Film > Pirati dei caraibi
Ricorda la storia  |       
Autore: JennyPotter99    21/04/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "AT WORLD'S END"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I pirati venivano considerati come la peggior specie di marinai che fu mai esistita al mondo.
Egoisti, egocentrici, cattivi e crudeli.
Alice sapeva che, anche se amava Jack, lui lo era stato e continuava ad esserlo.
Tuttavia, si era sorpresa di se stessa, durante l’adolescenza, per non aver fatto ancora niente di male, dato il modo in cui era cresciuta.
Ma forse le cose stavano per cambiare.
O probabilmente erano già cambiate, da quando Alice aveva dato Jack in pasto al Kraken.
Da quel momento in poi, l’anima della ragazza stava diventando nera quasi quanto quella del patrigno.
E forse stava tutto per peggiorare.
Alice e Jack erano ancora alla ricerca della fonte della giovinezza: non si seppe come, ma la Spagna e il suo re erano già salpati per trovarla.
Gli inglesi, famosi per il loro volere di arrivare sempre primi, stavano cercando di captare tutti gli indizi possibili per andargli dietro, dopo che le carte nautiche avevano condotto ad un vicolo ceco.
Perciò, i due pirati erano salpati a Londra, in Inghilterra, per saperne di più, ma erano incappati in un grosso guaio.
Alice si era intrufolata a corte ed era stata arrestata.
Ormai da quasi una settimana era rinchiusa in una cella insieme ad una vecchia megera pelle ed ossa, la quale volto era sempre nascosto da un telo nero, sperando che Jack sarebbe venuto a liberarla in qualche modo.
Di notte non riusciva quasi mai a dormire, poiché la donna continuava a borbottare frasi senza senso.
I pasti arrivavano una volta ogni due giorni erano anche molto scarsi.
Ovviamente, Alice non se ne lasciava sfuggire nemmeno uno, lasciando la sua compagna a morire di fame.
Una sera, una guardia mise un piatto con una misera coscia di pollo e un bicchiere d’acqua.
Affamata, Alice ci si avventò sopra.- Tanto a te non serve, vero?- le domandò, staccando ogni pezzettino di carne dall’ossicino, senza ottenere risposta.- Certo che no, morirai da un giorno all’altro con quella pelle flaccida.- commentò, scolandosi il bicchiere d’acqua.
Verso l’inizio dell’alba, Alice era ancora ad occhi spalancati per via delle continue chiacchiere della vecchia.
-Basta, non ce la faccio più!- sbottò, alzandosi in piedi.- Ma di che diamine stai blaterando, vecchia?!- esclamò, scuotendole la spalla.
Improvvisamente, ella si voltò e il suo aspetto la fece sobbalzare: aveva i denti davanti appuntiti ed era priva di entrambi gli occhi.
I capelli tutti bianchi e svariati tatuaggi sul collo: sembrava proprio una strega.
-Un dito in acqua, un mostro annunciato, per la gentilezza che mai hai dimostrato!- mugugnò lei, afferrandole le gambe con forza, tanto che Alice non riuscì a liberarsi.
-Guardia! Guardia, toglietemela di dosso!- gridò Alice, dimenandosi più che poteva.
-Fame, sete di sangue e carne umana per chi bontà non emana.-
D’un tratto, Alice fu attratta dal nero del foro dei suoi occhi, iniziando ad esserne spaventata.
-Il tuo viaggio inizia ora, 3 settimane alla morte del tiranno, per mano di colui che essa l’ha sfidata con l’inganno.- sussurrò e infine il suo corpo divenne polvere, lasciando solo il telo nero.
Alice aveva il cuore a mille, sconvolta da quello che era appena successo.
Le sue parole non le aveva capite e le sue gambe stavano bene, perciò pensò che forse stesse solo delirando.
Pochi attimi dopo, una guardia aprì la cella e la condusse fino al tribunale, dove si sarebbe decisa la sua sentenza.
Galera o morte.
Il tribunale era pieno di uomini con la parrucca bianca e anche civili che le riservarono le peggio offese.
Alice venne messa su un pedistallo con le mani legate, che davanti aveva la sedia del giudice.
Egli giunse con sontuose vesti e una parrucca lunga il doppio degli altri.
