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Autore: prongfoot    22/04/2020    6 recensioni
“Che c’è Potter?!” chiese lei seccata dopo averlo colto di nuovo a fissarla.
“Le lezioni non sono neanche iniziate e tu già studi…” disse il ragazzo divertito.
“Si dà il caso che ad alcuni di noi interessi davvero quello che studiano e non riescono ad ingannare i professori con un bel sorriso…”
“Beh, Minerva è immune al mio bel sorriso. Cosa credevi di essere l’unica a non voler venire ad Hogsmeade con me?”
Lily si lasciò scappare un sorriso.
“EVANS!”urlò James “Tu stai ridendo ad una mia battuta!”
“NO POTTER!” rispose lei reprimendo la risata “Ridevo all’idea della McGranitt che non si lascia incantare da te come tutti.”
“Dì quello che vuoi ma tanto lo so che prima o poi ti innamorerai di me…”
“Sogna Potter, è l’unica cosa che potrai fare…” disse lei ricordandosi di non lasciarsi ingannare, quel ragazzo non sarebbe mai cambiato.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dorcas Meadowes, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Dorcas/Sirius, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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If I tell the world
I'll never say enough
Cause it was not said to you
And that's exactly what I need to do
If I'm in love with you

Should I give up
Or should I just keep chasing pavements?
Even if it leads nowhere
Or would it be a waste?

 
 
 
 
 
 
 
Era la mattina della gita ad Hogsmeade. Lily si svegliò per prima, e, come suo solito, scostò le tende rosse che circondavano il letto. Alla sua sinistra dormiva Dorcas non troppo serenamente, infatti continuava ad agitarsi con il solo risultato di incastrarsi ancora di più tra le coperte. Lily sospirò al pensiero della giornata che le aspettava. Sapeva che avrebbe passato la mattinata con le sue amiche, ma l’idea che ci fossero anche i ragazzi con loro le provocava una certa agitazione, o meglio, l’idea che ci fosse James Potter le provocava agitazione e non riusciva a capire perché. Certo, avevano raggiunto una sorta di equilibrio, riusciva quasi a passare più di dieci minuti senza rivolgergli una risposta acida, ma cosa significava davvero? Non potevano definirsi amici, no, eppure quelle confidenze sulla sua famiglia lei non le faceva a chiunque, inoltre quel momento in infermeria le provocava delle sensazioni che spesso la mettevano a disagio. 
Okay, calma” disse fra se’ e se’ “chiaramente eri scossa e debole e avevi bisogno di una spalla su cui appoggiarti e James Potter era solamente la persona che era più vicina a te in quel momento “cercò di tranquillizzarsi. Per quanto riguarda l’agitazione che provava per quella giornata, si disse che era semplicemente dovuta al fatto che probabilmente Potter l’avrebbe sicuramente importunata. Sorrise a quelle spiegazioni che sembravano avere un ottimo filo logico e si alzò per avviarsi verso il bagno. La stanza con i cinque letti era effettivamente piccola, per questo doveva stare attenta a non inciampare tra le cianfrusaglie che le sue amiche lasciavano in giro. Per non svegliarle, inoltre, non aveva ancora scostato le pesanti tende rosso-oro dalla piccola finestra, quindi la stanza risultava essere ancora quasi totalmente buia motivo per cui, ovviamente, inciampò nel librone che era ai piedi del letto di Dorcas. La ragazza si svegliò di soprassalto, sollevando l’ingarbugliata matassa di capelli neri dal cuscino. 
- Buongiorno, Cassie - disse Lily con voce che faceva trasparire il suo dolore al piede - sai, volevo darti una grande notizia questa mattina - continuò tastando le coperte e cercando di sedersi sul suo letto.
- Amos Diggory si sente male e l’uscita è saltata - pregò Dorcas mentre cercava di separarsi dalle lenzuola senza successo.
- No - rispose categorica Lily - ma un po’ di tempo fa hanno inventato un mobiletto molto carino, che si posiziona proprio accanto al letto. Si usa per poggiarci sopra le cose - disse, prendendo il grosso libro dal pavimento e poggiandolo sul comodino in mogano accanto al letto di Dorcas - e si dà il caso che tu ne possegga uno! - aggiunse cercando di non alzare troppo la voce.
- Scusa, Lils - rispose la mora ancora con la testa sul cuscino - dev’essermi caduto, mi sono addormentata di botto. 
- Fortuna che il pavimento è in moquette, altrimenti Alice ti avrebbe uccisa per il rumore - ridacchiò Lily guardando l’amica che ancora dormiva beatamente
- Lily, Dorcas - le chiamò Mary dal letto di fronte - che è successo? - chiese sussurrando per non svegliare le altre due, che sapeva essere un tantino irascibili di mattina presto
- Niente Mary, sono inciampata nel libro di Dorcas, che usa intraprendere letture molto leggere prima di dormire.
- Che libro è? - domandò Mary alzandosi per avvicinarsi alle altre due
- Anna Karenina - rispose Dorcas nascondendo il viso sotto le lenzuola - volevo leggere una storia d’amore... 
Non fu necessaria la luce in quella stanza per capire che Mary e Lily si stessero guardando tra lo sconvolto e il divertito. Mary si sedette anche lei accanto a Dorcas e le accarezzò i capelli comprensiva.
- Ed hai scelto un libro in cui la protagonista alla fine si butta sotto un treno - constatò Lily accigliandosi, facendo ridere Mary.
- Si, perché è proprio quello che farò oggi - sentenziò Dorcas tragicamente.
- Beh, non è da escluderlo visto che stai già tentando di soffocarti con le lenzuola- osservó Mary liberandola finalmente da quella trappola bianco latte
- Cassie, stai per uscire con uno dei ragazzi più belli della scuola, che è pazzo di te da sempre! Qual è il tuo problema? - chiese Lily sbuffando.
- Oh, scusa signorina non-esco-con-James-Potter, sai benissimo che il mio non è un capriccio, a differenza del tuo - la rimbeccò Dorcas mettendosi a sedere - è solo che non voglio illuderlo e non voglio peggiorare le cose tra me e Sirius, tutto qui. Però chissà, forse sotto quest’aspetto davvero James lo conosce meglio di me... - concluse pensierosa.
- Tesoro, le cose le ha peggiorate Sirius con l’ultima rispostaccia che ti ha dato. Sappiamo perché si comporta così, però onestamente, se lo merita di aver paura di perderti. Ora devi alzarti, devi renderti presentabile perché sinceramente fai spavento, e sfoggiare il tuo sorriso migliore - disse Mary saggiamente alzandosi per permettere a Dorcas di alzarsi a sua volta e dirigersi verso il bagno. 
- Tu invece, Mary - aggiunse Marlene, ormai sveglia, alzando le coperte chiaramente infastidita - oggi sfoggerai la cinquina che ti darò sulla faccia se non chiudi quella maledetta bocca! - concluse la bionda lanciandole un cuscino.
 
