Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: VictoriaGreegrass    20/04/2020    0 recensioni
Continuava a pensare a Draco. In cuor suo sapeva che odore aveva assunto l'Amortentia per lei, era solo stata abbastanza sveglia da non farlo notare. Sapeva bene a chi l'avrebbe portata il dolce aroma di fragole, le note delicate ma intense di un profumo da uomo nel quale si fondevano menta e narciso in un'inebriante fragranza, e il forte odore di legno e lucidante per manici di scopa. Solo pensarci le provocava un certo fremito, un brivido quasi. Di scatto si tirò in piedi e senza ripensarci una volta di più corse fuori dalla Sala Comune. [...] Arrivata all'ingresso della Sala Grande, si sporse leggermente da dietro l'angolo per ispezionare con lo sguardo gli studenti. [...]. Dopo diverse occhiate concluse che lì Malfoy non c'era [...]. Tuttavia, proprio in quell'istante, sentì qualcuno giungere alle sue spalle. Si voltò di scatto e lì, a metà corridoio, lo vide.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hermione, vestita di tutto punto, buttò Harry e Ron giù dal letto presentandosi nel loro dormitorio, dove erano rimasti soli, mentre Neville, Dean e Seamus erano tornati a casa per le feste.
"Hermione, che ci fai qui" bofonchiò Ron sprofondando la testa nel cuscino. 
"Alzatevi! Forza! Vi ho portato i vostri regali" esclamò tutta allegra. 
Harry si appoggiò sui gomiti con la faccia gonfia di sonno e gli occhi ridotti a due fessure per difendersi dalla luce. 
"Hermione, come te la procuri tutta questa forza? È Natale, non dobbiamo alzarci presto" borbottava Ron mettendosi a sedere e passandosi una mano sulla faccia per risvegliarla dal torpore.
"Buongiorno Hermione" fece finalmente Harry, poi inforcò gli occhiali e si sporse sotto il letto per ricomparire subito dopo con due grossi pacchetti infiocchettati.
"Ron, questo è per te" disse e glielo passò. "Hermione, per te.", e le porse il pacco più grande fra i due. La ragazza distribuì a sua volta i suoi due regali e Ron, ormai del tutto sveglio, fece lo stesso. Tutti scartarono i loro doni col un luminoso sorriso in volto. Girarono biglietti per un incontro esclusivo tra Holyhead Harpies ed Montrose Magpiese al quale sarebbero andati l'estate successiva, maglioni e sciarpe fatti da mamma Weasley con tanto di nomi sopra, libri vari, un piccolo baule di scherzi di Zonko, un paio di parastinchi nuovi di zecca da Quidditch, ovviamente per Harry e tante altre piccole cose. 
In tutto ciò Ron, dopo aver scartato i suoi doni e aver ringraziato per bene entrambi gli amici, si era come paralizzato, con lo sguardo perso nel vuoto. Quando Hermione se ne accorse, aggrottò la fronte e si piegò sulle ginocchia per guardarlo dritto in faccia. "Ron, che c'è? Non ti piacciono i regali?" azzardò. Il ragazzo scosse la testa senza staccare gli occhi dal vuoto che scrutavano. "E allora che hai?" fece secco Harry. 
Ron fece una smorfia preoccupata. "Non ho niente da mettermi per la serata dei prefetti" mugolò nel suo falsetto di disperazione.
"Lo sapevo" disse la ragazza. "Ci abbiamo pensato io, Harry e Ginny, ma l'ho lasciato di là perché volevamo prima vederti al limite della frustrazione." 
La faccia del ragazzo si contorse in una maschera di vergogna ma Hermione non ci fece caso, scomparve in un baleno dietro la porta del dormitorio per poi ricomparire qualche minuto dopo con due pacchetti. "Speriamo possano piacerti più dell'abito da cerimonia dell'anno scorso" ghignò Harry trattenendo le risate.
Ron prese i due pacchetti e li aprì. Dentro c'erano una giacca elegante di tweed grigio ed un pantalone abbinato di un grigio leggermente più scuro. Con espressione stupefatta, saltò giù dal letto e si appoggiò i vestiti addossò per vedere come fossero. "Miseriaccia, a quanto stavano?" esclamò. Harry ed Hermione si guardarono e poi, all'unisono, gli risposero con un sonoro "non sono affari tuoi!". Ron sorrideva tutto estasiato e con due grandi occhi inebetiti da un regalo così bello. "Ringrazia Hermione, l'idea è stata sua, noi abbiamo solo partecipato" disse Harry alzandosi dal letto a sua volta. Ron volse lo sguardo verso la ragazza che teneva gli occhi bassi con un timido sorriso. "Oh Hermione, sei fantastica, giuro che non ti prenderò mai più in giro per nulla e se dovessi farlo...beh, tirami un pugno". Hermione ed Harry risero e tutti insieme si goderono i loro regali accompagnati da ottimi dolciumi dritti dritti da Mielandia. 

