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Autore: LilithGrace    21/04/2020    1 recensioni
"Ci sono ferite che non guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare".
(Oriana Fallaci)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dick Grayson, Jason Todd, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raggiunsi Jonathan a casa sua senza neanche chiedere se fosse a casa o meno. Anzi, avevo deciso il tutto talmente in fretta da non rendermi neanche conto di avere il pigiama sotto la giacca; entrai in casa sua, senza neanche salutarlo, dopo aver suonato al suo stupido campanello non so quante volte:
“Contatta Nightwing, mi serve parlare con lui. Stasera.”
Si passò una mano tra la chioma bionda e perfettamente liscia: “Non credo sia il caso”
“Jo, devo parlargli di Jason… è urgente”
Sbuffò e prese il suo telefono, contattando il giovane eroe; era abituato alle mie scenate e sapeva che non me ne sarei andata senza aver ottenuto quello che volevo.
Non ci mise troppo ad arrivare.
“Ciao, sono –“
“So chi sei, mi hanno già detto tutto”, la interruppe senza però essere scortese: “Di cosa volevi parlarmi?”
Mi schiarii la voce: “Tu sei stato il primo Robin, giusto?”
Il mio interlocutore annuì. Proseguii: “Bene, cinguettate?”
“E’ rilevante?”
Sghignazzai sotto i baffi: “No, ma ho sempre voluto dirlo. Ma se preferisci posso raccontarti la vicenda rimanendo in tema. Credo che un piccolo passerotto abbia detto troppo…”
“Pettirosso…” sussurrò Jonathan.
“Ah sì, giusto. Scusa. Tornando a noi: conosci il pettirosso Todd, vero?”
Annuì.
“Allora sai bene che a volte aveva parlantina. Spesso in realtà”
“Sì, era piuttosto irritante”, ammise.
“Sappi che quell’uccellino oggi ha parlato troppo. Ho notato delle incongruenze con ciò che dice di sapere lui e ciò che è realmente successo. Credo che qualcuno gli abbia fatto il lavaggio del cervello…”
Ora avevo tutta la loro più completa attenzione.
“Spiegati”, si intromise Jonathan.
“Devo spiegare tutto tutto o posso omettere qualcosa di dubbia rilevanza?”
Mi bastò incrociare lo sguardo del mio amico per un decimo di secondo per capire che dovevo dire tutto o quasi. Diciamo che decisi di risparmiare i dettagli piccanti.
“È passato da me perché aveva qualcosa da dirmi. Mentre era lì è passato a trovarmi anche il dottor Stabler”
“Cosa?”, chiese Jonathan.
“Già e mi ha chiesto di poter parlare come vecchi amici, tirando fuori i suoi classici discorsi. Jason è rimasto buono buono nell’altra stanza, ma una volta che il dottore è andato via, ha cominciato ad accusarmi di essere una bugiarda, che non ero mai andata a trovarlo e che non ero stata al funerale. La mia domanda è: come può fare queste affermazioni? Ho in mente due scenari possibili: il primo è lui non sia mai morto davvero, ma credo che il signor Wayne e Alfred non siano così polli da non accorgersi se qualcuno è vivo o morto; Il secondo è che ci sia una fonte che l’ha tenuto aggiornato su Gotham per tutto il tempo. Per essere così alto, avere quei lineamenti, dev’essere uscito dalla bara molto tempo fa. Giusto?”
I due rimasero imbambolati, evidentemente ero stata brava.
Mi alzai di scatto: “Ora devo parlare con il cavaliere Oscuro” mi rivolsi a a Nightwing “Riesci a contattarlo?”
“Frena Grace, frena l’animo”, mi bloccò Jonathan: “calmati un attimo… ragiona…”
“No Jo, non ragiono. Quello non è il mio Jason e posso pure accettarlo, mi va bene pure che sia tornato a fare un po’ di casino, per quello ci sono loro” indicai il ragazzo mascherato: “ma non mi va bene che abbiano oscurato ciò che riguarda me, che prima di essere la sua fidanzatina, ero una sua amica. Devo sapere cos’ha fatto in questi anni o non troverò pace… Voglio parlare con Batman, per piacere”.
“D’accordo” rispose secco Nightwing “avrai il tuo incontro”.



Il giovane vigilante, ex Robin, riuscì a combinare un incontro prima del previso.
La sera stessa, per la precisione.
Ci saremmo incontrati soli, solo io e lui. Un tête a tête con l’uomo Pipistrello era il mio sogno fin dall’adolescenza.
Arrivò silenzioso come non mai, mi accorsi della sua presenza solo per l’ombra proiettata sul cemento: ammetto che di persona metteva davvero molta soggezione.
“La ringrazio per quest’incontro, davvero”, rimase in silenzio, un silenzio che risuonava come un invito a continuare: “Non so se sa chi sono, ma salterò i convenevoli perché immagino che Nightwing abbia già fatto la sua parte. Ho bisogno di sapere la verità su Jason Todd, dal principio… voglio ricostruire gli avvenimenti che vanno dalla sua morte ad oggi… e, non mi fraintenda, lo faccio per me e la mia salute mentale”.
“Perché?”
“Perché mi sono accorta di non sapere nulla sul mio ragazzo. Cioè, formalmente stavamo insieme… dice che dovrei considerarlo ex?”, sorrisi accennando una risata per sdrammatizzare.
Strappai un sorriso anche al vigilante: “Di cosa hai bisogno?”
“Mi deve raccontare tutta la sua storia, fornirmi documenti e mi deve anche spiegare una cosa: come faceva a sgattaiolare fuori ogni notte senza far capire nulla a Bruce Wayne? Capisco che avesse un caratteraccio, ma fossi stata il suo paparino al quinto labbro spaccato, l’avrei ricoverato o chiuso in casa per il resto dei suoi giorni. Non so se mi spiego”.
Si accorse che la mia era più una domanda retorica che una vera e propria supposizione e si limitò ad annuire.
Come d’accordo, ci saremmo poi incontrati l’indomani mattina nella sua umile dimora.
  
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