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- Moony! - sbraitò James tossendo - ma che diavolo stai facendo? - disse muovendo le braccia come se stesse scacciando un insetto. 
- Rem, davvero - continuò Sirius - guarda che alla biondina piace il tuo odore da lupacchiotto bagnato - concluse cercando di strappare da mano il profumo che Remus continuava a spruzzarsi addosso, in modo quasi febbrile, rendendo l’aria nella stanza irrespirabile. 
- Ragazzi, voi non capite – Remus parlò preoccupato - continuo a sudare e quest’odore mi ricorda il momento che antecede le notti di luna piena. Questa sensazione mi mette ansia. - spiegò Remus, chiaramente delirando mentre si dava un’ultima occhiata allo specchio. 
- Secondo me quest’odore indica che te la stai facendo addosso - appurò Frank, facendo ridere i ragazzi che si stavano infilando la giacca.
- Uuuuuuh, si, senti che puzza Frank - continuò James sventolandosi una mano davanti al naso e riuscendo finalmente a prendere il profumo e tapparlo per bene
- Molto simpatici - disse Remus, scoccando un’occhiataccia ai quattro che ormai ridevano a crepapelle, non riuscendo però a trattenere un sorriso lui stesso.
- Dai, Rem - disse Peter guardandolo seriamente - stai benissimo! E poi Marlene ti conosce da sempre, perché credi dovrebbe essere diverso oggi?
- Non è per Marlene! - protestò Remus - è che...è rischioso sudare di questi tempi...gli sbalzi termici... - balbettò cercando di infilarsi le scarpe prima di notare che stava mettendo la destra al posto della sinistra.
- Oh sì, Prongs, capito? Gli sbalzi termici - lo schernì Sirius, lanciando un’occhiata eloquente a James - sentite, io vi aspetto in sala comune – continuò, prendendo la sciarpa e avvicinandosi alla porta del dormitorio.
- Va bene Sir, intrattieni lo sbalzo termico di Remus che sicuramente ci sta già aspettando di sotto insieme alle sue amiche e la mia fidanzata - disse Frank provocando una nuova risata generale. Sirius si chiuse la porta alla spalle ancora sorridendo, mentre pensava a quanto gli sarebbero mancati quei momenti l’anno dopo. Anche se era sicuro non si sarebbero persi in futuro, provava una sorta di morsa allo stomaco essendo a conoscenza che le cose non sarebbero più state come prima, in primis a causa della incombente guerra. Tuttavia in quel momento la voglia di godersi quelle giornate fino all’ultimo superava le sue paure. 
Come previsto da Frank, le ragazze erano già pronte ad aspettarli di sotto. Fu sorpreso di vedere la Evans insolitamente calma per una che stava per passare un’intera giornata col suo peggior incubo. Marlene invece, era esattamente nella stessa condizione di Remus, cosa che lo fece sogghignare mentre vedeva che Mary e Alice tentavano in qualche modo di psicanalizzarla per capire cosa la spingesse a continuare a camminare nervosamente per la Sala Comune. 
Ciò che attirò l’attenzione di Sirius, però, fu l’assenza di Dorcas. In cerca di spiegazioni si avvicinò prontamente a Lily, che dopo la loro scenata in sala grande lo guardava ancora sdegnosamente.
- Lei dov’è? - disse prima di poter controllare le parole che gli uscivano dalla bocca.
- Buongiorno, Black - lo salutò Lily con un insolito sorrisetto di trionfo sulle labbra. 
- Si Evans, buongiorno a te - continuò Sirius impazientemente - Allora? Dov’è? – ripeté ancora una volta appoggiandosi al corrimano della scala che portava ai dormitori.
- Sai, sei stato proprio un buon amico Black. – continuò Lily tagliente - Dorcas alla fine ha seguito il tuo consiglio. È scesa prima, aveva un appuntamento…con Amos Diggory - concluse la rossa sfoggiando un’espressione sadica alla vista di Sirius che sbiancava ad ogni sua parola. Il ragazzo, infatti, apriva e chiudeva la bocca, incapace di proferir parola. Dorcas non era mai stata il tipo da accettare appuntamenti da sconosciuti, in realtà non li accettava praticamente da nessuno, anche se ne aveva la possibilità. Una parte di Sirius sapeva che lo aveva fatto per ripicca nei suoi confronti, a causa della delusione che le sue parole le avevano provocato e di cui lo stesso si era pentito di aver pronunciato pochi secondi dopo. Ma un’altra parte fu scossa a causa di quell’affermazione della Evans: che la stesse perdendo davvero? 
- Potter! - urlò Lily mentre Sirius rimuginava ancora su quanto aveva appena saputo -Alla buon’ora! Hai dovuto incipriarti il naso? - lo prese in giro mentre scendeva le scale.
- Hai scoperto il mio segreto, Evans - rispose sorridendo - secondo te come faccio ad essere così bello? - disse facendo ridere le ragazze e scuotere la testa a Lily, che si finse indignata, mentre in realtà era molto divertita. Ultimamente rimaneva sbalordita da come James rispondesse ai suoi insulti con autoironia, causandole sempre una piacevole sensazione di divertimento e forse, anche una leggera ammirazione. 
- Dai, ragazzi - disse Alice prendendo Frank per mano - avviamoci. Ho una voglia matta di svaligiare Mielandia! – continuò saltellando fuori dalla sala comune con Frank al seguito. Tutti si avviarono verso l’uscita della sala comune, e gli ultimi ad uscire furono Remus e Marlene. Per galanteria, Remus le concesse di passare prima di lui attraverso il ritratto. Quel piccolo gesto fece prendere coraggio alla bionda, che prontamente lo prese sottobraccio e insieme seguirono gli altri, cominciando a parlottare fitto fitto. 
 