I tre ragazzi se ne stavano seduti, vicini vicini, al tavolo di Grifondoro chiacchierando tra loro. Natale era il periodo dell'anno in cui Hogwarts si svuotava quasi completamente, senza tener conto delle vacanze estive, ovviamente. Quell'anno in particolare, erano rimasti davvero pochi studenti: loro tre, Draco Malfoy e Pansy Parkinson e i loro amici Tiger, Goyle e Zabini, Hannah Abbot ed Ernie McMillan ossia i prefetti di Tassorosso e alcuni pochi compagni che i tre ragazzi non conoscevano fuorché di vista, Anthony Goldstein e Padma Patil, prefetti di Corvonero, e qualche altro sporadico studente volenteroso del settimo anno indaffarato nello studio per i M.A.G.O. "Beh" disse Hermione all'improvviso. "I prefetti ci sono tutti, non me lo aspettavo, credevo che almeno Pansy sarebbe tornata a casa per le feste, lo fa sempre". C'era una nota di asprezza nella sua voce. Ron trattenne un risolino. "Ti pare, Hermione? Quella è cotta di Malfoy, scommetto che sta aspettando che la inviti alla festa dei prefetti" ghignò. Harry rise. "A proposito, qualcuno ha saputo che gli è successo?". Nessuno rispose, ma Hermione si paralizzò all'improvviso. "Che stupida", mormorò. "Devo andare a controllare una cosa, ci vediamo più tardi in Sala Comune" e così dicendo saltò in piedi e scappò via. Harry e Ron si guardarono incuriositi. "Chissà che cosa ha pensato" bofonchiò Harry. "E poi, perché adesso? Non poteva farlo dopo?" rispose Ron. Harry scosse il capo con occhi fissi al vuoto. "Non lo so, ma lei è fatta così, lo sai". 

Hermione se l'era filata tutto d'un tratto per andare in Infermeria. Da una parte voleva davvero controllare una cosa, dall'altra era curiosa di vedere Draco. Quando entrò nello stanzone illuminato dal sole invernale, tutti i letti erano vuoti. La ragazza diede più di un'occhiata da una parte all'altra della sala, poi Madame Pomfrey comparve alle sue spalle. "Signorina Granger, che ci fai qui?" esclamò. Hermione si girò di scatto presa alla sprovvista. "Ehm" fece imbarazzata. "Cercavo Draco Malfoy, ma vedo che non è più qui, mi scusi Madame Pomfrey, ora...ehm...vado". E passò oltre la donna dirigendosi verso la porta. "Signorina Granger" la chiamò lei. Hermione si voltò all'istante. "Il Signor Malfoy è uscito stamattina presto, i genitori sono venuti a trovarlo. Presumo lo troverà nella sua Sala Comune." Hermione si sentì gelare il sangue. Lucius e Narcissa Malfoy erano venuti fino ad Hogwarts per vedere il figlio. Uscì dall'Infermeria dopo un accennato "grazie" e corse in Sala grande per vedere se Harry e Ron fossero ancora lì. Li vide e corse verso di loro lanciandosi a sedere sulla panca di fronte. I due ragazzi non fecero neanche in tempo a realizzare che la loro amica si era piombata al tavolo investendoli come un uragano. "Miseriaccia Hermione ma che ti prende?!" esclamò Ron. "I genitori di Draco sono venuti stamattina qui ad Hogwarts." spiattellò la ragazza. Harry sembrò perplesso. "Per quale motivo? Hogwarts non è certo dietro l'angolo". Ron era pensieroso. "Credete siano venuti per la faccenda di Draco?". I tre si guardarono dubbiosi. "Se i genitori di Draco si sono dati la pena di venire fino qui, vuol dire che le circostanze sono peggiori del previsto" fece Harry. In quel momento Ron scorse con la coda dell'occhio tre teste platinate passare davanti all'ingresso della Sala Grande. "Ehi" sussurrò. "Guardate" e fece cenno con la testa all'entrata. I Malfoy erano fermi davanti alla scalinata che portava al grande ingresso principale. Lucius, nel suo elegante mantello nero, osservava moglie e figlio abbracciarsi. Lei era una donna estremamente bella, con un incarnato alabastro tale e quale a Draco e una lunga chioma biondo platino identica a quella del figlio. Indossava un mantello color smeraldo i cui riflessi facevano presumere fosse in velluto e ai polsi spuntavano due grossi manicotti di morbida pelliccia. Hermione guardava con attenzione la scena. Sembrava che la famiglia di Draco emanasse un'aura di protezione e di unione potentissima, Narcissa Malfoy pareva stringersi al petto il figlio in un modo del tutto a sé, dava l'idea che, nel farlo, gli stesse trasmettendo la sua forza, in un certo senso. Draco teneva gli occhi bassi ed Hermione avrebbe giurato di intravedere in lui una specie di afflizione. In tutto ciò, Harry sembrava sul punto di irrompere in una valanga di domande e Ron su quello di vomitare la colazione. Alla fine Draco e Lucius si strinsero la mano e si regalarono un veloce abbraccio, dopodiché genitori e figlio si separarono. "Che cosa pensate sia successo?" fece Hermione. "Magari gli è morto nonno Malfoy, chi lo sa" bofonchiò Ron con un mezzo ghigno. Hermione gli lanciò un'occhiataccia. "Ok, scusa" tagliò corto lui. "Beh io vado ad allenarmi" disse Harry cambiando all'improvviso discorso. "Cosa?" fece Ron. "Mi va di allenarmi, il tempo è ottimo" ribadì Harry. L'amico rimase perplesso, per un attimo, poi scattò in piedi e annunciò che lo avrebbe accompagnato. "Tu, Hermione, vieni?". La ragazza alzò gli occhi vagamente distratti. "Ah...ehm...magari più tardi" balbettò inebetita dai suoi stessi pensieri. 