-Vediamo un po' che c’è qui: leggo che siete stata colta in fragrante a collaborare con il famigerato, non che bellissimo, capitan Jack Sparrow.-
Alice riconobbe la voce di Jack dentro quegli abiti che lo rendevano irriconoscibile: finalmente era venuto a prenderla.
-Avrei da ridire, sull’ultima frase, signore.- commentò Alice, alzando un sopracciglio.
-Non vi è permesso.- ribatté lui, digrignando i denti.- Tuttavia, questa donna è incolpata di essere innocente come Jack Sparrow, come la giudicate?- domandò alla giuria.
-Senza un processo? Ma siamo qui apposta.- borbottò un omino.
-Come la giudicate?! Colpevole?-
-Beh, così sarebbe da impiccare…-
-Se muoio per te, io ti ammazzo!- ribatté Alice, guardandolo male, mentre tutti i cittadini esultavano intorno a loro.
-Cosa avete da dire a vostra discolpa?-
Alice sospirò, passandosi la lingua sul palato e poi si sbottonò alcuni bottoni della camicia, mostrando parte del seno.
Jack spalancò appena gli occhi e batté il martelletto.- Bene, vi condanno alla prigione a vita! E questo è tutto.- affermò, alzandosi dalla sedia.
-La prigioniera verrà trasferita alla torre di Londra!- annunciò un altro della giuria.
Alice venne caricata su una carrozza e Jack insieme a lei, di nuovo nei suoi panni.
-Perfetto, adesso finiamo in prigione tutti e due.-
-No, ho corrotto il cocchiere. Ci porterà via da Londra ed entro sera saremo sulla costa. Ora ci manca solo una nave ed una ciurma.- spiegò Jack.
-Comunque, tra le varie celle, si vociferava che un certo Jack Sparrow stesse reclutando una ciurma alla taverna La figlia del capitano per raggiungere la fonte della giovinezza.- continuò lei.
Jack assottigliò gli occhi.- E’ evidentemente un impostore.-
-Ma che cerca le nostre stesse cose, quindi magari ci possiamo unire a loro.- pensò Alice, prima di stringergli forte la patta dei pantaloni e farlo mugugnare.- La prossima volta che mi lasci in prigione per più di due giorni, ti cavo un occhio. Intesi?-
L’altro strinse i pugni per il dolore.- Intesi.- bofonchiò, nello stesso istante in cui la carrozza si fermò di scatto. -Oh, viaggio breve.-
Quando scesero dal mezzo però, si ritrovarono circondati da guardie inglesi con i fucili puntati.
Alice alzò gli occhi al cielo.- Questo faceva parte del piano?-
Uno di loro colpì Jack alla tempia con l’arma, facendolo barcollare.- N-No.-
Jack venne afferrato e fatto strusciare insieme ad Alice in un ricco palazzo al centro della città e poi entrambi vennero legati a delle sedie, caviglie e polsi.
La stanza era grande, con una lunga tavolata di cibo, due larghe finestre e un piatto con sopra due dolci ripieni di panna, come messi apposta per loro due.
Le armi alla cintura di Jack gli vennero tolte e poggiate sul tavolo.
-Almeno tu ce l’hai una spada.- borbottò Alice.
-Ti ricordi quando tuo padre raccoglieva quelle viscide rannocchiette per usare il loro veleno sulla spada?-
-Sì, lo fa ancora, disgustoso.-
Subito dopo, entrò un gruppo di guardie seguite da due funzionari inglesi e un uomo grasso, con altrettanta parrucca, che si sedette davanti a loro.
-Siete voi Jack Sparrow?- gli domandò egli.
-Avete omesso un Capitano, mi pare.- rispose lui. -Io vi conosco? Vi ho mai minacciato?-
-Siete davanti a re Giorgio, sovrano di Irlanda e Inghilterra. E re vostro.- spiegò l’uomo accanto a lui.
-Mai sentito.-
-Perciò, le voci sono vere: siete sbarcato a Londra per reclutare una ciurma e salpare verso la fonte della giovinezza.-
Jack scosse la testa.- No, assolutamente in vero. –
-Allora voi non siete Jack Sparrow? Avete preso il pirata sbagliato, cercatemi quello vero e sbarazzatevi di lui.-
-No, no! Io sono Jack Sparrow, l’unico e il solo, ma sembra che qualcuno si stia spacciando per me.- spiegò, gesticolando tanto da fare rumore con le manette.
