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Autore: Simus    22/04/2020    2 recensioni
Non riuscivo a smettere di pensare alla carezza di Jacob, al solo pensiero sentivo la guancia bruciare, ma che diavolo mi stava succedendo? Era tutto così strano, vedevo e percepivo Jacob in modo diverso negli ultimi tempi...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Ero matura? No. Perciò Jacob Black poteva benissimo dannarsi il cervello a capire perché non gli rispondevo al telefono da due giorni e andavo a scuola in anticipo pur di non ritrovarmelo alla porta, ovviamente avevo vietato a tutti i Cullen di proferire con lui di questa situazione, in parte mi vergognavo di ammettere che ero gelosa di quella Lily, ad ogni modo non volevo parlarci. Mio padre sembrava al quanto soddisfatto di quella piega, gongolava al pensiero che non stessi oltrepassando i limiti da lui imposti stile anni ’20 del secolo scorso. Ad ogni modo ero talmente nervosa che dovevo tenere a mente di non sparire davanti gli occhi dei miei compagni di classe. -Sei sicura di stare bene Ness? Ti vedo un po’ tesa- disse all’improvviso Cris durante la pausa pranzo in cui non avevo proferito parola, probabilmente avevo assunto quel comportamento da un paio di giorni e solo ora mi ero resa conta di come mi fossi isolata. -ehm si abbastanza bene, solo un po’ sovrappensiero, scusami, probabilmente non sono di compagnia- borbottai a voce bassissima, lo vidi sorridere, i suoi occhioni azzurri guizzarono improvvisamente –Ho la soluzione!- esclamò tronfio di se, per un attimo abbozzai un sorriso e lui si avvicinò in modo alquanto intimo al mio orecchio, vidi chiaramente Elen sbuffare due metri più in là con Susan, credeva seriamente che avessi distolto Cristian da lei…assurdo. Con tono vagamente melodioso e seducente Cristian mi sussurrò –Questa sera vengo a prenderti alle 20.00, non accetto un no come risposta, sono certo che ti tornerà il buon umore Nessie – e con la mano mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, deglutii. Non è che fossi attratta da Cristian ma lui oltre a sembrare un dio nordico con i capelli color oro e due acquemarine al posto degli occhi, ci sapeva fare, e come se ci sapeva fare. Lo fissai per un attimo, forse in uno stato confusionale o forse semplicemente spiazzata da quella proposta, stavo per declinare la proposta quando suonò la campanella della ripresa delle lezioni, e lui fu abile -Lo prendo per un si, a stasera Nessie.- disse veloce buttando un sorriso sghembo e tirandosi il ciuffo biondo indietro con la mano. Rimasi un cinque minuti buoni a fissare il piatto, cosa stavo combinando? Non avrei dovuto accettare quell’invito, anche se uscire con un amico era lecito, ma allora perché mi sentivo in colpa? Sfrecciai a lezione di storia e soffocai quel vortice di senso di colpa che stava per diventare un uragano. All’uscita corsi alla mia moto sperando di non incontrare nessuno e ci balzai in sella con un’agilità poco umana, neanche mi guardai intorno, volevo stare sola nel mio mare di pene, ma forse la giornata non voleva concedermi tale lusso, una macchina da corsa nera opaca sbarrava la mia uscita. Cristian, non ero l’unica mezza vampira in quella maledetta scuola, lo vidi sorridere dallo specchietto, cosa stava combinando? Provai a sorpassarlo, ma con una manovra degna di un pilota professionista mi sbarrò la strada, la cosa stava iniziando a farmi innervosire, dallo specchietto vidi Elen correre verso di me… bene. -Nessie, aspettami! Ness!!!