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Autore: bacionero    23/04/2020    4 recensioni
Dal primo capitolo: Egli era pazzo della sua futura sposa, ed estremamente ragionevole sul fatto che ella rappresentasse fisicamente moralmente e psicologicamente la sua felicità.
Quando si dice che cuore, cervello ed estasi dei sensi vanno di pari passo.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Candy si risvegliò su un letto d’ospedale con due persone al suo capezzale.
-Candy…finalmente!
A pronunciare quelle parole era stato un ragazzo con i capelli fino alle spalle e il braccio fasciato. Accanto a lui una ragazza dal volto preoccupato e segnato da graffi e bruciature.
-Dove sono…chi siete…
-Ecco vedi, è come ti dicevo, Terence, non ricorda nulla!
-Candy, davvero non ricordi nulla?- fece eco il ragazzo.
-No, nulla…ditemi chi siete…chi sono…io…
-Ti chiami Candy, ed io sono Terence, tuo marito. E questa è Annie, la tua migliore amica. Hai sbattuto la testa e non ricordi nulla del tuo passato.
-Marito? Marito? Oh, sento che mi sta scoppia la testa. Annie…chi è Annie?
La ragazza le prese la mano.
-Coraggio, ci siamo noi qui. Ti porteremo a casa oggi stesso, se i medici lo permetteranno.
-Ma io non vi conosco! E poi, quale casa?
-Ascolta cara-continuò Annie- noi tutti abbiamo avuto un terribile incidente. Vi eravate appena sposati quando è scoppiato un ordigno. Non sappiamo chi sia stato. Charlie, un amico di Terence, è morto, io e la madre di Terence ce la siamo cavata con qualche graffio, Terence ha un braccio indolenzito e Archie, il mio povero Archie è ricoverato con una gamba fratturata, ma se la caverà.
-Non ricordo nessuno di loro…
-Sì, i medici ci avevano preparato a questa evenienza. Candy, tu ci sei sempre stata quando avevamo bisogno e adesso tocca a noi prenderci cura di te. Ti porteremo nella casa in cui tu e Terence avevate deciso di abitare-affermò la ragazza, il volto provato e commosso.
Per tutta risposta Candy iniziò a singhiozzare con disperazione, e Terence si sentì in obbligo di dirle qualcosa. Le parlò con grande dolcezza.
-Candy, sono tuo marito, non il tuo padrone. Ho l’obbligo di proteggerti, ma tu non dovrai fare nulla, nulla che non desideri! Potresti anche restare qui, ma nessuno potrebbe prendersi cura di te come la tua famiglia, che in questo momento sono io. Non conosci i tuoi veri genitori e le donne che ti hanno allevata, Miss Pony e Suor Maria, abitano a Lakewood, vicino Chicago, e impiegherebbero giorni a venire. Candy, mi piacerebbe che sapessi almeno questo: che in un altro tempo, forse in un’altra vita-e qui il ragazzo iniziò ad avere gli occhi lucidi-ci siamo amati, con disperazione e tenerezza, contro il mondo intero, anche ci separava un oceano, anche se il destino si è messo contro di noi. Candy, dimmi che almeno ricordi il periodo della Saint Paul School, ti prego!
Candy vide Annie commossa e Terence disperato, ma proprio non riusciva a ricordare nulla, neanche le donne che l’avevano allevata. Era terribile. Acconsentì a venir via lo stesso giorno. Annie decise di recarsi con loro nella nuova casa: Archie stava molto meglio e lei sarebbe tornata a trovarlo il giorno dopo.

