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Autore: Europa91    19/04/2020    1 recensioni
[Soukoku]
Durante un’agguato Chuuya viene gravemente ferito. Dazai va a trovarlo in ospedale e scopre che il suo partner non si ricorda nulla, nemmeno di lui.
“Dazai si bloccò, il suo cervello ebbe un momentaneo corto circuito, cosa poteva fare?
Opzione 1: rivelare a Chuuya tutta la verità e magari fargli recuperare la memoria a suon di calci;
Opzione 2: fingere di essere suo amico e divertirsi a tormentare Chuuya fino a quando non avrebbe recuperato la memoria, sicuramente poi il rosso gliel’avrebbe fatta pagare e con gli interessi, ma di questo si sarebbe occupato a tempo debito.”[...]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.3

 

 

 

Chuuya restò per qualche minuto ad osservare quel ragazzo chiedendosi mentalmente chi potesse essere. Era sicuro di non averlo mai visto prima; però ad essere sinceri non aveva riconosciuto nemmeno quella Kouyou o il boss.  Dannata amnesia. Che si conoscessero era abbastanza ovvio, o altrimenti non sarebbe venuto a trovarlo in ospedale. Però in quel momento Chuuya non sapeva come comportarsi, doveva forse svegliarlo? Oppure la cosa giusta era lasciarlo dormire? Infine decise di non fare nulla, sarebbe rimasto in silenzio ad osservarlo ancora un po’, cercando di studiarlo meglio. 

 

Nonostante ci avesse provato, alla fine Chuuya non era riuscito a vedere bene il volto del misterioso ragazzo, in quanto semi-coperto da una vistosa fasciatura. Quegli strani bendaggi proseguivano lungo il collo dell’altro, sparendo sotto i vestiti e ricomparendo sulle braccia fino ad interrompersi sui polsi. Il rosso si chiese se anche lui fosse un membro della Port Mafia, e se quelle ferite non fossero altro che il risultato di qualche pericolosa missione. Certo che ci voleva coraggio per andarsene in giro conciato in quel modo, sembrava quasi una mummia, pensò divertito. Nonostante tutto però, Chuuya era rimasto completamente incantato dalla vista di quelle bende, tanto che non riusciva a staccargli gli occhi di dosso; distrattamente notò come si fossero di poco allentate all’altezza di uno dei polsi, forse complice la scomoda posizione in cui si era assopito l’altro. In quel momento, Chuuya desiderò solo poterlo toccare. Per prima cosa voleva sistemare quel pezzo di stoffa; la sola vista di quel lembo allentato gli provocava un certo fastidio; e poi voleva avvicinarsi di più a quel ragazzo, non sapeva nemmeno lui il perché. Sentiva che non poteva essere uno sconosciuto, che in qualche modo c’era un legame tra loro due, era una strana sensazione che non capiva e non poteva definire. Aveva appena allungato un braccio in direzione del giovane quando questi aprì di scatto un occhio; facendo arretrare e al tempo stesso sobbalzare il rosso per lo spavento. In quel momento Chuuya doveva ammettere di aver pure urlato in modo poco virile, ma aveva seriamente rischiato l’infarto. Sembrava la classica scena tratta da qualche film comico di serie B.

 

“Cosa stavi facendo?” Chiese sospettoso il ragazzo bendato mentre si stiracchiava come un gatto. Chuuya rimase bloccato per qualche secondo indeciso su come rispondere; in fondo non lo sapeva nemmeno lui cosa stava facendo di preciso, voleva solo toccarlo, arrossì di colpo, imbarazzato per quel suo stesso pensiero; 

 

“Avevi una benda allentata” rispose sperando di non sembrare un completo idiota indicando con una mano il braccio dell’altro; questi lo guardò pensieroso indeciso se accettare o meno quelle parole; lo stava studiando, era ovvio, Chuuya poteva sentire tutto il peso di quello sguardo indagatore su di sé. Il ragazzo rimise la benda apposto e poi gli sorrise machiavellico; 

 

“Oh e saresti stato così gentile da sistemarmela? Chuuya sono commosso, vuol forse dire che stai finalmente diventando un cagnolino fedele?!” Il rosso corrugò la fronte, 

 

“Cagnolino?” Domandò confuso,

 

“Si, cagnolino, ma che ti prende ora?” Il rosso non ci stava capendo nulla, quel tipo era più strano del previsto, ma non voleva essere maleducato; 

 

“Mi dispiace, io ecco..” provò a spiegare ma l’altro non lo fece finire

 

“Cioè di solito arrivati a questo punto della conversazione mi avresti già lanciato addosso un tavolo, un cuscino o qualsiasi cosa ci sia a disposizione. In condizioni normali avremmo già distrutto questa stanza. Non posso credere che ti abbiano ridotto così male, la botta in testa deve essere stata più forte del previsto, cioè, non mi stai nemmeno insultando” concluse divertito, sedendosi con un balzo sul letto accanto a lui per guardarlo meglio;

 

“Ehm ecco, come posso dire, tu chi saresti?” Dazai smise improvvisamente di respirare e ridere. 

