loro, puntò gli occhi azzurri su di lei, ebbe un brivido improvviso che fu placato da un sorriso, che le sembrò incredibilmente familiare.

Le sorrise di rimando, un attimo prima di rendersi conto che quella ragazza dai capelli neri elegantemente mossi sulle punte e gli occhi chiarissimi, doveva essere la sorella maggiore di Narcissa.

“Ciao!” Joy sgranò gli occhi: quella ragazza del settimo anno, che tra l’altro era parente prossima dell’essere vivente più odioso concepito nel mondo della magia, le stava rivolgendo la parola “Ehm ciao!” Iniziava a dubitare di se stessa, e che l’avvenente diciassettenne stesse salutando proprio lei.

“Io sono Andromeda, tu devi essere Joline Potter, o sbaglio? La compagna di stanza della mia sorellina Cissy” Joy annuì prendendo coraggio e porgendole la mano da sopra il tavolo per formalizzare la presentazione.

Andromeda le rispose con una stretta di mano ed un sorriso “È un peccato mangiare da soli, se vuoi ti faccio compagnia io” e le fece l’occhiolino.

Più che un odiosa Black sembrava la principessa di una favola, cordiale e disponibile, Joy faticava a crederci.

Nei piatti comparve il dolce, mentre la giovane Potter e la più grande dei Black chiacchieravano amabilmente sulle prime impressioni di Joy circa la scuola; ma, improvvisamente, un boato e la sala iniziò ad allagarsi di un liquido verdognolo.

“Oh Pix! Per Salazar.” Imprecò a bassa voce Andromeda e alzandosi in piedi sulla panca la invitò ad imitarla. Poi con voce tonante, da persona abituata al comando, disse a tutti “Non vi preoccupate, è l’ennesimo scherzo. Alzatevi in piedi sulla panca e state tranquilli” la spilla da caposcuola le brillava sul petto e Joy non poté fare a meno di guardarla con ammirazione.

Quel liquido sembrava gelatina, considerò Joy poco prima che dalla porta sfrecciassero Sirius e James, che avevano evidentemente usato degli scudi delle armature come slittini e dalla velocità che avevano preso dovevano essere partiti dalla scalinata centrale.

“Perché mai Sirius non dovrebbe fare qualcosa del genere? Mi sorprendo di non essermelo aspettato” fu il commento rassegnato della sua commensale, che però, in fondo, faceva fatica a trattenere le risate.

Il trionfale ingresso dei due temerari birbanti fu accolto da un fragoroso applauso e da grida di giubilo da tutti i tavoli. Tranne quello dei Serpeverde e quello dei professori. Anche se Joy, seppur distante, riuscì a notare che qualcuno dei loro docenti, preside compreso, mascheravano l'ilarità dietro una mano o un calice d’acqua.

“Potter e Black!” Tuonò la professoressa “ci scusi professoressa - rispose Sirius - ma eravamo davvero molto in ritardo e non volevamo perderci il dolce” la McGrannit sospirò rassegnata. “Come ho fatto a non immaginarlo, 20 punti in meno a Grifondoro!”

Lo scroscio di applausi, questa volta, partì dal tavolo di Serpeverde, sempre molto lieti di vedere i rivali Grifondoro perdere punti utili per la Coppa delle Case.

____________

 

Finito il banchetto, dopo che il preside, con un colpo di bacchetta, aveva fatto sparire tutta la melma che aveva invaso la sala grande, gli studenti si diressero il dormitorio.

James e Sirius ancora ridevano della loro ultima bravata, con Peter che gli trotterellava accanto: “Perchè non mi avete detto che stavate organizzando questo scherzo, non mi sarei spaventato così tanto!” disse il più piccolo dei tre ridendo.

“In realtà, non è stata una nostra idea; abbiamo solo sfruttato l’occasione” iniziò James sistemandosi gli occhiali sul naso “Sì, della gelatina verde non sapevamo niente finchè non abbiamo finito le punizioni; stavamo scendendo in Sala Grande ed il pavimento ha iniziato a diventare viscido: abbiamo solo sfruttato la situazione” concluse Sirius impettito per la nuova bravata compiuta.

Non fecero in tempo a voltare l’angolo che tre Grifondoro del secondo e terzo anno li intercettano: “Potter e Black! Insomma, ma voi da che parte state?” chiese uno di loro; un ragazzo tarchiato dai capelli castani.

“Che intendi?” chiese Sirius, con atteggiamento di sfida, aggrottando le ciglia ed incrociando le braccia.

Intanto Peter si era rapidamente nascosto alle spalle di James bisbigliando rassegnato “Oh, fantastico… altri problemi!”.

