Crowley voltò pagina, osservando con attenzione ogni foto, poi scoppiò a ridere quando ne vide una di lui e Aziraphale con Magic nella sua carrozzina decorata con piccoli pipistrelli e zucche e finte ragnatele. Erano tutti e tre mascherati per Halloween.
- Oh no… ti prego, Crowley, vai avanti, non farmi ricordare quel giorno imbarazzante!- disse Aziraphale coprendosi la faccia.
- Che dici, angelo? Non è stato imbarazzante! Ci siamo divertiti tanto!- protestò Crowley.
DICIOTTO ANNI PRIMA, DUE MESI DOPO L’ARRIVO DI MAGIC
- No, no e no! Non ci contare, Crowley!
- Che padre cattivo che sei, angelo! Vuoi davvero rovinare il primo Halloween di tua figlia?- protestò Crowley dopo aver schioccato le dita per decorare la casa, tenendo Magic stretta a sé. La piccola non sembrava spaventata dai finti ragni e pipistrelli e dalle piccole e grandi zucche “terrificanti” che vedeva sparsi dappertutto.
- Non rovinerò un bel niente, dato che Magic è ancora troppo piccola per ricordare!- disse Aziraphale sulla difensiva.
- Io invece no e se non festeggerai questo giorno insieme a noi… farò lo sciopero di quella cosa che ti piace tanto fare con me.- lo minacciò Crowley voltandogli le spalle.
- Pranzare al Ritz? Passeggiare a St. James Park? Bere vino in libreria?- chiese l’angelo confuso.
Crowley sospirò e guardò la sua piccola che gli sfiorava il mento con la manina.
- Tesorino mio… a volte il tuo papà angelo è la creatura più ottusa del Mondo, ma non per questo lo amiamo di meno.
Aziraphale sussultò. Aveva finalmente capito che cosa intendeva dire il suo demone.
- Sei cattivo, Crowley!
Crowley lo guardò di nuovo e gli rivolse uno sguardo dolce ma anche malizioso.
- Grazie, angelo. Anche io ti amo.- disse quasi commosso. Aziraphale sospirò e alzò le mani.
- Va bene, mi arrendo. Possiamo festeggiare Halloween. Meno male che i nostri ex-capi hanno promesso di lasciarci in pace. Non ho mai dimenticato il brutto muso di Belzebù quando mi ha visto immerso nella vasca di acqua santa.- commentò.
Crowley sorrise e si avvicinò al suo angelo per baciarlo sulle labbra, facendo attenzione a non soffocare Magic.
- Normalmente, durante la notte di Halloween, vado in giro a spaventare la gente con la mia faccia da serpente, ma dato che adesso siamo in tre… ci limiteremo ad una passeggiata per la città mascherati da mostri!
Aziraphale indietreggiò spaventato.
- Ma Magic è troppo…
- Oh, uffa, Aziraphale! Magic non è troppo piccola per fare niente! Solo perché è nella nostra vita da due mesi, non vuol dire che deve soltanto mangiare, dormire e fare i bisognini!- protestò Crowley e portò la figlia al fasciatoio. Fece apparire tra le sue mani un pigiamino caldo e morbido a righe nere e arancioni con una zucca sotto il cappuccio arancione e lo fece indossare a Magic.
- Sarai la zucca più bella di questo Halloween, tesorino!- disse il demone soddisfatto e baciò sua figlia sulla fronte, poi l’affidò ad Aziraphale e andò a cambiarsi.
- Mmm… potrei mangiarti, Magic… tranquilla, sto scherzando! Non raccontarlo mai a Papà Crowley.- disse l’angelo solleticando Magic sul pancino e lei gli prese il dito per metterselo in bocca, facendolo sorridere.
Quando Crowley uscì da bagno, Aziraphale sussultò dallo spavento e dovette stringere a sé la piccola per non farla cadere.
- Ma come ti sei conciato, Crowley?
- Che c’è, non ti piace?- disse lui un po’ deluso. Si era vestito da Sally, la bambola di Nightmare before Christmas. Si era persino truccato il viso, il collo e le braccia di azzurro grigiastro e pitturato qualche finta cucitura, proprio come quelle di una bambola. Le sue gambe lisce erano coperte da collant del colore attuale della sua pelle. E come se non bastasse, aveva schioccato le dita anche per farsi crescere i capelli fin sotto i gomiti. Magic fissò Crowley, aprì la boccuccia, ma non pianse.
- Hai visto? Magic apprezza il buon gusto, proprio come il suo bellissimo papà.- si vantò lui girando su se stesso.