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Era una giornata freddissima per essere autunnale, tutti giravano a Hogsmeade vicini tra di loro e si rifugiavano nei primi locali a disposizione. Il clima non risultava per niente disteso, a causa delle varie disposizioni attuate per prevenire o fronteggiare attacchi dai Mangiamorte. Il coprifuoco era alle 18:00 in punto, era consigliato rimanere al centro della città e non addentrarsi tra i vicoli e il punto di raccolta in caso di attacco, o pericolo, era la Testa di Porco, essendo il proprietario fratello di Albus Silente. Tuttavia, sebbene vi fossero molti sguardi impauriti in città, vi erano altrettante persone che riuscivano a dimenticarsi di quel clima grazie ad una burrobirra ai Tre Manici di Scopa o una capatina da Zonko. Ed era proprio lì che Dorcas Meadowes si trovava assieme a Amos Diggory, che aveva scoperto essere una piacevole compagnia. Insieme guardavano gli scaffali di mogano ripieni di scherzi, Caccabombe, freesbee Zannuti e Pallottole Puzzole sembravano essere gli oggetti più gettonati. Il negozio era colmo di festoni incantati, che cambiavano colore a seconda del colore preferito di chi entrava, cosa che, data la forte affluenza al negozio, aveva fatto sì che questi assumessero definitivamente un colore arcobaleno. 
- Io prenderei un bel po’ di Caccabombe e qualche Dolce Singhiozzino - disse Dorcas riempiendo un cesto arancione fornito dal negozio per facilitare il trasporto degli acquisti - tu, Amos? - chiese gentilmente al ragazzo.
- Oh, io... - disse imbarazzato - queste cose non fanno per me, ecco - concluse sorridendo - ma immagino che per una ragazza che è cresciuta con Sirius Black queste cose siano all’ordine del giorno! – ironizzò, aiutando la ragazza a poggiare le cose sul bancone per pagarle. 
- Si - disse Dorcas - si, lo erano – ripeté cercando di dissimulare in qualche modo la sua tristezza. Era una cosa che si aspettava da se’ stessa cacciare l’argomento Sirius, non dal ragazzo con cui aveva un appuntamento. La ragazza pagò velocemente otto galeoni e undici falci, ringraziò il signor Zonko e uscì seguita da un Amos leggermente incuriosito dalla sua reazione.
- Beh – smorzò la tensione - una burrobirra ai Tre Manici di Scopa? Ti va? - chiese gentilmente alla ragazza, che però, tutto ad un tratto, gli apparve distratta. Dorcas infatti aveva intravisto in lontananza i Malandrini, Frank e le sue amiche.
- Si, perché no – accettò, trascinando praticamente il ragazzo all’interno del locale.
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James camminava distratto osservando i lunghi capelli rossi di Lily davanti a se’, che era impegnata in un’animata conversazione con Mary. Si era riscoperto essere invidioso perfino del rapporto che aveva con le sue amiche, di quel suo interesse a spiegare il suo punto di vista, senza però forzare nessuno a pensarla come lei. Era estremamente ferma nelle sue posizioni, eppure il modo in cui comprendeva e rispettava le opinioni altrui su qualsiasi tipo di argomento era una delle cose che più ammirava di lei. Certo, non con lui. Forse non nell’ultimo periodo, ma negli anni addietro la Evans non si curava affatto di ciò che pensava James, in quanto riteneva che elaborasse solo pensieri stupidi e privi di fondamento. Sospirò chiedendosi se lei avesse davvero notato il suo cambiamento nel corso degli anni, e in quel momento della vita così difficile per tutti. 
- James - lo bloccò Sirius trascinandolo indietro - tu lo sapevi? - chiese bruscamente 
- Sapevo cosa? - chiese a sua volta facendo finta di non capire, ma sapendo già perfettamente che Dorcas era l’argomento in questione 
- Dorcas e Diggory - sputò quasi come se gli costasse la vita accostare quei due nomi
- Oh... sì, qualcosa sapevo - rispose con nonchalance guardando le vetrine dei primi negozi che apparivano all’inizio di Hogsmeade 
- Qualcosa? - disse non nascondendo il fastidio - e non hai pensato, non so, di avvisarmi?! - chiese assumendo un tono di voce tra l’adirato e il disperato, cosa di cui si pentì subito 
- Padfoot, sei stato tu a dirle che avrebbe dovuto uscirci, ricordi? Che non te ne fregava niente della sua vita e bla bla... - continuò guardandolo negli occhi grigi colmi d’ira - Qual è il problema? 
- Il problema - sottolineò Sirius a voce bassa per non farsi sentire dai ragazzi che si erano avvicinati, ormai consapevoli di ciò che stava accadendo e curiosi di saperne di più - è che non lo conosce. Cosa sappiamo di lui? Potrebbe essere un pazzo, un assassino, una spia... - continuò Sirius come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo 
