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Autore: rosy03    19/04/2020    0 recensioni
*Alcune storie partecipano alla Challenge 'Hugs&Kisses' di carlotta.97 sul Forum di EFP*
*Altre storie partecipano alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" di Soly Dea sul forum di EFP*
| Raccolta | Flashfic & One Shot |
Racconterò della mirabolante ciurma di Cappello di Paglia e dei suoi stravaganti componenti, seguendo le tracce fornite dalla Challenge in questione: tanti Baci e tanti Abbracci ^^ Momenti fluff, drammatici e comici!
O... in alternativa, utilizzando parole che non hanno un vero e proprio corrispettivo in italiano ^^
P.S. Potrebbe sopraggiungere qualche Law selvatico o, peggio, un utilizzatore a caso del frutto Mera Mera.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Pirati Heart, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law | Coppie: Nami/Zoro, Rufy/Nami
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Bacio nella doccia




Ogni singola goccia che le lambiva la pelle era come una lacrima.
Ogni lacrima era accompagnata da un singhiozzo che la scuoteva da cima a fondo. Cos’era tutto quel dolore improvviso? Soltanto perché l’aveva sognato?
Soltanto perché quella notte aveva ricordato tutta la sua vita passata e della sofferenza, della rabbia che era stata costretta a sopportare?
Yuka avrebbe voluto soltanto dimenticare, consapevole che quello non sarebbe mai stato la soluzione ai suoi problemi. Il box doccia in cui si era chiusa venti minuti prima non era molto grande e il vapore ne aveva appannato le mattonelle azzurro cielo.
L’acqua scorreva sui suoi lunghi capelli rossi appiccicandoli alla schiena nuda.
Basta così, si disse, ho pianto abbastanza.
Si strofinò gli occhi con il corso di una mano e si sforzò di sorridere.
Un sorriso morto e tremendamente finto, si allenò a renderlo quantomeno decente come quando era piccola. La sola differenza era che a ventiquattro anno ci riusciva fin troppo bene, non aveva più bisogno dello specchio.
Era pronta per uscire ma ancor prima di voltarsi sentì la porta scorrevole aprirsi e una seconda persona entrare, senza chiedere il permesso o, almeno, annunciare la sua presenza. Yuka ridacchiò mordendosi il labbro – Non si bussa, Chirurgo? –
– Questa è la mia nave, sono io che comando –
Lei annuì e questa volta non ci fu bisogno di fingere, il sorriso che nacque sul suo viso era genuino e sinceramente divertito – Sarei uscita in cinque secondi, potevi aspettare –
– Non volevo aspettare – disse, per poi rimanere in silenzio.
Cosa si aspetta?, si chiese, perché è venuto qui ben sapendo a cosa, a chi, si corresse, stavo pensando?
Era convinta che Law avesse capito tutto, lui capiva sempre tutto, non era mica scemo.
L’aveva vista alzarsi dal letto e correre al bagno dove aveva vomitato anche l’anima, troppo presa dai ricordi e da quelle maledette immagini. Non era più uscita da quel bagno.
Il bagno privato di Trafalgar Law, dove era sicura che nessuno l’avrebbe disturbata.
– Beh, dov’è finita la mia privacy, eh? – chiese voltandosi, finalmente, e puntando gli occhi color carbone in quelli di lui.
Era così tenero quando assumeva quel cipiglio stranito.
– Non l’hai salutata quando hai messo piede nel mio sottomarino? –
– In effetti... ho potuto constatare quanto tu e i tuoi uomini siate ficcanaso – sospirò, con fare melodrammatico.
Intanto Law la osservava. In maniera metodica, come se ne stesse studiando i lineamenti e le reazioni, come se non volesse farsi sfuggire neanche un leggero movimento.
Yuka arricciò il naso – Non sono uno dei tuoi amati cadaveri, sai? Non fissarmi in quel modo –
– Hai pianto –
Se fosse stata un’altra persona avrebbe sobbalzato, ma non lei.
Non una combattente che era stata addestrata per anni a tenere nascoste le proprie emozioni, Law lo sapeva bene.
Tanto quando Yuka sapeva di non potergli nascondere il suo reale stato d’animo ancora a lungo per il semplice fatto che fosse un testardo! – Sì, ho pianto –
Anche Law era bravo a mascherare i suoi sentimenti.