- E io chi dovrei essere?- chiese Aziraphale preoccupato.
- Meglio se metti giù la piccola, credimi.
Appena Aziraphale posò Magic nella culla, Crowley schioccò le dita per far indossare al suo compagno una giacca e dei pantaloni a righe nere e bianche verticali, dei guanti bianchi e delle scarpe nere. L’angelo rischiò di urlare quando si accorse che anche il suo papillon era cambiato, gli sembrava di avere un pipistrello dalle lunghe ali sotto il collo.
- Ma che… ma cosa… ma chi dovrei essere?- disse a voce bassa per non spaventare Magic.
- Sally non può stare senza il suo amato Jack Skeletron…- disse Crowley con voce sdolcinata, poi fece apparire un kit di trucchi da teatro e una spugnetta, la intinse nel bianco e la spalmò su tutto il viso dell’angelo, poi toccò al nero sopra e intorno alle palpebre.
- Ho quasi finito…- sussurrò mentre gli passava una matita nera sulle guance e sulle labbra con qualche trattino verticale per dargli una bocca larga e quasi spaventosa.
- Giuro che prima di andare a letto ti riempio di baci mentre hai ancora questo meraviglioso trucco.- disse soddisfatto dal suo lavoro e fece apparire un piccolo specchio. Aziraphale sussultò di nuovo dallo spavento, ma poi si rese conto che non era così male.
- Mi… mi piace.
Quella risposta fece spalancare la bocca del demone dalla sorpresa.
- Angelo… per caso ti ho truccato anche il cervello?
- Non sto scherzando, Crowley… sono sorpreso quanto te. Coraggio, andiamo a divertirci. A proposito, dove volevi portarci esattamente?
*
Crowley parcheggiò la Bentley poco lontano da Kensington Gardens. Aziraphale notò subito che c’erano tante famiglie mascherate come loro tre.
- Mi sembra di capire che ci sia una festa poco lontano da qui, dico bene?- chiese l’angelo mentre posava Magic nella carrozzina e la copriva bene.
- Una cosetta tranquilla per le famiglie. Quando sarà il momento giusto, insegneremo alla nostra bambina come si festeggia davvero Halloween.- commentò Crowley e condusse il suo compagno e sua figlia al chiosco più grande del parco che era stato decorato per l’occasione e c’erano bambini mascherati che facevano tutti i classici giochi guidati da animatori vestiti da streghe o da vampiri.
Crowley ed Aziraphale si sedettero ad un tavolino con una grande candela coperta di ragni finti al centro dentro il chiosco e ordinarono uno Scary Punch analcolico, una cioccolata calda con un po’ di crema di zucca e un marshamallow a forma di fantasma e del latte tiepido per la piccola. Molti bambini riconobbero i costumi della coppia, ma rimproveravano sempre “Jack” per aver messo su un po’ di ciccia e ridevano di lui. Non era la prima volta che Aziraphale riceveva dei pessimi commenti su se stesso o su quello che faceva, ma non sapeva mai come difendersi.
- Jack è così perché ci siamo sposati. È un dato di fatto, il matrimonio fa ingrassare, lo dice persino la scienza, ma a Sally non importa. Io amo il mio Jack così com’è.- disse Crowley usando la voce più femminile che riusciva ad imitare e prese per mano Aziraphale, guardandolo con amore. I bambini risero lo stesso e se ne andarono, ma l’angelo era troppo occupato a guardare il suo demone e la loro bambina per badare alle loro risate infantili e superficiali. Quando arrivarono i drink, Aziraphale versò il latte nel biberon che aveva fatto apparire di nascosto, prese Magic in braccio e le diede la pappa, mentre Crowley sorseggiava delicatamente il suo punch e guardava le due creature più importanti della sua vita. Dopo aver fatto fare il ruttino alla piccola, Aziraphale le pulì la boccuccia e la rimise nella carrozzina, per poi godersi la sua bevanda ancora calda usando una cannuccia per non rovinare il trucco.
- Mi scusi, potrebbe farci una foto, per favore?- chiese Crowley ad una cameriera vestita da Morticia Addams porgendole il suo cellulare, già pronto per fotografare.
- Sì, certo!
Il demone e l’angelo si misero vicino alla carrozzina, presero Magic per le manine e guardarono verso la cameriera.
- Sorridete!
PRESENTE
- Comunque… la cosa più bella di questa foto è… il sorriso di Magic. Il primo della sua vita.- ammise Aziraphale appoggiando la testa sulla spalla di Crowley, senza staccare gli occhi dalla foto.
- L’avevo quasi dimenticato…- mormorò Crowley con dolcezza.