- Un ragazzo normale - disse James continuando la sua lunghissima lista - cosa ti aspettavi? Ti avevo avvisato che sarebbe potuto succedere. Tutti si stancano prima o poi - gli disse serio, sapendo che era proprio quello che Sirius temeva, dato che conosceva il fratello come le sue tasche
- Credi si sia stancata davvero, di me? - chiese Sirius ormai abbandonandosi alle sue più remote paure 
- Credo sia semplicemente stanca di averti ma non averti davvero. E, fattelo dire Pad, tu non stai facendo nulla per convincerla del contrario - concluse James serio zittendo Sirius una volta per tutte. 
Il ragazzo non poteva crederci. Sapeva che un’uscita non significava niente, ma il fatto che Dorcas potesse confidarsi con Diggory, che lui la facesse ridere o che addirittura la toccasse, quello no. Non riusciva a sopportarlo, e sapeva che l’eventualità che accadesse era ben più che reale. Si voltò a guardare i suoi amici Frank e Alice, che ora si stavano apprestando a entrare da Mielandia. Ridevano felici, mano nella mano, sembravano non chiedere altro che tenersela per il resto della vita. Immaginò di essere al loro posto assieme a Dorcas e la cosa lo fece sorridere, per poi provocargli una forte morsa al petto. Perfino Remus che rideva assieme a Marlene, sembrava aver superato tutte le sue paranoie. Remus, con il fardello che si portava ormai da bambino, era riuscito a mettere a tacere le sue paure, si stava fidando di qualcuno al di fuori dei suoi amici, e chi lo sa magari un giorno anche Marlene avrebbe potuto conoscere il vero Lupin e amarlo così com’è. Da come si guardavano, notò Sirius, quei due si piacevano davvero, sembravano in simbiosi. 
- Guarda, Rem - Marlene indicò uno scaffale sopra le loro teste - ci sono i Calderotti di cioccolato al caramello! - disse eccitata prendendone una confezione.
- Sono anni che sono fuori produzione - disse Remus ammirato - dobbiamo assolutamente svaligiare questo scaffale - concluse raccattando tutti quelli che c’erano. Marlene sorrise a vederlo così, condividevano praticamente le stesse passioni e a quanto pare anche gli stessi gusti alimentari, e non si stupì quando li pagò tutti, donandogliene la maggior parte, anche se lei insistette a voler dare il suo contributo. Lui rifiutò ovviamente con gentilezza, dimostrando di essere molto galante, e insieme ne scartarono subito uno. 
- Merlino, questa roba è divina - disse Marlene sognante scartandone subito un altro - non posso più farne a meno! - Remus rise all’entusiasmo della ragazza, mentre lui ancora stava gustando il primo.
- Guarda che sei un po’ sporca di cioccolata - osservò Remus sorridendo.
- Dove? - chiese Marlene allarmata portandosi le mani sulla faccia, ma Remus fu più veloce e le pulì quel residuo di cioccolata che aveva sul contorno delle labbra. Rimasero così vicini per un po’, per niente imbarazzati e perdendosi l’uno negli occhi dell’altra, finché col suo solito tempismo furono interrotti da Peter. 
- Chi vuole una Burrobirra? - urló mentre teneva un grosso Lecca Lecca in mano 
- Andiamo tutti - consiglió Alice - comincia a fare davvero freddo qui. - concluse incamminandosi verso i Tre Manici di Scopa, seguita poi dai ragazzi e da una Lily poco convinta, poiché qualche minuto prima aveva intravisto Dorcas e Amos entrare nello stesso posto. 
Mentre si stavano recando verso la calda e invitante locanda, videro in lontananza Vivienne Prince, accostata ad un angolo sola.
-Vivienne…- chiamò Mary da lontano, facendola voltare – Che ci fai lì sola?
La ragazza trasalì vedendo gli amici in lontananza, qualunque cosa stesse facendo lì, in quel vicolo lontano da occhi indiscreti, non voleva condividerlo.
-Oh niente ragazze, sto aspettando Emmeline…- tagliò corto lei, non potendo evitare di nascondere la voce tesa.
-Vuoi aspettarla con noi ai tre manici di scopa? – chiese gentilmente Alice.
- Vi ringrazio, ma ci siamo date appuntamento qui… non  vorrei che non trovandomi si preoccupasse…- sorrise lei, sperando che se ne andassero presto.
I ragazzi sorrisero a loro volta, lasciandola lì da sola e lanciandosi occhiate stranite.
-Non capisco…se doveva vedersi con Emmeline, perché non scendere dal dormitorio insieme? - chiese Petere confuso.
-Era ovviamente una scusa…- concluse Marlene – Probabilmente aveva un appuntamento…
Tutti trovarono plausibile questa spiegazione, dopotutto Vivienne era una ragazza estremamente timida, non avrebbe mai ammesso davanti a tutti di star aspettando un suo ipotetico corteggiatore.
Nessuno ci pensò più e si avviarono tutti allegramente, o quasi, verso i Tre Manici di Scopa.
 