- urlò ormai a meno di 10 metri da me, per un attimo pensai di far finta di non sentirla e attribuire ciò al casco, ma Cristian non sembrava essere intenzionato a levarsi, così mi girai verso di lei, spensi la moto e mi tolsi il casco. - Elen! Che succede? – chiesi lievemente irritata - Ness, volevo dirti che se anche a te piace Cristian non c’è bisogno che mi eviti per non darmi il dispiacere, ti capirei, si insomma avresti già Jacob … ma non ti biasimerei – disse con un tono che strideva con quanto detto, era piccata. - Elen, io e Cristian siamo solo amici, insomma non preoccuparti- la rassicurai, vidi lo sguardo di Cristian divertito, ovviamente era in ascolto, ecco perché stava creando la fila, era curioso delle mie risposte. Probabilmente non aveva sottovalutato gli sguardi di Elen a mensa e sapeva che mi avrebbe bloccata per indagare. Colta dall’ispirazione e da un certo spirito vendicativo aggiunsi con un mezzo sorriso –Ely, sai che ti dico, forse non gli sei neanche indifferente, oggi a mensa ti ha lanciato delle occhiate, se vuoi posso indagare- -Oh Ness dici sul serio? Tu si che sei una vera amica, beh allora aspetto tue notizie!!- trillò esaltata dalla mia proposta. Le sorrisi e voltandomi verso lo specchietto della Porche nera vidi due occhioni azzurri sbarrati, uno a uno palla al centro, pensai divertita. A quel punto, come per magia l’ingorgo sparì e io potei tornare a casa. Tutto mi sarei aspettata tranne Seth appoggiato allo stipite della porta di casa impegnato in un dialogo muto con mio padre. Entrambi si voltarono non appena parcheggiai la moto sul vialetto, Seth mi abbagliò con il suo sorriso, era un amico di famiglia oltre ad essere il miglior amico di Jacob, ma del resto non si poteva non volergli bene. Solo quando fui accanto a mio padre mi accorsi che aveva una lettera in mano. -Nessie, Jacob mi ha mandato a recapitarti questa- con naturalezza mi porse la lettera, sentii il cuore accelerare non appena lessi il testo della busta, Per Renesme. Ringraziai Seth che si congedò controvoglia per andare a fare il suo turno di ronda. Entrai velocemente in camera mia e alzai il mio scudo dell’invisibilità, la mia bolla di privacy, con le mani in fermento aprii la lettera. Cara Nessie, non so cosa sia successo ma sarei proprio curioso di saperlo, sono due giorni che casualmente mi eviti, mi mancano i tuoi occhi, mi manchi tu piccola, Tuo Jacob Ps: non ti ho recapitato personalmente il messaggio perché ho colto il tuo desiderio di non vedermi. Ecco bravo hai colto bene! Eppure una parte di me voleva vederlo, eccome se voleva vederlo! Il pomeriggio trascorse fiacco, mi rivoltavo sul letto con la lettera di Jacob in mano, forse ero stata troppo impulsiva e infantile, sospirai. Ero talmente presa dai miei drammi adolescenziali che non mi accorsi che qualcuno stava bussando alla porta di casa. Mio padre andò ad aprire. -Buonasera sig. Cullen, sono venuto a prendere Renesme, con il suo permesso.- disse con voce vellutata Cristian, probabilmente il “con il suo permesso” era dettato da un’occhiata di mio padre. Accidenti papà, mi ero dimenticata di avvisarti, scusa. Pensai subito, poi uscii dalla mia cameretta, forse Cristian non si aspettava di trovarmi con gli stessi vestiti con cui ero andata a scuola, i miei vecchi Jeans e una felpa nera, perché ne rimase deluso, il suo outfit era impeccabile, pantaloni di cotone marroni con una camicia blu di jeans, sembrava uscito da una rivista. Io più da gita scolastica stancante. -Credevo scherzassi – esordii sorridente, incrociando le braccia e appoggiandomi alla porta della mia stanza, lui incrociò la mia espressione e sorrise, mio padre lo guardava torvo, qualcosa dei suoi pensieri lo turbava, poi mi accorsi di un dettaglio … nel taschino della camicia aveva una rosa rossa. Bene, la cosa iniziava a prendere una piega molto sbagliata. - No, non scherzavo, forse lo avresti preferito? – chiese sorridente con un leggero dolore negli occhi azzurri. Non potevo ferirlo, mio padre alzò un sopracciglio, poco convinto che fosse quella la scusa che stavo blaterando a me stessa. - Allora andiamo