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Autore: Nope1233    21/04/2020    1 recensioni
Provavo una profonda vergogna per quello che avevo fatto e mai ero riuscita a perdonarmi nonostante l'inesorabile scorrere degli anni.
Ritrovare quel ragazzo davanti ai miei stessi occhi fu una sfida che ogni fibra del mio corpo mi implorava di abbandonare, ma il suo animo puro e semplice era un qualcosa che mi avrebbe legata a lui nonostante tutti i miei demoni e le mie più profonde paure. Temevo me stessa e temevo ancora di più quello che mi faceva provare il suo meraviglioso ed ingenuo sorriso rivolto verso di me.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fatgum, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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T/N's POV

 

Data la luce proveniente dalla finestra, aprii lentamente gli occhi che fui però costretta a richiudere subito per via di una dolorosa fitta che mi trapassò da parte a parte la testa. Mi portai una mano sulla fronte per tentare di far diminuire il dolore, ma la cosa non funzionò affatto e mi misi seduta stringendo gli occhi per il dolore tentando di ricordare la possibile motivazione di quello strano tipo di mal di testa. Un istante dopo, riuscii a distinguere il suono di una televisione accesa in un'altra stanza e percepii il profumo di un qualche cibo intento a cuocere, così mi sforzai ad aprire gli occhi. Per poco non mi prese un colpo.

Quella non era la mia camera, quello non era il mio letto e quella non era assolutamente casa mia. Mi tornò poi in mente tutto quello che era avvenuto la notte precedente, per quanto il mio cervello stanco potesse ricordare in quel momento confuso, e scivolai giù dal letto cercando di fare più piano possibile. Non indossavo più i vestiti che portavo la sera prima, ma una tuta da ginnastica sicuramente non mia dati i colori fin troppo sgargianti tendenti all'arancione.

Mi mossi a passo lento seguendo gli unici rumori presenti nella casa e, quando superai il corridoio, scoprii Toyomitsu intento a cucinare canticchiando qualcosa tra sé e sé. Mi dava le spalle, quindi fui costretta a fare qualche timido passo nella sua direzione.

"B-Buongiorno..." mormorai imbarazzata.

"Ma buongiorno, T/C! Stavo giusto per venire a svegliarti!" mi salutò il ragazzo voltandosi nella mia direzione con un enorme sorriso per poi indicare il tavolo da pranzo al suo fianco. "Siediti, avanti!"

"T-Toyomitsu." dissi inchinandomi. "Mi dispiace moltissimo per ciò che è successo ieri sera. Non era mia intenzione di..."

"Non c'è bisogno di scusarsi!" mi interruppe il ragazzo. "Va tutto benissimo! Ora ti prego, siediti."

Nonostante il deserto presente tra le mie fauci dato il mio corpo disidrato, tentai di deglutire mentre rialzavo la testa scoprendo che Toyomitsu era ancora intento a sorridermi come se nulla fosse. Feci poi quanto mi aveva chiesto e presi posto al tavolo giusto in tempo per vedere il ragazzo posarmi davanti agli occhi una quantità immensa di pane, marmellata, qualche frutto ed un grande frullato dai colori violacei accompagnato da una bottiglia d'acqua da un litro e mezzo.

"Prego, non fare complimenti." sorrise sedendosi al mio fianco con una vaschetta di tokoyaki tra le mani. "Sono uscito a fare un po' di spesa e ho preso tutto quello che può farti stare bene dopo la bevuta di ieri sera. Ora sono solo le otto e c'è tutto il tempo di fare colazione con calma."

"Ti ringrazio, ma...ti prego, non dirmi che tutte queste cose le hai prese per me."

"Uhm? Perché? Non avrei dovuto?" chiese con sguardo interrogativo.

Lo osservai sgranando gli occhi incredula dalla sua generosità e di quel suo cuore talmente puro da far invidia ad un bambino e quasi mi commossi per la quantità immensa di tenerezza che mi trasmise, ma cercai di tornare composta. Spostando lo sguardo, notai una coperta posata in maniera disordinata sul divano poco distante dal tavolo a cui eravamo seduti e mi venne un dubbio.

"Toyomitsu? Avrei due domande, se posso."

"Sì, dimmi!" sorrise dopo aver ingoiato uno dei suoi takoyaki.

"Hai dormito sul divano?"

"Mh, mh." annuì lui. "Ho lasciato il letto tutto per te. E se ora mi dirai che non dovevo, mi chiederai scusa o qualcosa di simile, ignorerò la cosa. L'altra domanda?"

"Ehm...Ok. E poi, questa tuta che indosso è tua?"