 
 
 
 
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- Mi dispiace per prima - disse Amos sinceramente - non volevo mettere in mezzo l’argomento Black. – continuò guardando le mani di Dorcas tremare a quell’affermazione, rischiando di far cadere un bel po’ di Burrobirra dal boccale.
- No Amos, non è colpa tua. Mi dispiace, io non voglio prenderti in giro, per questo ho specificato che la nostra uscita sarebbe stata puramente amichevole – spiegò con gli occhi bassi - probabilmente ti aspettavi qualcosa di diverso ma...
- Cas, ascolta - la interruppe Amos - non posso di certo paragonarmi a Black e al vostro rapporto, e l’ho capito che sei ancora troppo presa per interessarti a qualcun altro - disse leggermente dispiaciuto - Ma sei un’ottima compagnia. Sto passando davvero una bella giornata insieme a te - concluse sorridendole incoraggiante e facendola sorridere a sua volta.
Proprio in quel momento, la porta si spalancò ed entrarono James, Peter, Remus, Marlene, Mary, Frank, Alice, Lily e per ultimo, Sirius. Lily la individuò subito rivolgendole uno sguardo di scuse, e tutti i ragazzi la salutarono, ad eccezione di Sirius che le rivolse uno sguardo tra l’infuriato e il ferito ed andò prontamente a sedersi ad un tavolo che gli permetteva un’ottima visuale del loro appuntamento. 
- Perché proprio qui, Black? - chiese Lily guardandolo divertita 
- Si sta caldi - disse a denti stretti facendo posto a Peter accanto a lui che tremava dal freddo 
- In effetti si, Sirius – osservò Mary - Ma forse un po’ troppo. Sei tutto rosso, sicuro di non avere la febbre? - gli chiese fingendosi apprensiva, ma sapendo perfettamente a cosa fosse dovuto quel rossore. Per tutta risposta, Sirius emise un grugnito e si concentrò a guardare male quei due di fronte a loro che ora sembravano leggermente imbarazzati.
- Sir - disse Peter piano - se non la smetti gli farai andare a fuoco il tavolo... - lo avvisò mentre il povero Frank cercava di risolvere la situazione ordinando Burrobirra per tutti e due per Sirius. 
 