Draco osservava estasiato dalla Torre di Astronomia l'incantevole paesaggio che incorniciava Hogwarts. Aveva sempre trovato stupefacente quel luogo e per quanto poco ci tenesse ad ammetterlo, era estremamente affezionato ad ogni singola cosa, vivente e non, che si trovasse lì. Era una visione meravigliosa la sconfinata distesa di campi innevati e il lago ghiacciato su cui affacciavano le mura del castello, e tutte le sue torri, grandi e piccole, le serre, le vetrate che riflettevano i raggi del sole. Come un'opera d'arte per un fanatico, anche quel magnifico panorama pareva avere, per lui, lo stesso effetto di un calmante. Gli distendeva i nervi e gli alleviava, momentaneamente, le preoccupazioni. Lo rapiva. Mentre regalava ogni suo respiro ed ogni attenzione a quel miracolo della natura, alle sue spalle una persona osservava lui, forse con la medesima intensità. Infine quell'etereo silenzio fu rotto da una voca. "Draco", disse. Il ragazzo fu pervaso dall'adrenalina, subito il cuore parve accelerare. Si girò. Come vide Hermione le gambe gli tremarono. "Immaginavo ti avrei trovato qui". L'atmosfera era carica di tensione, era quasi palpabile l'elettricità che correva nell'aria. Nessuno dei due osava muovere un passo verso l'altro, entrambi erano immobilizzati e Draco sembrava incapace di proferir parola. Hermione lo guardava con grandi occhi pieni di apprensione."Draco, sono venuta a cercarti in Infermeria, stamattina, ma non c'eri più. Poi ti ho visto con i tuoi genitori, che succede?". Draco trasse un profondo respiro, dopodiché si voltò di nuovo al suo amato paesaggio sottostante. Gli occhi scrutavano l'orizzonte. "Volevano vedere come stavo" disse semplicemente. Hermione parve colta di sorpresa da quelle parole. "Draco..." cominciò. "Hermione" la interruppe lui girandosi. "Verresti alla serata con me?". Ancora una volta la ragazza rimase interdetta. Si sarebbe aspettata tutto meno che le chiedesse una cosa simile. Draco le andò incontro con quel suo passo seducente e si fermò a pochi centimetri da lei. "Lo faresti?" le sussurrò. Hermione lo guardò. "E Pansy? Si aspetta un tuo invito" balbettò. Draco ebbe un sussulto e le sue labbra si inarcarono in un ghigno divertito, come se avesse detto la cosa più insensata e ridicola del mondo. "Pansy Parkinson? Ti preoccupi di Pansy Parkinson, Granger?" disse con un tono evidentemente ironico. Hermione sorrise quel tanto che bastava. "Vieni con me" disse Draco. "Per la verità, Ron mi ha scongiurato di stargli vicino e di portare Harry come accompagnatore." spiegò Hermione. Draco sembrò quasi ferito mentre ascoltava quelle parole. "Certo se Weasley e Potter si accontentassero di fare i fidanzati per una sera, non che il resto del tempo si comportino tanto diversamente." 
Hermione gli lanciò un'occhiata di fuoco e Draco accennò il suo solito ghigno. "Scherzo, Granger, non te la prendere" e così dicendo le regalò un bel sorriso. Hermione abbassò gli occhi mentre un crescente rossore le coloriva le guance. "Ci vediamo domani sera, allora" disse. 
Draco le alzò il mento con la punta dell'indice e le lasciò un baciò all'angolo della bocca per poi portare le labbra all'altezza dell'orecchio di lei sussurrando "A domani, Granger".

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: VictoriaGreegrass