 

“Stai scherzando vero?” Era incredulo, si sarebbe aspettato di tutto tranne quella risposta. Non aveva pensato ad uno scenario simile e quel tappetto era decisamente troppo stupido per prenderlo in giro in una situazione del genere. Infatti Chuuya scosse la testa abbassandola dispiaciuto,

 

“A quanto pare ho perso la memoria, amnesia. Questa mattina è passato il boss della Port Mafia con una donna in kimono e una bambina. Mi ha raccontato lui dell’aggressione ma io non ricordo nulla, non ho potuto neanche fornire un indizio o dettaglio utile.” Concluse con un’alzata di spalle. 

 

“Davvero non ricordi nulla?” Insistette Dazai, questa volta quasi emozionato. Era un’occasione più unica che rara, avrebbe potuto divertirsi un po’ a spese del rosso. La mente di Dazai iniziò subito a partorire una serie di scherzi però si bloccò nel vedere l’espressione affranta del più piccolo. Non aveva mai visto Chuuya in quello stato, sembrava così debole e indifeso, non sembrava il ragazzo che conosceva, il suo partner, quello stesso Chuuya che al loro primo incontro l’aveva spedito a terra con un potente calcio. Ora gli sembrava così fragile e umano.

 

“Mi dispiace, ricordo solo il mio nome. Eh be’ il boss mi ha informato che sono un agente della Port Mafia. Tu chi sei? Sei un mafioso anche tu? Se sei qui presumo che tu sia mio amico”

 

Dazai si bloccò, il suo cervello ebbe un momentaneo corto circuito, cosa poteva fare? Opzione 1: rivelare a Chuuya tutta la verità e magari fargli recuperare la memoria a suon di calci 

Opzione 2: fingere di essere suo amico e divertirsi a tormentare Chuuya fino a quando non avrebbe recuperato la memoria, sicuramente poi il rosso gliel’avrebbe fatta pagare e con gli interessi, ma di questo si sarebbe occupato a tempo debito. 

Non ebbe neanche un secondo d’esitazione;

 

“Oh scusami io sono Osamu Dazai. Certo sei il mio migliore amico” disse sorridendo serafico mentre la sua mente tornava a ideare le strategie più assurde per potersi divertire sfruttando quell’occasione.

 

Anche Chuuya sorrise; Dazai smise nuovamente di respirare, non ricordava di aver mai visto il suo partner fare un’espressione del genere, realizzò in quel momento di non averlo mai visto sorridere in due anni che si conoscevano. Sorrise a sua volta come un’idiota incapace di fare altro, non era decisamente preparato a quello.Nessuno poteva essere preparato a quello.

 

“Sai, mi sembra una situazione così assurda. Non ricordo nulla, vuoto totale. Eppure quando ti ho visto ho come sentito che ti conoscevo, che in qualche modo tu eri una persona importante per me” Chuuya si bloccò di colpo arrossendo per le sue stesse parole cercando di nascondere il volto per l’imbarazzo, mentre temeva ed attendeva di scoprire quale sarebbe stata la reazione di Dazai.

 

“Be’ hai preso una bella botta in testa, comunque penso si tratti di amnesia temporanea, non dovrebbe essere grave, prima o poi dovresti riacquistare i tuoi ricordi” disse, passando delicatamente una mano sopra la fasciatura sulla testa di Chuuya. Si stupirono entrambi per quel contatto intimo e delicato, ma non dissero nulla. Si limitarono ad osservarsi per quelli che sembrarono secondi interminabili.

 

“Tu invece come stai?” Domandò improvvisamente il rosso spezzando la strana atmosfera che si era venuta a creare; Dazai lo osservò inizialmente senza capire, arretrando di poco da quella posizione compromettente.

 

“Sei ricoperto di bende” specificò Chuuya. L’altro sorrise divertito.

 

“Oh queste sono il mio piccolo segreto. Sto benissimo comunque non preoccuparti”

 

“Segreto?” non capiva se l’altro lo stesse prendendo in giro o meno; c’era qualcosa nel atteggiamento di Dazai in quel momento che trovava così dannatamente irritante. Gli venne come l’istinto di strozzarlo ma cercò di ricomporsi, era un suo amico, anche se aveva voglia di picchiarlo fino a fargli perdere i sensi, doveva resistere.