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Dorcas si sentiva fuori luogo e imbarazzata più che mai. Sentiva gli occhi di Sirius addosso e, essendosi girata un paio di volte, aveva notato di aver finito ben due Burrobirre e stava sorseggiando la terza, senza distogliere mai lo sguardo da loro. 
- Non mi sembra molto felice di vederci – osservò Amos mentre cercava di evitare in tutti i modi il suo sguardo.
- Per Godric, Amos, mi dispiace davvero - si scusò la ragazza sinceramente costernata - Non ha senso che si comporti così - concluse dando voce ai suoi pensieri.
- A meno che... - iniziò Amos - A meno che non sia geloso, Dorcas - disse mentre pagava le due Burrobirre alla piccola Rosmerta, apprendista cameriera del Pub.
- Andiamo via di qui, Amos. Non mi piace questa situazione - disse Dorcas non sentendosi per niente tranquilla
- Come vuoi, Cas - acconsentì mentre si alzavano, ma poi si fermò - Ma prima – continuò - Diamogli qualcos’altro da guardare - concluse prendendola per un braccio e avvicinandosi al suo volto per baciarla. Non fece in tempo a respingerlo che qualcosa lo allontanò violentemente da lei, qualcosa che lo fece ritrovare a terra col naso sanguinante. 
- Amos! – urlò chinandosi su di lui per soccorrerlo, tamponandogli il viso con un tovagliolo - Ma che cos’hai nel cervello? - si voltò verso l’artefice di quel gancio ben assestato. Sirius se ne stava in piedi dietro di lei, con le nocche doloranti e uno sguardo colmo di trionfo, rabbia e ...dolore. Si rese conto di ciò che aveva fatto solo quando tutti i suoi amici si avvicinarono al ragazzo per dargli una mano. 
- Black, sei il solito buffone! – sbraitò Lily dando una mano al ragazzo ad alzarsi - Non riesci proprio a non essere un prepotente egoista, vero? - concluse facendolo sentire ridicolo per ciò che aveva appena fatto. Senza dire una parola, uscì velocemente dal locale; James fece per seguirlo ma venne bloccato da Dorcas. 
- No, James - lo fermò la ragazza decisa - Devo andarci io. Ci metto cinque minuti, aiutate Amos mentre sono via, per favore - James e Lily annuirono scambiandosi uno sguardo preoccupato.                     
 