Percorsero diverse miglia di campagna e finalmente raggiunsero la proprietà che sarebbe stata la loro nuova casa.
-Ecco Candy, questa è casa tua, sei tu la proprietaria di questa immensa villa, sei una Andrew!
Terence ed Annie in carrozza spiegarono a Candy che era stata adottata dagli Andrew, che era una donna molto ricca, che stava per sposare il capo della famiglia, Albert Andrew, e che aveva alla fine deciso di lasciarlo per sposare Terence. Ed era per questo che lei e Terence avevano deciso di abitare lì. Albert per il momento preferiva non vederla, anche se nella sua immensa generosità non le aveva tolto nemmeno un centesimo.
-Era una persona così gentile ed io l’ho ingannato! Che vergogna…Non avrebbe avuto tutti i torti se mi avesse tolto tutto! Il risentimento è il minimo che può provare! Ma… se fosse stato lui a organizzare l’attentato?
-No, Candy, impossibile! - rispose prontamente il ragazzo- Vorrebbe dire che il mondo va a rovescio. Albert è una persona tanto buona da essersi sempre occupato di tutte le persone a cui voleva bene, e aveva una cura estrema anche per gli animali. Certo, ha anche lui il suo orgoglio maschile e per questo preferisce non vederti per un po’, ma vedrai che al più presto riceverai un suo telegramma se non addirittura una sua visita.
Giunti in casa, Annie accompagnò Candy nella sua stanza.
-Candy, posso immaginare che ora non te la senta di dormire con tuo marito, in fondo è un estraneo per te. Ma mi piacerebbe che tu ti rinnamorassi di lui, magari poco a poco. Io ho sempre…tu hai sempre saputo che era l’uomo per te, e lui ti ha sempre amata tanto. È per questo che la lasciato la sua fidanzata, Susanna…
-Come? Anche lui era fidanzato con un’altra?
-Scusami, forse tutte queste notizie ti spiazzano e ti confondono, ma potrebbero aiutarti a ricordare. Entriamo in stanza, ti racconterò tutto.
Candy seppe dell’incidente nel quale Susanna aveva salvato la vita a Terence, la dolorosa decisione di entrambi di lasciarsi in quella serata fredda e nevosa di New York e di come poi contro le aspettative di tutti fossero tornati insieme.
-Così sono due le persone che abbiamo fatto soffrire…Albert e Susanna…-notò Candy.
-Susanna stava ricattando Terence! Ma si può essere più egoisti di così? Si è approfittata della tua generosità! Avesse incontrato una ragazza senza il tuo buon cuore glielo avrebbe lasciato senza troppi complimenti!- rispose con decisione l’amica.
-Però a questo punto anche lei avrebbe avuto un buon motivo per far scoppiare quell’ordigno…
-Non credo, Candy, non credo che sia arrivata a tanto! Non immagino davvero come avrebbe potuto farlo, a chi avrebbe potuto rivolgersi! Io adesso ti lascio riposare, per qualsiasi cosa chiama, andrò a trovare Archie domattina.

Dopo un po’ Candy sentì bussare alla porta, e vide Terence entrare con una tazza di thè
-Non preoccuparti, non sono venuto per reclamare i miei diritti di marito!
Il ragazzo sorrise così dolcemente che Candy sentì un calore nel petto, in quel momento fu sicura che sarebbe andato tutto bene. Forse Annie si era augurata la cosa giusta, che si innamorasse del marito come la prima volta, quando l’amore che provavano era stato tanto forte da stroncare la felicità di altre persone.
-Senti una cosa, Terence. Annie mi ha raccontato di Susanna. Abbiamo reso infelici due persone. Non potrebbe essere che uno dei due si sia voluto vendicare?
-Candy, l’unica cosa di cui sono sicuro-arrossì-sono i miei sentimenti. Non potrei mettere la mano sul fuoco su nessuno, però posso fare delle ricerche. Chi ha attentato alla tua vita la deve pagare! Domattina stessa manderò a chiamare Albert e…
-NO! Ti prego, Terence, non farlo, provo tanta vergogna! Non posso nemmeno dargli spiegazioni perché non mi ricordo i miei sentimenti di allora, non so di preciso cosa mi sia passato per la testa…
 Candy si rese conto di averlo ferito senza volerlo, ma Terence prontamente le rispose che ne avrebbero riparlato il giorno dopo e nel salutarla le diede un bacio sulla fronte. Alla ragazza sembrò di aver vissuto quel gesto in un tempo remoto, e ne apprezzò la delicatezza.