Al ragazzo per poco non andò di traverso il takoyaki che aveva appena messo in bocca e, quando riuscì a tornare composto, mi rivolse un sorriso imbarazzato. 

"A-Aspetta, non pensare male ma sì, è mia! M-Ma ti sei cambiata da sola quando siamo arrivati qui, io non ho fatto niente. Ah, e volevo scusarmi per non averti portato a casa tua, ma avevo paura che stessi male e non volevo lasciarti da sola! Ti chiedo scusa!"

Nessuno mi aveva mai trattato con un tale riguardo preoccupandosi fino a quel punto per me, e grazie ai nodi che ero riuscita a sciogliere dentro al mio animo la sera prima, presi quel tipo di sensazione in maniera parecchio positiva, tanto che rasentai nuovamente la commozione. Mi chiesi però, come potesse essere sua la tuta che stavo indossando dato che era di parecchie taglie più piccola rispetto al corpo di Toyomitsu, ma non mi feci troppe domande in merito.

"Ti ringrazio, Toyomitsu." sorrisi abbassando lo sguardo. "Grazie davvero."

"Non c'è di che." 

Quando concludemmo la colazione, mi sentii tornare le forze ed il mal di testa iniziò finalmente a scemare dandomi un po' di pace. 

"Allora io vado in agenzia." sorrise Toyomitsu alzandosi dal tavolo. "Quando ti senti meglio torna pure a casa a riposarti."

"Eh? Stai scherzando?"

"No, perché?" chiese piegando leggermente di lato la testa.

"Come perché? Ho lavorato solo un giorno e non ha senso che oggi rimanga a casa, tanto più perché sono stata io scema a ridurmi in quello stato. Quindi posso venire con te a lavoro, non c'è problema."

"Uhm. Sei sicura?"

"Certo che sì! Se posso, sono ancora in tempo per farmi una doccia? Quanto è distante l'agenzia da casa tua?"

La sua espressione si intenerì all'istante e mi rivolse un dolcissimo sorriso.

"Va bene allora, mi basta sapere che tu ti senta meglio. Ovviamente puoi usare la mia doccia, mentre l'agenzia..." disse posandomi una mano sulla spalla ed indicandomi la finestra della cucina che dava sulla strada principale. "E' esattamente dall'altro lato della strada. Non puoi sbagliare."

"O-Ok..."

"Ti preparo gli asciugamani che puoi usare senza problemi e poi io inizio ad andare che ne approfitto per mettere a posto un paio di cose in agenzia. Ti lascio le chiavi all'ingresso così puoi chiudere casa."

"Va bene."

Toyomitsu mi mostrò subito il bagno la cui doccia era la più grande che avessi mai visto, probabilmente per permettere al ragazzo di lavarsi comodamente. Mi diede poi gli asciugamani, anch'essi di notevoli dimensioni, e mi salutò lasciandomi sola. Quando lo sentii uscire di casa, diedi una veloce occhiata all'orologio da parete e scoprii che mancava mezz'ora alle nove, l'orario d'inizio del nostro turno lavorativo. Avrei avuto tutto il tempo necessario per prepararmi. 

Dopo essermi spogliata entrai nella doccia ed aprii l'acqua che mi coprì completamente data la grandezza del soffione sopra la mia testa. Era una sensazione bellissima che mi diede una gran voglia di non uscire mai più per l'estremo benessere che mi trasmise quel caldo getto. Mi sentivo tremendamente bene a livello emotivo, un qualcosa che avevo sognato per molti anni ma non ero mai riuscita a raggiungere prima di quel momento. 

Toyomitsu Taishiro era riuscito a liberarmi da un peso enorme durante la giornata precedente e non potevo fare a meno di ringraziarlo, riuscendo finalmente a comprendere perché fosse così sereno nei miei confronti. Ovviamente, quell'incidente non sarebbe mai stato un qualcosa di cui sarei andata fiera, ma vederlo così tranquillo mi regalava una grande speranza nel domani in cui avrei finalmente sotterrato il più lontano possibile dalla mia vista quel brutto ricordo. 

Mi sentivo una persona nuova e nelle parole gentili di Toyomitsu avevo trovato finalmente un po' di quella tanta agognata pace. Era la persona migliore che avessi avuto modo di incontrare in tutta la mia vita e sentii il forte desiderio di continuare a stare al suo fianco per conoscere meglio quel ragazzo a cui tanto avevo pensato nel corso degli anni.

Quel legame di dolore che mi aveva sempre unito al suo ricordo si era completamente trasformato, e ora non avevo altro che la profonda speranza di continuare a vederlo sorridere in quel modo talmente dolce da darmi i brividi posando sempre il suo bellissimo e rilassato sguardo su di me.

 

   
 
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