-Confermo vostra maestà, esiste solo un Jack Sparrow, e di una ciurma ed una nave non ne vede nemmeno l’ombra.- affermò Alice, dimenandosi anche lei con le manette per far rumore apposta.
-Toglietegli quelle infernali catene, vi prego!- esclamò il re.
Quando Alice fu libera, iniziò ad analizzare la stanza, cercando una possibile via di fuga.
-Ho ricevuto voci che confermano la presenza degli spagnoli sulla rotta della fonte.- continuò il sovrano.- Non permetto che un volgare monarca spagnolo ottenga la vita eterna!- esclamò, battendo il pugno sul tavolo.
-Se mi permettete, vostra larghezza.- intervenne Alice, prendendo un tovagliolo dal tavolo e gettandolo vicino alla finestra.- Noi potremmo anche partire per conto vostro, ma ci manca ancora una ciurma e una nave.- continuò, mettendoci vicino una delle sedie.
-E…Un capitano.-
In quel momento, nella stanza entrò un altro uomo con una parrucca grigia e una gamba di legno sostenuta da una stampella.
-E’ un onore, sire.- salutò Barbossa, inchinandosi.
Jack lo guardò subito male: l’uomo che gli aveva rubato la nave. -Hector, sono sempre entusiasta quando un amico pirata fa carriera.-
-No, non pirata, ma corsaro, al servizio del re d’Inghilterra.-
Dopotutto Alice non era stupita che si stesse servendo della corona per ottenere profitti, ma si chiese anche cosa gli fosse successo alla gamba.
-Che fine ha fatto la Perla?- gli domandò.
-Ho perso la Perla come ho perso la gamba!- esclamò lui, alzando la parte in legno sul tavolo.
-Perso la Perla?!- gridò Jack, mangiandosi le mani.- Se la Perla è affondata, tu dovevi affondare con essa!- commentò, per poi cercare di andargli addosso, ma venne fermato da delle guardie.
-Non c’è niente di male a cambiare lato e così conoscere tante eleganti persone.- spiegò Barbossa, sorridendo.
Alice sospirò, notando quanto fossero lunghe le corde delle tende.- Posso capire tutto… Tranne la parrucca.-
D’un tratto, la ragazza afferrò una forchetta e la usò dritto sull’occhio di una delle guardie che teneva Jack.
Una volta che ebbe il braccio libero, diede un pugno all’altra, nel frattempo che Alice usò la sedia per rompere la finestra che dava sulla piazza.
-Signori, ricorderete questo giorno come il giorno in ci avete quasi catturato Alice Barbossa!- annunciò, prima di arrampicarsi alla corda delle tende per salire sul tetto di una carrozza.
Jack la seguì, dopo essersi ripreso spada e pistola, senza capire cosa avesse intenzione di fare.- Che stai facendo?!-
-Improvviso!- rispose lei, tentando di mantenere l’equilibrio con il mezzo in viaggio.
Si accucciò fino all’interno e una volta dentro, spinse via una vecchia signora che ci stava viaggiando sopra.- Mi scusi, questa è la sua fermata!-
Di seguito, Jack si sedette ai comandi, colpendo il cocchiere alla testa con la propria e prendendo le redini.
-Dove la porto, stellina?- le domandò ridacchiando.
-A bere un po' di gin, mio capitano!- gridò Alice, soddisfatta che fossero riusciti a scappare.
Ma forse avevano cantato vittoria troppo presto: quando lei si voltò, vide che avevano una carrozza piena di guardie alle calcagna.
-Santo cielo ragazzi, non potete avermi tutti.- sbuffò Alice, saltando al contrario sul cavallo.
Usò la spada di Jack per tagliare le corde che tenevano legati i cavalli alla carrozza.- Forza, andiamo!-
Jack si sedette sull’altro cavallo, con le guardie che sparavano all’impazzata.
Tra vicoli e vicoletti, riuscirono a seminarli, giungendo proprio davanti al pub La figlia del capitano.
Dopo aver lasciato i cavalli, prima di entrare, sentirono una presenza alle loro spalle.
-Sporchi pirati.- ringhiò una guardia, puntandogli contro il fucile.
Ma egli fu a sua volta colpito alla testa da un’altra arma e cadde a terra.
Dietro di lui, il vecchio capitano Teague.- Ciao ragazzi.-
Jack gli sorrise.- Ciao papà.-
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: JennyPotter99