Il giorno dopo Annie salutò Candy per andare a trovare Archie e la ragazza decise di fare un giro nel parco. Se davvero Albert era la persona tanto buona che descrivevano tutti, non avrebbe mai potuto attentare alla sua vita. E Terence, cosa pensava di Terence? Dolce, premuroso, non le metteva fretta, si prendeva cura di lei. Ma quello che desiderava sopra ogni cosa era ricordare…era vero che non aveva genitori, che era stata allevata come un’orfanella? E perché mai Albert si era preso cura di lei, perché mai l’aveva adottata?
I suoi pensieri vennero interrotti da un uomo che la afferrò da dietro con l’intento di soffocarla. Sentì il respiro mancarle e istintivamente agitò le gambe. Non voleva morire così, senza sapere nemmeno perché.
-Lasciala stare farabutto!
Terence si scagliò contro lo sconosciuto colpendolo ripetutamente, finchè si staccò dalla ragazza e cadde. Aveva il volto coperto da sciarpa e occhiali e, comprendendo di stare avendo la peggio, fuggì.
-Chi ti manda, vigliacco!? Dimmelo!
Il ragazzo fece per inseguirlo ma Candy dolorante ebbe la priorità per le sue attenzioni.
-Tutto bene?
-Sì grazie, è stato di più lo spavento che altro, ma se non fossi arrivato tu…
-Stai tranquilla, è tutto passato.
Candy piangendo poggiò il volto sul petto di Terence, disperata. -Terence, ho tanta paura! Non si fermeranno più finchè non mi avranno fatto del male! Questa è la prova che l’attentato era rivolto a me, non a te o ad Annie!
-Candy, finchè ci sarò io con te non ti accadrà nulla, è una promessa! Vieni, andiamo dentro.

Rientrati in casa la ragazza trovò le cure premurose dell’amica, che la convinse a prendere un thè e una fetta di torta preparata al momento. Non appena sembrò essersi calmata chiese ad Annie di parlarle della Saint Paul School, dato che a Terence era sembrata una cosa di capitale importanza.
-E’ stato il periodo più bello per noi, più spensierato, prima che il povero Stear morisse…certo… non lo ricordi…Ti parlerò della persona più mite e gentile che tu abbia avuto la fortuna di conoscere, il tuo povero cugino morto in guerra…e della nostra adolescenza…
Candy ascoltava con interesse. A volte le sembrava che un dettaglio, una frase, un nome, e persino il tono e le espressioni che usava Annie le ricordassero qualcosa, le accendessero un piccolo lume sul buio nella sua testa, ma era una cosa tanto ineffabile che sfuggiva subito.
-Ma in tutto ciò, allora, non avevo qualche nemico, qualcuno che mi voleva male?
-Sì Candy, i tuoi cugini Neal e Iriza. Erano odiosi, te ne hanno combinate di tutti i colori e hanno sempre cercato di ostacolare la tua felicità!
-Allora potrebbero essere stati loro i colpevoli!
-Lo pensa anche Terence, è per questo che ha già scritto ad Albert per chiedere dove si trovino in questo momento, anche se sapevamo tutti fossero andati in Florida. Magari i furbastri hanno solo fatto finta di partire.
-Ti prego, Annie, ora basta, sento che mi sta scoppiando la testa! Mi dispiace essere tanto sgarbata con una persona buona come te, ma ho bisogno di restare sola!
-Tutto quello che vuoi-fece l’amica scostandole una ciocca dal viso, per poi alzarsi e dirigersi verso la porta. Un attimo prima di aprirla si voltò verso Candy:
-Ti prego solo di una cosa. Dà un’opportunità a tuo marito, non sai quanto sia distrutto in questo momento, anche se non lo dà a vedere. Sapere che quell’ordigno avrebbe potuto ucciderti…trattalo da amico, non fare nulla che non ti senta di fare, ma non chiuderti a riccio…
-Annie, non credo di averlo fatto, ma più di quello che sto facendo non posso, proprio non riesco…
La casa stava sprofondando nell’oscurità, mentre fuori il tramonto gettava un’ombra rosata sulla rigogliosa natura estiva.
   
 
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