“Siete in Grifondoro da due mesi e ci avete già fatto perdere un centinaio di punti, infrangendo tra l’altro almeno una decina di regole” continuò il ragazzo più grande, spalleggiato dagli altri due che annuirono.

“E con ciò?” intervenne James affiancando l’amico “Sono affari tuoi, Paciock?”

“Se permetti, Potter, sono affari di tutta la Casa se per colpa vostra perderemo la coppa quest’anno.” a parlare fu uno degli altri due, decisamente più alto di loro, con capelli rossi a spazzola ed occhi azzurri e doveva essere più grande di James di almeno due anni “Domani ci sarà la partita di Quidditch contro Serpeverde: è la partita di apertura e dovremo impegnarci il doppio per recuperare tutti i punti che ci state facendo perdere. Almeno potreste provare a non farvi beccare” concluse il rosso con tono di scherno e una leggera nota di fastidio; mentre Paciock si girava a guardarlo quasi risentito “Gideon, non è esattamente il messaggio che volevamo trasmettere”.

James strabuzzò gli occhi e Sirius scoppiò a ridere: “Mettetevi d’accordo, almeno, la prossima volta che volete fare una ramanzina a qualcuno” superò il gruppetto seguito da James che un attimo dopo si girò a guardare i tre “Voi tre giocate?” chiese camminando all’indietro per continuare a guardarli.

“Sì, Potter, perchè?” rispose Paciock sempre più perplesso.

“L’anno prossimo vorrei provare ad entrare in squadra anche io.” gridò per farsi sentire, per poi girarsi e raggiungere Sirius che era già a metà della rampa di scale.

“Che Godric che ne scampi” sbuffo l’altro, mascherando una risata.

____________________

 

Intanto Joy, superata la porta del dormitorio, ebbe una strana sorpresa: alcuni Serpeverde più grandi, che si erano intrattenuti a chiacchierare seduti sui divani al centro della stanza, la guardarono ridendo “Potter, dici a tuo fratello che è il nostro nuovo idolo: se continua possono anche già darcela la coppa delle case di quest’anno”, la ragazza si stava dirigendo verso la porta del dormitorio cercando di ignorare le battute; ma qualcosa in quel tono le cavò una risposta sprezzante da bocca “Lo so, mio fratello è una delle mie migliori qualità” Voltò nuovamente le spalle ai ragazzi, che il giorno dopo avrebbe scoperto essere la squadra di Quidditch della casa di Serpeverde, per dirigersi in stanza con un sorriso.

Varcata la soglia si accorse che le sue compagne di stanza erano ancora tutte sveglie: Eris Travers, che dormiva nel letto all’estrema sinistra della stanza era già stesa a letto, ma non aveva ancora chiuso le tende verdi, per chiacchierare con Selene Greengrass, che aveva il letto accanto a quello di Joy; tra loro c’era Narcissa che, seduta a gambe incrociate al centro del materasso, sembrava ignorare le chiacchiere delle altre, presa a pettinarsi i lunghi capelli biondi, avvolgendoli poi nei nastri che aveva sparso sul copriletto verde ed argento. Joy credeva fossero quelli a farli risultare così casualmente ordinati e perfetti per tutto il giorno. 

Si comportavano esattamente come tutte le sere da un mese, compreso l’ignorare la presenza di Joy; tuttavia qualcosa sembrava diverso quella sera: la Black alzò gli occhi azzurri a fissarla mentre si dirigeva al suo letto per poi dire, con tono sprezzante come sempre: “Potter, perchè parlavi con mia sorella oggi a cena?”.

Le tre ragazze rimasero immobili: le due che fino ad un attimo prima stavano chiacchierando fissavano la bionda con occhi sgranati.

“Perchè me lo chiedi? Non sono una spia, Black, passerai ancora per la brava ed innocente principessina; tranquilla.” rispose Joy senza guardarla, prendendo la sua vestaglia e dirigendosi in bagno per cambiarsi.

Quando si chiuse la porta alle spalle, prese un respiro profondo, rilasciando tutta la tensione che aveva accumulato negli ultimi minuti. Tuttavia, era fiera di sé per come aveva risposto ai suoi compagni di Casa: era stufa di subire e sopportare le loro angherie, come aveva fatto nell’ultimo mese.

Si diresse verso lo specchio, guardando il proprio riflesso, mentre un sorrisetto affiorava sulle sue labbra: il Cappello le aveva dato l’opportunità di uscire dall’ombra di James ed iniziare a cavarsela da sola; non aveva alcuna intenzione di bruciarla. 

   
 
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