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Dorcas uscì dai Tre Manici di Scopa con un diavolo per capello. Si era pentita, pentita di aver ascoltato il consiglio di James, perché si era rivelato essere un completo fallimento e ci era andata di mezzo una persona che non c’entrava davvero nulla, ed era arrabbiata con Sirius perché Lily aveva ragione, era un egoista. Lo vide appoggiato al muro che si massaggiava la mano con vigore, e non ci vide più.
- Sirius Black - urlò con tutta la forza che aveva in corpo facendo sobbalzare il ragazzo - Spiegami come diavolo ti è saltato in mente di fare una cosa del genere – Continuò con voce spezzata dalla rabbia.
- E tu spiegami – rimbeccò lui - Come ti salta in mente di uscire con qualcuno che conosci appena! È la prima volta e stava già cercando di baciarti senza che tu lo volessi! - disse cercando di respirare sentendo una morsa che continuava a stringergli il petto. 
- Che cosa? - strillò ancora in preda alla collera - Ma se tu quelle che conoscevi appena te le portavi a letto! - disse con le lacrime che ormai minacciavano di cadere insistenti. 
- Tu non sei mai stata come me, Cassie! Se permetti a qualcuno di far parte delle tue giornate è perché lo ritieni importante - rispose riversando tutti i suoi timori sulla ragazza, che lo fissava sconvolta dall’ira.
- E a te cosa importa? Tu dovresti esserne felice! Continui a ripetere che sono la tua più cara amica, bene, allora comportati da tale - disse abbassando il tono di voce e avvicinandosi a lui - Ma tu non lo hai mai fatto, dico bene Black? Chi vogliamo ancora prendere in giro? Noi non siamo mai stati amici, non lo saremo mai. Forse solo quando avevamo quattro anni! – urlò di nuovo causando una sorta di sguardo interrogativo nel ragazzo, che fu smontato prontamente da Dorcas.
- Le cose o non si capiscono quando sei stupido, o quando conviene non capirle, e tu stupido non lo sei affatto. Ho sempre provato qualcosa per te, e tu l’hai sempre saputo. Non è mai stato un segreto. Eppure non hai mai fatto un passo, e a me adesso non interessa sapere il motivo. Non m’interessa se è perché non ricambi e basta, se è per paura, se è per la tua famiglia e il tuo maledetto sangue. M’interessa solo che tu non l’abbia fatto, ma nonostante ciò continui a rivendicare una sorta di possesso nei miei confronti - disse ormai incapace di fermare tutto il rancore che si portava dietro da tanti anni, nonostante tutto il bene che volesse a quel ragazzo che adesso la guardava con occhi lucidi. Non piangeva spesso Sirius Black, tranne che con lei. 
- Mi dispiace - riuscì solo a sussurrare con voce roca tentando di avvicinarsi a lei, ma la ragazza si scostò.
- Non era mia intenzione ferirti Cassie, non lo è mai stata, ti prego, credimi. Non so nemmeno io perché mi comporto così, è tutto così confuso nella mia testa - disse guardandola con occhi sinceri, e lei comprese che stava dicendo la verità - Ma una cosa so per certo. Non potrei sopravvivere se ti perdessi - concluse con tono più serio che mai, guardandola intensamente per trasmetterle tutte le emozioni che provava, per farle capire che erano reali. 
- Allora, per favore, se non vuoi perdermi, cerca di capirti e prendi una decisione. Non ti sei comportato come un amico e tutt’ora non lo stai facendo, perché un amico ti può dare dei consigli, qualche accorgimento, non picchia le persone solo perché provano a baciare la sua “amica”! E non ne avevi il diritto, perché hai sempre fatto sempre e solo quello che volevi, e, per quanto mi potesse infastidire, non mi sono mai comportata in questo modo, mi sono sempre tenuta tutto dentro per non rovinare il nostro rapporto – continuò, riprendendo fiato tra le lacrime ormai copiose - E renditi conto di chi hai affianco, perché nessuno ti ha voluto bene più di me. Tu mi stai trattando come se tutto ti fosse dovuto - Sirius si sentì un verme nel vederla in quello stato. Ogni parola lo colpiva come una lama, perché aveva ragione, il suo atteggiamento era stato del tutto fuori luogo ed egoista. Era vero, lui era abituato alla sua presenza nella sua vita, ma non l’aveva mai data per scontata. Come aveva fatto a farla arrivare a questo?
- Perdonami, Cassie, ti prego - la supplicò mentre ancora singhiozzava. Voleva abbracciarla, ma aveva paura che questo l’avrebbe fatta stare ancora peggio.
- Ti ho perdonato tante cose – continuò la ragazza tremando - L’ho fatto perché per me averti accanto era più importante di tutto il resto, perché avrei capovolto il mondo pur di avere anche solo un tuo abbraccio, ma tu non lo capisci quanto dolore mi causi, non ti accorgi di niente, e avrei voluto che me ne avessi evitato anche solo una minima parte adesso che stavamo cercando di ricominciare - concluse asciugandosi le guance con la manica del mantello. Rimasero per un attimo in silenzio, mentre il calare del sole annunciava che era ormai ora di tornare al castello.
- Stanotte - disse Sirius, mentre la strada si popolava e tutti iniziavano a rientrare verso il castello - Raggiungimi nella stanza delle Necessità. È l’ultima cosa che ti chiedo, ti aspetterò lì. Puoi decidere di non venire e ti capirei se lo facessi, ma sento di doverti dire delle cose e ora non è il momento adatto - concluse indicando i ragazzi che cautamente si avvicinavano a loro, chiedendosi se era il caso di raggiungerli. La ragazza lo guardò ancora addolorata, per poi annuire. Dorcas si avvicinò ad Amos per controllare che fosse tutto a posto, mentre Sirius ancora scosso li guardava.
 