 

“Esatto. Nessuno sa cosa nascondo sotto queste bende, fa tutto parte del mio fascino”

 

Chuuya scoppiò a ridere senza ritegno.

“Ma quale fascino? Sembri una mummia appena uscita da un museo! E io che mi ero pure preoccupato” Dazai era sempre più attonito, quel Chuuya era così simile e allo stesso tempo diverso da quello che conosceva, era cosi diretto e spontaneo eppure sembrava totalmente privo di quella rabbia che da sempre lo caratterizzava.

 

“Si può sapere a cosa stai pensando ora Dazai?” Gli chiese vedendolo perso nei suoi ragionamenti;

 

“A nulla. Sono davvero contento che tu stia bene” non seppe nemmeno lui da dove gli fosse uscita quella frase, aveva detto semplicemente la prima cosa che gli passava per la testa, aveva agito senza pensare. In fondo si, Dazai era contento che Chuuya stesse bene, era un valido membro della Port Mafia, se l’avessero perso la loro forza d’attacco si sarebbe notevolmente ridotta. Era un dato di fatto. Pura logica. Non c’erano altri motivi. Assolutamente.

 

“Allora mi spieghi la storia del cane?” Dazai sbatté le palpebre fingendo di non capire; in quel momento gli era totalmente passata la voglia di litigare con l’altro;

 

“No, anche quella è un segreto” concluse con un sorriso di scherno; Chuuya mise un adorabile broncio, simile all’espressione scocciata che Dazai conosceva benissimo e che in fondo segretamente adorava.

 

“Tra amici non dovrebbero esserci segreti” sentenziò serio il rosso, incrociando le braccia come faceva sempre quando era contrariato; anche quel gesto non era cambiato. Sembrava essere tornato il “Re delle Pecore”.

 

“Hai ragione. Dai te ne parlerò un’altra volta è una storia lunga e ora devo proprio andare, Mori-san si chiederà che fine ho fatto” disse avvicinandosi alla finestra per poi aprirla di colpo e mettere un piede fuori iniziando a riflettere:

 

“Siamo al quarto piano quindi se dovessi cadere potrei non morire sul colpo, probabilmente mi romperei una gamba, un braccio o forse entrambi, passerei mesi in agonia, no meglio evitare, se poi dovessi subire danni alla spina dorsale sarebbe troppo doloroso” concluse ad alta voce. Chuuya lo fissava leggermente confuso, ancora non capiva se Dazai lo stesse prendendo in giro o meno; quel ragazzo era veramente strano. Per un attimo gli tornò quell’irrefrenabile voglia di fargli del male, anche solo lanciargli addosso qualcosa per vedere se si sarebbe schiantato a terra. Scosse la testa; che pensieri assurdi, quello era il suo migliore amico;

 

“Perché ora stai pensando al suicidio? Se vuoi uscire perché non usi la porta come le persone normali?” Chiese, Dazai gli sorrise; un sorriso fastidioso che sapeva così tanto da presa in giro; utile solo ad irritare maggiormente il rosso,

 

“Sarebbe troppo banale Chuuya, come perdere la vita saltando da questa finestra, semplicemente banale, per non dire così poco appagante”.

 

“Sarà.. Quindi, verrai anche domani a trovarmi?” Domandò speranzoso dopo qualche minuto di silenzio; non sapeva perché glielo avesse chiesto, le parole gli erano scappate di bocca e non era riuscito a fermarle; Dazai stava per saltare ma in quel momento si fermò di colpo, tornando brevemente sui suoi passi; 

 

“Se lo desideri” concesse prima di lanciarsi fuori. Chuuya sorrise radioso e Dazai in quel momento pensò che forse poteva anche abituarsi a quel sorriso; 

 

“Si lo desidero”

 

“Allora a domani Chuuya” lo salutò da lontano; mentre nella sua mente si chiedeva come avesse potuto accettare. Dannato tappetto e dannato quel suo sorriso.

 

“A domani Dazai”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note autrice: Allora dovete sapere che questo capitolo non mi soddisfa ancora appieno, avrei voluto postarlo ieri mattina ma poi rileggendolo un’ultima volta c’era qualcosa che proprio non mi piaceva così l’ho riscritto da zero non cambiando nulla del contenuto ma solo l’impostazione. Il prossimo capitolo sarà uno dei miei preferiti e la storia inizierà finalmente ad ingranare non temete!! Colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che stanno seguendo o semplicemente leggendo questa storia non mi aspettavo tanto successo visto che non lo reputo uno dei miei lavori migliori. Diciamo che sto facendo un po’ esperimenti in questo fandom e sto a vedere come vanno!! Alla prossima!!!

  
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