Cris, ciao papà- lo baciai sulla guancia, sorrise. - Ah Cristian, non fate tardi, Bella è sempre in ansia quando non vede Nessie a casa prima della mezzanotte, okay? – la voce melodiosa di mio padre celava una sorta di minaccia, era adorabile. - Si signore, sarà a casa per tempo, avrò cura di lei – rispose serio Cristian Che scena imbarazzante, spinsi sul vialetto di casa Cristian, prima che mio padre potesse aggiungere minacce più esplicite, lo vidi ghignare con la coda dell’occhio. Davanti casa c’era ovviamente la sua macchina. Mi aprì lo sportello, entrai svelta, lui in un attimo fu al posto del guidatore, mise in moto e le fusa del motore colmarono per qualche istante l’abitacolo. Scattò veloce, vederlo lì con un sorriso compiaciuto sul viso mi fece uno strano effetto. Fummo presto sulla strada provinciale, ovviamente al suo passaggio si voltavano tutti, la macchina di Batman era un bel gioiellino. -Me la sono cavata bene con tuo padre? Sai per un attimo ho pensato che volesse puntarmi alla giugulare – ridacchiò -Credo che l’abbia pensato per un attimo – dissi unendomi alla sua risata - Dove pensi che ti stia portando?- mi chiese distogliendo lo sguardo dalla strada, non doveva concentrarsi molto, come me del resto. - Nella Bat caverna? – azzardai Rise. Sembrava divertito dal mio senso dell’humor, era piacevole chiacchierare con lui, era facile. -Miss Cullen non credevo avrebbe indovinato al primo colpo…- -Un mezzo vampiro con la batmobile non può che portarmi lì … ma devo avvisarla, sono altrettanto pericolosa- - Detto da catwoman ci credo, ma stasera giù le maschere Ness- disse improvvisamente serio e mi rivolse uno sguardo profondo, tanto che mi imbarazzò e lo distolsi fissando l’interno in pelle nera della macchina. Che diavolo intendeva con giù le maschere? Se non altro lo avrei scoperto a breve. Imboccò una stradina secondaria, e iniziò una salita ripida. Dopo poco la stradina si aprì in uno spazio che conoscevo, era una rotonda panoramica, affacciava sul mare, era all’esatto opposto di La Push, ebbi un fremito. Meglio non aprire il capitolo Jacob. Lo vidi accostare e in un attimo aprì la mia portiera, stavo per uscire quando mi bloccò sorridente tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un nastro nero, di seta. –Potrei per un attimo toglierti il privilegio di vedere?- quella voce seducente non ammetteva una risposta negativa, così mi voltai e gli permisi di annodare il nastro in modo da coprire i miei occhi, mentre lo annodava spostò i miei capelli da una parte e sentii il suo respiro sulla mia pelle, sentii un brivido lungo la schiena, come se mi avessero infilato un cubetto di ghiaccio nella felpa. Dovevo mantenere il controllo o me ne sarei pentita. Lo sentii allontanarsi e armeggiare con qualcosa nel portabagagli e dopo poco fu nuovamente al mio fianco. -Seguimi Ness, e non sbirciare- disse afferrando la mia mano e trascinandomi con delicatezza fuori dall’abitacolo della macchina, sentivo il cuore leggermente agitato. Controllo. Controllo .Controllo. Mi ripetevo come un mantra nella mia testa confusa. Ci fermammo, per un attimo pensai che volesse buttarmi giù dal dirupo, risi isterica. - Perché ridi? – chiese Cris allegro - Le sorprese mi fanno questo effetto- mentii divertita dai miei stessi folli pensieri Mi tolse con delicatezza la benda e vidi il suo viso troppo vicino, era un angelo, i suoi occhi chiari mi fissavano compiaciuti, probabilmente la mia espressione era tutt’altro che controllata e il mio cuore batteva come un tamburo, non che il suo fosse silenzioso comunque. Si allontanò lentamente, quasi pregustando l’espressione dei miei occhi. Ampliai la visuale e vidi un tavolino da pic nic con sopra una candida tovaglia bianca e due fagottini, annusai l’aria e sentii l’odore della cotoletta e di salsa. -Miss Cullen le andrebbe una cena a lume di stelle e panini alla cotoletta?