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Lily aveva assistito a tutta la sfuriata dell’amica e ne era stata molto fiera, finalmente Dorcas aveva detto una volta per tutte a Sirius che non potevano andare avanti così. Il moro decise di allontanarsi da solo in direzione della foresta, aveva bisogno di sbollire, e James supponeva che il miglior modo per farlo era trasformarsi nel suo alter ego canino, lontano da occhi indiscreti; Dorcas, invece, congedandosi imbarazzata dagli amici, si diresse verso il castello con un Amos sanguinante, profondamente dispiaciuta per quello che era successo.
Nonostante Lily fosse stata orgogliosa nel vedere la sua migliore amica tirar fuori le unghie, era ancora furiosa per quanto successo, ma cos’altro poteva aspettarsi da un piano di James Potter? Che stupida che era stata a poter pensare che fosse una buona idea.
- Sarai felice… - la rossa si rivolse sprezzante a Potter.
- In effetti lo sono Evans… - rispose sicuro - Sirius ha ammesso di essere geloso, non era forse quello che volevamo tutti? 
- E volevamo anche che il povero Amos si rompesse il setto nasale? - sputò lei sempre più arrabbiata, mentre gli amici, schierati attorno ai due, guardavano la scena, non sapendo se intervenire o meno.
- Beh si… - constatò James portandosi una mano dietro la nuca - Quello è stato un effetto collaterale…
- Effetto collaterale?! - esclamò istericamente Lily - E tu questo me lo chiami effetto collaterale?! Questo è un comportamento barbaro e quello strafottente del tuo migliore amico…
- Strafottenza?! - James la interruppe, iniziando ad innervosirsi - Secondo te Sirius ha fatto tutto questo per strafottenza, Evans? Secondo te lui non soffre a dover continuamente nascondere ogni straccio di sentimento che prova? Secondo te, in questo momento, non si sta leccando le ferite da qualche parte, perché sente di aver perso tutto? 
- Io non lo so ma… - cercò di continuare, stentando comunque a credere alle parole di James, pensando che difendesse solamente l’amico.
- Esatto, tu non lo sai, giudichi senza conoscerlo - concluse James furioso.
- Non ho bisogno di conoscerlo per notare che è soltanto un pallone gonfiato che ha bisogno di una ragazza per alimentare il suo ego… - la ragazza alzò nuovamente la voce.
- È corretto solo ciò che pensi tu, non è vero? – James urlò, per poi calmarsi leggermente e abbassare i toni – Lo sai Evans, sarai anche la strega più brillante della tua età ma sei così maledettamente cocciuta. Intelligenza è sapersi smuovere dalle proprie posizioni, anche quando di mezzo ci sono le persone a cui teniamo di più. Tu non capisci, e mi meraviglio del tuo comportamento... - disse James, quasi deluso.
- Hai ragione Potter… - mise fine a quello che sarebbe stato un ben articolato discorso - Non capisco e mai lo farò… - detto questo si voltò per incamminarsi lungo il ponte che la avrebbe ricondotta al castello.
James rimase lì a guardarla andare via, ferito, davvero dopo tutto questo tempo, dopo tutti i suoi sforzi, lei sembrava così convinta che non fosse cambiato, sapevano bene che quel discorso non riguardava solo Sirius e Dorcas, ma riguardava anche loro.
- James… - lo distrasse Marlene - Noi le parleremo, non prendertela…
- Ti ringrazio Lene, ma non penso possiate fare molto…
- Noi andiamo da lei… - disse Mary - Alice tu resta pure con Frank, non dobbiamo rovinare la giornata a tutti… - continuò la ragazza notando che Alice stava facendo un passo avanti per seguirle. 
 
 
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Lily camminava furiosa verso il castello, sembrava non notare neanche il vento gelido che le sferzava tra i capelli, voleva solo arrivare in camera sua e togliersi Potter dalla testa.
Stava quasi per varcare la soglia del cancello della scuola quando si sentì strattonare violentemente per un braccio e voltandosi si trovò davanti Mary e Marlene piuttosto affannate per la corsa fatta per raggiungerla
 
- Si può sapere cosa ti è preso? - chiese Mary cercando di riprendere aria. 
- Mi sembrava ci foste anche voi… - Lily riprese a camminare, tagliando corto, mentre la amiche le si accostavano ai lati seguendo il suo passo svelto.
- Si, purtroppo c’eravamo… - disse Marlene - E la tua reazione era decisamente fuori luogo.
- Non ci posso credere…-  le guardò sconvolta la rossa - Voi siete dalla sua parte.
- Lily noi non siamo dalla parte di nessuno… - obiettò Mary - Siamo solo delle amiche sincere, proprio come lo sei sempre stata tu con noi… - proseguì Mary dolcemente, che con la sua pacatezza, a differenza dell’irruenza di Marlene, sapeva sempre come rivolgersi a Lily.
La ragazza si fermò, cercando di placare la rabbia, facendosi strada verso l’ingresso del castello per ripararsi dal vento e per poi fermarsi davanti alle grandi scale principali.
- E’ solo che io non sopporto che qualcuno possa far del male a Dorcas… - disse Lily a mo’ di scuse, distogliendo lo sguardo dalle amiche.
- Lo so Lils… - le accarezzò i capelli Mary delicatamente - Ma James voleva solo aiutarla e penso che la reazione di Sirius, per quanto esagerata, fosse quello che tutti volevamo ottenere.
- Si, so che lui voleva aiutarla, dopo tutto anche io ero d’accordo con il piano… - asserì Lily, non potendo darle torto.
- E poi penso che Cassie sappia decisamente combattere le sue battaglie, a quanto ci ha dimostrato… - intervenne Marlene riferendosi alla scena di poco prima.
- Ne sono consapevole - convenne la rossa - E’ solo che quando si toccano le persone che amo perdo le staffe…
- Noi lo sappiamo bene… - le sorrise dolcemente Mary - E a quanto pare anche lui, no? Sono sicura che anche James capirà perfettamente.
Lily restò leggermente perplessa per le parole dell’amica, significava che doveva scusarsi con Potter? In quale universo parallelo stava vivendo se era giunta a questo? Non sapeva ancora bene cosa avrebbe fatto, solo Dorcas avrebbe potuto consigliarla sapientemente. 
- Vi va una partita a scacchi? -  chiese Marlene cercando di alleggerire un po’ la tensione.
- Voi andate pure, io penso che andrò in stanza, voglio stare un po’ sola… - rispose Lily rivolgendo un ultimo sorriso alle amiche prima di dar loro le spalle per rientrare nella calda e accogliente sala comune.
 
   
 
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