Certo, se non si fosse trovato in un box doccia un tantinello stretto per due persone e con la persona amata a pochi centimetri di distanza, avrebbe anche potuto evitare quel lieve movimenti della mascella.
Non poteva immaginare, Yuka, quanto lo facesse incazzare.
Quanto avrebbe desiderato che quel tipo, quel ninja, non fosse mai esistito e non per mero egoismo, no, ma perché in quel modo la ragazza dinanzi a lui non avrebbe più avuto motivo di piangere.
– Mi manca, sai? – disse mogia, lo sguardo si abbassò sulle spalle in tensione del dottore –
Seguì il silenzio.
Cercò di sorridere, si sforzò di guardarlo negli occhi questa volta e lui rimase impassibile – Grazie, Law. Mi hai salvata. Due volte. Dal mare e da me stessa –
L’aveva ripescata dal mare in burrasca e le aveva salvato la vita, certo, e poi gliel’aveva incasinata salvandola una seconda volta.
Trafalgar Law, uno degli uomini più pericolosi del mondo l’aveva fatta innamorare di nuovo. Le aveva rapito il cuore senza chiedere il permesso, si era annunciato e aveva preso a dettar legge senza che lei potesse in qualche modo opporsi.
– Sei fastidiosamente sentimentale stamattina – le disse – Piantala –
Allora Yuka scoppiò a ridere e contemporaneamente alcune lacrime di sincera commozione fuoriuscirono mescolandosi con l’acqua che continuava imperterrita a scorrere dall’alto – E tu sei esilarante! –
Law avanzò di un passo e ghignando le cinse la vita con una mano – Non riderei tanto fossi in te –
La rossa si morse il labbro trattenendosi dal continuare a ridere e inclinò la testa, piccola gocce d’acqua scivolarono giù dalle sue ciglia nere – Intendi minacciarmi? Guai a te, se osi trattarmi male poi Rufy te la farà pagare cara –
Lo vide roteare gli occhi al cielo, esasperato – Posso sapere, di grazia, perché decidi di nominare quel matto di Mugiwara-ya nei momenti meno opportuni? –
– Perché è divertente vederti impallidire. Non te ne rendi conto ma hai paura che possa spuntare da qualche angolo del tuo sottomarino e tartassarti le orecchie con qualche strana richiest- –
La baciò all’improvviso e, senza darle il tempo di metabolizzare la cosa, la spinse. La sentì lamentarsi per via del contatto improvviso con la parete fredda della doccia per poi immergere le dita nei suoi capelli e stringere la presa.
Strinse forte, forse più del necessario, ma Law non se ne curò.
Yuka approfondì il bacio, cercò la sua lingua e quando l’ebbe trovata lo sentì emettere un suono gutturale che la fece fremere dalla punta dei piedi a quella dei capelli.
Schiuse gli occhi prima di staccarsi un attimo per respirare – Come sei impaziente –
Le labbra di Law corsero alla spalla, percorsero la clavicola con precisione millimetrica e si fermarono nel punto più sensibile, facendole emettere un gemito più acuto di quanto avrebbe voluto.
Non riusciva proprio a trattenersi quando lui la mordeva in quel punto preciso, l’incavo del collo, e ancor meno riusciva a trattenere delle vere e proprie grida quando i suoi polpastrelli stuzzicavano sagacemente l’entrata in basso dell’ombelico.
Era furbo, Trafalgar Law. Sapeva che non avrebbe resistito a quel tocco.
Ma ciò voleva dire far sì che tutto in lui reagisse. E Yuka sobbalzò quando lo sentì premere contro la parte bassa del ventre e arrossì e gemette e i suoi occhi divennero languidi.
– Non sarebbe... – il respiro le si mozzò in gola quando lui entrò con il primo dito – Non sarebbe meglio... rimandare... ci stanno aspettando per la colazione –
Law le catturò le labbra, una seconda volta e un’altra ancora – Non oseranno iniziare senza di me –
Yuka ridacchiò allancciando le gambe dietro la sua schiena e poggiando la fronte sulla sua – Così li farai morire di fame –
Gli occhi del Chirurgo brillarono di malizia – Per quanto mi riguarda, sapranno chi incolpare –
– Presuntuoso –


 




# Mamma mia che faticaccia ^^ Era da un po’ che non scrivevo robe zozze e infatti mi son dovuta fermare... ookay, la prossima volta andrà meglio ^^
A proposito, Yuka è un personaggio di mia invenzione (ma daaai!) e ho già dedicato a lei e al Chirurgo una raccolta di FlashFic: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3858625
Alla prossima ^^ !

rosy
  
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