- sorrise l’angelo biondo, era qualcosa di veramente romantico e al tempo stesso semplice e incredibilmente adatto a me, aveva intuito che i ristoranti costosi e pretenziosi non facevano al caso mio. Era un buon osservatore, era Mr.perfettovenutoperfarlaimpazzire. - Non rifiuterei mai un buon panino alla cotoletta- mi brontolò lo stomaco, scoppiamo a ridere. Ci sedemmo a gambe incrociate e iniziammo a mangiare, i panini li aveva preparati lui e si vantava delle sue doti culinarie ma di quanto fossero poco apprezzate dai genitori vampiri. Finita le cena ci mettemmo ad osservare il panorama, era veramente bello, il mare scuro e le stelle nitide e luminose, era una serata con il cielo sereno. - A proposito Ness – mi interruppe nel pieno di un discorso su quanto era astato odioso a farmi parlare con Elen nel parcheggio – Come ti è saltato in mente di dire ad Elen che è il mio tipo?- sembrava seriamente sconvolto, risi piegando la testa all’indietro. - Beh, ammettilo, sei pazzo di lei…- lo canzonai, la questione sembrava seriamente irritarlo, era divertente. - Non penso proprio Ness, se fosse come dici tu… - si bloccò per un attimo, incerto se proseguire, poi sospirò e mi fissò dritto negli occhi, incatenò i miei in quello sguardo di ghiaccio – ci sarebbe lei qui e non tu. – Mi sembrò di sentire lo scroscio di acqua fredda in piena faccia, era come temevo, si stava dichiarando, forse non avrei dovuto accettare quell’uscita, ora la problema Jacob si aggiungeva il problema Cristian, ma la vera domanda era … mi dispiaceva? No. Sentivo un’attrazione verso quel mezzo vampiro, così simile a me e così diverso da Jacob, come era possibile? Si avvicinò lentamente, stava cercando di capire i miei pensieri, ma la verità era che non li capivo nemmeno io. Ero a gambe incrociate, e lui era a meno di un metro da me, si mise in ginocchio e si inarcò verso di me. Allungò una mano accarezzandomi il viso, a quel contatto mi irrigidii, ma lui fece finta di niente e con il dito caldo tracciò i contorni del mio ovale, soffermandosi sotto il mento, ero completamente preda dei miei stupidi ormoni umani. Ma che diavolo stavo facendo ? La risposta era più facile del previsto, non stavo facendo NULLA per fermarlo. Una vocina maliziosa nella mia testa trillò Perché vuoi che si fermi?. Niente ero persa nel ghiaccio del suo sguardo, nella piega sensuale della sua bocca, nelle sue gote lievemente rosse, forse non ero l’unica ad essere imbarazzata. Poi con il pollice iniziò a scorrere sulle mie labbra carnose, delicatamente inclinò la testa e si avvicinò al mio viso, potevo percepire il suo respiro a pochi centimetri dalla mia bocca, la sua mano si era spostata dietro la mia nuca e fu un attimo. Coprì i pochi centimetri di distanza che ci separavano e le sue labbra si dischiusero sulle mie. Le sue labbra erano soffici e invitanti, persi l’ultimo barlume di controllo e risposi al bacio, poggiai una mano sulla sua guancia e l’altra affondò dritta nei suoi capelli dorati, sorrise di quella reazione senza interrompere il bacio. Era facile baciarlo, mi veniva naturale, eravamo così dannatamente uguali! Poi nella mia mente lo vidi, lo vidi chiaro e tondo, il volto del mio Jacob. Irruppe con una tale potenza che la mia mano lo trasmise a Cristian. Il bacio si interruppe, vidi Cristian confuso, si scostò come se fosse rimasto scottato e io balzai lontano, ero doppiamente schifata di me stessa. Non volli neanche guardarlo in faccia, avrei trovato nei suoi occhi il riflesso di un mostro, di una ragazza che aveva tradito il suo Jacob, i suoi ideali di amore, di fedeltà, di sincerità. Mi voltai e corsi rapida lontano da quel posto, lontano da Cristian, lontano dal mostro.
  
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